Ottavio Bottecchia

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    Bottecchia, la famiglia: «Riaprite l’inchiesta per la morte»
    Ponte di Piave (Tv), venerdì 23 novembre 2007 - "Vogliamo sapere la verità sulla morte di Ottavio Bottecchia". Ferruccio Bottecchia, figlio di un primo cugino del mitico campione di San Martino di Colle Umberto (Treviso) - trovato agonizzante il 3 giugno 1927 su una strada di Peonis di Trasaghis (Udine) e morto 12 giorni dopo all'ospedale di Gemona del Friuli - chiede la riapertura del caso ottant'anni dopo, per sapere com'è morto il primo grande ciclista italiano che vinse il Tour de France. Ferruccio Bottecchia, dopo aver vissuto e lavorato per una vita a Milano, risiede ora a Ponte di Piave (Tv). I suoi parenti hanno sempre avuto un grande desiderio: far luce sulla morte di Ottavio Bottecchia, dopo molti anni ancora permeata dal mistero, anche se le ipotesi e le illazioni sono state molteplici e le più disparate. I fatti che accaddero nei giorni della sua morte non sono mai stati spiegati. "Sono venuto a sapere - dice Ferruccio Bottecchia - che il comandante dei carabinieri di Gemona, che aveva redatto un verbale sull'incidente occorso ad Ottavio, fu subito trasferito in Sardegna e quel verbale non fu più ritrovato".
    In quel verbale pare fosse stata esclusa l'ipotesi della caduta dalla bicicletta, quando il campione fu trovato agonizzante. All'ospedale di Gemona gli diagnosticarono "una frattura della volta e della base cranica" e numerose altre contusioni: ferite non certo conciliabili con una semplice caduta. "Per circa vent'anni, la versione ufficiale diffusa fu quella di un contadino che l'aveva bastonato dopo averlo scoperto a rubare uva - prosegue Ferruccio - ma agli inizi di giugno l'uva non è ancora matura. Perché diffusero una versione così assurda? Anche il giornalista Adriano De Zan, aveva annunciato che avrebbe fatto una trasmissione su Bottecchia. Anni fa un professore di educazione fisica assegnato alle scuole medie di Colle Umberto, scrisse un libro su Bottecchia, in cui avvalorava l'ipotesi che venne ammazzato per motivi politici. Quel mistero non fu mai risolto e quindi la verità sulla sua morte non si seppe mai. Quegli erano gli anni del delitto Matteotti e c'è chi accosta la morte di Bottecchia a quella di Matteotti".
    A fare un po’ di luce sul caso fu il parroco di Peonis, don Dante Nigris: in punto di morte rivelò nel 1973 che la verità sulla morte di Bottecchia stava tutta sul suo antifascismo: secondo lui il campione rimase vittima di un agguato politico. Ciò che pensa anche Ferruccio Bottecchia.

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