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SarriTheBest
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Il ritorno alla Lampre nel futuro di Tonti
C’è ancora la Lampre di Damiano Cunego e del neo campione del mondo Ballan nel futuro di Andrea Tonti? Sono ore decisive per la nuova destinazione professionista fidardense, che ha lasciato la Quick Step alle prese con notevoli problemi finanziari.
Oltre alla Lampre resta in piedi l’ipotesi valutata insieme a Bettini fino alla vigilia del mondiale di Varese di un nuovo club italo-svizzero ma sembra che la soluzione Lampre sia quella più probabile.
“I contatti ci sono, spero di concludere presto un biennale - ci dice Andrea Tonti che si sta riposando a Castelfidardo dopo le fatiche iridate -. Cunego ha chiesto a Saronni di avermi al suo fianco. Se tornassi alla Lampre mi sentirei a casa mia, conosco bene l’ambiente ed i compagni. E’ la squadra che va per la maggiore, sarebbe un’ottima soluzione ma oltre al gradimento dei compagni bisogna valutare come organizzarsi e che tipo di garanzie vengono offerte dal club”.
Resta il rammarico per il ridimensionamento della Quick Step.
“Lì ho trascorso stagioni importanti al fianco di Bettini. Non riuscivano più a garantire economicamente gli ingaggi. Nella scelta di Paolo di abbandonare il ciclismo le difficoltà della Quick Step hanno inciso ma da tempo ci ripeteva che era giunto il momento di dire basta. Nessuno di noi gli credeva, fino a quel pomeriggio che ha indetto la conferenza stampa. Penso che dopo la moglie sia stato io, come compagno di camera, a saperlo”.
Tonti rivela un retroscena del trionfo di Varese.
“La strategia l’ha fatta Bettini perchè c’era un problema radio e non riuscivamo a comunicare con il commissario tecnico Ballerini. E’ lui che mi ha incaricato di movimentare la corsa ed è lui che ha dato via libera alla fuga dei 15 con tre italiani”.
Sulla squalifica di Riccò il fidardense è drastico.
“Chi sbaglia, chi bara, deve pagare”.
Ma se un controllo antidoping avvenisse a poche ore dalla finale della Coppa del Mondo di calcio come si è verificato a Varese per i ciclisti?
“Non li farebbero neppure entrare nello stadio”.
Francesco Fiordomo (Messaggero Marche)
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