Blob, le frasi storiche del Giro d'Italia

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Vince™
     
    .

    User deleted


    Blob, le frasi storiche del Giro d'Italia
    Blob, ovvero una settimana di frasi storiche sulle strade del Giro.

    1) Come? Dove? Quando? «Meglio più davanti che più in anticipo»: Cadel Evans si prende il suo spazio e la sua prima maglia rosa di questo Giro, a Utrecht in Olanda.
    2) Sei stato nominato. Sacha perché? «Non so, non sono mai stato curioso. Dovrei chiederlo a mia mamma»: il ventiduenne Sacha Modolo si propone di ritornare alle (sue) origini. Alla buon’ora.
    3) E poi ci troveremo come le star. «Frequentiamo lo stesso bar»: Gennaro Gattuso tifa per il suo compagno di colazioni, Ivan Basso.
    4) Una testa? I massaggiatori «si fanno una testa quadra per lavorare per tutti noi»: Charles Wegelius - «le caviglie più belle del gruppo» secondo Alessandra De Stefano - ringrazia di cuore chi gli mette le mani addosso.
    5) Coppi era coppi. A Vincenzo il capoclassifica, a Novi Ligure: «sei sicuro di esser Nìbali? Bàrtali non era mica sicuro di non essere Bartàli». Gian Paolo Ormezzano mette l’accento sull’annoso problema della pronuncia corretta del cognome dei corridori («e c’è anche un Àgnoli o Agnòli»).
    6) Auguri vecio. «Xe proprio un bravo toso il veneto Matteo, anzi, xe un Tosatto»: Claudio Pasqualin eleva in ordine sparso un’ode e ancora i calici, in onore del corregionale della Quick Step, nel giorno del suo trentaseiesimo compleanno.
    7) Gli spari sopra. «Oggi fuga con un altro poverino. Poi, dieci chilometri traguardo, bang!»: Matthew Lloyd racconta, in estrema sintesi, di come è andato a segno a Marina di Carrara (di come ha impallinato il compagno d’avventura Rubens Bertogliati).
    8) Ipse dixit. «Diceva Oscar Wilde: “Vince solo chi è convinto di poterlo fare”»: Alessandra De Stefano cita Virgilio per interposta persona; mentre a vincere e convincere, a Montalcino, è direttamente il campione del mondo Cadel Evans.
    9) Vanto dell’est. «Tifo per Alexandre Vinokourov perché io sono dell’Uzbekistan e lui è del Kazakistan»: la miss Dilia Madaminova mantiene rapporti di buon vicinato con la maglia rosa dell’Astana.
    10) Eroico sarà lei. «Non è che sia successo qualcosa di stravolgente, sulla strada bianca»: col senno di poi, Michele Scarponi riguarda a Montalcino dal Terminillo. Con distacco.

    Francesco Vergani
     
    .
  2. matteo007
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    5) Coppi era coppi. A Vincenzo il capoclassifica, a Novi Ligure: «sei sicuro di esser Nìbali? Bàrtali non era mica sicuro di non essere Bartàli». Gian Paolo Ormezzano mette l’accento sull’annoso problema della pronuncia corretta del cognome dei corridori («e c’è anche un Àgnoli o Agnòli»).

    :ahah: :ahah: ...me lo ricordo sto spezzone...e io che pensavo che senza Bartoletti non ci fossero più domade di questo genere,mi devo ricredere :asd: ...
     
    .
  3. Vince™
     
    .

    User deleted


    e poi la faccia di nibali che sembrava dire: ma che cazzo dice sto qua :asd:
     
    .
  4. matteo007
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Vince™ @ 17/5/2010, 14:33)
    e poi la faccia di nibali che sembrava dire: ma che cazzo dice sto qua :asd:

    :ahah:
     
    .
  5.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Blob, le parole del Giro d'Italia
    È andata in archivio anche la seconda, chiacchieratissima settimana di Giro. Un’altra settimana di giri di parole, registrati dalla tv e dal web.

    1) Pelo sullo stomaco (vuoto). «Quella volta verso Marsiglia, mandai giù una banana buccia compresa»: con il gruppo lanciato verso Cava de’ Tirreni, Marco Saligari ricorda come tentò di farsi passare una crisi di fame, un giorno nel corso di una Parigi-Nizza. Mentre al Giro s’impone Matthew Goss (“Goss”, per i non lombardi: ingordo).
    2) Emergenza. «Lui è un corridore che in tempi sospetti non emergeva, anche se era sempre lì. E bisognerebbe capire perché non emergeva, anche adesso che lo ritroviamo ai vertici»: Maurizio Fondriest riflette su com’è cambiato il mondo e su come non è cambiato Cadel Evans.
    3) Colpi di. A Bitonto Alessandra De Stefano accenna prima «al calore del pubblico del sud», poi al calore del pubblico («mai sentito prima al Giro d’Italia») e al «calore del sud che si fa sentire». Ancora, domanda a un ospite in collegamento audio-video («l’abbiamo vista guardare con particolare attenzione il calore del pubblico, il calore del sud»): «che effetto fa sentire il calore di tutto questo pubblico?» Infine si congeda dal pubblico nell’occasione da «questo sud caldo», caldissimo, da sfinimento.
    4) O capitano! mio capitano! «Io non faccio il gregario né a Cadel Evans, né ad Alexandre Vinokourov»: a L’Aquila al termine della tappa dei bidoni, il team manager della Liquigas-Doimo Roberto Amadio chiarisce qual è esattamente il suo ruolo in corsa. Per la precisione.
    5) Freddo, pioggia e lampo. «Abbassare la zip della mantellina è diventata una cosa impossibile»: a L’Aquila al termine della tappa dei geloni, Dario Cataldo lamenta una generale mancanza di sensibilità (nelle dita delle sue mani).
    6) Lost. «Questo è il Giro d’Italia, non il Tour del Kazakistan. E i perduti di ieri sono Ivan Basso e Vincenzo Nibali»: ripartendo da Città Sant’Angelo, l’ex maglia rosa Alexandre Vinokourov ne fa una ragion di stato.
    7) Fantagiro. «Oggi si sono aperti dei varchi»: Mario Cipollini scambia lo studio del “Processo alla tappa” per quello di “Voyager”, interpretando la nuova classifica generale delineatasi ad Asolo. E Beppe Conti segue nella scia, misteriosa, complimentandosi con Vincenzo Nibali primo sul traguardo: «sei entrato in un’altra dimensione».
    8) Milito nell’androni-diquigiovanni. «Sullo Zoncolan tutti vorranno far bene e anch’io darò il massimo. E forza Inter»: Michele Scarponi riparte da Mestre con la testa rivolta verso Madrid.
    9) Una volta che. «Una volta che l’hai scalato, sei molto contento»: Damiano Cunego manda una cartolina dalla cima del Monte Zoncolan, da quarto arrivato di tappa. Felice.
    10) Per molti ma non per tutti. «Domani si riposa. Quindi tutti a letto, tutti a casa»: Alessandro Fabretti si congeda dai telespettatori di “TGiro” di domenica sera, perdendo la cognizione del tempo (di quello lavorativo nel resto del mondo, al di fuori della carovana del Giro).

    di Francesco Vergani - tuttobiciweb.it
     
    .
  6. matteo007
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    «Domani si riposa. Quindi tutti a letto, tutti a casa»: Alessandro Fabretti si congeda dai telespettatori di “TGiro” di domenica sera, perdendo la cognizione del tempo (di quello lavorativo nel resto del mondo, al di fuori della carovana del Giro).

    :ahah: se la poteva risparmiare questa
     
    .
  7.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Io gliel'ho detto in diretta..! :asd:
    Ttra l'altro oggi mi toccava alzarmi alle 6:30, altro che letto... -.-'
     
    .
  8.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Blob, le ultime parole famose del Giro d'Italia
    Dalla terza e ultima settimana di Giro d’Italia, qui la registrazione delle ultime parole famose, captate dalla tv e dal web. In collegamento con la corsa.
    1) Rosa. Ridotta - «Ci manca la panchina»: nel giorno di riposo, il direttore sportivo della Bmc Fabio Baldato conta le poche forze in campo ancora a sua disposizione (e a disposizione del capitano della squadra, Cadel Evans).
    2) Mille (metri) e non più mille - «Non mi ricordavo che l’ultimo chilometro fosse così lungo»: Michele Scarponi - miglior tempo al Passo Furcia, quinto all’arrivo - riconosce di non essere riuscito a prendere le misure, allo sterrato di Plan de Corones.
    3) Pericolo pubblico - «Non tutti sono simpatici. E devo anche stare attento a che nessuno si aggrappi al mio manubrio»: ancora a Plan de Corones, Cadel Evans distingue tra tifosi e tifosi più o meno urbani, in alta montagna.
    4) Spalla contro spalla - «Sicuri che non rivedremo uno sketch alla Gilberto Simoni contro Damiano Cunego nel 2004, nel 2010 versione Vincenzo Nibali contro Ivan Basso?»: Beppe Conti quasi si augura di poter assistere a una nuova commedia degli equivoci, tra compagni di squadra primattori.
    5) Un uomo solo al telecomando - «La televisione è di tutti, non di Gigi Sgarbozza»: ospite del “Processo alla tappa”, Vittorio Adorni segnala il rischio di una possibile, singolarissima occupazione delle reti del servizio pubblico.
    6) Provare per credere - «L’ho provata e posso dire che se oggi stesso corressi con questa bicicletta, a quasi cinquant’anni potrei anche vincere una tappa»: Davide Cassani testimonia a “TGiro” della diffusione di specialissime con pedalata assistita. Vedi Tuttobiciweb.it.
    7) Parlare crudo - «Sono cotto, porca miseria»: Michele Scarponi rende l’idea della fatica provata al termine della Brescia-Aprica. Lui che la tappa l’ha vinta.
    8) Basso parola - «Sono arrivati tanti corridori a farmi i complimenti, per quello che ha fatto lui»: al Passo del Tonale Ivan Basso fa da intermediario gregario tra il resto del gruppo e il compagno Alessandro Vanotti, stakanovista di giornata.
    9) La vita fa tic-tac - «Non c’è da far correre il tempo. Meglio rallentarlo un po’»: a fine carriera, Gilberto Simoni delinea con filosofia i suoi programmi per il futuro.
    10) La festa e la testa - «E tra qualche giorno, pensiamo al Tour de France»: in maglia rosa a Verona, Ivan Basso dà ragione al preparatore Aldo Sassi. Per il quale «il suo punto di forza è nella testa, senza dubbio».

    di Francesco Vergani - tuttobiciweb.it
     
    .
7 replies since 17/5/2010, 13:21   1387 views
  Share  
.