Stoccarda: Outsiders

Da Davis a Kirchen, ecco chi tenterà il colpaccio

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Stoccarda: Outsiders
    Da Davis a Kirchen, ecco chi tenterà il colpaccio

    Se Italia, Spagna e Germania saranno le squadre di riferimento, in tanti si candidano al ruolo di guastafeste. Dall’Australia che, pur senza i due corridori meglio piazzati a Salisburgo, McEwen e O’Grady si giocherà ugualmente la carta dell’alta velocità con Allan Davis ai probabili tentativi all’ultimo chilometro con il fresco vincitore a crono Cancellara come gran spauracchio si passa per le speranze dei tanti cacciatori di Classiche che proveranno a portar via una fuga negli ultimi giri. Federico Petroni cura per noi l’interessante analisi degli outsiders iridati.


    La brevità, gran pregio. Proprio da questa caratteristica nasce il fascino del Mondiale. Se ne parla per mesi, si prepara per anni, si ricorda per sempre. Basta un niente però per vincere. Una frazione di secondo, una curva, un buco. Capita che la maglia iridata sia indossata da un carneade. Questo anche a causa della facilità dei percorsi, per nulla paragonabili a massacranti classiche come Lombardia o Liegi. Ma forse, la bellezza del Mondiale nasce anche dall’apertura del pronostico. Come non ricordare il recente exploit di Igor Astarloa a Hamilton? Faceva parte di una corazzata invidiabile come la Spagna, eppure riuscì a ritagliarsi la sua occasione, al momento giusto. Il basco è diventato il modello o il miraggio di tanti onesti pedalatori, battuti tutto l’anno in tutte le corse, ma disposti a lasciarsi cullare dal sogno dell’iride, almeno per un giorno. Non grandi campioni ma neanche gregari. Non ghepardi ma neanche tartarughe. Non agili scalatori ma neanche pesanti passisti. Un’attenta analisi dei favoriti ai Mondiali non può non tenere conto di questi daydreamers, sognatori ad occhi aperti.

    Il più rappresentativo di questa speranzosa categoria è Allan Davis, 27enne australiano spesso ben piazzato in grandi classiche come Parigi – Tours, Sanremo e Gand. La Vuelta appena conclusa ha evidenziato discrete qualità di sprinter su terreni accidentati. Il finale di Stoccarda, 2.6km al 3%, lo invoglia a fare bene. La resistenza ce l’ha. Lo spunto, pure. Gli manca il palmares. Avrà comunque a disposizione una squadra di guastatori come Evans, Rogers e McGee. Un posto tra i primi i cinque è alla sua portata. Simile il discorso per altri due ruote veloci di lingua inglese, “Rhino” Hunter e “BabyFace” Cavendish. Il sudafricano, unico vero rivale di Boonen al Tour de France, non annovera risultati di prestigio in maratone del calibro del Mondiale, ma vanta una straordinaria potenza nel lanciare la volata. Il giovane pimpante britannico è alla prima esperienza. Difficile che possa impensierire spagnoli e italiani, anche se ha talento da vendere. Giunge a capo di un triumvirato ben assortito: oltre a lui, Roger Hammond secondo a Gand e quarto a Roubaix e un David Millar da immolare nelle fughe finali. Tra i candidati del “Davis Party”, aderisce anche il vichingo Thor Hushovd, misterioso fantasma di questa parte della stagione.

    Un gruppo di daltonici confonde la flame rouge dell’ultimo chilometro con lo striscione di arrivo. Qualcuno li chiama finisseurs, espressione evocatrice del più crudele dei boia. In realtà, questa categoria di pazzi scatenati accarezza il sogno di cogliere una vittoria con mille metri sparati a tutta. Sono anni che Philippe Gilbert, 25enne belga vallone, prova un simile colpaccio. Non ci è mai riuscito, anche se alla Vuelta ha sfiorato per due volte il successo di tappa con una sparata a ridosso del traguardo. Che facesse le prove generali per Stoccarda? Di test non ha invece bisogno Fabian Cancellara. Lo svizzero di Berna presenta un curriculum da incubo per i c.t. più blasonati del Mondiale. È il miglior finisseur al mondo, è il miglior cronoman al mondo, è il migliore spaccapietre del Nord al mondo. Roba da mal di testa. Un percorso nervoso come quello di Stoccarda potrebbe ingolfare il suo incredibile motore. Infiniti lutti addurrebbe al gruppo, qualora si presentasse in testa nella fasi conclusive.

    Un tratto peculiare degli ultimi Mondiali è la nascita di un’importante fuga durante gli ultimi giri. Questa azione da lontano racchiude spesso nomi altisonanti e uomini in palla. Verona 1999, con Freire e Casagrande. Hamilton 2003, con Bettini, Van Petegem. Madrid 2005, con Valverde e ancora il Grillo. I corridori che quest’anno dovranno per forza tentare la sorte da lontano saranno sicuramente capitanati dal tulipano Michael Boogerd, giunto al suo ultimo appuntamento di prestigio di una carriera prestigiosa. Povero Michael, sempre piazzato nelle classiche monumento, senza un vero acuto altisonante. Ci proverà, coadiuvato magari dai suoi delfini Dekker e Gesink, la nouvelle vague del ciclismo olandese. Assieme al vincitore dell’Amstel 1999, c’è da giurarci, vedremo la sinuosa sagoma di George Hincapie, un altro grande vecchio. Novelli Giovanna d’Arco, i pulzelli di Francia Voeckler e Chavanel, in evidenza a settembre, partiranno con lo spirito di risollevare le sorti dell’afflitta patria ciclistica. Se una siffatta fuga dovesse prendere corpo, magari con uno svelto sudamericano (Fischer o Duque) e un nostro stopper, la maglia di Iris sarebbe ipotecata.

    La brevità, gran pregio, si diceva. Dopo un tale affollato valzer di tante piccole speranze e sei grandi convinzioni, ecco i rivali più seri dei nostri. Lontana dai riflettori, strisciante all’ombra dei faggi del lussureggiante parco di Stoccarda, una nazionale trama una losca congiura ai re di Spagna, Germania ed Italia. È un Ducato ribelle, piccolo ed insignificante nelle cartine geografiche, ma di spessore in quelle ciclistiche. È il Lussemburgo, ricettacolo di bucanieri e cacciatori di taglie, pardon, di classiche. La ciurma del veliero Lussemburgo Volante è esigua ma agguerrita e compatta. Andy Schleck, mozzo a bordo per imparare, vedrà come mettere a frutto il suo talento. Kim Kirchen, nostromo d’esperienza, guiderà i lavori, riservandosi una sparata nel finale. Il più nobile ed elegante, per lignaggio e portamento, è comunque il Corsaro Nero, Franck Schleck. A detta sua, Liegi e Stoccarda sono sinonimi e non solo per il percorso. Nella Doyenne fu terzo, generoso promotore dell’azione di Di Luca. A Stoccarda, il vincitore della penultima Amstel vuole tornare ad essere terzo. Terzo lussemburghese volante a conquistare una medaglia ai Mondiali. Stavolta, dopo Frantz e Gaul, la vuole d’oro.

    Federico Petroni - ilciclismo.it
     
    .
0 replies since 30/9/2007, 00:39   74 views
  Share  
.