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CASO RICCO'. Parla l'avvocato Fiorenzo Alessi
A Radio Sportiva è intervenuto l´avvocato Fiorenzo Alessi, legale di
Riccò, dopo la richiesta della Procura Antidoping che per la nota
vicenza dell´emotrasfusione ha chiesto per il ciclisma la condanna a 12
anni.
ACCUSA SBAGLIATA - «Il suo ricovero fu determinato da un´infezione,
ricondotta alla presunta auto emotrasfusione solo sulla base di
dichiarazione di infermieri e medici del 118 di Pavullo e di Modena che
riportarono presunte parole dei familiari di Riccò. Nessun analisi ha
mai provato la trasfusione, e il mio assistito l´ha sempre negata. Noi
non svalutiamo quello che dicono i medici, ma in un procedimento
giudiziario le testimonianze da sole forse non sono in grado di
sostenere l´accusa. Non c´è flagranza di reato, solo testimonianze. La
sua ammissione? Era una infusione di un medicinale lecito prescrittogli
dai medici sportivi della sua squdra per grave carenza di ferro. La sua
enfusione era consentita. Le sacche di sangue? Non sono mai esistite,
mai: solo notizie diffuse ad arte per screditare un atleta particolare,
che faceva clamore e quindi notizia».
PREGIUDIZI - «Se si sono creati verso Riccò si sono creati verso altri
ciclisti che hanno avuto gli stessi problemi e che sono tornati
tranquillamente all´attività. Non voglio alimentare le chiacchiere sui
ciclisti, è una categoria che non ha tutele al proprio interno per
rispondere agli attacchi dall´esterno. Altri sport sono molto più
tutelati e i casi di doping che escono furoi sono molto minori».
DI ROCCO - «Ha detto che la condanna è giusta per i danni che Riccò ha
fatto al ciclismo? Potrei rispondere che danni al ciclismo li ha fatti e
li sta facendo anche Di Rocco, ma la mia è solo una battua. Le
valutazione del presidente mi interessano poco, non voglio commentarle».
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