14° Tappa: Cantù - Bergamo

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    14° Tappa
    Cantù - Bergamo



    PRESENTAZIONE DELLA TAPPA

    Trabocchetto: con questo termine sono definite le tappe simili alla la Cantù - Bergamo, quattordicesima frazione del 90° Giro d’Italia. Sono percorsi che si corre il rischio di sottovalutare, come qualcuno potrebbe fare con i 181 Km giornalieri. Ad ingannare potrebbe essere il tracciato, che presenta l’ascesa al Passo San Marco piazzata a quasi 70 Km dall’arrivo. Sono tanti i chilometri da percorrere dopo il GPM e questo potrebbe indurre molti ad iniziare la scalata con tranquillità, quasi con distrazione. Col risultato di trovarsi con le gambe in croce a causa di un attacco a sorpresa, magari impreparati all’esame della specifica salita, che è impegnativa e che molti non saranno andati a visionare in anteprima, non essendo questa una delle grandi giornate del Giro 2007. Lo spazio per un tentativo c’è, anche se si salirà dal versante più facile; sarà più difficile recuperare, poiché i chilometri successivi saranno caratterizzati dall’inedita ascesa della Zucca Trinità e dalla ripidissima rampa acciottolata della Boccola. C’è la possibilità di rientrare, ma poi risulterà difficile restare agganciati alla testa della corsa.
    La frazione, la prima delle due interamente tracciate sul suolo lombardo (la prossima sarà la passerella meneghina), prenderà il via da Cantù, il principale centro della Brianza Comasca, famoso per la produzione artistica di mobili e per la lavorazione del merletto a tombolo. Il Giro lascerà Cantù attraverso la frazione Galliano, dove si trova il principale monumento della città, la Basilica di San Vincenzo, che rappresenta anche il motivo della venuta della corsa rosa in Brianza: quest’anno si festeggerà il millesimo anniversario della consacrazione della chiesa, eretta alla fine del X secolo e quasi interamente ricoperta, all’interno, dal più importante ciclo di pittorico dell’epoca rimasto nell’Italia settentrionale. Alla basilica si affianca il Battistero di San Giovanni, del sec. XI. Si punterà verso il triangolo lariano, il territorio che si incunea tra i due rami del lago di Como e dove si trovano le celebri ascese del Ghisallo e del Muro di Sormano. Il giro transiterà ai piedi di quest’area montuosa, lambendo il centro di Erba, il cui territorio è caratterizzato da un paesaggio "costruito", nel quale convivono ville d’ancien régime, villini borghesi, edifici di culto e dimore contadine talvolta pregevoli. Sfiorando i laghi di Pusiano ed Annone, transitati per Civate (interessante escursione a piedi verso la basilica di San Pietro al Monte, monumento romanico tra i più importanti d’Italia), si giungerà a Lecco, andando poi ad imboccare l’ex SS 36, che costeggia "quel ramo del lago di Como", con un percorso pianeggiante e molto panoramico. Per il cicloturista è una pacchia, essendo il grosso del traffico dirottato sulla nuova statale che scorre lungo le prime pendici delle Grigne, con un tracciato caratterizzato da parecchie gallerie. Tra i centri rivieraschi toccati nella marcia verso la Valtellina segnaliamo Fiumelatte e Bellano. Fiumelatte è una modesta frazione di Varenna, situata presso la foce dell’omonimo fiume, il secondo più breve d’Italia (appena 0,25 Km; il primato spetta al veronese Aril, che misura 0,175 Km), il cui nome deriva dal colore perennemente bianco delle sue acque. La sua natura intermittente (il fiume "nasce" verso la fine di marzo e smette di scorrere ad inizio ottobre) incuriosì anche Leonardo da Vinci, che venne a Varenna per studiarlo. "È il Fiumelaccio, il quale cade da alto più che braccia 100 dalla vena donde nasce, a piombo sul lago, con inistimabile strepitio e romore": così Leonardo lo descrisse nel "Codice Atlantico", la più ampia collezione di scritti e disegni del grande scienziato, che ne approfittò della sua presenza in queste terre per visitarne un’altra meraviglia naturale, la Ghiacciaia di Moncondeno. Si tratta di una grotta all’interno della quale il gocciolio dell’acqua ha formato, a causa della temperatura bassa, spettacolari stalattiti e stalagmiti di ghiaccio. Un tempo visibile tutto l’anno (oggi resiste fino a giugno), il ghiaccio era fonte di guadagno per la popolazione locale, che lo scavava per poi venderlo ed inviarlo, mediante i "comballi" (tipiche imbarcazioni), alle più ricche famiglie lecchesi, comasche e milanesi.
    Bellano è nota per l’Orrido, gola stretta e spettacolare percorsa dal torrente Pioverna, visibile percorrendo passerelle sospese.
    Quasi in cima al lago, si passerà alle spalle della piccola penisola d’Olgiasca, percorsa da una strada acciottolata che si conclude presso l’abbazia di Piona, esempio tra i più rilevanti dell’architettura comacina. Fondata da monaci cistercensi nel XII secolo, ridotta a commenda nel XV secolo e soppressa nel 1798, è tornata nelle mani dell’ordine fondatore nel 1937, quando fu donata alla Congregazione di Casamari.
    Dopo Colico, si abbandonerà il lago di Como e si entrerà in provincia di Sondrio transitando per il Trivio di Fuentes, oggi grosso svincolo tra le statali 36 (la vecchia e la nuova) e 38, un tempo luogo di transito strategico: prende il nome dai ruderi di un vicino forte fatto costruire nel 1604 da Pedro Azevedo conte di Fuentes, governatore spagnolo del Ducato di Milano, per sorvegliare le strade dirette in Svizzera e come protezione dagli attacchi dei soldati delle "Leghe Grigie" che nel 1512 avevano invaso ed occupato la Valtellina, rimasta sotto il dominio grigionese fino al 1797.
    La valle dello Stelvio, del Mortirolo e del Gavia sarà percorsa per poco più di 12 Km, fino a Morbegno, dove si lascerà il fondovalle per passare nella provincia di Bergamo attraverso la storica "Via Priula", che valica la catena delle Alpi Orobie ai 1985 metri del Passo San Marco. Fu costruita nel 1592 dalla Serenissima Repubblica di Venezia allo scopo di disporre di una strada che non attraversasse i territori milanesi: con questo espediente, oltre a potenziarsi i commerci, si evitava il pagamento di pesanti dazi. L’incarico di progettarla fu affidato ad Alvise Priuli, il podestà di Bergamo dal quale prende il nome. Il tracciato attuale ricalca in gran parte quello dell’originaria "Via Priula". In tempi recenti è stata avanzata la proposta di un traforo che eviti la scalata al passo: sono allo studio tre diversi progetti, che prevedono l’apertura del tunnel sotto il San Marco oppure, in alternativa, sotto i vicini passi di Tartano e Salmurano.
    Vincenzo Torriani scoprì questo itinerario verso la fine degli anni ’70 e propose per la prima volta il Passo San Marco nel percorso del Giro del 1977, quando era ancora sterrato, ma fu costretto a rinunciarvi all’ultimo momento causa neve. Il primo passaggio ufficiale risale al 27 maggio del 1986, nel corso della Erba - Foppolo, che sarà la tappa decisiva: vinse lo spagnolo Munoz mentre la maglia rosa passò definitivamente dalle spalle di Saronni a quelle di Visentini. Si tornò sul San Marco anche nelle due edizioni successive, salendo dalla bergamasca (da questo versante costituisce una delle più dure ascese lombarde), ma, in entrambi i casi, il passo veniva a trovarsi piazzato a parecchi chilometri dal traguardo. I vincitori di queste due frazioni furono Jean-François Bernard (1987, Trescore Balneario - Madesimo) e Tony Rominger (1988, Bergamo - Chiesa Valmalenco). Al Giro 2007 si percorrerà il versante meno ripido, che risale la valle del Bitto di Albaredo, dove è prodotto l’omonimo formaggio. I 1733 metri di dislivello saranno superati in 26,1 Km, la pendenza media sarà del 6,7%, i tratti più ostici si incontreranno a mezza strada, laddove la "Priula" si inclinerà per 5,5 Km al 8,8%, con un picco del 12% raggiunto in vista del 14° chilometro.
    Si annuncerà molto spettacolare la planata verso la Val Brembana, soprattutto nel caso di distacchi importanti in cima al passo. Misura circa 20 Km e per oltre metà presenta una sede stradale stretta, oltre che ripida (la pendenza media fino al paese di Mezzoldo è del 8,5%). La strada consentirà azioni alla Savoldelli che, tra l’altro, conosce molto bene questi luoghi (il "Falco" è nativo della non lontana Val Seriana).
    Conclusa la discesa ad Olmo al Brembo, si percorrerà una dozzina di chilometri in piano sul fondovalle, attraversando il centro di Piazza Brembana e lambendo Camerata Cornello. Nei pressi della diramazione per quest’ultimo paese si stacca un sentiero diretto all’interessante borgo di Cornello dei Tasso, abitato di origine medioevale rimasto intatto nell’impianto e nelle tipologie edilizie. Qui ebbe origine la famiglia Tasso, che nel ’200 inventò proprio a Cornello le poste: inizialmente svolta a piedi, questa attività con gli anni venne perfezionata con l’utilizzo di cavalli, staffette e diligenze. Organizzatasi in una società privata (la "Compagnia dei Corrieri"), nel ’300 la famiglia dei Tasso riuscì ad ottenere la gestione del servizio postale dapprima nella Repubblica di Venezia e poi, tra ’400 e ’500, nello Stato Pontificio, nello Stato di Milano e in tutte le contrade d’Europa dominate dall’Impero Asburgico. La fama raggiunta dalla famiglia Tasso in questo campo è stata tale che da essa prendono il nome diversi servizi impostati sulle offerte di prestazioni a pagamento (tasse, taxi ed addirittura l’agenzia di stampa sovietica Tass). I più illustri esponenti di questo casato, però, esercitarono in un altro settore: stiamo parlando di Bernardo Tasso e soprattutto del figlio Torquato, entrambi poeti.
    Il primo tratto sul fondovalle si concluderà a San Giovanni Bianco, centro agricolo situato all’altezza dello sbocco nella Val Brembana della Val Taleggio. Nella frazione Oneta si trova un edificio quattrocentesco detto "Casa di Arlecchino", perché in questo borgo nel ’500 nacque Alberto Ganassa, uno dei più famosi interpreti della popolare maschera bergamasca, che si esibì sia presso le corti dei Gonzaga e degli Estensi, sia al cospetto dei re di Francia e Spagna.
    A San Giovanni inizierà la seconda delle tre ascese previste dal percorso, il Passo di Zucca Trinità (984m, esistono - come vedrete nel capitolo dei valichi - diverse denominazioni per questo luogo). Si salirà per circa 9 Km, superando una pendenza media del 6,1% ed una massima del 10%, toccata nel tratto finale. Non si tratta, dunque, di un’asperità insormontabile, ma potrebbe rivelarsi indigesta se sarà in corso la bagarre, magari a seguito di una prima selezione operatasi sul San Marco: la sede stradale non è larghissima e dopo lo spazio per recuperare ci sarebbe, ma bisognerà stare attenti a non sprecare troppe energie in vista dello strappo finale.
    In fondo alla discesa si ritroverà la Val Brembana nel suo tratto più "rosa": nel volgere di dieci chilometri saranno attraversati, uno dopo l’altro, i paesi d’origine dei tre vincitori brembani del Giro. Si comincerà con il passaggio da San Pellegrino Terme, patria di Ivan Gotti, che ha fatto sua la corsa rosa nel 1997 e nel 1999. Poi toccherà alla Zogno di Pesenti, trionfatore nell’edizione del 1932. Dulcis in fundo, l’attraversamento di Sedrina, dove mosse le prime pedalate Felice Gimondi, primo nel 1967, nel 1969 e nel 1976. Primo centro della valle per chi proviene dalla pianura, Sedrina è famosa anche per i suoi cinque ponti, eretti tra il 1592, quando fu realizzata la "Via Priula" e gli anni Settanta del XX secolo. Dopo la costruzione dell’ultimo viadotto, il complesso dei Ponti di Sedrina ha perso la sua attrattiva, essendosi alterato l’equilibrio ambientale stabilitosi tra il sito ed il singolare gruppo di manufatti.
    Raggiunta la vicina Almè, il percorso ricalcherà fedelmente il finale del Giro di Lombardia, quando questo aveva il suo epilogo in quel di Bergamo. Al traguardo mancheranno 11,7 Km, dei quali 1,8 Km in salita verso la città alta. Prima, però, vi segnaliamo la deviazione verso il vicino centro di Paladina, dove si trova il Castello Gimondi: il proprietario è proprio Felice, che acquistò l’originario Castello Micheletti (eretto nel secolo scorso) con quanto guadagnato come corridore prima e come assicuratore poi. In passato, nella foresteria del maniero il grande campione ha ospitato alcuni giovani corridori, prendendoli sotto la sua ala protettrice.
    Puntando con decisione verso il gran finale, si attraverserà un’area verde protetta dal 1977 come "Parco Regionale dei Colli di Bergamo": un territorio di quasi 8500 ettari che comprende la città alta e le colline circostanti, all’interno del quale si celano numerosi edifici di notevole pregio.
    Dopo circa 5 Km in piano si abbandonerà la SS 470 per imboccare la strada che sale verso Bergamo Alta: è questa la famosa ascesa della Boccola, che aveva fatto sobbalzare i partecipanti alla "classica delle foglie morte". Sobbalzi provocati non solo dall’acciottolato, ma anche salti sulla sedia che i professionisti facevano dopo aver estrapolato i dati dell’asperità dalle tabelle di marcia: 1800 metri all’insù, dei quali 1300 pedalabili (3,1%), 200 moderatamente impegnativi (6%) e 300 da incubo, dove la media schizza al 14,3%. Conclusa l’ultima fatica di giornata, circa mezzo chilometro in piano introdurrà la discesa che, percorrendo il viale delle Mura (l’arteria costeggiante il versante meridionale del sistema bastionato che proteggeva Bergamo Alta), condurrà i "girini" nella città bassa. Una dolce picchiata (3,9 Km al 3,2%, dai 375m del Colle Aperto a 248m di Largo Bellotti), che si concluderà a 200 metri dall’arrivo quando una curva ad angolo retto introdurrà la retta finale, tracciata sul "Sentierone", l’ampio viale pedonale a tratti lastricato che ha conservato la sistemazione realizzata nel 1620 dai mercanti bergamaschi. Oggi è divenuto il tradizionale luogo del passeggio cittadino.

    I valichi della tappa


    Passo di San Marco (1985m). Vi transita la strada provinciale che, ricalcando il tracciato della storica "Via Priula", mette in comunicazione Morbegno con Mezzoldo.
    Passo Ancogno (1759m). Si trova a 2,3 Km dal Passo di San Marco, toccato dalla strada che sale da Mezzoldo.
    Sella di San Pietro d’Orzio (587m). Viene toccata dalla salita diretta al Passo di Zucca Trinità, poco prima di giungere nell’omonimo abitato.
    Valico della Chiesetta della Trinità (984m). Con questo nome è segnalato sul Catalogo Rossini il punto più elevato della strada che mette in comunicazione San Giovanni Bianco con Dossena. Il toponimo da noi segnalato nell’articolo (Passo di Zucca Trinità) è quello con il quale è più nota questa salita tra i cicloturisti locali, riportato anche sul testo relativo alla provincia di Bergamo della collana "Passi e valli in bicicletta", edito da Ediciclo. Sulle carte ufficiali del Giro è, per ora, riportato l’errato toponimo di Colle San Gallo: un’omonima località viene effettivamente attraversata salendo al valico, ma si trova esattamente a metà dell’ascesa e non in vetta (dove, effettivamente, è collocata una piccola chiesa intitolata alla Santissima Trinità)

    fonte: Mauro Facoltosi - ilciclismo.it



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    Garzelli beffa Simoni che accusa le moto!
    La 14ª tappa (Cantù-Bergamo) vede il capitano dell'Acqua&Sapone rimontare e battere allo sprint il trentino che recupera 50 secondi a Di Luca, ma se la prende con gli operatori Rai per aver favorito il varesino

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    Stefano Garzelli è nato il 16 luglio 1973. Ansa


    BERGAMO, 26 maggio 2007 - La 14ª tappa la vince Stefano Garzelli, ma Gilberto Simoni mette in difficoltà Danilo Di Luca e riapre il Giro. La corsa, bellissima, esplode scendendo dal passo San Marco. Davanti c’è un gruppetto con Pinotti, poi a 40” Bettini con Mayo. Savoldelli e Mazzoleni, compagni di squadra nell’Astana, si parlano. "Cosa faccio?" chiede il Falco. "Tira, tanto non hai niente da perdere", la risposta. A quel punto Savoldelli si butta in picchiata col compagno a ruota. A loro si aggancia solo Pellizotti, compagno di squadra di Di Luca. Garzelli capisce la situazione al volo e si getta all’inseguimento. Con lui ci sono Codol, compagno nell’Acqua&Sapone, e Gilberto Simoni. Al km 134 i due terzetti si fondono. Davanti Mayo si lascia sfilare per aspettare Simoni e al km 143 in testa sono in 16.
    EPILOGO - A quel punto la Liquigas ferma Pellizotti e Di Luca trova un aiuto enorme dalla Lampre che tira per Cunego. Tra i due gruppi c’è un distacco che oscilla sempre attorno al minuto. Savoldelli fa il ritmo sul Dossena dove passa in testa. Salendo verso Bergamo Alta Simoni fa il forcing, Garzelli prova a resistere ma perde un po’ di metri. Bettini è in terza posizione. Tre chilometri quasi tutti in discesa. Al triangolo rosso tra Simoni e Garzelli ci sono 5”. Ma ci sono anche troppe moto che un po’ aiutano Garzelli che ai 100 metri aggancia Gibo e lo fulmina in volata. Per il varesino vincitore al Giro del 2000, che torna alla vittoria al Giro dopo la tappa della Presolana 2004, è la 2ª vittoria stagionale.
    POLEMICHE - Per il trentino sono 50” (38 di distacco, più 12 di abbuono) recuperati alla maglia rosa che oggi ha chiuso 8ª. Ma il dopocorsa è scosso dalla polemica. Simoni è furibondo con le moto che, a suo parere, avrebbero facilitato il rientro negli ultimi metri di Garzelli. "Che cavolo (eufemismo ndr) ci facevi lì?", urla il trentino a un motociclista della Rai subito dopo l’arrivo. Sono le uniche parole che pronuncia in pubblico prima di salire sul bus e poi sull’elicottero che lo porta a Trento. Domani dovrebbe essere il suo giorno.
    La 15ª frazione, Trento-Tre Cime di Lavaredo, km 184: è la tappa-regina, con tre gran premi della montagna (San Pellegrino, Giau e Tre Croci) prima dell’arrivo in quota alle Tre Cime di Lavaredo, che torna al Giro dopo 18 anni. Lunedì poi secondo e ultimo giorno di riposo.

    Ordine d'Arrivo

    1) GARZELLI Stefano ITA ASA 4:58:34 0:00 20"
    2) SIMONI Gilberto ITA SDV 4:58:34 0:00 12"
    3) BETTINI Paolo ITA QSI 4:58:34 0:00 10"
    4) BALIANI Fortunato ITA PAN 4:58:34 0:00 4"
    5) MAZZOLENI Eddy ITA AST 4:58:34 0:00
    6) SAVOLDELLI Paolo ITA AST 4:58:37 0:03
    7) PARRA PINTO Ivan Ramiro COL COF 4:58:37 0:03
    8) DI LUCA Danilo ITA LIQ 4:59:12 0:38
    9) RICCO' Riccardo ITA SDV 4:59:12 0:38
    10) BRUSEGHIN Marzio ITA LAM 4:59:12 0:38
    11) CUNEGO Damiano ITA LAM 4:59:12 0:38
    12) ARROYO DURAN David ESP GCE 4:59:12 0:38
    13) SELLA Emanuele ITA PAN 4:59:12 0:38
    14) VILA ERRANDONEA Francisco J. ESP LAM 4:59:12 0:38
    15) PETROV Evgeni RUS TCS 4:59:12 0:38
    16) SCHLECK Andy LUX CSC 4:59:12 0:38
    17) POZZOVIVO Domenico ITA PAN 4:59:12 0:38
    18) DUPONT Hubert FRA A2R 4:59:37 1:03
    19) PINOTTI Marco ITA TMO 4:59:37 1:03 6"
    20) PELLIZOTTI Franco ITA LIQ 5:00:19 1:45

    Claudio Ghisalberti - www.gazzetta.it
     
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