What a wonderful Barloworld - Il diario della squadra britannica

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    What a wonderful Barloworld
    Il diario della squadra britannica

    Seguire tutto un Giro d'Italia insieme ad una squadra non ci era mai successo. Toccherà alla Barloworld di Claudio Corti, diretta in ammiraglia da Alberto Volpi e Valerio Tebaldi, raccontarci le tre settimane Rosa. Soler per la classifica generale ed Hunter per gli sprint saranno gli uomini di punta, ma Augustyn e Froome per la maglia bianca e Cárdenas per la maglia verde promettono battaglia. Con la collaborazione dell'addetto stampa Claudio Masnata leggeremo - giorno per giorno - le loro speranze e sensazioni.




    a cura di Francesco Sulas - www.cicloweb.it
     
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    Venerdì 8 maggio - La vigilia - Tebaldi: Versione Chievo Verona
    Siamo alla vigilia ed il clima che si percepisce in squadra lo vorrei definire rilassante ma allo stesso tempo teso per i ragazzi. Infatti siamo tutti concentrati ma senza quello stress che può metterti una grande corsa a tappe come il Giro d'Italia. Dai corridori a noi direttori sportivi sino ai meccanici, insomma tutto il team si sente sicuro e convinto di quello che sta per fare. Non abbiamo lasciato nulla al caso in vista del Giro, aspettiamo tutti domani per attaccare il numero sulla schiena, come si suol dire, ed iniziare questa avventura che speriamo ci possa sorridere.
    La Barloworld di questo Giro è paragonabile al Chievo Verona, quella squadra di provincia che nel 2001, appena promossa in Serie A, fu in grado di impensierire le squadre più forti del campionato. Noi possiamo essere una sorpresa anche se alle nostre spalle c'è tutta l'esperienza di Claudio Corti. Inoltre bisogna sapere che 15 corridori su 19 sono gli stessi del 2008, quindi la sicurezza è ancor maggiore. Corti ci dà tanta esperienza, questo è fuor di dubbio, ma conoscersi e capirsi con un cenno nelle fasi di gara è veramente importante. L'intesa che abbiamo andrà sfruttata soprattutto nella cronosquadre di domani, un esercizio in cui ogni movimento dovrà essere perfetto. Abbiamo appena fatto un briefing a riguardo: prima della cronosquadre si stdiano le tattiche a tavolino, poi quando mancano dieci minuti alla partenza l'emozione sale, sale ancora quando ne mancano cinque ed al momento in cui viene dato il via non ci si ricorda più chi deve andare davanti, chi dietro, per quanto tempo tirare... Lo dico perchè nella mia carriera di cronosquadre ne ho corse e ne ho anche vinta una nel 1992, correvo la Vuelta a España con la Gatorade. Tornando a domani, valuteremo in mattinata, dopo la ricognizione, se sarà il caso di correre in doppia fila o in fila unica. Sicuro che questo percorso non è per nulla tecnico, se si esclude il giro di boa, ma necessità di tanta velocità. Bisognerà spingere sui pedali, perchè alla fine puoi avere tutta l'intesa che vuoi ma se non ci sono le gambe a supportarti...
    La crono sarà un termometro per misurare il grado di forma dei ragazzi, per vedere se la preparazione è andata nel verso giusto, poi avremo davanti tante altre tappe. Insomma, domani è solo un antipasto. Siamo molto fiduciosi e sicuri di noi stessi, anche alla luce dei nostri risultati precedenti nelle cronosquadre: al Giro del Mediterraneo, alla Coppi & Bartali ed alla Settimana Lombarda ci siamo sempre difesi. Nessuna vittoria ottenuta ma nemmeno troppo tempo perso rispetto ai primi. Per quanto riguarda tutta quanta la corsa rosa vogliamo ben figurare, come tutti del resto. Abbiamo due punte, Soler e Hunter, due giovani come Augustyn e Froome che hanno corso bene nel 2008 ed altri ragazzi pronti ad aiutare ogni volta che vedono un compagno in difficoltà ed a inserirsi ad ogni occasione che ci verrà lasciata. Avremo dei leader, quindi ma saremo pronti a cogliere l'occasione, corriamo in attesa e se ci verrà lasciata l'occasione la sfrutteremo. E vi garantisco che sarà meglio non lasciarcene molte!

    (ds Valerio Tebaldi)
     
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    Sabato 9 maggio - 1a tappa - Bellotti: Il 6° senso delle donne
    Finalmente siamo partiti, dopo un po' di giorni che eravamo qui praticamente a far niente. Naturalmente c'era da fare quotidianamente la sgambata, gli allenamenti, ma niente più. Oggi invece siamo stati obbligati a restar concentrati ed a spingere a tutta, come si deve fare d'altronde in una cronosquadre. Il risultato è stato buono, un dodicesimo posto che ci sta tutto, quindi siamo soddisfatti. Non abbiamo potuto lottare con quelle due o tre squadre di vertice che si sono contese la vittoria (e ve ne svelerò anche il motivo), questo è vero, ma non abbiamo nemmeno pagato due minuti dai vincitori, questo Team Columbia che non pare essere mai sazio. Ce l'aspettavamo, un po' come tutti, una vittoria della Columbia, che giustamente era posta tra le favorite per la tappa odierna. Loro sono andati fortissimo, non c'è dubbio. La cronosquadre è come una formula matematica: in gara si sommano le forze di ciascuno dei nove corridori ed alla fine si fa la media della loro forma e viene fuori il risultato finale. Il nostro risultato oggi è stato positivo, siamo sereni, sicuri di noi e la forma non ci manca.
    Dicevo, vi svelerò perchè non abbiamo potuto lottare per posizioni migliori. Un po' perchè la Barloworld non ha mai fatto sfracelli nelle cronosquadre, pur ottenendo buoni risultati. Un po' per quella foratura di Caccia ai due chilometri dall'arrivo, problema senza il quale non ci saremmo disuniti e magari avremmo fatto segnare un tempo migliore di dieci secondi. Ma il Giro è lungo e nell'economia di una grande corsa a tappe dieci secondi persi non sono praticamente nulla.
    Ora la testa è già a domani, si arriverà a Trieste in una tappa che pare chiaramente per velocisti anche se... Anche se siamo all'inizio di un grande giro, tutti vorranno provarci, vorranno mettrsi in evidenza e dimostrare qualcosa perciò bisognerà stare molto, molto attenti a non farsi fregare. Nel finale ci sarà un'asperità, il Montebello. Poco fa analizzavamo le altimetrie della tappa, la salita finale è di 2 chilometri al 5% di media. Quindi ci sarà da affrontare una discesa, lì bisognerà concentrarsi per non far andare via nessuno e portare Hunter a giocarsi la tappa nella volata finale.
    Lui ci crede e sulla salita finale potrebbe avvantaggiarsi, nel senso che ha una gamba ottima, basti solo considerare la vittoria ottenuta al Giro del Trentino in una tappa che tutto era fuorchè facile. Non sarà semplice domani e Robert è teso ovviamente, ma sarebbe assurdo se non avesse nemmeno un po' di tensione addosso, lui come noi della squadra. Correremo in attesa, perchè andare già a menare alla prima tappa sarebbe controproducente ed anche un po' spavaldo. Lavoreremo per portare in volata Hunter e magari iniziare con una vittoria, il che non sarebbe per niente male. Più in avanti magari attaccheremo da lontano e se andrà bene anch'io cercherò di vincere una tappa.
    Tornando ad oggi, quasi dimenticavo di dirvi che praticamente correvo in casa. Infatti sono di Verona, perciò la tappa si è corsa ad un tiro di schioppo da casa mia. All'arrivo è stato bello ricevere l'abbraccio dei miei genitori e di mia moglie. Ho già disputato tre Giri d'Italia ma non ero mai arrivato nelle mie zone, per un motivo o per l'altro. Invece oggi avere mia moglie lì con me, senza sentirsi lontano da casa come di solito accade nell'arco di tre settimane, è stato meraviglioso.
    Ovviamente lei mi ha subito bacchettato dopo che mi ha visto guardare una miss, ma per queste "robe", si sa, le donne hanno il sesto senso...

    (Francesco Bellotti)
     
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  4. illip
     
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    Più che sesto senso è poca scaltrezza nel non farsi beccare da parte dei corridori :asd:
     
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    Non posso che :quoto:... :asd:
    Non sapevo della foratura comunque... infatti era abb inspiegabile quel frazionamento....
     
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  6. illip
     
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    C'è sempre una spiegazione :asd:
     
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    Domenica 10 maggio - 2a tappa - Longo Borghini: Sindrome da 12
    Il numero 12 ci perseguita, o meglio, ci segue da quando è iniziato il Giro! Oggi sono arrivato dodicesimo, ieri abbiamo concluso la cronosquadre nell'identica posizione e potete ben immaginare il numero della nostra ammiraglia... esatto, è il 12!
    A parte gli scherzi, oggi sono soddisfatto della mia gamba. La squadra ha corso bene, come si deve correre nella prima tappa di un grande giro. Classica tappa in cui va via la fuga e pian piano le squadre dei velocisti recuperano e si giocano tutto allo sprint. Peccato per Hunter!
    Avevo il compito di pilotarlo in volata, purtroppo all'ultimo passaggio dal traguardo uno spettatore si è sporto per fare una foto e lo ha colpito ad una spalla. A 60 km/h non è proprio uno scherzo... Il dolore era talmente forte che s'è dovuto lasciar sfilare ed ha perso tre minuti da Petacchi. Lo spezzino è stato maestoso, ma me l'aspettavo. Ha preparato questo Giro d'Italia senza lasciare nulla al caso ed ha tanta voglia di vincere. Oggi l'ha dimostrato. Cavendish è senz'altro un grandissimo campione, ma quest'oggi Petacchi gli è stato nettamente superiore. Poi, lo sappiamo, Cavendish è un talento puro, oggi è arrivato secondo, mica quinto! Domani è capacissimo di ribaltare le carte in tavola e vincere, sebbene la tappa nella seconda parte sia mossa e si presti molto alle imboscate. Per me potrebbe arrivare un gruppetto, certo è che i velocisti avranno il loro da fare se vorranno vincere, tutto dipenderà da come correranno le loro squadre. Visto che oggi ci sono stati attacchi su una salita ridicola posso immaginare domani su pendenze un po' più severe.
    Il mio punto di vista è quello di colui che dovrà aiutare Hunter negli sprint e Soler in montagna. Oggi ho sprintato io perchè Hunter, appunto, stava male mentre la mia condizione è buona e se potrò vincere una tappa, o almeno provarci, lo farò di sicuro. Ho corso il Giro di Turchia come una sorta preparazione al Giro d'Italia; sì, perchè di solito si dice che si fa una corsa in preparazione di un grande appuntamento e invece no! Si corre, punto e basta! Anche perchè in Turchia mica si andava a spasso, si lottava col coltello tra i denti. Se poi mi fossi trovato sulla strada un Theo Bos, come è capitato al povero Impey, ecco lì che il Giro d'Italia me lo faceva saltare lui...
    Sto bene, mi sento molto in forma. Però ora vado a rilassarmi, perchè ogni minuto di relax in una grande corsa a tappe è importantissimo. Di solito, dopo i massaggi e la cena, leggo. Anche stasera farò così, sebbene in tv ci sia Milan-Juve. Mi salvo perchè non sono un grande calciofilo e poi, figurati, tengo per il Toro, quindi negli ultimi anni non ho avuto tanto da ridere... Perciò leggerò uno dei due libri che ho messo nella mia valigia per questo Giro: sono entrambi di Mario Rigoni Stern, uno è Quota Albania, l'altro è L'ultima partita a carte.
    Questi due libri parlano dell'altipiano di Asiago, della natura e delle montagne. Io sono nato ad Asiago come Rigoni Stern, abito in Val d'Ossola, circondato dalle montagne e dalla natura, adoro fare passeggiate in montagna e quindi la lettura dei suoi libri mi appassiona moltissimo. Pensa che è la seconda volta che li leggo! Infatti, dato che l'uomo non è una macchina, se leggo un libro non me lo posso ricordare pagina per pagina, quindi lo devo rileggere, magari dopo un po' di tempo. Se l'autore mi appassiona e mi piace il suo modo di scrivere, beh, questo è il massimo.
    Intanto dopodomani saremo noi con Soler in mezzo alle montagne, speriamo bene, iniziare subito bene con lui sulle Dolomiti sarebbe importante per il nostro gruppo. Staremo a vedere.

    (Paolo Longo Borghini)
     
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    Lunedì 11 maggio - 3a tappa - Caccia: Domani do di schiena
    Eccoci qua, dopo un lungo viaggio per arrivare in hotel mi sono rilassato con i massaggi e poi ho cenato come Dio comanda. Sto benissimo, si mangia, si beve...
    Detta così sembrerebbe di essere in un villaggio vacanze, invece al Giro si fa anche tanta fatica. Però mi ritengo davvero fortunato a svolgere un lavoro che mi piace. La tappa di oggi è stata molto movimentata, abbiamo lavorato tanto nel finale per Hunter. Robert ci dà stimoli e grinta per andare avanti e continuare a correre bene, visto che per adesso le tappe adatte a lui sono finite. Inizia invece il terreno di...Caccia di Soler, che oggi è caduto, ha perso tanto tempo ma dopo le visite mediche sembrava rimesso in sesto, era bello carico anche a cena e per domani sono molto fiducioso in lui. Domani spero di vederlo andare su per le salite come l'abbiamo visto al Tour. Se va come andava lì ci sarà da fregarsi le mani. I problemi domani saranno piuttosto per me, che in salita mi arrangio, diciamo così. Però se do un bel po' di schiena arrivo in cima anch'io, dài... Sì, perchè per certe salite non basta usare le gambe ma serve anche tirare il manubrio con la schiena.
    Domani vedo molto bene Soler. Noi partiamo sempre per vincere, poi va come deve andare, logico. Però Mauricio meriterebbe davvero una vittoria per battere la jella e per il morale. Per il Giro vedo davvero bene Leipheimer, ogni giorno va sempre più forte e secondo me esce fuori alla terza settimana, può vincere il Giro come fece Contador lo scorso anno. Vero è che ha perso qualche secondo ieri ma in una grande corsa a tappe come questa, 13" perduti sono un'inezia.
    Ora vi devo proprio salutare, domani sarà una tappa davvero impegnativa e vogliamo essere belli riposati, perciò filo a letto!

    (Diego Caccia)
     
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    Martedì 12 maggio - 4a tappa - Soler: Maledetto falsopiano!
    Che rivincita oggi! Dopo le aspre critiche ricevute ieri da buona parte della stampa per via delle mie cadute, la fortuna ha cominciato a girare dal verso giusto, o forse è solo merito della prima tappa di montagna. La squadra ha girato alla perfezione, la sorte, come dicevo, anche. Dopo soli 8 chilometri dalla partenza abbiamo inserito Bellotti in una fuga a sei. Francesco è stato moilto bravo ed è passato per primo sul Croce d'Aune, quindi ha resistito sino ai meno 4 dal traguardo e quando l'hanno raggiunto sono scattato io, come avevamo studiato con i nostri ds. Il primo scatto di rabbia, volevo accumulare vantaggio in vista dell'arrivo. Non è bastato, così a un chilometro e mezzo sono ripartito e se il traguardo non fosse stato in leggera pianura avrei sicuramente vinto. Così non è stato, purtroppo, Di Luca mi ha superato, d'altronde lui è uno specialista in questo tipo di arrivi. Maledetto falsopiano!
    La prestazione della squadra è stata notevole, è da Venezia che siamo in forma, serviva solo un po' di fortuna. Domani conto di replicare all'Alpe di Siusi senza badare troppo alla classifica generale ma cercando solamente il successo di tappa. L'arrivo dovrebbe essere tagliato su misura per me. Intanto potrete vedere da domani se il bianco dona al nostro John Lee Augustyn. Infatti è secondo nella graduatoria di miglior giovane, il primo è Lövkvist. Lo svedese però vestirà la maglia rosa e così Augustyn porterà quella bianca, speriamo possa togliersi delle belle soddisfazioni perchè anche lui è in gran forma. Chi infine non muore mai è Felix Cardenas. Lui è una vecchia volpe, è un regista in corsa, detta i ritmi in salita, sa quando è il momento di attaccare e quando invece è il caso di temporeggiare. Mi sta dando un sacco di consigli preziosi anche in questo Giro.
    Vi aspetto domani, avete visto che le mie cadute in effetti sono state un po' troppe ma quando la strada inizia a salire non lascio nulla al caso e non ce n'è per nessuno. Salvo quando gli arrivi sono in falsopiano, naturalmente...

    (Juan Mauricio Soler Hernández)

    Mercoledì 13 maggio - 5a tappa - Froome: Giro contro il tempo
    Che soddisfazione! Sono proprio felice di essere al Giro, non solo perchè questo è il mio esordio alla corsa rosa ma soprattutto perchè mi trovo accanto a campioni con la "C" maiuscola come Basso e Armstrong per i quali tifavo quando ho iniziato a correre in Kenya.
    Oggi e ieri sono state due giornate positive, oggi più che ieri. Mi è mancato un po' il cambio di ritmo quando là davanti Basso ha messo il turbo, ecco, lì non sono proprio riuscito a stare con i migliori, però il bilancio non è da buttare. Non so se è più stancante correre un Giro d'Italia o spostarsi dall'arrivo all'albergo. Oggi abbiamo preso la cabinovia per tornare a Bressanone, avrei preferito salire in funivia e scendere in bici per la fatica che ho fatto... Sembravamo degli sciatori, tutti in fila alla partenza. Siamo arrivati alle 19 ed abbiamo dovuto fare interviste e massaggi, il tutto inframezzato dalla cena, in tempi molto ristretti. Tutto è molto stressante, è una corsa contro il tempo a cui mi devo ancora un po' abituare.
    In realtà a me le corse contro il tempo piacciono, ed anche parecchio! Sono infatti un grande amante delle cronometro, mi piace prepararle, allenarmi con la bici da crono, magari mentre ascolto della buona musica da discoteca nel mio iPod. Ho provato quella delle Cinque Terre con Mauricio Soler ma è una crono atipica. O almeno, io preferisco quelle piatte, per specialisti, mentre la crono delle Cinque Terre è come una fuga in solitaria, quindi molto difficile per me da interpretare.
    Ora devo andare, dobbiamo riposare in tutto questo marasma. Una corsa contro il tempo va preparata a puntino e domani speriamo davvero di sorprendervi!

    (Chistopher Froome)
     
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    Mercoledì 13 maggio - 5a tappa - Froome: Giro contro il tempo
    Che soddisfazione! Sono proprio felice di essere al Giro, non solo perché questo è il mio esordio alla corsa rosa ma soprattutto perché mi trovo accanto a campioni con la "C" maiuscola come Basso e Armstrong per i quali tifavo quando ho iniziato a correre in Kenya.
    Oggi e ieri sono state due giornate positive, oggi più che ieri. Mi è mancato un po' il cambio di ritmo quando là davanti Basso ha messo il turbo, ecco, lì non sono proprio riuscito a stare con i migliori, però il bilancio non è da buttare. Non so se è più stancante correre un Giro d'Italia o spostarsi dall'arrivo all'albergo. Oggi abbiamo preso la cabinovia per tornare a Bressanone, avrei preferito salire in funivia e scendere in bici per la fatica che ho fatto... Sembravamo degli sciatori, tutti in fila alla partenza. Siamo arrivati alle 19 ed abbiamo dovuto fare interviste e massaggi, il tutto inframezzato dalla cena, in tempi molto ristretti. Tutto è molto stressante, è una corsa contro il tempo a cui mi devo ancora un po' abituare.
    In realtà a me le corse contro il tempo piacciono, ed anche parecchio! Sono infatti un grande amante delle cronometro, mi piace prepararle, allenarmi con la bici da crono, magari mentre ascolto della buona musica da discoteca nel mio iPod. Ho provato quella delle Cinque Terre con Mauricio Soler ma è una crono atipica. O almeno, io preferisco quelle piatte, per specialisti, mentre la crono delle Cinque Terre è come una fuga in solitaria, quindi molto difficile per me da interpretare.
    Ora devo andare, dobbiamo riposare in tutto questo marasma. Una corsa contro il tempo va preparata a puntino e domani speriamo davvero di sorprendervi! (Chistopher Froome)

    Giovedì 14 maggio - 6a tappa - Cheula: Coppia di fatto
    Che fatica oggi! Sembravano facili questi 248 chilometri della tappa di oggi, invece ce li siamo dovuti sudare e poi non finivano proprio mai! Diciamo che ci è andata bene non aver beccato pioggia. Scatti e controscatti ma non c'entrano fotografi, anche perché oggi non c'era nemmeno il tempo di guardarsi intorno, siamo stati quasi sempre in fila indiana, correndo a tutta. Vi garantisco che fare una serie di scatti a 60 km/h è dura, non è mica roba da ridere... Abbiamo tentato di andare in fuga un po' tutti noi, eccetto Soler e Cardenas, che non sarebbero andati lontano per ovvi motivi. Per il resto gli altri nove, me compreso, hanno scattato di continuo alla ricerca della sortita buona. Poi dopo tre allunghi di fila le forze sono quello che sono e finisce che resti indietro. Buon per Scarponi, invece, che è stato bravo a sfruttare la fuga andata in porto ed a vincere, sono molto contento per lui.
    Facendo un passo indietro e tornando a ieri, ero scattato sulla salita finale. Avevamo appena ripreso la fuga e tutti stavano a guardare, così si dovevano smuovere le acque per poi preparare il terreno per Soler. Alla fine però le acque si sono smosse e quando a farlo ci pensa un campione come Basso capirete bene che è dura resistere, così si salva la gamba, o almeno ci si prova. D'altra parte è giusto che chi vuole vincere il Giro si scopra e Basso è sempre stato tra i papabili per vestire la maglia rosa a Roma. Vedo molto bene anche Leipheimer - e non lo dico perché lo ha già pronosticato vincitore Caccia - ma perché va veramente come un treno. Impressionante! Chi invece potrebbe vestire il ruolo di outsider sapete chi è? L'altro Astana. No, non Armstrong, ma Chris Horner. Lo conosco abbastanza bene, so che a crono si difende egregiamente, anzi, diciamo pure che viaggia. Ieri all'Alpe di Siusi è restato con i migliori fino alla fine, se tiene in salita e va a cronometro potrebbe piazzarsi anche sul podio. Vedremo come sarà messo dopo la crono di Riomaggiore, che a mio avviso sarà fondamentale. Oggi non abbiamo trovato la fuga, un po' per sfortuna ed un po' forse per mancanza di forze dopo ieri. All'inizio della tappa ho parlato un po' con i miei amici del gruppo. Conosco quasi tutti e parlo molto con gli spagnoli, corridori con i quali ho corso spesso nella mia carriera. I Caisse d'Epargne, Lastras e J. Rodriguez, sono bravissimi, eppure non te lo fanno proprio pesare e sono affabilissimi. Non tutti i corridori sono così disponibili, ma in certi casi è anche questione di carattere. Per esempio, a volte un ragazzo ti sembra chiuso e deduci che sia antipatico, che se la tiri un pochino. Invece è solo timido. Sia chiaro, non mi riferisco a nessuno in particolare, è un fatto molto comune nel ciclismo e nella vita.
    Dopo questa perla di sociologia, domani vedremo cosa fare per portare Hunter allo sprint. Quanto a me sarò pronto a lavorare per i miei capitani ma il sogno è naturalmente vincere una tappa. Non ce n'è una sulla quale ho messo il cerchiolino rosso, anche perché dopo una tre giorni impegnativa come questa vedo più che altro la spia con il bollino rosso... Devo riprendermi dalle fatiche di queste tappe e poi vedremo se e quando potrò provare a vincere.
    Stasera la cena è stata più che dignitosa, consumata in un bell'alberghetto in Austria, veramente un'ottima scelta! Ora vado in camera e chiamo la moglie Paola per dare la buonanotte a lei ed a mio figlio Pietro. Ha otto mesi e cinque denti. Pensate che quando sono a casa dorme ogni notte mentre quando sono in trasferta fa tribolare la mia povera moglie, che infatti mi chiede sempre se io e Pietro ci mettiamo d'accordo per non farla dormire in quei periodi. Sembra una coincidenza ma vi giuro che succede sempre!
    Non è invece una coincidenza il fatto che il mio compagno di stanza sia Paolo Longo Borghini. Entrambi piemontesi, ossolani per la precisione, ormai facciamo coppia fissa. Da quando correvamo alla Vini Caldirola siamo sempre rimasti in camera insieme, ci alleniamo insieme, rilasciamo inteviste a giornali piemontesi od ossolani insieme, spesso andiamo a cena fuori insieme, le mogli però sono diverse... E nonostante ormai io e Paolo siamo quasi una coppia di fatto loro non sono gelose! (Giampaolo Cheula)

    Venerdì 15 maggio - 7a tappa - Hunter: Rivincita a Milano
    Hello... Pronto, sono Robert. Parliamo nella lingua che preferite, so l'italiano, il francese, il tedesco, non vi resta che scegliere... Oggi quant'acqua sul percorso e quanta delusione dopo la tappa. Sono amareggiato per questo secondo posto. Ok, Boasson Hagen sembra un tipo davvero tosto, però non so dire se sia un campione. So solo che oggi sono stato l'unico a tenergli la ruota quando ha lanciato lo sprint ma non sono riuscito a superarlo, purtroppo. Quindi il norvegese è più forte di me, almeno oggi lo è stato.
    Un vero peccato occupare la piazza d'onore perché la squadra ha lavorato davvero bene, forse meglio che nelle tappe precedenti, dove ci si era messa in mezzo anche un po' di sfortuna. Alla prima tappa saprete bene che sono stato messo fuori gioco da uno spettatore che s'era sporto con il braccio per fare delle foto. Nonostante quello spiacevole episodio non odio ancora le fotocamere digitali e la fotografia, questi incidenti purtroppo càpitano. Anche la seconda tappa non è andata come avrei voluto e sono rimasto nelle retrovie.
    Diciamo che oggi era l'occasione giusta per riscattarsi e portare a casa un risultato importante. Ho visto andar via Bertolini nella parte più tecnica discesa del Maloja ed ho deciso di inseguirlo insieme a Brutt. Il mio è stato un contrattacco istintivo e non premeditato. Non c'era nulla di studiato a tavolino alla mattina. Peccato aver sempre qualcuno davanti a me in questo Giro, anche oggi che avevo azzeccato l'azione giusta. Cercherò di rifarmi già da domenica a Milano, lì sarà sprint di gruppo e dovrò esserci per forza. Quindi domani per quello che mi riguarda si riposa e si recuperano le energie. Relativamente recupero, ovvio, perché anche la frazione di domani non è tra le più semplici. Naturalmente proveremo ad entrare in una fuga, ormai la nostra classifica è bella che andata, puntiamo più che altro alle tappe.
    Abbiamo gli uomini giusti per le salite e per le fughe da lontano, domani ci proveremo di nuovo, chissà come andrà a finire. In molti dicono che sarà una tappa importante per la classifica generale ma io penso invece che arriverà una fuga di uomini non troppo pericolosi. Un nome su tutti? Direi Stefano Garzelli! Lui è un tipo orgoglioso, ha perso diverso tempo sulle Dolomiti e domani credo che vorrà rifarsi con una vittoria. Di Luca e la sua LPR lo lasceranno fare senza problemi, almeno credo.
    Ora s'è fatto tardi, vado in camera e mi riposo fiondandomi sùbito a letto, tanto sono in stanza da solo. Il motivo è presto svelato: i corridori di una corsa a tappe sono nove, le stanze d'albergo sono doppie, a uno tocca per forza restare da solo. Ecco, è toccato a me, ed è un fatto piuttosto ironico se pensate che a me piace uscire stare con gli amici e scherzare con i compagni di squadra mentre in corsa sono taglito per le volate. Vi do la buonanotte con molta amarezza per oggi ed altrettante speranze di rivincita per domenica: a Milano, ma non solo lì, tenetemi d'occhio, mi raccomando! (Robert Hunter)

    Sabato 16 maggio - 8a tappa - Froome: La mia Africa
    Eccomi di nuovo a vostra disposizione. Abbiamo appena finito di cenare sebbene sia un'ora un po' strana, ma qui al Giro i tempi sono molto ristretti. Anzi, di tempo non ce n'è proprio. Lo sto scoprendo giorno dopo giorno. Infatti, come saprete, sono al mio esordio al Giro d'Italia. Finora me la cavicchio.
    Oggi la tappa è stata molto, molto dura. Sin da subito ho provato ad andare in fuga ma niente da fare, non sono riuscito nell'azione. Così ho corso nella pancia del gruppo ma la tappa è stata molto tirata. Specialmente gli uomini della Lampre hanno messo in fila il gruppo per portare Cunego alla vittoria. Molta fatica, quindi, ma anche molta felicità. Ogni giorno che passa mi sento sempre più a mio agio qui al Giro. Certo, il tempo perso si ripercuote sulla mia classifica generale ma non sono venuto per far classifica, bensì per aiutare Soler ed Hunter, i nostri capitani.
    Ad una settimana dall'inizio del Giro sono felice per quest'esperienza meravigliosa che sto vivendo ma al contempo è stato un peccato non veder ripagati i nostri sforzi con nessuna vittoria. Ci siamo andati molto vicini con Soler a San Martino di Castrozza ed ancora ieri con Hunter. Vedrò di rifarmi, magari nella cronometro potrei ben figurare anche se preferisco percorsi piatti e non troppo lunghi. Sono un uomo da prologhi, insomma, penso si sia capito.
    L'altro giorno vi ho accennato delle mie origini keniane. Sono nato a Nairobi 24 anni fa e tra 4 giorni è il mio compleanno, per la precisione. I miei genitori erano persone importanti: mia madre era una diplomatica, mio padre un uomo d'affari. In Kenya ho scoperto la passione per la bici guardando in televisione il Tour de France del 2005, con i duelli in montagna tra Basso ed Armstrong. Se penso che ora corro accanto a loro mi viene la pelle d'oca...
    Praticare ciclismo in Kenya era ed è tutt'ora difficile, infatti il paese non ha una Federazione competente, non ha buone strade, quindi mi sono buttato sulla Mountain Bike e gareggiavo nel cross country. Niente di serio, erano per la maggior parte gare tra amici o poco più, mentre il ciclismo è diventato più importante nella mia vita quando mi sono trasferito in Sudafrica. Laggiù l'organizzazione è migliore, ci sono società ciclistiche serie ed è possibile diventare corridori. Ho iniziato a correre su strada ed andavo anche bene, gara dopo gara miglioravo sempre più ed ora eccomi al Giro! Non tutti i ragazzi sudafricani hanno la fortuna di poter passare professionisti, perciò mi sento proprio un privilegiato.
    Oggi vivo nei pressi di Como, naturalmente non corro più in Mountain Bike e mi alleno su strade di gran lunga migliori di quelle del Kenya... pian piano sto imparando l'italiano perché è importante comunicare con il team. E siccome ci sono molti italiani in squadra l'apprendimento della vostra lingua mi riesce facile. Ascolto le conversazioni, cerco di memorizzare più parole possibili e divido la camera con compagni italiani. Qui al Giro il mio compagno di stanza è Francesco Bellotti, un gran bravo ragazzo con cui parlo non solo di ciclismo. Anzi, ora è meglio che vada. Domani la tappa è facile, è vero, ma devo riposare. E prima di addormentarmi vorrei contattare i miei familiari ed i miei amici che vivono lontano da qui tramite Internet.
    Buonanotte a tutti e... non dimenticatevi il mio compleanno, mercoledì prossimo, mi raccomando! (Christopher Froome)

    Domenica 17 maggio - 9a tappa - Pafundi: Domani (non) riposo
    Buonasera a tutti, sono Mario Pafundi. Forse a voi il mio nome dirà poco, perciò mi presento. Ho 29 anni, sono autista del Team Barloworld nonché massaggiatore di Hunter e Soler qui al Giro. Faccio parte di quella ventina di persone che chiamiamo "staff", tra i quali c'è il massaggiatore, l'autista e chi come me svolge tutti e due i ruoli. E poi ci sono i corridori, i ds ed il team manager, i nomi più noti al pubblico. La mia vita all'interno delle tre settimane di una grande corsa a tappe è quella di chi sta quindi dietro le quinte, ma non per questo è meno importante o svolge un lavoro meno stressante.
    Questa è la mia giornata tipo: sveglia alle 6:30, preparazione degli alimenti per i ragazzi, del tè caldo in caso di pioggia, e del rifornimento in corsa (acqua, minerali e maltodestrine). Quindi, prima del via, mi reco in zona partenza e se è necessario massaggio i ragazzi con della crema riscaldante per le gambe, eseguo eventuali medicazioni sia pre che post gara. Dopo la partenza si va al rifornimento, dove passo i sacchetti ai ragazzi, sono sicuro che l'avrete visto in televisione migliaia di volte. Finito? Nemmeno per sogno! Vado all'arrivo e mi occupo dei corridori. Nel caso fossimo fortunati ed ottenessimo una vittoria bisogna sistemare il corridore con una maglietta pulita, per non farlo ammalare, e con i rispettivi sponsor ben in vista per i mass media. Sempre sulla linea d'arrivo indico ai ragazzi la via per il nostro motorhome, dove possono farsi una doccia, rifocillarsi e sistemarsi. Dopodichè si va in albergo e si massaggiano i ragazzi, cercando di toglier loro di dosso lo stress della corsa. Stress che in molti casi non è solo fisico, perché molti patiscono maggiormente la stanchezza a livello mentale. Insomma, bisogna assecondarli e coccolarli un po', soprattutto in virtù dei sacrifici che compiono. Si cena e si fa una telefonata a casa alla moglie, mi sono sposato con Tiziana lo scorso settembre. Prima di andare tutti a letto (di solito non dormo prima delle 23:30) si fa un'ultima ricognizione nelle camere dei ragazzi per controllare se qualcuno ha bisogno di qualcosa, anche del vestiario, perché magari c'è chi ha perso la mantellina in corsa, i guanti, e così via... Le mie ore di sonno sono sei o sette, e ci vogliono tutte, ve lo garantisco!
    Faccio questo lavoro da sei anni. Ho iniziato nella Diquigiovanni, poi sono passato alla Barloworld, tre anni fa. Ho studiato da fisioterapista ed ho anche ottenuto le varie patenti che servono a guidare il bus della squadra. Uno stress in più, visto che quando guidi quei bestioni hai addosso la responsabilità dei nove corridori più altre persone dello staff. Infatti quando ho il compito e l'onore di massaggiare corridori di punta, come capita qui al Giro con Hunter e Soler, è sempre meglio demandare la responsabilità del pullman, che tra pulizia esterna, interna e spostamenti porta via un sacco di tempo, è molto impegnativo.
    Qui al Giro sono il massaggiatore di Hunter e Soler, due ragazzi di punta per noi e dal carattere diametralmente opposto. Robert sa quello che vuole, è uno molto grintoso, che cerca la vittoria più di testa che di gambe. Ha fatto molti sacrifici per diventare un gran corridore e la sua grinta spesso può sembrare arroganza. Eppure è un buono, ve lo giuro. Con lui parlo molto poco della corsa, lo calmo e cerco di distrarlo parlando della famiglia, dei sacrifici che ha compiuto, dei posti che ha girato nella sua vita. Parliamo un po' di tutto, insomma.
    Soler è invece un tipo molto calmo, a volte lo è troppo e per questo può sembrare quasi insicuro. Viene da una cultura molto differente dalla nostra ed è come se si sentisse già fortunato ad avere una vita che altri in Colombia non hanno perché non possono averla. I suoi successi sono frutto della sua classe immensa più che della sua mente. Parla poco, è timido e legato tantissimo alla moglie, che però vive in Colombia e gli manca tanto. In questi primi giorni al Giro ho dovuto rincuorarlo molto, specie quando è caduto. Ho dovuto sforzarmi di convincerlo che cadere può capitare a tutti. Spero tanto che possa ottenere un bel successo perché se lo meriterebbe davvero.
    Un ringraziamento particolare va da parte mia e di tutti coloro che lavorano dietro le quinte a Volpi, Corti e Tebaldi, che per me sono tre padri più che tre direttori sportivi. Ti aiutano nel corso di un'intera stagione, ti guidano, ti stanno vicino, insomma, sono persone veramente ottime e stanno lavorando per poter correre al meglio, nonostante la vittoria non sia ancora giunta.
    Parlare di vittoria è un po' un argomento tabù nel team. Abbiamo tre direttori sportivi di una certa caratura e non si vuole esprimere alcun parere tecnico che possa mettere in dubbio il loro operato. Posso dirvi, nel mio piccolo, che osservando e massaggiando i muscoli di Soler ho notato che Mauricio è in crescita, dopo un avvicinamento al Giro particolare. Si è recato in Colombia per prepararsi e gli manca quel ritmo di gara che è invece fondamentale, perché ieri, ad esempio, è stato forsennato. La condizione, quindi, sta salendo rispetto all'inizio, quando mancava proprio il ritmo. Per quanto riguarda Hunter, ha avuto un avvicinamento alla corsa rosa diverso da Soler, ha corso molto di più di Mauricio, è professionista da più tempo di lui, si conosce meglio ed è molto fiducioso. Lo sono anch'io perché conosco i suoi muscoli e so che è capace di recuperare gli sforzi davvero molto bene.
    Domani riposo, ma non per me... Ci sarà infatti da fare un po' di inventario, controllare ciò che si è consumato finora e ciò che servirà da qui in avanti. Al mattino i ragazzi usciranno per una sgambata ed al pomeriggio mi dedicherò completamente ai massaggi, cosa che non ho potuto fare con tutti questa sera, essendo arrivati in hotel alle 23 passate. Hanno bisogno di recuperare forze mentali ma soprattutto fisiche, dati questi lunghi spostamenti.
    Ora, prima di andare a letto, vado a dare un'ultima controllata nelle camere dei ragazzi, per vedere se hanno bisogno di qualcosa o se hanno da muovere qualche critica a noi dello staff, perché no?! La mia giornata non è ancora del tutto terminata ma noi che svolgiamo questo lavoro lo sappiamo bene che in una corsa come il Giro o il Tour bisogna compiere grandi sacrifici. (Mario Pafundi, massaggiatore ed autista)

    Lunedì 18 maggio - Riposo #1 - Augustyn: Occhio a Menchov
    Eccoci al primo giorno di riposo. Come al solito c'è ben poco da raccontare, è un giorno ordinario e noioso, ma proviamo. Dunque, anzitutto la giornata è stata molto rilassante. Al mattino siamo usciti come si fa di consueto, quindi al pomeriggio sono restato in hotel con tutti gli altri componenti del team. I massaggi, un po' di televisione e la lettura di qualche giornale. Per il resto abbiamo riposato, i nostri muscoli ne avevano davvero tanto bisogno. E pensare che ci sono alcuni corridori che patiscono il giorno di riposo nella tappa successiva! A me ne servirebbero due di fila... A parte gli scherzi, sono molto felice. Sono arrivato qui, al mio primo Giro d'Italia, e noto molto entusiasmo attorno alla corsa. Io vivo in Italia, vicino a Bergamo, quindi so che gli italiani sono persone molto "calde", nello sport soprattutto. La mia classifica è stata fino ad ora strana e non certo buona.
    Ho provato sensazioni diverse e a volte contrapposte. A San Martino di Castrozza ero il secondo miglior giovane dopo Lövkvist, che a mio avviso è fortissimo. Il giorno dopo ho indossato la maglia bianca ed è stato molto emozionante, così tanto che ho perso parecchi minuti in classifica. Avrò tempo di rifarmi, sono giovane. Sono sicuro che i miei genitori e la mia ragazza, che vivono lontano, in Sudafrica, saranno fieri di me. Loro mi hanno aiutato molto ad intraprendere la mia carriera ciclistica, ma come ho iniziato ad andare in bici non lo so nemmeno io! Credo per gioco, da bambino. Poi pian piano il gioco è diventato sempre più serio ed a 15 anni ho iniziato con le corse, quelle vere. Devo dire grazie ai miei genitori se l'ho potuto realizzare, questo sogno.
    Siccome oggi non c'è stato molto di eccitante da raccontare, diciamo la verità: siamo tutti con gli occhi puntati sulle prossime tappe. Domani sarà dura, lunga e dura. Speriamo di azzeccare una fuga una volta tanto e di trovare qualcosa di buono. La squadra ha corso in modo normale finora, sempre restando nelle posizioni principali ma ancora manca l'acuto. Guardiamo alle tappe che verranno, io in particolare vorrei fare bene in montagna e per questo mi sono fissato in testa la cronometro di giovedì. Pur non essendo un cronoman ho visto che non è la classica corsa contro il tempo tutta pianeggiante ma ha due salite ed altrettante discese. Spero di fare bene, farò del mio meglio.
    Chi finora mi ha stupito, è stato Denis Menchov. Non pensavo venisse al Giro con questa facilità di pedalata e per questo penso possa, anzi, debba essere annoverato tra i possibili vincitori finali. Domani farà qualcosa, statene certi, così come si muoverà Leipheimer, un altro che vedo bene, anche se per vederlo bene non ci vuol certo la palla di vetro... Chi mi ha colpito è stato Armstrong. Sempre nel gruppo, quasi mai in luce, si vede che è un corridore a cui manca il ritmo di gara perché è stato fermo a lungo. Il suo Giro naturalmente è bell'e andato, nonostante ciò la gente è attirata da Armstrong in un modo che davvero non avevo mai visto prima. Io stesso ho un po' di soggezione nei suoi confronti e non sono ancora riuscito a parlargli, anche perché prima e dopo la corsa le possibilità sono nulle. Però penso che Armstrong, nonostante la forma esibita in questi giorni, sarà pronto a battagliare per il Tour come ha sempre fatto.
    Ora vado, prima di dormire vorrei ancora parlare con i miei genitori. Utilizzo molto Skype, così posso tenermi in contatto con loro dovunque mi trovi. Ci vediamo domani, chissà che non riesca a fare il colpo con una fuga! (John-Lee Augustyn)

    Martedì 19 maggio - 10a tappa - Cárdenas: Félix el Gato
    Salve a tutti, mancavo solo io all'appello tra i corridori della squadra... Dopo dieci tappe ed un giorno di riposo, eccomi qua, proprio oggi che ho provato ad andare in fuga con successo. Sono scappato sul Sestriere ed alla fine s'è formato un gruppetto di quattro corridori, abbiamo lavorato bene insieme e finchè il gruppo non è arrivato di gran carriera abbiamo corso con un bel ritmo. Stamane ero il meglio piazzato in classifica tra quelli del team, ora ho un sacco di minuti di ritardo ma non importa, anzi meglio. Sarà più facile essere lasciato libero di qui in avanti e magari trovare la vittoria.
    Negli anni scorsi ho assaporato la vittoria al Tour, ho vinto alla Vuelta, dove sono stato due volte il miglior scalatore, e così ho pensato che sarebbe stato bello provare l'emozione di vincere anche al Giro, non credete? Io penso di sì! Specialmente perché tra qualche anno nessuno si ricorderà di un mio piazzamento in classifica generale al Giro ma se arrivasse una vittoria state certi che quella resta scolpita nella memoria delle persone. Ci ho provato oggi, a vincere, ma visto che gli uomini di classifica andavano molto forte nel finale ho capito che era meglio rialzarsi e riparmiare le forze, anche se non fa parte del mio carattere. Sono un tipo che ama farsi sempre vedere, in corsa come fuori. E se per farlo in gara attacco, nella vita mi diverto, vado alle feste con gli amici, a ballare con la moglie, magari mentre beviamo una bella birra. Si tratta di una bella vita, faccio tutto quello che mi piace, senza problemi! La vita del ciclista è un'altra, infatti molti mi dicono che quando torno a casa, in Colombia, non mi alleno ma vado alle feste. Io non rispondo nulla se non che è normale fare così, divertirsi, lo faccio da quando sono nato! Naturale che prima di un appuntamento importante come il Giro ho fatto la vita, quindi vai a dormire presto, ti alleni per bene e via discorrendo. Ora siamo in ballo! Mi piace molto andare a ballare, tra l'altro... Dicevo, ora siamo in ballo, ma dopo il Giro farò tutto con molto più relax, divertendomi.
    Sia oggi che a Milano ci sono stati due episodi fuori dalla corsa che hanno attirato l'attenzione della gente. A Milano abbiamo deciso di farci sentire, perché il percorso cittadino era davvero pericoloso. In pianura c'è chi lima, chi vuol fare casino, si viaggia a velocità elevate ed i rischi sono enormi. Questo la gente non lo capisce sempre, purtroppo. Per dire, anche oggi c'erano molti rischi nella discesa finale, pericolosa e veloce.
    Eppure la discesa non si percorre in gruppo, come una volata, ma in fila uno dietro l'altro. Così i rischi sono ridotti al minimo, basta fare attenzione e si arriva alla fine senza problemi. Ma oggi la notizia che più ci ha scosso è stata la morte del motociclista Fabio Saccani. L'ho appreso sul pullman dopo la tappa e mi è dispiaciuto molto. Lo show deve continuare e così il Giro non s'è fermato nemmeno di fronte alla morte, che è l'unica cosa certa nelle nostre vite. Tutti siamo destinati a morire, della vita non sappiamo nulla se non questo. Sicuramente domani faremo qualcosa per Saccani, magari metteremo in vendita dei braccialetti o qualcosa del genere, non so...
    Domani la tappa è facilissima, arriverà la fuga senza ombra di dubbio perché le squadre più forti oggi hanno lavorato a ritmi davvero elevati e giovedì ci sarà la cronometro, anch'essa non facile. Si risparmieranno forze, quindi. Noi proveremo ad entrare nelle fughe. Sino ad ora siamo stati piuttosto sfortunati ma proveremo tutti e sette ad azzeccare la fuga buona. Già, ho detto sette perché Soler farà classifica e correrà bello calmo, mentre Hunter disputerà la volata. Speriamo che gli altri di noi riescano a concludere qualcosa di buono, mi ci metto dentro anch'io!
    Avrete capito che fermo non ci so proprio stare. Non sono un tipo da pantofole e divano quando sono a casa così come in corsa non me ne sto troppo a guardare senza agire. E poi correre mi piace da matti! Il ciclismo è tutto per me. Sapete cosa dico sempre a mia moglie Marcela? Di fare la brava a casa, perché ora sto lavorando e fino almeno a quarant'anni non smetterò con il ciclismo professionistico. Però una volta appesa la bici al chiodo non vorrei più lavorare, allora chi dovrà darsi da fare in famiglia sarà un'altra. Mi piacerebbe aprire un albergo in Colombia e magari invitare una squadra ciclistica perché si alleni in altura. Mi sto sistemando bene, insomma.
    Ora vado in camera, ci troverò già Hunter, con il quale ho un gran bel rapporto, andiamo molto d'accordo. Di solito vado su e parlo almeno un'ora con la mia famiglia. Ho due bimbi, O'Grady e Kevin. O'Grady, proprio come il ciclista! Però il nome mi ha ispirato perché era un po' insolito, non c'entra nulla il corridore della Saxo Bank, ve lo assicuro... La lontananza dalla famiglia si fa sentire eccome, ho troppo bisogno di sentire ogni giorno i miei bimbi e Marcela. Questo vale anche per Hunter, così stiamo ore attaccati al computer a parlare con le nostre famiglie.
    Non sono uno che se ne sta a far niente, ve l'avevo detto! Forse anche per questo la stampa mi ha dato un soprannome, el gato, che non mi dispiace affatto. Il soprannome è frutto del mio nome di battesimo e di un cartone animato di una ventina di anni fa, anche di più. Comunque, nel periodo in cui mi affermai in bicicletta era in voga questo fumetto che si chiamava Félix el Gato. Sicuramente l'avrete vista almeno una volta nella vita. Ricordo che i giornalisti colombiani mi chiamavano a gran voce: «Ehi Félix, Felix el Gato!», dopo le mie vittorie. E così da Cárdenas sono presto diventato Félix el Gato. Spero di graffiare almeno una volta in questo Giro! (Félix Rafael Cárdenas Ravalo)
     
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9 replies since 9/5/2009, 14:38   122 views
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