Fabio Felline

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    Fabio Felline

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    © Roberto Bettini - www.bettiniphoto.net


    Fabio Felline (29 Marzo 1990, Torino) è un ciclista professionista italiano.

    La formazione di Felline avviene sia sulla strada che sulla pista, dove ottiene i migliori risultati dei suoi anni giovanili (tra i quali diverse maglie di campione italiano).
    Alto 1,74mt per un peso forma di 63kg, Felline è un forte ciclista completo: è dotato di un buon passo e supera facilmente le salite, rendendolo da subito perfetto per le mosse classiche italiane. Grazie al suo spunto veloce, che gli permette di vincere facilmente le volate ristrette, e alla sua regolarità Felline ha da sempre collezionato una serie di belle prestazioni che lo hanno fatto risaltare agli occhi degli addetti ai lavori.

    Da Juniores, con la maglia della Rostese Castanese, ha fatto incetta di vittorie e, soprattutto, di piazzamenti: nel 2007 sono 5 i successi su strada, e oltre 30 i piazzamenti tra i primi 10; nel 2008 invece sono aumentate a 7 le gioie che è riuscito a togliersi, tra le quali spiccano il primo posto al Giro del Monferrato (gara nazionale), la tappa e la maglia della classifica finale della 3 Giorni Orobica (internazionale).
    Nel 2009 è passato tra i dilettanti con la Uc Bergamasca Colpack De Nardi. In questa categoria ha corso solo per un anno, che alla fine è risultato molto fruttuoso: ha ottenuto infatti 2 vittorie e ben 24 piazzamenti.

    Nel 2010, a soli 19 anni, è riuscito a fare il grande salto tra i professionisti, firmando un contratto con il team Pro Tour spagnolo Footon-Servetto. Fin da subito ha mostrato tutte le sue qualità, ottenendo, nei soli primi due mesi di corse, una serie di ottimi e inattesi piazzamenti: due 9° posti al Giro di Sardegna, un 5° posto alla Classica Sarda e un 10° posto sulle impervie strade del Belgio, alla E3 Harelbeke.

    SarriTheBest


    Squadre

    * 2009: UC Bergamasca (Elite-U23)
    * 2010: Footon-Servetto-Fuji


    Palmares

    Vittorie

    2009 (Elite-U23)
    * 4^ tappa del Giro delle Valli Cuneesi nelle Alpi del Mare

    Piazzamenti di Rilievo

    2010
    * 9° nella 3^ tappa del Giro di Sardegna
    * 9° nella 4^ tappa del Giro di Sardegna
    * 5° nella Classica Sarda Olbia-Pantogia
    * 10° nel E3 Prijs Vlaanderen - Harelbeke


    Foto
    SPOILER (click to view)

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    dewielersite.net

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    (© Pisoni) - ciclonet.it



    Edited by SarriTheBest - 1/4/2010, 21:46
     
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    E' il giovane nostrano che in questo inizio mi è piaciuto di più: sta infilando degli ottimi piazzamenti, e il 10° ad Harelbeke è quello che più mi fa ben sperare, correndo tranquillamente, senza alcuna pressione e, soprattutto, senza buttarsi via (i casi Popovych non sono poi così isolati). Ed è un '90 (!), con un solo anno tra gli U23 alle spalle. Mi dà l'impressione che abbia proprio una marcia in più: se dovessi fare un solo nome (italiano) per le classiche dei prossimi 10 anni, farei sicuramente il suo.
     
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    Primie gioie da prof per Fabio in Lorena grazie a due successi consecutivi in volata, battendo prima Carrara e poi Colli.

    :compli:
     
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    Felline dalla tesina al Tour: "Prof mi guardi, sono qui"
    Pochi mesi fa consegnava la tesina sul Tour al docente che gli chiedeva: "Ma quando lo corri questo benedetto Tour?". La storia di Fabio Felline

    MORZINE (Francia), 13 luglio 2010 - Dopo il primo giorno di riposo il Tour de France numero 97 riparte. Fra Evans e Schleck, Contador e Basso, Cancellara e Chavanel, Petacchi e Cavendish, c’è anche Fabio Felline.
    Ha il dorsale 216, e con i suoi 20 anni, 3 mesi e 4 giorni è il più giovane dei "touristi". Fabio Felline ha faccia pulita, ricordi freschi, parola agile e un’aureola di riccioli. Pronti? Via. "A tre anni andavo in bici senza rotelle. Sempre andato in bici perché pigro, non avevo di camminare. Mi chiedevano: ma tu sei Coppi o Bartali? Gimondi o Merckx? Bugno o Chiappucci? Bugno, rispondevo io. Finché un giorno il nonno, sapendo che sarei andato a un corso di minibasket, precedette tutti e m’iscrisse alla Sc Mobili Bellato di Rosta, 20 km da Torino. Il primo giorno mi fecero la foto e mi consegnarono maglia e calzoncini. E mi conquistarono così".

    Com’eri?
    "Obeso. Uno e 40 per 55 kg. E siccome a quell’età i ragazzini sono un po’ stronzetti, mi prendevano in giro: cosa sei venuto a fare?, ma dove vuoi andare?, cosa credi di combinare? Mi demoralizzai, m’intristii. Perdipiù, dopo soli tre mesi che mi aveva iscritto, mio nonno morì. Andai da mio padre e gli dissi che volevo smettere. Lui mi chiese d’insistere: un altro anno. Così il primo anno non lo considero: solo quattro corse. Il secondo anno è il primo serio: sette vittorie, da G5, avevo 11 anni".

    La prima corsa?
    "Caduto. Ero così appannato che a una curva mi sono detto: qui o vado diritto o vado diritto. Tant’è che sono andato diritto contro un muro. Ma con quell’eroismo che il ciclismo ti fa provare, sono arrivato al traguardo con la bici in spalla. E non ho avuto il coraggio di dire che ero appannato dalla fatica, ma che mi era scivolata la bici".

    La prima vittoria?
    "A Trino Vercellese. Pianura, volata finale, confusa, perché c’erano sia quelli a giri pieni sia i doppiati, soltanto a 50 metri dallo striscione mi sono ritrovato da solo, incredulo, vincente senza neanche alzare le mani al cielo. Poi ho pianto e non smettevo più. L’altro giorno ho fatto il conto: in tutta la mia vita, da Trino Vercellese in poi, ho collezionato 98 vittorie. E senza calcolare quelle in pista".

    Professionista a neanche 20 anni.
    "Corsa in Valle Antrona, arrivo in salita. Avevo 15 anni. Duello, battaglia e volata contro Noè Gianetti. Vinco. Suo padre mi allunga il biglietto da visita: ’Casomai ti servisse’. Poco tempo dopo mi giungono proposte. In famiglia non si sa neanche che cosa pensare. Mio padre si ricorda di quel biglietto da visita: ’Chi meglio di lui per darti un consiglio?’. Telefono. Gianetti si ricorda di me. E non mi chiede chi, dove, quando, quanto, mi domanda solo se sono felice di stare a casa. Gli rispondo di sì. ’E allora perché andartene via?’. Rimango, non mi sposto, continuo così: casa, scuola e bici".

    Scuola?
    "Liceo economico aziendale. Maturità: 90 su 100. Se penso che 365 giorni fa ho presentato la tesina sulla storia del Tour de France, in francese, e alla fine il professore mi ha chiesto: ’Ma quando lo farai, ’sto benedetto Tour?’. Vorrei rispondergli adesso: ehi prof, sono qui. E neanche ci credo".

    Davvero?
    "Mai perso un’ora di sonno per il ciclismo, anzi, semmai guadagnata. Invece stanotte mi sembra di non aver chiuso occhio. Dormito, ho dormito. Ma sveglio a mezzanotte, e poi alle 3, e poi alle 5... E a pensare: ma come sarà la partenza, e come sarà la crono, e come sarà l’arrivo. Con il ciclismo non mi sono mai sentito piccolo o giovane, neanche il giorno della prima corsa da professionista, a neppure 20 anni. Ma qui le dimensioni sono così gigantesche che è normale sentirsi piccoli".

    Come sei venuto qui?
    "Con tre valigie. La prima con l’equipaggiamento da corridore, la seconda con gli effetti personali, cioè il libro ’2012’, il computer con la musica che mi piace, e il caricabatterie, la terza con il mangiare".

    Perché?
    "Seguo una dieta particolare: niente frumento, niente carne di maiale, niente latte fresco. Non che sia allergico e neanche intollerante. Posso bere mezzo litro di latte e stare benone, ma se non lo bevo sto meglio. E strani dettagli: mozzarella e burro, parmigiano e yogurt vanno bene, anche se sono latticini. E invece di pane e pasta normali: farro, kamut, riso soffiato, segale, miglio, orzo".

    Felline, e adesso?
    "Questi 10 giorni al Tour mi stanno cambiando la vita. Conosco la fatica, il dolore, il sacrificio. Navigo in fondo al gruppo. Tutto strano, fin dal cronoprologo. Al Romandia era la prima volta che lo facevo: undicesimo. Al Giro di Svizzera ci tenevo di più: venticinquesimo. Quel tac-tac-tac prima del via: ti senti come all’esame di maturità. Ci vuole concentrazione, ti scatena emozioni. In pista è peggio. Qui al Tour, a Rotterdam, sul bagnato, non riuscivo a spingere come volevo, temevo di finire a terra".

    E dopo?
    "Sono partito senza obiettivi, ma con un’idea: meglio 10 giorni bene, qualche volta davanti, magari con una fuga, che tre settimane in fondo, a sfinirti a mezz’ora dai primi. Il Tourmalet? Neanche lo immagino. I Campi Elisi? Già visti in tv. Non ho mai corso più di cinque giorni di fila, e di corse oltre i 200 km ne ho fatte forse tre: Fiandre, Amstel e...".

    E con la lingua?
    "Francese: capisco tutto, ma parlo da far ridere. Inglese: capisco poco, e parlo da far piangere. Ma a settembre m’iscrivo a un corso".

    Felline, la verità.
    "Sono felice, fortunato, privilegiato".

    Marco Pastonesi - gazzetta.it
     
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  5. cruijff91
     
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    Madò ha un anno in più di me! :o:
     
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  6. Ivan‚ Peta‚ Gibo‚ Grillo
     
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    mah io lo avrei tenuto ancora un paio di anni tra gli under, anche perchè non mi pare neanche abbia fatto vedere cose eccezonali lì. Anche se forse ha invece stupito finora tra i prò. Ma mi viene in mente gente come Boonen, Valverde, che da giovanissimi erano forti, brillanti e vincenti ed ora forse hanno invece perso qualcosa. Spero Felline cresca meglio.
     
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  7. AlexXx 94
     
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    CITAZIONE (Ivan‚ Peta‚ Gibo‚ Grillo @ 15/7/2010, 13:02)
    mah io lo avrei tenuto ancora un paio di anni tra gli under, anche perchè non mi pare neanche abbia fatto vedere cose eccezonali lì. Anche se forse ha invece stupito finora tra i prò. Ma mi viene in mente gente come Boonen, Valverde, che da giovanissimi erano forti, brillanti e vincenti ed ora forse hanno invece perso qualcosa. Spero Felline cresca meglio.

    Be' se Felline vincesse anche qualche cosa in meno di Boonen (valv nn lo considero) tanto di cappello :ave:
     
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  8. Ricardovsky92
     
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    Io non ho capito la sua presenza al Tour...ha corso i primi 10 giorni, lui non si è mai visto, anzi in quelle tappe avrà rischiato 100 volte di cadere...perché l'hanno portato e non hanno fatto come i Liquigas con Sagan (a mio avviso superiore a Felline tra l'altro...)?
     
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  9. SamuelSanchez
     
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    CITAZIONE (Ricardovsky92 @ 23/7/2010, 12:13)
    Io non ho capito la sua presenza al Tour...ha corso i primi 10 giorni, lui non si è mai visto, anzi in quelle tappe avrà rischiato 100 volte di cadere...perché l'hanno portato e non hanno fatto come i Liquigas con Sagan (a mio avviso superiore a Felline tra l'altro...)?

    penso per due motivi il primo è perchè hanno promesso il tour a chi faceva meglio nell'inizio stagione. il secondo è perchè la footon non è la liquigas e allora deve cercare di tenersi i pochi corridori buoni o potenzialmente tali in squadra, questo anche uno dei motivi per cui lo hanno fatto diventare professionista così presto
     
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    Esperienza. Più di 10 giorni poi sarebbe diventato troppo stressante, era già programmato il suo ritiro, caduta a parte. E poi le cadute fanno parte del mestiere, che tu abbia 18 anni o 39... :asd:
    Tra l'altro il caso Sagan è ben diverso: la Liquigas correva per il Tour e non potevano di certo permettersi di portare uno così a zonzo, e poi al Tour de Suisse s'è preso una bella bambola a causa della troppa fatica accumulata in questo inizio di stagione. Quindi alla fine non mi pare sia stato gestito così bene (altrimenti non sarebbe successo, no?! :asd:)...
     
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  11. Rozzu
     
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    CITAZIONE (Ricardovsky92 @ 23/7/2010, 12:13)
    Io non ho capito la sua presenza al Tour...ha corso i primi 10 giorni, lui non si è mai visto, anzi in quelle tappe avrà rischiato 100 volte di cadere...perché l'hanno portato e non hanno fatto come i Liquigas con Sagan (a mio avviso superiore a Felline tra l'altro...)?

    c'è da dire che la Footon ha portato solo esordienti, al tour, quindi non mi sembra poi così sconclusionata come idea... :sisi:
    gli hanno dato un grande palco, ma in un tour dove le uniche sorprese sono arrivate dai francesi, era difficile far qualcosa...
     
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    Felline: sono alla ricerca della condizione ideale
    Al via dell’Agostoni anche l’emergente Fabio Felline, l corridore della Footon-Servetto di cui tutti dicono un gran bene.
    In che condizioni di forma ti trovi e quali sono le tue aspirazioni per il finale di stagione?
    “A dire il vero ancora non riesco a capire come sto - racconta il piemontese -, diciamo che sono alla ricerca della condizione. La politica che ho adottato da inizio stagione è sempre quella: cerco di migliorare giorno per giorno e tutto quello che viene è ben accetto”.
    Come prima stagione puoi dirti soddisfatto, questo però non significa che hai tirato i remi in barca.
    “Ci mancherebbe. Sono sempre alla ricerca di qualche altro buon risultato, se viene bene, altrimenti non ne faccio una malattia”.
    Sul tuo futuro nel 2011 che ci puoi dire?
    “Io sicuramente rimango alla Footon-Servetto, vedo che ci sono tante novità dalla Geox all’arrivo di un campione come Sastre. Certo, se arrivano corridori forti c’è da guadagnarci tutti”.
    E magari c’è la possibilità anche di fare un grande Giro?
    “Certamente. Io nel mirino lo metto. Lo spero proprio”.

    da Lissone Valerio Zeccato - tuttobiciweb.it
     
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11 replies since 31/3/2010, 03:49   1643 views
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