15° Tappa: Forlì - Faenza

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  1. Vince™
     
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    15° Tappa
    Forlì - Faenza



    PRESENTAZIONE DELLA TAPPA

    È la Cenerentola delle tappe montane del Giro 2009, ma non per questo andrà sottovalutata la Forlì – Faenza, assolutamente. Sicuramente è la più facile tra le quattro frazioni che gli organizzatori hanno considerato miste, né facili, né considerabili di montagna vera e propria. L’altimetria sembra dar loro ragione, per chilometraggio contenuto e salite non impossibili, tra l’altro collocate ad una distanza dal traguardo che pare sminuirne l’importanza (l’ultima è a 26 Km dalla meta). La storia della corsa rosa c’insegna, invece, che frazioni come queste – né carne, né pesce potremmo definirle – bisogna correrle guardinghi, con le antenne ben dritte, perché le sorprese sono dietro la curva. Spulciando nella storia del Giro si possono estrapolare diversi episodi relativi alla maglia rosa di turno, messa alla frusta in frazioni simili e, in almeno tre occasioni, ciò è accaduto sulle tormentate strade dell’Appennino emiliano - romagnolo. Ricordate la rincorsa di Frigo al portoghese Azevedo, che rischiò di soffiargli la leadership andando verso Reggio Emilia nel 2001? Oppure, tornando indietro di un decennio, l’attacco a Gianni Bugno nella piovosa tappa di Langhirano del 1990, nell’unica giornata di vera difficoltà per il monzese, dominatore di quel Giro dalla prima all’ultima tappa? Il precedente che più ci interessa è, però, quello del Giro 2003 e non solo per quel che accadde quel giorno, ma anche perché gli ultimi 95 Km di quella frazione saranno riproposti pari pari andando verso Faenza, oggi come sei anni fa sede d’arrivo. In una frazione che si considerava interlocutoria, mentre davanti procedeva la fuga di giornata, partì all’improvviso Gilberto Simoni, un attacco promosso sulla penultima ascesa di giornata, il Monte Casale. Con quest’azione il corridore trentino riuscì a strappare la maglia rosa a Garzelli per un solo secondo, ponendo la prima pietra del suo secondo successo al Giro d’Italia che, tappa dopo tappa, gradino dopo gradino, lo porterà ad imporsi a Milano con oltre sette minuti sul varesino.
    Sotto l’aspetto tecnico, la 15a frazione della corsa rosa misurerà 161 Km, dei quali 39 in salita, dilazionati in sette rate. La più corposa sarà l’ultima, quel Monte Trebbio che non è soltanto l’ascesa più impegnativa di questa tappa (Valletta a parte) ma anche quella più carica di storia ciclistica: scoperta nel 1911 dal Giro di Romagna, è il simbolo stesso di questa gara, a lunga definita un luogo “spaventevole” per le sue pendenze e per lo sterrato (oggi scomparso) che Fausto Coppi, unico fra tutti i vincitori della gara, per ben tre volte riuscirà a domare.
    Anche la località di partenza è legata alla corsa rosa, essendo forlivese D.O.C. il vincitore dell’edizione del 1958, quell’Ercole Baldini che è stato anche campione nel mondo e primatista dell’ora. Nel suo palmares si segnalano anche quattro edizioni del Trofeo Tendicollo, interminabile prova a cronometro che si svolse per la prima volta proprio nel 1958 e proprio a Forlì. Meglio di lui riuscì a fare solo Gimondi: cinque vittorie del bergamasco segnala l’albo d’oro di questa corsa, che si disputò fino al 1979, dopo il trasloco della sede di gara a Castrocaro Terme. La città del noto festival musicale sarà la prima ad essere toccata dall’itinerario di questa frazione, appena dopo aver sfiorato l’interessante borgo fortificato di Terra del Sole, dove si sono conservate quasi intatte la cerchia muraria ed il tessuto urbano cinquecenteschi.
    Si giungerà all’attacco del primo colle a 44 Km dalla partenza ma questo non sarà un preludio pianeggiante, pur mancando le salite: il tracciato, seguendo fedelmente la SS 67, sarà tutto un lieve ascendere, guadagnandosi in questo tratto quasi 450 metri di quota. Passata Dovadola, si stacca dalla statale verso sinistra una strada diretta al Trebbio, il versante meno nobile dell’ascesa (ma pure da questo lato s’incontrano tratti caratterizzati da pendenze impegnative), quello dal quale si salì in occasione di un traguardo di tappa della corsa rosa proprio in cima al monte, tagliato per primo da Giancarlo Bellini: era il 19 maggio, il giorno nel quale Eddy Merckx convocò una conferenza stampa per annunciare la fine della sua carriera, nel corso della quale aveva conquistato, tra le altre corse, cinque edizioni del Giro d’Italia.
    Attraversate Rocca San Casciano e Portico di Romagna, la fase iniziale di questa frazione si concluderà a San Benedetto in Alpe, piccolo villaggio sorto nell’XI secolo presso un’abbazia benedettina che fu visitata anche da Dante. L’autore della Divina Commedia, che concluse la sua esistenza terrena nel Ravennate, fu colpito a tal punto da questi luoghi da tratteggiare la spettacolare Cascata dell’Acquacheta nel canto sedicesimo dell’Inferno.
    Siamo alla base dello storico Passo del Muraglione, ma i “girini” faranno temporaneo ritorno in Toscana attraverso una strada secondaria, che attraversa la catena appenninica superando due piccoli passi in rapida successione, il Peschiera e l’Eremo. Il primo, posto al termine di una salita di 8,3 Km (media del 5,1%) caratterizzata da una quindicina di tornanti, si trova a circa 3000 metri dall’altro valico, tratto di strada che per metà si svolge in discesa. La breve risalita verso l’Eremo presenta, però, inclinazioni più elevate, debuttando gli ultimi 1,6 Km con uno strappo di mezzo chilometro all’8,6% (max 10%). Planando verso la valle del Lamone, nella quale si tornerà anche nelle battute conclusive di questa tappa, si sfiorerà l’eremo che attribuisce il nome al valico, fondato nel 1053 da San Pier Damiani e, dopo un lungo periodo di abbandono, riattato nel 1991 e nuovamente affidato ad un ordine religioso. Conclusa la discesa a Marradi si riprenderà immantinente a salire, diretti ai 701 metri del Colle Carnevale. Il nome pare uno scherno, la salita non lo è affatto perché, pur non essendo dura, presenta comunque una bella pendenza (6 Km al 6,2%). Comunque, difficilmente qualcuno vorrà provarci quassù, a quasi 90 Km dalla meta e con davanti la prospettiva d’affrontare un lunghissimo tratto privo di difficoltà. Una volta scesi a Palazzuolo, i successivi 16 Km si svolgeranno sulla scorrevole statale della Valsenio, percorrendo la quale si rientrerà definitivamente sul suolo romagnolo. Si tornerà a parlare di salite dopo aver attraversato Casola, paese natale di Alfredo Oriani: scomparso proprio nell’anno del primo Giro d’Italia, non fu soltanto noto poeta e scrittore ma anche uno dei primi cultori della bicicletta, alla quale dedicò un’ode e con la quale prese parte, alla fine dell’800, ad un raid appenninico di quasi mille chilometri. In questo comune si attaccherà l’ascesa verso il Valico di Cima Pozzo, 5 Km al 5% per arrivare in vetta a quello che è ciclisticamente più noto come Monte Albano, in una zona ambientalmente caratterizzata dal bianco panorama della “Vena del Gesso”. Con questo nome è definita la dorsale che si estende tra le valli del Lamone e del Sillaro, costituendo il più imponente affioramento della formazione gessoso-solfifera in Italia.
    La facile discesa dall’Albano farà da antipasto al gran finale, introdotto dal Valico la Valletta. Il vezzeggiativo ben si sposa all’esiguità del chilometraggio e del calibro stradale, non certo con le pendenze che questo “canino” presenta su entrambi i versanti: nel verso della salita la Valletta ricorda certe violente ascese delle Ardenne, con una pendenza media dell’8%, registrata su poco più di 3 Km, ed una stilettata al 18%, che potrebbe rimanere nelle gambe al momento d’affrontare gli ostacoli successivi. È, forse, per questo motivo che molti rimasero “appiedati” dall’attacco di Simoni sul Casale, che si affronterà subito dopo esser tornati nella valle del Lamone ed averne attraversato il centro principale, quella Brisighella che è famosa per la “Via degli Asini”, passata alla storia come la strada sopraelevata più antica del mondo, venutasi a formare nel medioevo quando fu scavata, per esigenze urbanistiche, la base di roccia sulla quale poggiava.
    Il Casale è un’ascesa dai due volti, un po’ come Dottor Jekyll e Mister Hyde. Questi incarna la prima metà della salita, che si arrampica per 4 Km al 6,8% e presenta un tratto di 1200 metri al 9,6% medio. Sei anni fa Simoni non partì qui, ma all’inizio dei conclusivi 3,5 Km, nei quali la strada compie l’inversione in Dottor Jekill, accomodandosi al 3,5% e concedendosi solo una fiammata di 400 metri all’8,7%.
    Scesi a Modigliana si andrà all’attacco del Trebbio, la salita faro di questa tappa, che ha dimostrato tutto il suo potere selettivo anche all’ultima edizione della “Settimana Internazionale Coppi e Bartali”, in una frazione che pure ha proposto l’epilogo a Faenza e che si è conclusa con la vittoria di Damiano Cunego. La distribuzione delle pendenze è similare a quelle del Casale, con le maggiori inclinazioni (media dell’8,1% e massima del 15%) previste nei primi 4 chilometri, nel corso dei quali si superano anche sei tornanti che, per la loro collocazione, non agevolano la marcia. Facilissimi i 1800 metri che conducono al bivio per Faenza, dove si abbandona la salita del Trebbio vera e propria (continuando dritti si andrebbe al valico omonimo, presso il quale si trova un monumento dedicato ai ciclisti, restaurato tre anni fa a seguito di un atto vandalico), continuando però ad ascendere per 300 metri, nuovamente su pendenze impegnative (7,8%), sino al luogo ove sarà collocato lo striscione del GPM.
    Andare al traguardo non sarà facile perché i 26000 metri conclusivi cominceranno con una discesa tecnica, che alterna tratti veloci ad altri da pedalare e ad altri ancora dove bisognerà stringere i freni. È il caso del ripidissimo troncone finale della discesa, che precipita sulla pianura padana con un troncone di 4 Km al 7,4%, contenente un muretto al contrario di 600 metri (media del 10,3%). Infine, attenderanno i “girini” meno di una decina di chilometri piatti, lisci come le ceramiche che hanno fatto la fortuna di Faenza fin dal Rinascimento.

    I VALICHI DELLA TAPPA

    Passo della Peschiera (930m). Vi transita la strada provinciale che mette in comunicazione San Benedetto in Alpe (Emilia – Romagna) con Marradi (Toscana). Quotato 925 metri sul testo “Emilia Romagna 2” della collana “Passi e valli in bicicletta” (Giuliano Righi, Ediciclo), è segnalato come “Passo Peschiena” sul testo “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo). La strada taglia il confine regionale 100 metri prima di giungere sul passo, sul versante di San Benedetto in Alpe.
    Passo dell’Eremo (917m). Vi transita la strada provinciale che mette in comunicazione San Benedetto in Alpe (Emilia – Romagna) con Marradi (Toscana). Quotato 921 sull’atlante TCI e sulle cartine del Giro 2009.
    Passo di Trebbo (684m). Vi transita la strada provinciale che mette in comunicazione San Benedetto in Alpe (Emilia – Romagna) con Marradi (Toscana). È valicato scendendo dal Passo dell’Eremo, tra le località Val della Meda e Badia del Borgo.
    Valico di Sant’Ilario (721m), Valico del Carnevale (701m). Toccati dalla strada provinciale che mette in comunicazione Marradi con Palazzuolo sul Senio. Il primo è l’unico segnalato sulla cartografia del TCI, che gli assegna una quota di 700 metri (abbassata a 690 sul testo “Toscana” della “Guida d’Italia”, sempre del TCI). Il secondo, sede del GPM, è quotato 721 sulle cartine del Giro 2009.
    Valico di Cima Pozzo (412m). Vi transita la strada che mette in comunicazione Casola Valsenio con Zattaglia. Non segnalato sul testo “Valichi stradali d’Italia”, è invece riportato sulla citata pubblicazione della collana “Passi e Valli”, con una quota di 412 metri. È l’ascesa segnalata come Monte Albano sulle cartine del Giro 2009, che gli assegnano una quota di 438m.
    Valico La Valletta (412m). Vi transita la strada che mette in comunicazione diretta Zattaglia con la SS 302, evitando il passaggio per Brisighella e toccando la località San Michele in Quarneto. Non è segnalato sul testo “Valichi stradali d’Italia”.

    N.B. Nell’elenco dei valichi odierni non è contemplato il Valico di Monte Trebbio (575m, strada Modigliana – Dovadola), perché non sarà toccato direttamente dal percorso, che a poche centinaia di metri dal passo svicolerà sulla sinistra per scendere verso Faenza.

    Mauro Facoltosi - ilciclismo.it


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    Cronotabella

    Edited by SarriTheBest - 5/5/2009, 16:26
     
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  2. illip
     
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    Qui mi sa che gli uomini di classifica lasceranno andare fino alla fine una bella fuga
     
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  3. Ricardinho92
     
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    Domani è una tappa strana...Di Luca è difficile che attaccherà sul Trebbio...in più il giorno dopo c'è il tappone vero
     
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    CITAZIONE (Ricardinho92 @ 23/5/2009, 17:37)
    Domani è una tappa strana...Di Luca è difficile che attaccherà sul Trebbio...in più il giorno dopo c'è il tappone vero

    Infatti...
     
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  5. riccarduz94
     
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    Ancora fuga bidone???
     
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  6. Vince™
     
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    speriamo in un attacco tipo 2003 del gibo :sisi:
     
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    CITAZIONE (Vince™ @ 23/5/2009, 20:01)
    speriamo in un attacco tipo 2003 del gibo :sisi:

    Sarà molto molto difficile...
     
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  8. f23zelk
     
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    vabbè niente attacco...ma che almeno vada in fuga....
     
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  9. Pell
     
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    secondo me i Liquigas già domani dovrebbero provare qualcosa (anche se Basso verrà poi ripreso in discesa) ... magari trovano alleati
     
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    Io sto con Cassani e la sua previsione di arrivo di fuga con alcuni corridori di media classifica... Scarponi, Cunego, S _ _ _ _ i, Soler... può esser la loro tappa...
    I big invece se ne staranno buoni buoni in attesa di Lunedì...

    Sarebbe ganzo vedere una fuga in stile Pereiro al Tour 2006 (con chi so io dentro :asd:)... la speranza è l'ultima a morire... :asd:
     
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  11. Ricardinho92
     
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    CITAZIONE (SarriTheBest @ 24/5/2009, 02:57)
    S _ _ _ _ i

    Fabio Sacchi...ma non è al Giro :asd: Mi dispiace oggi S_ _ _ _ i non farà niente

    Se devo dire un big che può sorprendere dico Sastre...in fondo deve recuperare molto e già da oggi se ci crede...
     
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  12. riccarduz94
     
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    L'ultimo gpm mi sembra un po lontano...in questi tempi gli uomini di classifica nn attacano ai meno 25km
     
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    Chissà se Basso farà qualcosa per recuperare terreno, oppure rischierà tutto domani...
     
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  14. Elnor
     
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    Spero in una bella tappa ma ci credo poco all'attacco di gente di classifica.

    Personalmente dopo ieri sono un filo deluso.
     
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  15. bralic
     
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    anche secondo me oggi niente per gli uomini di classifica.. e nemmeno per un sastre, anche se è un pò lontano, dopo quello che ha fatto al tour l'anno scorso non si fideranno a lasciarlo andare.

    per me questa tappa non dirà nulla. l'unica possibilità è la fuga con qualche uomo di mezza classifica che potrebbe rientrare. ma anche rientrasse un cunego o un s____i non servirà a nulla perchè non hanno una condizione adeguata per far bene poi. massimo un successo di tappa (che per lora al momento è anche troppo)
     
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85 replies since 14/12/2008, 19:06   913 views
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