16° Tappa: Agordo - Lienz

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    16° Tappa
    Agordo - Lienz



    PRESENTAZIONE DELLA TAPPA

    All’inizio della terza settimana di gara, il Giro proporrà due giornate di riposo. La prima sarà reale e si consumerà lunedì 28 maggio: i corridori saranno ospitati in alberghi siti nel comprensorio sciistico "Dolomiti Stars", che ha sposato il ciclismo dal 2005. Almeno fino al 2008 quest’area ospiterà non soltanto la corsa rosa, ma anche una gran fondo, tracciata sulle rotte dei "girini": l’edizione 2007, in calendario due giorni prima ad Arabba, ripercorrerà un tratto del tappone delle Tre Cime, affrontando il Giau (il Colle Santa Lucia si farà solo nel percorso ridotto), abbinandolo ad altri celebri valichi dolomitici. Quanto al Giro, dopo gli arrivi a Zoldo Alto (2005) e al Passo San Pellegrino (2007), l’anno prossimo dovrebbe tornare a porre un traguardo nel comprensorio, probabilmente nella zona della Marmolada.
    La seconda giornata di riposo sarà vissuta in corsa. Infatti, il 29 maggio è in programma una frazione interlocutoria, tracciata tra gli incantevoli panorami dolomitici e tirolesi, ma priva di grandi difficoltà. I favoriti della classifica se la prenderanno comoda, anche perché siamo alla vigilia del temuto arrivo sullo Zoncolan e nessuno avrà certo voglia di spendere energie inutili, nemmeno chi non punta alla maglia rosa. Quindi, anche gli squadroni dei velocisti potrebbero decidere di lasciar via libera agli attaccanti di giornata. Avremo molte più probabilità di assistere all’arrivo di una fuga, piuttosto che ad un volatone. Così accadde nel precedente arrivo a Lienz, il 3 giugno 1994, quando s’impose Michele Bartoli e mise per la prima volta il naso fuori della finestra Marco Pantani. Allora, però, il tracciato della frazione era più consono ad azioni di questo genere, con l’ascesa al Bannberg collocata a 10 Km dal traguardo: stavolta, invece, ci sarà più spazio per un eventuale rientro del gruppo, essendo stata allontanata la cima della salita d’ulteriori 20 Km, mediante l’introduzione di un circuito finale pianeggiante.
    La 16a tappa prenderà il via da Agordo, il capoluogo della valle del Cordevole, luogo di villeggiatura frequentato per il clima mite e costante. Un centro che dal 31 ottobre 2005 è ancor più legato agli stupendi monti che lo circondano: in quella data Agordo si è gemellata con la cittadina francese di Dolomieu, patria del geologo Déodat Tancrède Gratet de Dolomieu, famoso per le ricerche sulla composizione della roccia delle montagne che da lui prendono il nome di Dolomiti.
    Nei chilometri iniziali si percorrerà la statale che segue il fondovalle, andando ad incrociare il tracciato della tappa delle Tre Cime tra Cencenighe e Caprile. A questo punto, si abbandonerà la SS 203 e s’imboccherà la salita diretta al Passo Fedaia, seguendola per poco più di un chilometro. Alle porte di Rocca Pietore, centro principale della Val Pettorina, s’imboccherà la "salita della "Digonera", così chiamata dal nome dell’unico paesello che si attraversa. L’ascesa termina circa 9 Km più avanti, all’altezza dell’innesto nella SS 48 e poco dopo aver rasentato l’ossario militare di Pian di Salesei. Compreso il tratto iniziale sulla strada diretta alla Marmolada ed al netto di quasi 3 Km pianeggianti, la prima delle cinque salite previste misura 7 Km e presenta una pendenza media del 6,2%, con un picco del 10% all’inizio della Digonera. Tra questa difficoltà e l’attacco della prossima, non ci sarà discesa ma un tratto in piano di quasi 6 Km, durante il quale si transiterà per Pieve di Livinallongo del Col di Lana, centro di villeggiatura che deriva il nome dal sovrastante monte, teatro di sanguinosi eventi bellici durante la prima guerra mondiale. Conquistato dagli italiani il 7 novembre 1915, in seguito perso due volte, il Col di Lana tornò più saldamente in mani italiane dopo la notte tra il 17 ed il 18 aprile 1916, quando fu letteralmente fatto saltare in aria con una potentissima mina, realizzata con oltre 5 tonnellate di gelatina esplosiva: la deflagrazione causò la quasi completa distruzione delle trincee nemiche e la morte di oltre 200 soldati austriaci, mentre sul Col di Lana si formò un immenso cratere profondo 12 metri, lungo 55 metri e largo 30 metri, visibile ancora oggi. Dopo queste vicende, il monte tornò agli austriaci a seguito della disfatta di Caporetto.
    In vista di Arabba la strada riprenderà a salire e in circa 6 Km si guadagneranno i 1875m del Passo di Campolongo, punto culminante della tappa. La pendenza media è del 6,3%, con i tratti più impegnativi nella seconda metà (il troncone di 2,3 Km che si conclude a 500 metri dallo scollinamento ha una media del 8,8%, con un picco del 11%).
    La discesa sul versante badiota è molto lunga, quasi 20 Km, ma è molto scorrevole. Al termine dei primi 6 Km, i più ripidi, si transiterà nel cuore di Corvara, località di sport invernali che si contrappone alla mondana Cortina per la sua ospitalità genuina e cordiale. È una delle mete preferite dagli appassionati di ciclismo e sci, che possono cimentarsi nel "Sella Ronda", il circuito attraverso i quattro passi dolomitici che si aprono attorno al massiccio del Sella (Gardena, Sella, Pordoi e Campolongo). Nella frazione La Villa si trova l’approdo della Gran Risa che non è solamente uno dei templi del "circo bianco" dello sci, ma anche una delle piste più belle dell’Alta Badia.
    Quasi al termine della discesa vera e propria si passerà per Pederoa, frazione di La Valle, picco centro di villeggiatura dove, in occasione del censimento del 2001, si è registrata la più elevata percentuale di abitanti di madrelingua ladina dell’intero Alto Adige. Deviazioni dalla strada maestra permettono di affrontare salite molto impegnative, alcune note come il Passo di Eores ed il Furcia (con l’appendice per il Plan de Corones), altre misconosciute come quelle dirette al Passo Jù da Piccolino (4,9 Km al 9,4%) o a Coz Daite (5,9 Km al 7,8%), sopra il citato abitato di La Valle. Percorsa tutta la Val Badia, ad una quarantina di chilometri dal Campolongo si cambierà valle, passando nella Pusteria, geograficamente collocata nella parte occidentale del "Filone Periadriatico", che separa le Alpi calcaree meridionali da quelle centrali. Col nome Pusteria solitamente s’identificano due valli distinte, separate dalla sella nella quale si adagia Dobbiaco: la più occidentale scende nel bacino dell’Adriatico attraverso il torrente Rienza ed i fiumi Isarco ed Adige; la più orientale, che si trova in gran parte in territorio austriaco (Pustertal), fa defluire le acque del fiume Drava nel Mar Nero, per mezzo del Danubio. Il capoluogo del versante italiano della valle è Brunico, non solo amministrativamente ma anche dal punto di vista storico, culturale, ed economico. La sua storia iniziò in età romana, mentre il toponimo "Brunegg" fece la prima comparsa nel 1253, derivato da quello di Bruno von Kirchberg, il vescovo di Bressanone che è ritenuto il fondatore della città (è, invece, certo che nel 1251 fece costruire il castello che ancor oggi sovrasta l’abitato).
    Procedendo in direzione del confine di stato si transiterà per Monguelfo e Villabassa, sede della "Dolomiti Superbike", la gara riservata ai "rampichini" più dura d’Italia, con quasi 10000 metri di dislivello da superare: tra i due centri si stacca la diramazione per il lago di Braies, uno dei più suggestivi della regione, raggiunto al termine di un’ascesa breve e non particolarmente difficile.
    Pochi chilometri più avanti si passerà alle porte dell’abitato di Dobbiaco, situato a cavallo dello spartiacque alpino, e si rasenteranno le sorgenti della Drava, che è anche il fiume più lungo nascente in Italia: è lungo 749 Km, 366 dei quali costeggiati dalla "pista ciclabile Dobbiaco - Lienz", che in realtà si spinge fino alla località slovena di Maribor. Lasciata sulla destra la strada per San Candido ed il Passo di Monte Croce Comelico, che sarà percorsa l’indomani (sarà la prima ascesa del tappa dello Zoncolan), quando mancheranno poco meno di 70 chilometri al traguardo si entrerà in territorio austriaco. Il primo centro attraversato sarà Sillian, il mercato più alto del Tirolo orientale, dal quale scattò la tappa di Gemona del Giro dell’anno scorso, vinta da Stefan Schumacher. La strada di fondovalle, che finora procedeva sostanzialmente in piano, dopo Sillian prenderà a scendere con più decisione: la corsa la seguirà per una decina di chilometri, fino alla località di termale di Abfaltersbach, dove s’imboccherà una stradina secondaria che collega i centri sparsi sul versante settentrionale della Pustertal. Sarà questo il tratto più impegnativo della tappa, caratterizzato da tre salite da affrontare in rapida successione, inserite anche nel percorso della frazione vinta da Bartoli. La salita più impegnativa sarà la prima, che si concluderà nella piazza centrale di Anras (1261m), dopo 3,7 Km al 7,5%. Rimanendo in quota, con facili pendenze si scavalcheranno i 1437m di Kosten e i 1262m della località Bannberg, dove sarà collocato il secondo GPM di giornata. Quest’ultima salita misura complessivamente 6,7 Km, ma i "girini" ne percorreranno solo gli ultimi 3 Km, quelli dotati delle pendenze più morbide (media del 4,5%), evitando il tratto iniziale, che sale dal fondovalle e presenta un troncone di 1000 metri al 10,3% di media. All’inizio dell’ascesa si transiterà a breve distanza dall’abitato di Thal, dove è possibile visitare la chiesa gotica di St. Korbinian. Notevoli inclinazioni si raggiungeranno anche lungo la strada che si percorrerà per tornare nel fondovalle della Pustertal: gli ultimi 4 Km prima di Leisach, scendono al 11,3% di pendenza media!
    Quattro chilometri dopo aver concluso la picchiata dal Bannberg, si transiterà per la prima volta dal traguardo di Lienz ed inizierà il circuito finale, disegnato a sud del capoluogo del Tirolo orientale (Osttirol). Il tracciato è pianeggiante, con un lieve falsopiano a circa metà strada, all’ingresso di Lavant.
    Uscendo da Lienz si sfiorerà l’area archeologica di Aguntum, città romana fondata tra il 41 ed il 54 d.C. e distrutta verso il 600 da bavaresi e slavi. Gli scavi ne hanno riportato alla luce resti delle mura, delle case e delle terme. Lasciata sulla sinistra la strada che si dirige verso il passo dell’Iselsberg ed il Grossglockner, si procederà per circa 8 Km sulla statale che costeggia la Drau (così chiamano la Drava oltreconfine), fino alla deviazione a sinistra per Lavant, villaggio sorto ai piedi del costone montuoso sul quale si colloca il santuario di St. Ulrich. Anche qui sono state eseguiti degli scavi che hanno portato alla scoperta dei resti di una chiesa paleocristiana, di case e di una piccola fortezza.
    Attraverso Tristach e Amlach, si farà ritorno a Leisach e lì si rincontrerà la statale della Pustertal, tornando in breve a Lienz. Da vedere, oltre alla citata area archeologica di Aguntum, la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea (cicli di affreschi gotici) ed il castello, eretto nel XIII secolo su iniziativa dei conti di Gorizia, che erano i signori della regione.

    I valichi della tappa

    Passo di Campolongo (1875m). Insellatura di pascoli aperta tra il gruppo del Sella e la catena Pralongià - Monte Cherz. Frequentato per gli sport invernali, vi transita la SS 244, che mette in comunicazione Arabba con Corvara. Costituisce il confine tra le Dolomiti occidentali ed orientali, mentre quello regionale non coincide con il valico, ma si trova circa un chilometro più a valle, sul versante badiota. Dunque, il Campolongo ricade per intero nel territorio del comune veneto di Livinallongo del Col di Lana.
    Sella di Dobbiaco (1209m). Spartiacque tra i fiumi Rienza e Drava, chiamata anche "Toblacher Feld" e "Toblach Sattel", si trova alle porte dell’omonimo abitato, all’altezza dell’incrocio tra le SS 49, che risale la Val Pusteria, e la SS 51, provenente da Cortina d’Ampezzo. Fino al 1918 vi transitava il confine di stato, poi spostato di una dozzina di chilometri verso est, includendo così nel territorio italiano il tratto iniziale della Pustertal.

    fonte: Mauro Facoltosi - ilciclismo.it


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    Giro: a Lienz Garzelli firma la doppietta
    Bella impresa di Stefano Garzelli sul traguardo di Lienz: grazie ad una azione strepistosa, il varesino della Acqua&Sapone ha colto la sua seconda vittoria di tappa in questo Giro riscattando almeno in parte la delusione delle Tre Cime di Lavaredo, quando aveva perso presto le ruote dei migliori.
    Garzelli è uscito da solo sulla salita del Bamberg, andando a riprendere tutti i corridori che lo precedevano - partitio in fuga praticamente al confine italo-austriaco dopo un inizio di frazione caratterizzato dal freddo e da una lenta andatura -, scollinando per primo e gettandosi come un pazzo nella discesa che portava al circuito finaale. Qui, Garzelli ha resistito benissimo alla rincorsa portata da cinque atleti - Mengel, Serrano, Rubiera, Lastras e Caucchioli - andando cogliere il suo sesto successo al Giro d'Italia in carriera. Il gruppo, condotto dagli uomini della maglia rosa, ha chiuso con un ritardo di oltre otto minuti.

    Ordine d'Arrivo
    1) GARZELLI Stefano ITA ASA 5:34:07 0:00 20"
    2) MANGEL Laurent FRA A2R 5:35:08 1:01 18"
    3) SERRANO GONZALEZ Ricardo ESP TCS 5:35:08 1:01 8"
    4) RUBIERA VIGIL José Luis ESP DSC 5:35:08 1:01
    5) CAUCCHIOLI Pietro ITA C.A 5:35:08 1:01
    6) LASTRAS GARCIA Pablo ESP GCE 5:35:08 1:01
    7) COMMESSO Salvatore ITA TCS 5:36:36 2:29
    8) VISCONTI Giovanni ITA QSI 5:36:36 2:29
    9) BAZAYEV Assan KAZ AST 5:36:36 2:29
    10) BERNUCCI Lorenzo ITA TMO 5:36:36 2:29
    11) DEAN Julian NZL C.A 5:36:38 2:31
    12) KRAUSS Sven GER GST 5:36:38 2:31
    13) MONDORY Lloyd FRA A2R 5:36:38 2:31
    14) LE BOULANGER Yoann FRA BTL 5:36:38 2:31
    15) BERTHOU Eric FRA GCE 5:36:38 2:31
    16) JOACHIM Benoit LUX AST 5:36:38 2:31 4"
    17) LAVERDE JIMENEZ Luis Felipe COL PAN 5:36:38 2:31
    18) TOSATTO Matteo ITA QSI 5:36:54 2:47
    19) BODROGI Laszlo HUN C.A 5:42:17 8:10
    20) KRIVTSOV Yuriy UKR A2R 5:42:17 8:10

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    Garzelli: una bella vittoria, un bel riscatto
    Non ha la voce felice, Stefano Garzelli, commentando sul traguardo il suo successo ai microfoni di RaiSport: evidentemente la debacle delle Tre Cime di Lavaredo ha lasciato tracce importanti nel suo cuore.
    «Da quando corro è la vittoria più bella, soprattutto per come è venuta. Da perdere in classifica non avevo niente, dopo la crisi delle Tre Cime di Lavaredo, quindi ci ho provato. Conoscevo bene il finale di tappa per averlo affrontato al Giro del Trentino, ho dato il massimo in salita e ho rischiato in discesa, ci ho creduto anche se davanti avevo tanti avversari, ma è andata bene. Negli ultimi dieci chilometri ho trovato anche il vento contrario e pensavo di non farcela: nel finale però ho dato tutto e ho centrato la vittoria».
    Il Giro?
    «Non sono io che non punto, è che non ce la faccio ad andare forte come gli altri. L'altro giorno sul Passo Giau il ritmo di Savoldelli per me era troppo alto, quindi ho pensato di uscire di classifica per cercare di puntare a conquistare un'altra tappa, ma non pensavo di riuscire a centrarla già oggi».

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