Marco Marzano

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  1. xGarzox
     
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    Marco Marzano

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    Marco Marzano (Cuggiono, 10 giugno 1980) è un ciclista professionista italiano.

    Passato professionista nel 2005, ha sempre corso nella Lampre non ottenendo finora alcuna vittoria.


    Squadre

    * 2004: Lampre (stagista)
    * 2005: Lampre - Fondital
    * 2006: Lampre - Fondital
    * 2007: Lampre - Fondital
    * 2008: Lampre NGC
    * 2009: Lampre NGC
    * 2010: Lampre - Farnese Vini


    Palmares

    Piazzamenti di Rilievo

    2004
    * 7° alla Japan Cup

    2005
    * 20° al Giro di Lombardia

    2006
    * 3° nella 2^ tappa (Buffalora) - Passo Maniva) del Brixia Tour
    * 4° nella nella 2^ semitappa della 3^ tappa (Pian Camuno - Saviore dell'Adamello) del Brixia Tour
    * 2° nella Classifica Generale del Brixia Tour
    * 6° al Internationale Österreich-Rundfahrt
    * 9° al Giro dell'Appennino

    2007
    * 3° nella 19^ tappa (Treviso - Terme di Comano) del Giro d'Italia

    2008
    * 8° alla Japan Cup

    2009
    * 5° nella 15^tappa (Forli - Faenza) del Giro d'Italia
    * 3° al Giro dell'Appennino
    * 10° nella Classifica Generale del Brixia Tour
    * 5° alla Tre Valli Varesine
    * 2° nella 9^tappa (Alcoy - Xorret del Cati) della Vuelta a España


    SarriTheBest


    Foto
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    Edited by SarriTheBest - 19/4/2010, 20:15
     
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    Marzano, l'ultimo uomo
    Al Giro di Svizzera è stato il gregario di Cunego nei tratti più importanti della corsa: "Un onore stare insieme ai migliori in quei momenti. Il mio modello? Noè, 39 anni e una volontà d'acciaio"

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    Marco Marzano, 27 anni, professionista dal 2005. Liverani


    MILANO, 9 dicembre 2007 - Gli piacevano le campestri. Maglietta, pantaloncini, scarpe da tennis anche se si andava di corsa, a piedi. Ma c’era un compagno di classe — sempre lui, sempre lo stesso — che lo batteva. E siccome quel compagno di classe, quando non era in classe e non si dedicava alle campestri, andava in bici, un giorno Marco Marzano gli disse: "Allora da domani vengo anch’io in bici, mi alleno e ti batto". Aveva 10 anni, Marco, faceva la quinta elementare. S’iscrisse al V. C. Marcoli di Turbigo, a metterlo in sella trovò un olimpionico di Roma 1960, Toni Bailetti, e un giorno, neanche tanto tempo dopo, gli capitò finalmente l’occasione di battere il suo compagno di classe. Non a piedi, ma in bici.
    La prima vittoria?
    "Al primo anno da esordiente. A Cardano al Campo, vicino alla Malpensa. Freddo, pioggia, vento. Arrivo in volata. Mi snobbarono. Vinsi al fotofinish. Mai più successo".
    Quando ha sentito la vocazione?
    "Cinque anni di superiori, diplomato perito elettrico, mai lavorato: non avevo passione. Invece, nel ciclismo, esordiente, allievo, fino a dilettante. Mi piaceva. Il primo anno solo una ventina di corse perché avevo la maturità. Il secondo anno un’altra ventina di corse perché facevo l’obiettore di coscienza in un istituto di salesiani a Novara. Mi occupavo dei bambini delle elementari e delle medie: ricreazione e doposcuola. Quando era maggio, li raggruppavo e li portavo, all’insaputa della direttrice, nel salone della tv. E insieme guardavamo il Giro d’Italia".
    Beccato?
    "Sì. Per farmi perdonare portavo le medaglie e le coppe che vincevo qui e là. Ma la soddisfazione veniva dai bambini: quando c’era disegno libero, ritraevano corridori e corse".
    Poi?
    "Dal terzo anno ho cominciato finalmente a vincere. Una corsa a Rovescala, vicino a Pavia, poi una tappa del Giro della Val d’Aosta, quindi la classifica finale del Val d’Aosta, poi un altro Val d’Aosta e addirittura il Giro d’Italia per dilettanti".
    Finché?
    "Professionista. Solo che, quando passi professionista, anche se hai conquistato due Val d’Aosta e un Giro d’Italia, ricominci da zero. Anzi, da sotto zero. Ricordo il primo giorno di ritiro più duro del primo giorno di scuola. Le matricole eravamo io e Franzoi. I vecchi, c’era anche Simoni, ci costrinsero a salire in piedi su una sedia e presentarci ufficialmente: nome, cognome, anni, corse, hobby. E tante domande, anche difficili. Davanti a tutti: corridori, direttori sportivi, perfino giornalisti".
    Si vergognava?
    "Era tutto sul ridere, ma mi seccava fare brutta figura. Così cercavo di dare risposte allo stesso tempo spiritose e intelligenti. Un’impresa impossibile. Dalle risate dei compagni, devo essere stato ridicolo".
    E in corsa?
    "E’ lì che ricominci da zero. Altri allenamenti, altri chilometraggi, altri percorsi, altri ritmi, altre velocità. Altro ciclismo. I primi tempi, se riesci a stare a ruota, è già un miracolo. E non abbattersi è ancora più difficile. Il mio compito era spremermi nella prima parte della corsa. Sei il primo a finire la benzina e l’ultimo ad arrivare. Ma piano piano...".
    Piano piano?
    "Piano piano mi è stato assegnato anche il compito di ultimo uomo di Cunego in salita. Quest’anno, per esempio al Giro di Svizzera. Ed essere lì, nei momenti cruciali di una corsa, insieme con i primi, i grandi, i campioni, è un’enorme soddisfazione".
    Però, finora, vittorie zero.
    "Arriveranno. Un terzo posto nella tappa delle Terme di Comano, al Giro 2007. Anche quel giorno pioggia e freddo. Mi versavo il tè caldo addosso per sentirmi vivo. Da non capirci più nulla. Gambe dure, bici che sbandava, non riuscivo a tenerla. E’ andato via Mayo: troppo forte per poterlo accettare. Poi Visconti: ma lui si capisce che ha qualità".
    Totale giorni di corsa?
    "Centoquattro. Tantissimi. Dico la verità: prima pensavo che fosse meglio correre poco, risparmiarsi, concentrarsi. Invece il programma stilato da Saronni, "Bontempino" e Piovani ha avuto il suo effetto: più chilometri faccio, meglio sto".
    Il 2008?
    "Vorrei confermarmi ad alto livello, e come ho fatto quest’anno piazzandomi sul Mont Faron al Giro del Mediterraneo fino alla Japan Cup, cioè dalla prima all’ultima corsa. Il mio compito è aiutare Cunego. A forza di aiutarlo, siamo diventati amici. Abbiamo passato insieme anche le vacanze".
    Marzano, ma lei si diverte?
    "Me ne accorgo quando vado in vacanza: la bici mi manca. Non è solo abitudine o lavoro, ma voglia e passione. L’allenamento è il grado di serietà che ci metti in questa voglia, in questa passione. Il mio esempio è Noè. Fa lavori cardio, di agilità e potenziamento, palestra e spinning. Un corridore vecchio stampo: quasi 39 anni e una volontà d’acciaio".

    Marco Pastonesi - gazzetta.it
     
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  3. riccarduz
     
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    ragazzi il ds della mia squadra è proprio il fartello di marzano...daniele marzano si kiama :ave:
     
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  4. illip
     
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    :beer: :compli: salutacelo
     
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  5. riccarduz
     
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    kualke domenica,a detto suo fratello,ci farà uscire cn lui!
     
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  6. illip
     
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    Allora sotto con gli allenamenti riccarduz :asd:
     
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  7. riccarduz
     
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    :asd: :asd: tanto so gia di batterlo :asd:
     
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  8. illip
     
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    Peròòòòòòòòòòòò :asd: modesto il ragazzo. Potresti essere il nuovo gregario di Daminao allora :asd:
     
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    una foto ci sta eh... :B): :asd:
     
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  10. illip
     
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    Si di te che batti allo sprint Marco :asd: .. Però non barare comprando la vittoria :asd:
     
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  11. riccarduz
     
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    be la foto sarà obbligatoria...
     
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  12. illip
     
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    con autografo e bacetto della miss però :asd:
     
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  13. riccarduz
     
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    la seconda ;) :asd:
     
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    CITAZIONE (riccarduz @ 20/11/2008, 14:33)
    be la foto sarà obbligatoria...

    ed è obbligatorio metterla sul forum... :asd:
     
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  15. Vince™
     
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    la miss sarà marzano? :asd:
     
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19 replies since 10/12/2007, 16:03   1938 views
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