Ottavio Bottecchia

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    Ottavio Bottecchia

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    Ottavio Bottecchia (San Martino di Colle Umberto, 1 agosto 1894 – Gemona del Friuli, 15 giugno 1927) è stato un ciclista italiano, il primo a vincere il Tour de France.

    Soprannominato il muratore del Friuli divenne ciclista professionista soltanto a 27 anni, in precedenza aveva lavorato come muratore e carrettiere. Aveva partecipato alla prima guerra mondiale nella quale era stato insignito di una medaglia al valore.

    Finita la guerra, vincendo alcune corse dilettantistiche si fa notare da Luigi Ganna, primo vincitore del Giro d'Italia, che lo ingaggia. Nel 1923 partecipa alla Milano-Sanremo giungendo 8° e al Giro d'Italia giungendo 5° ma correndo senza squadra. Viene notato da un italiano incaricato di scoprire ciclisti italiani da invitare al Tour e partecipa all'edizione del 1923, nella quale indossa la maglia gialla e termina secondo.

    È la svolta, Bottescià, come lo chiamano i francesi, vincerà da dominatore sia l'edizione del 1924 sia quella del 1925, diventando un eroe in Francia. Con la fama arrivano anche i soldi, e Bottecchia riesce anche a fondare una ditta per la costruzione di biciclette. Nell'edizione del 1926 del Tour de France è costretto al ritiro al termine della 10° tappa.

    Il 3 giugno 1927 Bottecchia viene trovato per terra agonizzante lungo una strada di Peonis, frazione di Trasaghis (UD). Portato all'ospedale di Gemona del Friuli muore dopo 12 giorni di agonia. Intorno alla sua morte nel corso degli anni si susseguirono svariate ipotesi, dall'omicidio per motivi politici a causa del suo antifascismo, fino al movente sentimentale legato a un tradimento. Un contadino, in punto di morte, confessò l'omicidio dicendo di avere picchiato quell'uomo perché gli stava rubando l'uva, e un emigrante italiano disse anche lui in punto di morte a New York di essere l'autore dell'assassino di Bottecchia e di suo fratello Giovanni. Le uniche cose certe sono che una decina di giorni prima anche il fratello Giovanni fu trovato ucciso in simili condizioni, che i Carabinieri all'epoca non fecero alcuna indagine, e che la sua bicicletta fu ritrovata intatta e dopo qualche giorno sparì nel nulla.

    Vittorie

    1923
    * 1 tappa al Tour de France e secondo posto nella classifica generale

    1924
    * Classifica finale del Tour de France (4 vittorie di tappa)

    1925
    * Classifica finale del Tour de France (4 vittorie di tappa)

    1926
    * 1 tappa al Giro dei Paesi Baschi

    Curiosità

    A Bottecchia è intitolato lo Stadio "Ottavio Bottecchia" di Pordenone, teatro delle partite casalinghe del Pordenone Calcio.

    fonte: wikipedia.org

    Edited by SarriTheBest - 18/1/2008, 02:11
     
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  2. sbracca899
     
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    ma botecchia è morto perchè si era fermato a mangiare dell'uva in un vigneto e gli ha sparato il padrone giusto??
    rispondetemi
    ciau
     
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  3. Joey Ramone GN
     
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    CITAZIONE
    Il 3 giugno 1927 Bottecchia viene trovato per terra agonizzante lungo una strada di Peonis, frazione di Trasaghis (UD). Portato all'ospedale di Gemona del Friuli muore dopo 12 giorni di agonia. Intorno alla sua morte nel corso degli anni si susseguirono svariate ipotesi, dall'omicidio per motivi politici a causa del suo antifascismo, fino al movente sentimentale legato a un tradimento. Un contadino, in punto di morte, confessò l'omicidio dicendo di avere picchiato quell'uomo perché gli stava rubando l'uva, e un emigrante italiano disse anche lui in punto di morte a New York di essere l'autore dell'assassino di Bottecchia e di suo fratello Giovanni. Le uniche cose certe sono che una decina di giorni prima anche il fratello Giovanni fu trovato ucciso in simili condizioni, che i Carabinieri all'epoca non fecero alcuna indagine, e che la sua bicicletta fu ritrovata intatta e dopo qualche giorno sparì nel nulla.

     
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    La sapevo anch'io sta storia...
    E' ovvio che c'è qualcosa di + grosso dietro.. altro che contadino..
     
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  5. sbracca899
     
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    cosa c'è secondo te?
     
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    Anche il fedelissimo Piccin morirà... pochi anni dopo (5 mi sembra).. causa un incidente in moto.. andò a sbattere contro un muretto in una curva ampia e facile... nessun segno di frenata, 0 testimoni...

    Cmq.. boh.. hanno fatto un casino d'ipotesi.. dalla caduta mentre si stava allenando (visto che nn passava un bel periodo ed era tanto che nn s'allenava.. ai primi soccorritori disse che ebbe un giramento di testa.. anche s i danni riportati facevano pensare a qualcosa di + grave).. alle botte dei fascisti (ipotesi confermata da un prete.. anche se lui era visto bene dalle camice nere visti i suoi successi al Tour).. alle botte del contadino (xchè beccato a rubare l'uva... l'uva di Giugno?!?!?!?!?)... all'omicidio di stampo mafioso... all'omicidio x errore, dovuto a uno scambio di persona.. alla questione d'amore...
    Venne tirato in ballo anche il racket delle scommesse...
    La famiglia sostenne e insistette sempre sulla tesi del malore (si dice x paura di ritorsioni politiche..) e alla moglie venne dato subito e senza indagini il premio dell'assicurazione x morte accidentale..

    E' davvero un bel mistero...
     
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  7. sbracca899
     
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    ma adesso sista cercabdo di capire ancora chi è l'assasino?
     
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    Nn credo proprio.. nn hanno fatto indagini a quel tempo... ormai è tardi..
    Nn sapremo mai cos'è realmente accaduto..
     
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    Bottecchia, la famiglia: «Riaprite l’inchiesta per la morte»
    Ponte di Piave (Tv), venerdì 23 novembre 2007 - "Vogliamo sapere la verità sulla morte di Ottavio Bottecchia". Ferruccio Bottecchia, figlio di un primo cugino del mitico campione di San Martino di Colle Umberto (Treviso) - trovato agonizzante il 3 giugno 1927 su una strada di Peonis di Trasaghis (Udine) e morto 12 giorni dopo all'ospedale di Gemona del Friuli - chiede la riapertura del caso ottant'anni dopo, per sapere com'è morto il primo grande ciclista italiano che vinse il Tour de France. Ferruccio Bottecchia, dopo aver vissuto e lavorato per una vita a Milano, risiede ora a Ponte di Piave (Tv). I suoi parenti hanno sempre avuto un grande desiderio: far luce sulla morte di Ottavio Bottecchia, dopo molti anni ancora permeata dal mistero, anche se le ipotesi e le illazioni sono state molteplici e le più disparate. I fatti che accaddero nei giorni della sua morte non sono mai stati spiegati. "Sono venuto a sapere - dice Ferruccio Bottecchia - che il comandante dei carabinieri di Gemona, che aveva redatto un verbale sull'incidente occorso ad Ottavio, fu subito trasferito in Sardegna e quel verbale non fu più ritrovato".
    In quel verbale pare fosse stata esclusa l'ipotesi della caduta dalla bicicletta, quando il campione fu trovato agonizzante. All'ospedale di Gemona gli diagnosticarono "una frattura della volta e della base cranica" e numerose altre contusioni: ferite non certo conciliabili con una semplice caduta. "Per circa vent'anni, la versione ufficiale diffusa fu quella di un contadino che l'aveva bastonato dopo averlo scoperto a rubare uva - prosegue Ferruccio - ma agli inizi di giugno l'uva non è ancora matura. Perché diffusero una versione così assurda? Anche il giornalista Adriano De Zan, aveva annunciato che avrebbe fatto una trasmissione su Bottecchia. Anni fa un professore di educazione fisica assegnato alle scuole medie di Colle Umberto, scrisse un libro su Bottecchia, in cui avvalorava l'ipotesi che venne ammazzato per motivi politici. Quel mistero non fu mai risolto e quindi la verità sulla sua morte non si seppe mai. Quegli erano gli anni del delitto Matteotti e c'è chi accosta la morte di Bottecchia a quella di Matteotti".
    A fare un po’ di luce sul caso fu il parroco di Peonis, don Dante Nigris: in punto di morte rivelò nel 1973 che la verità sulla morte di Bottecchia stava tutta sul suo antifascismo: secondo lui il campione rimase vittima di un agguato politico. Ciò che pensa anche Ferruccio Bottecchia.

    ciclonews.it
     
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  10. xGarzox
     
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    Bottecchia, un film sul mito

    A 80 anni dalla misteriosa morte, viene presentato domani a Trieste un documentario sulla vita del grande corridore friulano, primo italiano a vincere il Tour de France

    MILANO, 17 gennaio 2008 - C’è la chicca di Mattia Bortuzzo, 101 anni portati alla grande, che racconta di aver visto con i suoi occhi Ottavio Bottecchia sulle strade del Tour. Poi tante altre testimonianze illuminanti. Gianni Mura, Cicerone d’eccezione, che spiega: "Ha sempre detto che non correva per la gloria, i successi, le donne, ma solo per i 'schei'". Sergio Zavoli, Alfredo Martini, il nipote Franco Bottecchia, gli autori di libri su di lui Roberto Fagiolo, Paolo Facchinetti ed Enrico Spitaleri. Ci sono anche un prete, don Nello Marcuzzi, e il medico di Gemona, che spiega le uniche lesioni (fratture alla base cranica e alla spalla) trovate sul suo corpo dopo la morte, avvenuta a 33 anni.

    80 ANNI DOPO - È proprio un bel viaggio nella memoria questo "Bottecchia, l’ultima pedalata". Documentario di 50’ realizzato per l’80° anniversario della morte da Gloria De Antoni e prodotto dalla Cineteca del Friuli. Racconta l’epopea del primo ciclista italiano capace di vincere il Tour de France nel ’24 (dopo essere giunto 2° nel ’23). E di fare il bis nel ’25. Si avvale di immagini d’epoca dell’Archivio Gaumont, dell’Istituto Luce e della stessa Cineteca. Sarà presentato dall’autrice in anteprima domani, venerdì 18 gennaio a Trieste (ore 20, cinema Ariston). Poi lunedì 21 a Pordenone (ore 21, Cinemazero, ospite anche Mura) e martedì 22 a Udine (ore 21, cinema Visionario). Dal documentario più che il ritratto dello sportivo, emerge quello della leggenda, qual è davvero Bottecchia.

    UNA MORTE MISTERIOSA - Nato nel 1894 a San Martino in Colle (Treviso) da famiglia povera, fa il carrettiere per sbarcare magramente il lunario, emigra come muratore in Francia, diventa eroe di guerra (medaglia di bronzo al valore) da bersagliere-ciclista, fino a quando il ciclismo lo affranca e lo rende una celebrità. "Ma lui non dimentica, e con i primi soldi sfama e compra da vestire a tutti i 32 nipoti", racconta Franco Bottecchia. Poi all’apice della fama la tragedia, ancora tinta di giallo. Mentre si allena, è trovato in mezzo alla strada a Peonis di Trasaghis, viene portato all’ospedale di Gemona e muore. Omicidio (i fascisti, un contadino a cui ha rubato frutta), incidente (cade sistemando il cinturino dei pedali) o malore (congestione dopo aver bevuto una birra gelata al bar)? Nessuno l’ha mai scoperto. Quel 3 giugno 1927 finisce la vita e inizia il mito. Che 80 anni dopo "Bottecchia, l’ultima pedalata" contribuisce splendidamente a rinnovare.

    gazzetta.it
     
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    Poi lo passeranno anche in tv spero...
     
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