Franco Pellizotti

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  1. SarriTheBest
     
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    «Io capitano? Sono pronto»
    Ecco Pellizotti: Liegi, Giro e Varese

    26 maggio 2007, 14a tappa del Giro, siamo a circa 3 km dalla vetta dell'ultimo colle della Cantù-Bergamo, a 40 km dalla città orobica. Franco Pellizotti è con Savoldelli, Mazzoleni, Simoni, Garzelli, Bettini e Baliani. Il suo capitano Danilo Di Luca, in Maglia rosa, lungo la discesa del Passo San Marco non ha retto il ritmo spericolato del duo Astana, e ora insegue con Cunego&Co. a 1'00". Le gambe del biondo friulano girano a meraviglia e, sfruttando la situazione, già pregusta l'arrivo sulla rampetta di Bergamo Alta, che sembra fatta apposta per lui. Dalla radiolina, la voce del ds Zanatta lo riporta alla realtà: «Danilo è solo. Nibali, Wegelius e Noè hanno mollato, il capitano ha bisogno di te, devi fermarti e aspettarlo». È dura da digerire, ma bisogna obbedire, e Franco, pur contrariato, scorta il capitano fino a Bergamo, aiutandolo a limitare i danni. Ma, si sa, la ruota gira. Quest'anno Danilo è partito per altri lidi, tutta la Liquigas correrà per lui sulle strade del Giro d'Italia; Franco ha la grande occasione della vita e punta deciso al podio di Milano.
    - Franco, dai un voto e un giudizio al tuo 2007 dopo una prima parte di stagione ad alti livelli, con la vittoria alla Parigi-Nizza, una buona Milano-Sanremo e un ottimo Giro d'Italia a fianco di Danilo Di Luca e, invece, una seconda parte dove ti si è visto poco, se non per un terzo posto di tappa alla Vuelta.
    «Avevo preparato bene l'inizio di stagione e sono riuscito a conservare un'ottima gamba fino al Giro. Poi, dopo la pausa, non so cosa sia successo; forse abbiamo sbagliato qualcosa a livello di preparazione. Puntavo a fare una buona Vuelta per poter ambire, magari, ad una maglia azzurra a Stoccarda e poi fare bene le classiche d'autunno, come l'Emilia ed il Lombardia. Invece, dopo una Vuelta così così, ho corso solo il Cimurri, perché ero molto stanco e ho preferito recuperare, anche per via di qualche piccolo malanno. Tutto sommato, credo comunque di meritare la sufficienza».
    - Danilo Di Luca lascia a tutta la squadra, ma soprattutto a te che tecnicamente sei il corridore che gli somiglia di più, una pesante eredità. Come vivrai, dopo tre anni "al suo servizio", questa prima stagione da capitano per il Giro e per le classiche più impegnative?
    «Sono sinceramente molto dispiaciuto per la partenza di Danilo. Abbiamo sicuramente perso un faro per tutta la squadra. D'altra parte, si avvera il sogno di poter correre, a 30 anni, nel pieno della maturità fisica, delle corse importanti come il Giro, o la Liegi, da capitano. Avrò un po' di responsabilità in più, ma credo di poterla reggere; ho l'esperienza sufficiente per farlo, la strada dirà se ne sono stato all'altezza».
    - Solita domanda: Pellizotti è un corridore da grandi giri o da classiche in linea?
    «Nelle corse di un giorno impegnative credo di essere molto competitivo, essendo dotato anche di un buono spunto veloce. Ho già fatto qualche piazzamento importante alla Liegi, alla Freccia, all'Emilia e anche alla Sanremo, correndo principalmente in appoggio ai capitani. Nei giri di una settimana vado abbastanza bene, vedi la Parigi-Nizza di quest'anno, che ho corso pur non preparandola al meglio, ottenendo una vittoria di tappa e un buon piazzamento finale. L'anno prossimo vorrò decisamente puntare a fare classifica al Giro e, se i risultati sulla tenuta nel corso delle tre settimane non saranno confortanti, nel 2009 tornerò a dedicarmi alle gare di un giorno e alle brevi corse a tappe».
    - Quanto ti è pesato, lo scorso anno, dover rinunciare ad un tuo successo parziale, pensiamo a Montevergine e soprattutto a Bergamo, per dover aiutare Di Luca a vincere il Giro?
    «Lì per lì un po' di rammarico c'è stato. Soprattutto a Bergamo dove, secondo me, avrei vinto la tappa per come si era messa, e invece mi son dovuto fermare e aspettare Danilo che quel giorno era un po' in difficoltà. Alla fine del Giro, tutto sommato, sono stato contento di averlo aiutato ad indossare quella maglia e, pensandoci bene, l'esperienza accumulata quest'anno mi servirà nel futuro per gestirmi nel corso delle tre settimane in una corsa come il Giro».
    - Che te ne pare del Giro che si sta delineando (il percorso sarebbe stato presentato un paio di giorni dopo, ndr) con le quattro crono (cronosquadre, cronoscalata e due crono da una trentina di km) e l'ultima settimana infarcita di salite?
    «Per la cronosquadre e l'arrivo al Plan de Corones penso che a noi vada bene, anche per quello fatto vedere l'anno scorso alla Maddalena con tutta la squadra, e personalmente a Oropa. Anche nella crono di Verona mi sono difeso abbastanza bene e quindi sono fiducioso. Quello che mi preoccupa un po' è il recupero tra una tappa e un'altra; nei Giri scorsi mi è sempre capitata una giornata no che mi ha fatto perdere molto terreno nella generale. Staremo a vedere, io sono fiducioso».
    - Dove, secondo te, si è visto il miglior Pellizotti quest'anno e dove lo dobbiamo aspettare l'anno prossimo?
    «La risposta è unica per tutte e due le domande, al Giro d'Italia, anche se nel 2008 sogno anche di fare una grande Liegi».
    - Conosci già il percorso del Mondiale di Varese?
    «Non l'ho visto ancora, ma lo conosco. È molto duro e, per questo, lo vedo adatto alla mie caratteristiche. Dopo il Giro mi fermerò per qualche settimana e, se la condizione mi sorreggerà, proverò a conquistare una maglia azzurra andando alla Vuelta».

    Giuseppe Cristiano
     
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23 replies since 5/1/2008, 16:19   1122 views
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