Raffaele Ferrara

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    Raffaele Ferrara

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    Raffaele Ferrara (3 Ottobre 1976, San Pietro a Patierno) è un ciclista professionista italiano.

    Professionista dal 2001, finora non ha ottenuto alcun successo. Il suo periodo migliore lo ha vissuto nell'estate del 2006: dal 3 Agosto al 3 Settembre ha collezionato un secondo posto al Giro del Veneto, quattro terzi posti (Tre Valli, Placci, Romagna, Matteotti) e due quarti posti (Gp Camaiore e Gp Fred Mengoni).


    Squadre

    * 2001: Alessio
    * 2002: Alessio
    * 2003: Alessio
    * 2004: Alessio - Bianchi
    * 2005: Team Androni Giocattoli - 3C Casalinghi
    * 2006: Team 3C Casalinghi Jet Androni Giocattoli
    * 2007: Team LPR
    * 2008: Team LPR Brakes - Ballan
    * 2009: -
    * 2010: Carmiooro NGC


    Palmares

    Piazzamenti di Rilievo

    2001
    * 3° al Brixia Tour

    2003
    * 5° al Tour du Haut Var
    * 3° al Rund um die Hainleite - Erfurt
    * 5° alla Urkiola Igoera - Subida Urkiola

    2005
    * 6° alla Settimana Lombarda
    * 4° al Giro dell'Appennino
    * 4° al Tour de Slovénie
    * 7° al National Championships Italy R.R.
    * 9° alla Coppa Agostoni
    * 10° al Trofeo Melinda
    * 2° al Rund um die Nürnberger Altstadt

    2006
    * 4° al GP Citta di Camaiore
    * 3° al Trofeo Matteotti
    * 4° al GP Fred Mengoni
    * 3° alla Tre Valli Varesine
    * 2° al Giro del Veneto
    * 3° alla Coppa Placci
    * 3° al Giro della Romagna

    2007
    * 2° al GP Kanton Aargau - Gippingen

    2008
    * 7° alla Coppa Agostoni
    * 6° alla Coppa Placci
    * 5° al GP Industria & Commercio di Prato


    SarriTheBest

    Edited by Vince™ - 29/7/2010, 12:16
     
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    Ferrara, chiusura di stagione con infortunio
    Si chiude all'insegna della sfortuna la stagione di Raffaele Ferrara. Il portacolori del Team Lpr, rimasto coinvolto in una caduta durante il Giro di Lombardia, ha riportato profonde ferite a tre dita della mano sinistra, con sospetta lesione di un tendine. Al 31enne napoletano, residente a Castelfranco Veneto, sono stati applicati cinque punti di sutura per ogni dito. Il nero-verde dovrà osservare dieci giorni di riposo assoluto, quindi lo staff medico valuterà la situazione del tendine lesionato ed eventualmente verrà deciso un intervento chirurgico. “E' stata una caduta banale, di quelle che si vedono ad ogni gara – fa notare Ferrara -. Ma dopo essere finito a terra ho sentito un forte dolore alla mano, senza però capire cosa mi sia accaduto. Probabilmente la mano è andata a finire in mezzo ad una ruota oppure a una catena. Mi spiace perché questo è il modo peggiore per concludere una stagione. Comunque, l'appuntamento è già all'anno prossimo, per me un anno molto importante”.

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    Ferrara lo dimostra: ripartire si può
    La stagione 2010 sta per nascere. Squadre, raduni, preparazione, programmi... E c’è chi ha ritrovato un ingaggio. Come Lello Ferrara, precipitato dalla Nazionale alla disoccupazione e adesso riemerso nella CarmioOro-A Style.

    MILANO, 17 dicembre 2009 - Ferrara, dov’eravamo rimasti? "Un anno fa. La Lpr non mi riconferma. Busso alla porta delle altre squadre Professional. Mi rispondono con un ritornello: non ci sono sponsor, non ci sono soldi, non ci sono posti, ci dispiace. Di sicuro dispiace più a me".

    Così?
    "Non mi arrendo. D’inverno mi preparo come se debba, come se possa correre ancora. Mi dico: se non salta fuori un’occasione adesso, salterà fuori magari a metà stagione. Finché, un giorno, mi telefonano da casa, da Napoli".

    E?
    "Vieni, mi dicono, papà sta male. Strano: 56 anni, mai neanche il mal di denti. Ho un lampo: ditemi la verità, gli è successo qualcosa? La verità: la sera guarda la tv con la mamma e le mie sorelle, poi va a letto a dormire e non si sveglia più".

    Terribile.
    "Vice-ispettore nell’azienda tramviaria. Una roccia. Faceva tutto: dalla spesa al compilare le domande ai concorsi per le mie sorelle. Ci ha tirato su non a Posillipo, ma a San Pietro a Patierno, dove sopravvivere è già un’impresa. Quando avevo 17 anni, mi ha caricato in macchina, mi ha portato a Mariano Comense, e mi ha detto: ’Lello, qui diventi uomo e corridore’. Poi, senza farci vedere l’uno con l’altro, abbiamo pianto".

    Allora?
    "Torno a Napoli, spacco la cornice del quadro dove tengo la maglia di campione del mondo di Paolo Bettini e gli metto la maglia addosso. Perché è vero che ero io a pedalare, ma sulla bici c’era anche lui. Gli devo tutto".

    Poi?
    "Non ho quasi più speranze quando, in ottobre, con un caffè, nasce la possibilità di correre per la CarmioOro. Te la senti?, mi chiedono. È la mia vita, rispondo. Così adesso considero questo anno di black-out come una tappa del mio percorso personale. Ha avuto un senso: mi è servito per stare vicino alla mia famiglia nel periodo più importante e delicato".

    Il rientro?
    "Il primo raduno a Lomazzo, tra Milano e Como. Prove, programmi, visite. Anche una gara di orientamento, a squadre di tre. Ai miei compagni dico: sono il più vecchio, portatemi dove volete, purché sia a casa. Li seguo, ci salviamo, anzi, arriviamo addirittura secondi. Il migliore piazzamento della carriera".

    È in forma?
    "Non è detto che chi ride o scherza, debba per forza andare piano. Come dico ai miei figli, Sonny, tre anni e mezzo, e Dustin, 15 mesi. Ogni volta che esco di casa, in bici, per allenarmi, mi chiedono: babbo, vinci? Mi mettono più ansia loro degli sponsor!".

    La squadra?
    "È italiana, in regola con il passaporto biologico, formata da 20 corridori, ognuno con buone ragioni per fare un anno come si deve. La nostra speranza, il nostro obiettivo, è correre il Giro d’Italia. Io ho corso dappertutto, ma per una ragione o l’altra non sono mai riuscito a fare il Giro. Prima o poi ce la farò. Mi do ancora sette possibilità: perché ho 33 anni, e correrò fino a 40".

    Davvero?
    "Correre mi piace, lavorare no. Ho già provato a lavorare. E voglio rimandare quel momento il più tardi possibile".

    Che cosa vuole?
    "Far tacere quelli che, di me, dicevano: ah, se solo avesse fatto di più..., ah, se solo parlasse di meno..., ah, se solo confermasse i numeri che ha... Ma quali numeri. In bici mi sono rotto la schiena, sono stato fermato per il cuore, ho beccato la broncopolmonite al Tour, sono finito sotto una macchina al campionato italiano".

    Che cosa sogna?
    "Una vittoria. Per me, per mio padre, per tutti e due. È come se corressimo su un tandem. Va a finire che, se vinciamo, mi squalificano".

    Marco Pastonesi - gazzetta.it
     
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2 replies since 22/10/2007, 12:14   875 views
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