Ore 22.04, parte la Vuelta

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    Ore 22.04, parte la Vuelta
    Aggrappati a Nibali. La 75ª Vuelta scatta questa sera con una spettacolare cronosquadre di 13 km a Siviglia e l’Italia spera nel siciliano della Liquigas-Doimo per riconquistare una vittoria che manca dal 1990, quando trionfò Marco Giovannetti. Il percorso Ventuno tappe, solo due volte sopra i 200 km (180,3 la media senza le crono), 5 arrivi in salita, 40 gpm, una cronosquadre (quella di questa sera) e una crono individuale di 46 km. La tappa regina è la 16ª, nelle Asturie, con il durissimo Puerto de San Lorenzo, l’Alto de la Cobertoria e l’arrivo in cima all’Alto de Cotobello. La tappa più suggestiva, però, è la penultima, con il traguardo sulla Bola del Mundo, nella Sierra di Madrid. I favoriti Assente Contador, al via ci sono il 2˚ e il 3˚ del Tour de France: Andy Schleck e Denis Menchov. La loro presenza dà lustro alla corsa, che il russo ha già vinto due volte. C’è anche Carlos Sastre, che oltre al Tour ha corso anche il Giro ed è l’unico dei pretendenti al successo a fare la tripletta. Difficile però che il vincitore esca da questo trio. Frank Schleck, che dal Tour è andato a casa dopo la 3ª tappa per una caduta, qui in Spagna punta al bersaglio grosso. Però il magrissimo corridore della Saxo non è mai stato eccelso nelle tre settimane. E allora chi vince questa Vuelta? Vincenzo Nibali è molto ambizioso e qui per la prima volta si mette i gradi di capitano. Deve tenere la testa sgombra da pensieri azzurri. Se ci riesce, e se ha la gamba del Giro, la maglia rossa (che da quest’anno prende il posto della oro) può essere sua. Gli altri, i vari Rodriguez, Mosquera, Anton e Danielson, sono un gradino, anzi un gradone, sotto. L’incognita è David Arroyo, secondo al Giro, ma l’impressione, sfogliando anche il suo palmares, è che quello in rosa sia stato un exploit isolato. Sognando Melbourne Cancellara, Cavendish, Hushovd, Gilbert, Goss, Farrar, Davis e Freire sono qui, ma con la testa sono già in Australia dove il 3 ottobre si corre il Mondiale. Lo stesso discorso vale per Pozzato, mentre Bennati e Gasparotto cercheranno di far capire al c.t. Bettini che il viaggio lo meritano pure loro. Del resto la corsa spagnola è il miglior trampolino di lancio verso il Mondiale. Che tra l’arrivo di Madrid e la gara di Melbourne ci siano due settimane— invece di una, come di consueto — non cambia nulla, visto che chi preparava la sfida mondiale abbandonava la Vuelta con 3-4 giorni di anticipo. Stavolta arriveranno tutti fino a Madrid. Il caso Petacchi Alessandro Petacchi è sulle spine. Dopo la conquista della maglia verde al Tour poteva essere in paradiso. Invece, con l’inchiesta di Padova, si trova al purgatorio e vede i fantasmi dell’inferno. Oggi parte, ma sulla sua testa pende la decisione della Procura del Coni. Con la richiesta di deferimento scatterebbe lo stop cautelare. Parte, ma con che spirito? Agli amici ha confidato di essere sfiduciato.

    da «La Gazzetta dello Sport» del 28 agosto 2010
    a firma Claudio Ghisalberti
     
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