Ciclismo, ancora un caso di doping: Cucinotta positiva alla Cdm su pista

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  1. SarriTheBest
     
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    Caso Cucinotta: test dna sul campione positivo. Il Tna vuol vederci chiaro
    Udine - venerdì 15 maggio 2009 - Il caso di Annalisa Cucinotta, la 23enne pistard friulana risultata positiva al boldenone ad un controllo a fine 2008 alla Coppa del Mondo di Calì in Colombia, riserva l’ennesima sorpresa.
    All’udienza di oggi infatti il Tribunale Nazionale Antidoping del Coni - davanti al quale la Cucinotta era stata deferita dalla Ufficio della Procura Antidoping - con un provvedimento davvero unico nel suo genere - e forse per la prima volta adottato nella storia dell’antidoping - ha disposto l’acquisizione dal laboratorio Ucla di Los Angeles del campione sul quale erano state svolte le controanalisi e che avevano confermato la positività allo steroide anabolizzante, affidando alla Polizia Scientifica il compito di svolgere un test dna per appurare se le urine sono effettivamente attribuibili alla ciclista friulana.
    In sostanza, il Tribunale ha così fatto propri i dubbi che la Cucinotta aveva sollevato riguardo alla propria positività e ha così ritenuto - nonostante non ci fossero prove concrete di uno scambio di campioni, ed anzi la procedura sotto il profilo formale fosse corretta - illogico ed assurdo (le assonanze con il caso dello schermitore Baldini sono evidenti) che l’atleta - proprio nell’imminenza di un gara e senza utilità alcuna e dopo che per anni, e fin un mese prima, era risultata negativa a tutti i controlli - avesse potuto doparsi.
    Ovviamente soddisfatta Annalisa Cucinotta: “Ho sempre detto e continuerò a ribadire di non aver mai preso il boldenone, sostanza che prima della notizia della positività non sapevo neppure cosa fosse. Non so ora se il test del dna mi scagionerà (lo scambio di campioni è infatti una delle varie ipotesi sollevate), ma di sicuro la decisione odierna dimostra che anche il Tribunale Antidoping, nonostante non abbia potuto portare prova alcuna di uno scambio, ha creduto alla mia buona fede, alla mia storia di atleta ed alla mia correttezza. Lotterò quindi fino alla fine per dimostrare la mia innocenza. Ringrazio il mio legale avvocato Da Re e il mio consulente tecnico dott. Pieraccini per l’incredibile lavoro svolto”.
    Pur con la consueta prudenza, visibilmente soddisfatto anche l’avvocato pordenonese Alessandro Da Re per lo straordinario provvedimento ottenuto.
    “E’ solo un’ordinanza istruttoria, ma è indubbio che il Tribunale ha oggi di fatto accolto la tesi che nel caso di Annalisa vi è il ragionevole dubbio che lei - nonostante le oggettive risultanze dei controlli e la raggiunta prova della positività - non sia responsabile. E questo perché tutte le concrete circostanze, puntualmente documentate e comprovate, dimostrano che solo un folle avrebbe potuto assumere il boldenone in quel modo. Il precedente è davvero unico nel suo genere, vista l’assoluta rigidità della normativa antidoping, fondata sul principio di responsabilità oggettiva, su di un giudizio di colpevolezza legato alla mera probabilità e su di un onere della prova a carico dell’atleta invece pieno e assolutamente rigoroso. Ovviamente, parallelamente all’ipotesi dello scambio, si è sollevata anche quella dell’assunzione inconsapevole, vista la promiscuità tra atleti tipica di quelle gare, ed è anche in questa direzione che la difesa si muoverà e si sta muovendo. Resta comunque un dato oggettivo: oggi il Tribunale Antidoping ha in qualche modo creduto alla buona fede di Annalisa e ne ha apprezzato la correttezza ed il contegno tenuto in tutta la sua carriera sportiva ed in questa vicenda. Il che è già una vittori.”.
    Non resta quindi che attendere, ora, gli sviluppi del caso.

    Rudy Polato - ciclonews.it
     
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8 replies since 11/1/2009, 03:04   249 views
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