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Doping, Riccò ammette: ho fatto autoemotrasfusione
Riccardo Ricco' ha ammesso nei giorni scorsi alla Procura antidoping del Coni di aver effettuato un'autoemotrasfusione a inizio febbraio prima di essere ricoverato per un malore, sostenendo di averlo fatto solo su prescrizione medica. Il ciclista aveva inizialmente negato di aver compiuto quella pratica che gli e' costata la sospensione dalle gare. I contenuti delle dichiarazioni del corridore sono stati trasmessi alla procura di Modena, che indaga a sua volta sulla condotta di Ricco'. (ansa). -
f23zelk.
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e che ci voleva.... :facepalm: . -
Abbasso La Squola.
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Se prima lo rispettavo era perché allo 0.0000000001% era pulito, ma ora va mandato inesorabilmente a cagare... . -
ManuelDevolder #48.
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Quindi ? Verrà punito con la radiazione spero....No, perchè se gli comminiano una pena minore della radiazione, solo perchè ha confessato, mi incazzo e non poco . -
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ANSA. Riccò ammette l'emotrasfusione, l'avvocato smentisce
Alle 14.19 l’Ansa, la più grande agenzia di stampa nazionale, batte la notizia: «Riccardo Ricco' ha ammesso nei giorni scorsi alla Procura antidoping del Coni di aver effettuato un'autoemotrasfusione a inizio febbraio prima di essere ricoverato per un malore, sostenendo di averlo fatto solo su prescrizione medica. Il ciclista aveva inizialmente negato di aver compiuto quella pratica che gli e' costata la sospensione dalle gare. I contenuti delle dichiarazioni del corridore sono stati trasmessi alla procura di Modena, che indaga a sua volta sulla condotta di Ricco'».
Entro due giorni, si legge ancora, Riccò sarà ascoltato dal sostituto procuratore Pasquale Mazzei, che sta chiudendo l'inchiesta.
Ovvio lo scalpore che la notizia, subito rilanciata da tutti i siti che parlano di sport e non, ha suscitato.
Immediata è arrivata la smentita dell'avvocato difensore del corridore, Fiorenzo Alessi, che ha definito la notizia «priva di fondamento».
Aggiornamento
Alle ore 15.56 l'Ansa ha corretto il suo precedente take e ha scritto: «L'autotrasfusione ammessa dal corridore Riccardo Ricco' sarebbe stata di una soluzione ferrosa prescritta da un medico e non di sangue. Lo hanno precisato fonti investigative.
Il ciclista - secondo quanto ha riferito alla Procura antidoping del Coni - avrebbe effettuato l'operazione da solo nelle propria abitazione per poi accusare il malore che lo ha fatto ricoverare d'urgenza prima all'Ospedale di Pavullo, poi in quello di Baggiovara di Modena».
tuttobiciweb.it. -
Beppu².
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Che vuol dire che l'ha fatto solo su prescrizione medica? E chi è che gliel'ha prescritta? Faccia i nomi please.... . -
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Vabbè, in teoria un'iniezione di ferro non sarebbe doping, sarebbe solo un modo più veloce per assumere determinate sostanze (in questo caso il ferro). Al limite sarebbe andato contro la campagna "No aghi" lanciata dall'uci tempo fa, ma non so se già in atto. In conclusione non ci sarebbero da far nomi visto che non si tratterebbe di pratica proibita. (ovviamente non ci vuol nulla a far apparire una prescrizione ad hoc fatta dal suo medico di fiducia)
E' evidente - secondo me - come si cerchi d'aggrapparsi sugli specchi per cercare di salvarsi il culo: una fine tutto tranne che onorevole (perchè per me il mondo dei prof non lo rivede più).. -
Beppu².
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DOPING. Procura Coni, chiesti dodici anni di stop per Riccò
Il ciclista Riccardo Ricco' e' stato deferito dalla Procura antidoping del Coni al Tribunale nazionale antidoping (Tna) per la vicenda, risalente allo scorso febbraio, del ricovero in ospedale a Modena in seguito ad un malore, che sarebbe dovuto a una pratica di autoemotrasfusione. Per il ciclista emiliano, che e' recidivo, la Procura ha chiesto dodici anni di squalifica.
Tuttobiciweb.it. -
Abbasso La Squola.
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12 anni = Stop a vita dal ciclismo professionistico. Mi sembra giusto... . -
Beppu².
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Ma guarda, per me può anche trovare qualche squadra sfigata, tipo la Meridiana-Kamen, che se lo prende pure a 40 anni . -
Abbasso La Squola.
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Sì ma a quel punto sarà un 40enne senza esperienza, vecchissimo e a fare corse quasi da dilettanti . -
Andie88.
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non dovrebbe correre nemmeno in quelle categoria a 40 anni. doveva andare a lavorare da qualche altra parte, ormai lo sport non fa più per lui, magari a zappare un pò di terra . -
Beppu².
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Tanto si doperebbe pure per zappare la terra . -
Beppu².
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CASO RICCO'. Parla l'avvocato Fiorenzo Alessi
A Radio Sportiva è intervenuto l´avvocato Fiorenzo Alessi, legale di
Riccò, dopo la richiesta della Procura Antidoping che per la nota
vicenza dell´emotrasfusione ha chiesto per il ciclisma la condanna a 12
anni.
ACCUSA SBAGLIATA - «Il suo ricovero fu determinato da un´infezione,
ricondotta alla presunta auto emotrasfusione solo sulla base di
dichiarazione di infermieri e medici del 118 di Pavullo e di Modena che
riportarono presunte parole dei familiari di Riccò. Nessun analisi ha
mai provato la trasfusione, e il mio assistito l´ha sempre negata. Noi
non svalutiamo quello che dicono i medici, ma in un procedimento
giudiziario le testimonianze da sole forse non sono in grado di
sostenere l´accusa. Non c´è flagranza di reato, solo testimonianze. La
sua ammissione? Era una infusione di un medicinale lecito prescrittogli
dai medici sportivi della sua squdra per grave carenza di ferro. La sua
enfusione era consentita. Le sacche di sangue? Non sono mai esistite,
mai: solo notizie diffuse ad arte per screditare un atleta particolare,
che faceva clamore e quindi notizia».
PREGIUDIZI - «Se si sono creati verso Riccò si sono creati verso altri
ciclisti che hanno avuto gli stessi problemi e che sono tornati
tranquillamente all´attività. Non voglio alimentare le chiacchiere sui
ciclisti, è una categoria che non ha tutele al proprio interno per
rispondere agli attacchi dall´esterno. Altri sport sono molto più
tutelati e i casi di doping che escono furoi sono molto minori».
DI ROCCO - «Ha detto che la condanna è giusta per i danni che Riccò ha
fatto al ciclismo? Potrei rispondere che danni al ciclismo li ha fatti e
li sta facendo anche Di Rocco, ma la mia è solo una battua. Le
valutazione del presidente mi interessano poco, non voglio commentarle».
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Beppu².
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RICCO'. Il 22 novembre la sentenza d'appello a Tolosa
La corte d'appello di Tolosa ha esaminato ieri il ricorso di Riccardo Riccò, risultato positivo al Cera in un controllo antidoping al Tour 2008 e condannato in prima istanza a due mesi di prigione e 3000 euro di multa per importazione e consuo di sostanze velenose. Nel ricorso il legale di Riccò scrive che il corridore è già stato giudicato a Modena il 9 febbraio 2010 e quindi non può essere giudicato una seconda volta per lo stesso reato.
Argomento confutato dal legale della Federciclismo Francese, costituitasi come parte civile, che sostiene come l'Epos sia stata importata in Francia, mentre a Modena Riccò è stato giudicato solo per l'assunzione della sostanza. Il verdetto è atteso per il 22 novembre prossimo.
Tuttobiciweb.it.