Inchiesta "Via col doping" - Inibizione a vita per il dottor Lazzaro

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  1. acheokr
     
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    Inchiesta "via col doping": coinvolti Rebellin, Sella e Massi
    Si è svolta in tarda mattinata a Padova la conferenza stampa relativa all'inchiesta "Via col doping", culminata nella notte con l'arresto dell'ex professionista ed ex ct serbo Aleksandar Nikacevic. Tra i professionisti coinvolti ci sono Davide Rebellin, Emanuele Sella, Matteo Priamo, Andrea Moletta, Julio Munoz, Amerigo Novembrini, Sasa Gajicic e Francesco Rivera, mentre i tre direttori sportivi denunciati sono Simone Mori (ex Amica Chips), Donato Giuliani (Nazionale Elettronica Hadimec) e Rodolfo Massi (Team Massi).

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    Certo che Massi non ne vuole sapere di rigar dritto.
    Sono curioso di sentire le nuove dichiarazioni di Sella in merito alla questione,solo qualche girono fà se ne era uscito "non vedo l'ora di ricominciare bla bla bla..."
    In telecronaca oggi al Tour,il duo Rai ha messo in mezzo pure Riccò,che da una prima ricerca effetuata da me medesimo su diversi organi d'informazione non risulta essere iscritto in nessuna inchiesta.Sarà l'ennesimo tentativo di fare lo scoop senza avere neanche il minimo riscontro?
    Come avevo scritto qualche giorno fà in un'altra discussione sul doping,fin quando verrà data la possiblità a certi elementi di essere messi sotto contratto,gli unici a guadagnarci saranno i giornalai e quelli che odiano questo sport.

    Edited by SarriTheBest - 16/7/2009, 22:06
     
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  2. matteo007
     
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    ...e infatti dopo riccò ha smentito proprio mandando un messaggio al bulba...
     
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    Doping: arrestato ex ct serbo, denunciati 12 prof.
    In una operazione contro il doping che ha preso il via da Padova, e' stato arrestato l'ex commissario tecnico della nazionale serba di ciclismo, Aleksandar Nikacevic. E' l'attuale direttore sportivo del Partizan Belgrado ciclismo. Con l'ex ct, la guardia di finanza ha denunciato 30 persone, tra cui 12 ciclisti professionisti, rappresentanti di societa' farmaceutiche, cinque medici, tre direttori sportivi di team ciclistici ed una minorenne per ricettazione, commercio, cessione, utilizzo e contrabbando di prodotti dopanti.

    Nikacevic, classe 1978, ex professionista con il Team Alessio, è stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Via col doping” condotta dalla Guardia di Finanza di Padova che ha eseguito una serie di perquisizioni in dieci regioni sequestrando migliaia di dosi di prodotti dopanti.
    Nikačević è accusato di aver fornito farmaci dopanti a ciclisti professionisti e dilettanti in Italia. Secondo le Fiamme Gialle, avrebbe avuto un ruolo capitale nell'inchiesta che ha registrato il caso più recente di cessione di sostanze dopanti ad un corridore che si è fatto trovare con l'insulina nascosta sotto il letto della sua camera d'albergo, alla vigilia del campionato italiano svoltosi ad Imola lo scorso 28 giugno.
    Ci sono poi intercettazioni audio-video effettuate in uno studio medico che hanno permesso di evidenziare pratiche dopanti su minorenni, con il consenso dei genitori. Uno dei casi più sconcertanti riguarda una sedicenne, accompagnata dal padre nello studio medico dove le venivano somministrate flebo di sostanze dopanti.
    Nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Padova, sono emersi anche i nomi di direttori sportivi, corridori professionisti e medici, tutti indagati per contrabbando e ricettazione di farmaci dopanti, tra i quali Cera, eritropoietina, somatotropina, Igf, insulina, testosterone, steroidi e anabolizzanti di vario tipo, gonadotropina, corticosteroidi edaltri prodotti.
    Fondamentale per l’esito delle i ndagini sarebbe stato il sequestro di 11 fiale di eritropoietina omeopatica, effettuato a casa di uno degli indagati. Le successive perquisizioni nella sede della casa farmaceutica produttrice della sostanza, hanno permesso di sequestrare 83 flaconi contenenti la diluizione madre e il principio attivo originario di eritropoietina e somatotropina, che avrebbero consentito la produzione illecita e la commercializzazione di 10.000 fiale di analoghi farmaci dopanti.

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    «Via col doping». Tutto grazie alla collaborazione di Sella
    Ci sarebbero anche i nomi di Davide Rebellin e Marco Ghiselli tra quelli dei 30 indagati nell'ambito dell'inchiesta antidoping nel ciclismo portata a termine dalla Guardia di Finanza di Padova. Secondo quanto filtra da ambienti vicini all'inchiesta, altri nomi coinvolti sono quelli di Donato Giuliani, direttore sportivo della Hadimec, squadra che ha cinque corridori tra gli indagati: Marco Ghiselli, appunto, Julian David Giraldo Munoz, Daniele Ricci, Americo Novembrini e Armando Camelo. Ai nomi del ciclismo che conta gli investigatori, coordinati dal pubblico ministero Benedetto Roberti, sono arrivati attraverso la collaborazione piena di Emanuele Sella, il quale ha ricostruito i passaggi del doping dal ct serbo, poi riscontrati dagli uomini delle fiamme gialle.
    Le indicazioni investigative hanno portato ad individuare anche in Simone Mori, general manager della squadra Aeronautica militare - Amica chips - Knauf il fornitore del famigerato 'cera', l'eritropoietina di ultima generazione ai corridori della squadra, Francesco Rivera e Matteo Priamo. A differenza della posizione giudiziaria di Sella, che ha patteggiato una pena ridotta proprio per le ammissioni sulla propria posizione e la fattiva collaborazione con gli investigatori, le responsabilita' di molti degli indagati sono ancora da valutare compiutamente.

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    Via al doping, l'Amica Chips precisa che...
    Riceviamo dal team Amica Chips e pubblichiamo:
    In merito alla notizia in serata sul vostro sito, sull'operazione “Via al doping”, vorremmo precisare alcune cose riguardanti il team Amica Chips.
    Ribadiamo che il signor Simone Mori è stato esonerato nel mese di marzo da tutte le funzioni che ricopriva in seno al team Aeronautica militare Amica chips Knauf, identificarlo o attribuirgli il ruolo di general manager attuale non corrisponde al vero.
    Avevamo già pubblicato un comunicato sul vostro sito (29 maggio 2009) in cui avevamo espresso il nostro disappunto sull’operato manageriale e sulla gestione finanziaria messi in atto dal signor Mori, comportamenti che hanno determinato come conseguenza, la sospensione da parte dell’UCI della squadra. Apprendiamo adesso con stupore, rammarico ed estrema delusione del suo coinvolgimento anche in questa inchiesta sul doping, risalenti a quando egli era team manager del gruppo continental Endeka.
    In data 7 giugno 2009, poi, abbiamo prontamente replicato al comunicato in cui Mori spiegava “Le sue presunte ragioni” ribadendo che “La condotta e le azioni compiute da Mori nella gestione finanziaria della squadra, sono deprecabili sotto l’aspetto professionale ma ancor più sotto il profilo etico, perché è proprio grazie a tali comportamenti che nessuno crede possano esserci corridori e manager disposti ad anteporre l’interesse ed il bene della squadra al proprio personale".
    Non avremmo mai potuto immaginare che potesse essere coinvolto anche in questa vicenda.
    In quanto al corridore Francesco Rivera, l’episodio che lo riguarda risale al 27 giugno, vigilia del Campionato italiano professionisti. In tale occasione al corridore, che non ha voluto fornire spiegazioni sull'accaduto al team manager dell'Amica Chips, Matteo Signorino, è stato vietato di prendere parte alla competizione ed è stato licenziato.

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  6. acheokr
     
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    ah vabbè ora che so per certo che l'inchiesta è partita per merito di Sella,e tutta un'altra cosa...sei un grande Sella,complimenti,scommetto che hai pianto come hai fatto sul traguardo a Pampeago e sul Fedaia,che gioie che hai regalato a tutti noi appassionati;ti hanno concesso lo sconticino,come nella migliore bottega e tu hai fatto il bravo.A questo punto ti dobbiamo essere ancor più riconoscenti,continui ad emozionarci!
    Dai che l'anno prossimo ti vengo a vedere al Giro,tanto la squadra c'è l'hai,l'appeal mediatico,che è il vero motivo per cui invitano gente(secondo le logiche Zomegnanane) pure,non vedo l'ora di scopire il percorso del Giro 2010...
    Giuro che ti prendo a calci se ti vedo, cretino!
     
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    Concordo con te!
     
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    Sella e il suo avvocato precisano
    «Solo per dire che la mia posizione è chiusa e chiarita da tempo, e contrariamente a quanto si possa pensare, io non ho fatto altri nomi se non quello che tutti conosco. Il resto è stato fatto dalle autortità preposte a condurre le indagini», così Emanuele Sella, sentito da tuttobiciweb.it.
    In tal senso, a supporto delle dichiarazioni rilasciate al nostro sito dal corridore vicentino, ecco il comunicato emesso dal legale di Sella.
    «Relativamente alle notizie di stampa di ieri e di oggi, che occupandosi della indagine della Procura di Padova per fatti di doping, ipotizzano un nuovo coinvolgimento di Sella, in qualità di suo difensore, preciso quanto segue. Emanuele Sella stava in quella inchiesta per il controllo positivo del luglio 2008. Ha da tempo definito la sua posizione con un patteggiamento a pena pecuniaria, avendo i magistrati riconosciuto la assoluta occasionalità dell'accaduto e il leale collaborativo comportamento dell'atleta che ha chiarito tutti i contorni della vicenda che lo riguardava».

    Avv. Eriberto Rosso

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    Inchiesta di Padova: la Fci si costituisce parte civile
    La Federazione Ciclistica Italiana, nel ribadire il proprio impegno nella lotta contro il fenomeno del doping, ha deciso, in relazione ai recenti episodi evidenziati dall’inchiesta promossa dal Procuratore della Repubblica di Padova, dott. Benedetto Roberti, di costituirsi parte civile nel conseguente procedimento penale.
    Detti eventi potrebbero avere, ancora una volta, un rilevante effetto mediatico assolutamente negativo per l’immagine del ciclismo e verrebbero ad offuscare i concreti risultati positivi del lavoro federale nella attività di controllo e di prevenzione, che hanno portato ad un rilevante abbattimento dei casi di positività nelle categorie giovanili e, in generale, nel settore non professionistico.
    Nel contempo la Federazione disporrà l’apertura di procedimenti disciplinari per l’accertamento di eventuali responsabilità concorsuali da parte dei dirigenti e tecnici delle squadre di appartenenza degli atleti coinvolti in fatti di doping.

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    Operazione Via col Doping: Simone Mori comunica di non essere coinvolto
    Giovedì 6 agosto 2009 - Come sempre nella più totale disponibilità ospitiamo le repliche di quanti vogliano puntualizzare le proprie posizioni, specialmente in vicende legate al doping.
    L’operazione denominata “Via col doping” condotta dalla Guardia di Finanza di Padova guidata dal colonnello Ivano Maccani aveva portato il pm Benedetto Roberti all’arresto dell’ex professionista ed ex ct della nazionale serba Aleksandar Nikačević e alla denuncia di 30 persone - fra cui dieci ciclisti professionisti, cinque medici, tre direttori sportivi, il responsabile di una casa farmaceutica e una minorenne - a vario titolo coinvolte.
    Tra i diesse, in conferenza stampa, venne diffuso anche il nome del team manger Simone Mori che appariva anche in una intercettazione telefonica risalente al 31 gennaio scorso e i cui contenuti sono stati pubblicati dai quotidiani.
    Ora lo stesso Mori ci fa sapere, tramite il suo legale di essere praticamente estraneo ai fatti. Ne prendiamo atto e di seguito proponiamo la nota integrale dell’avvocato che difende Simone Mori.

    Il sottoscritto Avv. Giovanni Guastalli, difensore di fiducia del signor Simone Mori, ex general manager del team ciclistico professionistico Aeronautica Militare -Amica Chips - knauf, in relazione alle notizie di stampa pubblicate in data 16-17 luglio 2009 relative ad un presunto coinvolgimento del mio assistito nei fatti di cui all'operazione antidoping condotta dalla Guardia di Finanza di Padova, coordinata dal Pubblico Ministero, dott. Benedetto Roberti, nell'affermare l'assoluta estraneità dello stesso chiede che venga precisato come, allo stato attuale, il signor Mori Simone non sia mai stato interrogato o sentito dagli organi inquirenti, non abbia mai ricevuto alcun provvedimento, neppure di natura cautelare, e, soprattutto, non risulta che presso la Procura di Padova vi siano iscrizioni suscettibili di comunicazione a suo carico nel registro informatizzato notizie di reato.
    Viene, infine, con la presente a significare che la pubblicazione delle su indicate notizie, in violazione anche del disposto di cui all'art. 329 c.p.p., ha, comprensibilmente, procurato al signor Simone Mori forti disagi e danni sia a livello personale che sulla propria attività, per il che sta valutando l'assunzione di ogni idonea azione, nelle competenti sedi, a tutela dei suoi diritti, sia in sede penale che civile.

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  11. illip
     
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    Io voglio solo ringraziare emanuele sella. :sisi:
     
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    Operazione Via col doping: l’iridato Ballan sentito dal pm
    Sabato 22 agsoto 2009 - Nei giorni scorsi il campione del mondo Alessandro Ballan, fresco vincitore del Giro di Polonia, è stato sentito dagli investigatori padovani come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta “Via col doping” che ha fatto finire nel registro degli indagati trenta persone, tra cui 10 ciclisti professionisti, 5 medici sportivi e il responsabile di una casa farmaceutica. L’inchiesta è ancora aperta e si stanno sviluppando nuovi filoni, tutti coordinati dal pubblico ministero Benedetto Roberti. Un troncone è appena stato chiuso nei confronti del professionista di Poggiana di Riese, Matteo Priamo: il magistrato si prepara a chiedere il rinvio a giudizio del trevigiano, mentre a processo ha già spedito il legale rappresentante del team Futura Junior di Tombolo, Luigi Eduati di Castelfranco Venento; il legale rappresentante del team Futura Luigino Miotti di San Martino di Lupari; e l’ex commissario tecnico della nazionale serba di ciclismo under 23 Aleksandar Nikacevic, attuale direttore sportivo di Futura, agli arresti domiciliari a San Bonifacio nel Veronese. La prima udienza è fissata per il 2 ottobre davanti al tribunale di Cittadella. E novità stanno emergendo proprio dal fascicolo che vede Priamo protagonista.
    Eppure il tribunale antidoping del Coni lo aveva assolto «perché la prova a carico dell’imputato non ha raggiunto il grado di probabilità elevata». Il motivo è semplice: il pm Roberti non aveva potuto trasmettere a Roma gli atti dell’indagine al completo per non rischiare di comprometterla. Oggi tutte le carte sono scoperte. Secondo l’accusa il 30 giugno 2008 Matteo Priamo ha venduto una fiala di Mircera all’allora compagno di squadra, il vicentino Emanuele Sella.

    Cristina Genesin - ciclonews.it
     
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  13. Torcicollo
     
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    Certo che ormai è diventato tutto uno schifo
    Avocati, dirigenti, coridori, medici, non si capisc più niente, peso che si debbano prendere immediatamente provvedimenti severi, la gente ne ha le palle piene diquesti corridori che fanno etteralmene schifo!!!
     
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    Medico senza scrupoli: obbligo di dimora per Enrico Lazzaro
    Padova - mercoledì 29 ottobre 2009 - E' tutto come uno squallido dejà vu. L'agenda del medico, innanzitutto con i suoi segni equivoci. Lo spagnolo Fuentes prediligeva i nomi dei cani dei suoi "assistiti"; da Birillo e Tarello, passando per Piti e Sansone. Lazzaro, il medico al centro dell'inchiesta "vai col doping" di cui la Guardia di Finanza ha presentato a Padova le conclusioni, usava un cerchietto con un puntino al centro per indicare la flebo (vietata se non per fini terapeutici) e la sigla "oz" per indicare l'ozonoterapia, la nuova frontiera del doping ematico che per la sua accessibilità (anche economica) sembra stia diffondendosi sempre più nello sport.
    Una pratica che gli esperti del pm Benedetto Roberti, hanno definito dopante a tutti gli effetti. Consentirebbe di sfruttare meglio l'ossigeno contenuto nell'emoglobina, cioè di trasportare più ossigeno ai tessuti, senza influenzare gli altri parametri, dunque risultando del tutto trasparente ai controlli antidoping.
    Una pratica pericolosa: provoca embolia e certamente non adatta ad una ragazzina di 15 anni. Una sportiva sana si presume, cui non basta l'alibi, subito confutato dagli esperti, di una dermatite. Non si cura la dermatite con l'ozonoterapia, caso mai l'impotenza (una ragazina di 15 anni?...). Una pratica allucinante che le immagini girate dalla GdF mettono in evidenza con crudo realismo. Lazzaro, già condannato per i fatti doping del Giro 2001 ed in via definitiva nel gennaio scorso (un anno e due mesi con la condizionale) preleva 200 cc di sangue, lo tratta con l'ozono con una macchina il cui uso non gli era consentito, essendo la pratica - ancora in fase di sperimentazione - riservata solo alle strutture pubbliche, lo mescola, lo arricchisce con vari prodotti, fra cui vitamine, freamine e ferro. E lo reinfonde alla giovane 15enne. Una, due, tre, quattro volte al mese; per mesi e mesi.
    Un trattamento che farebbe rabbrividire un malato cronico. Ma cui la giovane nuotatrice si sottopone paziente di buon grado. Vuole migliorare la sua prestazione nell'ambito della sua squadra, la Team Nuoto Veneto che, tirata in ballo nella vicenda già annuncia la costituzione di parte civile nel processo cui proprio oggi è stato rinviato Lazzaro, obbligato dal pm Roberti anche al domicilio coatto in quel di Abano Terme, nel timore possa reiterare il reato di favoreggiamento e somministrazione di prodotti dopanti. Vuole l'ematocrito al 50% la bambina, come emerge dalle intercettazioni; vuole sbalordire le sue compagne, nuotatrici di alto livello. Scherza e ride sotto gli occhi del padre che legge tranquillo il giornale mentre la figlia si sottopone a pratiche non solo vietate di regolamenti antidoping, come hanno precisato nelle loro perizie gli esperti del pm Dario D'Ottavio, ex membro della Commissione di vigilanza sulla legge 376 (antidoping) e Benedetto Ronci, eminente ematologo romano. Ma anche pericolose e certamente dannose per la salute. Non si finisce mai di allibire nel mondo del doping. Per le dimensioni di un fenomeno che dai professionisti ormai arriva a giovani e giovanisismi per approdare fino agli amatori, come prova proprio l'inchiesta di Roberti che si è allargata a 10 regioni dalla Sicilia al Veneto, Lombardia, Liguria, Toscana, Emilia, Marche, Abruzzo, Lazio, Campania e a 23 province. Trenta persone inquisite, fra cui 7 corridori professionisti.
    Dopata sotto gli occhi del padre, dunque, che da vecchio e probabimente "suonato" cicloamatore, non esita un attimo a ricorrere al medico più discusso del ciclismo nostrano. E adesso anche lui risulta essere inquisito e giustamente a rischio di perdere la patria potestà. E' la follia dello sport dei nostri giorni: la caccia alla prestazione a tutti i costi. Anche a costo della salute dei propri figli. (Eugenio Capodacqua - Repubblica.it)

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  15. matteo007
     
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    Ciclismo, Danilo Di Luca indagato a Padova? Il corridore annuncia querele
    CICLISMO - Non c’è pace per Danilo Di Luca. In un articolo scritto su un quotidiano di Padova è rimbalzata la notizia che il corridore sarebbe indagato anche dalla Procura veneta. Ricordiamo che Di Luca è in attesa del pronunciamento della Procura Antidoping del Coni di Roma sulla positività al Cera (l'Epo di ultima generazione) riscontratatagli nel corso dell'ultimo Giro d'Italia.

    Secondo quanto si è appreso l’accusa è di violazione della legge che vieta l’impiego di sostanze dopanti nell’attività sportiva, indagine su cui sta lavorando da tempo il PM padovano Benedetto Roberti insieme alla Guardia di Finanza. Nel mirino accertamenti sull’importazione del Cera dai balcani. Il sospetto della procura è che la sostanza dopante impiegata dal ciclista abruzzese sia stata ceduta da Aleksander Nikacevic, ex ciclista ed ex ct della Serbia, arrestato dalle Fiamme Gialle nel luglio scorso. Raggiunto telefonicamente, Di Luca ha dichiarato che si tratta di una farsa in quanto oltre a non avere ricevuto alcun avviso dalla Procura non conosce Nikacevic. Il corridore, inoltre, ha dato mandato ai legali di tutelare la sua immagine e il suo nome, riservandosi eventuali iniziative giudiziarie.

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    Edited by SarriTheBest - 27/11/2009, 17:05
     
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