Paolo Fornaciari

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  1. xGarzox
     
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    Paolo Fornaciari

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    Sono nato il due febbraio del lontano 1971, anno glorioso, sotto il segno dell'acquario a Viareggio, nota località famosa per il Carnevale. L'avvocato Agnelli diceva che il miglior prodotto di Viareggio, dopo Stefania Sandrelli, fosse Marcello Lippi; che dite, sul podio ci sto pure io!

    Sono alto 191 cm, il mio peso forma è di 80 kg ma non sono sciupato per l'altezza che ho: è che noi ciclisti non s'ha da essere troppo pesantini...

    Piede 44, tanto per spingere meglio sui pedali, 50 battiti a riposo (a riposo? cos'è il riposo?), 158 alla soglia e 460 watt di potenza: tranquilli, rispetto le norme euro4 e mi fanno entrare in città anche nelle domeniche ecologiche. Tra l'altro il mio neo blu sul dorso della mano destra certifica che non inquino.

    Ah, dimenticavo, anche quando sono in forma ho mal di gambe!

    Gli esordi

    Dai sette ai quindici anni ho gareggiato tra i giovanissimi con l'U.C. Stiava e con la G.S. Versilia negli allievi.

    Gare piatte, poca salita, rapportini, a volte un vento che ti metteva la marcia indietro, succhi di frutta all'arrivo e, belli sudati, un tuffo a mare da far drizzare i capelli alle mamme!

    Poi nell'87 l'esordio negli juniores con il G.S. Bottegone e qui le gare si fanno un poco più lunghette e con qualche salitella, dai, tanto per fare la gambetta più dura.

    Le mie squadre

    Ho debuttato nei dilettanti con il G.S. Bottegone nel 1989 per poi passare al professionismo nel 1992 con la MercatoneUno dove sono rimasto quattro anni.

    Dal 1996 a 1998 ho gareggiato per la Saeco, uno dei vagoni del famoso "treno rosso".

    Dal '99 al 2002 ho fatto parte della "corazzata" Mapei, vera multinazionale del pedale.

    Poi, nel 2003 sono tornato alla Saeco che, a fine 2004, si è fusa con la Lampre dando vita alla Lampre-Caffita prima e alla Lampre-Fondital poi.

    Cosa posso dire? Ho militato per le più grandi squadre con gli atleti più forti degli ultimi 15 anni. Mica male!

    www.paolofornaciari.it

    Foto:
    SPOILER (click to view)

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    Edited by SarriTheBest - 12/12/2007, 01:26
     
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    Intervista a Paolo Fornaciari
    Abbiamo fatto una chiacchierata col simpaticissimo Paolo Fornaciari e l'abbiamo beccato in uno dei suoi hobby invernali: la cucina. Ci ha raccontanto dei suoi esordi, dei suoi piani futuri e della vittoria al Mondiale di Bettini.
    - Paolo, la tua carriera da professionista è iniziata nel '92, alla Mercatone Uno; sono passati 15 anni dal tuo esordio, cosa hai progettato per l'anno prossimo? Hai in mente di rimanere nel mondo del ciclismo dopo un eventuale ritiro da corridore?
    Sicuramente correrò ancora un anno ad alti livelli, mi sento bene. Per quando mi ritirerò ho in mente qualche idea certamente, ma preferisco non dirle... Sai, per scaramanzia! Poi si vedrà dopo il prossimo anno...
    - Dopo 15 anni di carriera, ti ritieni soddisfatto di te stesso? Qual è stata la tua giornata più bella?
    Assolutamente sì, sono contento perché grazie al ciclismo ho conosciuto un mondo bellissimo, che mi ha dato tante soddisfazioni e dove mi sono sempre trovato bene sia coi dirigenti sportivi sia con i compagni, e poi, proprio grazie al ciclismo, ho conosciuto mia moglie! I momenti più belli li ho vissuto quando nel 1997 ho vinto il Giro d’Italia con Gotti, ma anche le vittorie con Simoni e Cunego; penso invece che la giornata più bella sia stata la Parigi-Roubaixvinta da Tafi. (nel 1999 n.d.r).
    - In tutti questi anni hai corso in varie squadre, accanto a ottimi ciclisti; parlaci dei tuoi primi anni da professionista e dei tuoi colleghi.
    Ti ripeto, io mi sono sempre trovato bene con tutti, dai compagni ai dirigenti, magari con Cipollini meno bene; comunque penso che se ti comporti bene sei ripagato, come quando sono venuto via dalla Saeco con contratto già firmato per andare alla Mapei, dopo poco ci sono ritornato senza problemi.
    - Passiamo ora al presente, come hai visto la tua squadra quest anno? Cosa pensi della Lampre e di Damiano Cunego, ciclista che hai visto crescere? Cosa pensi per il futuro? Qual è stato il vostro rapporto, come quello per gli altri colleghi, durante questi anni?
    Ho sempre avuto un buon rapporto con tutti; con Damiano poi siamo stati compagni di camera diverse volte... Secondo me nell’ultimo anno e mezzo si è dimostrato migliore nella gare da un giorno ( come la vittoria al Lombardia ), e penso che il suo futuro sarà lì, dove lo vedo più competitivo. Ciò non toglie che secondo me può vincere ancora un altro grande Giro. Ho sempre cercato, visto che sono un po’ più grande, di dargli consigli veramente dal cuore e disinteressati, anche se ovviamente le decisioni ultime le deve prendere da sé.
    - Cambiamo argomento. Non sappiamo se oltre al ciclismo ti interessi anche di altri sport, ma sicuramente avrai sentito di recente il casino che accade nel calcio nostrano. Cosa pensi di tutto ciò? Perchè il ciclismo è uno sport così unito, dove tifosi di diversi ciclisti urlano insieme davanti a veri campioni e scambiano grida di gioia?
    Insomma, il ciclismo è uno degli sport più belli, anche per il rapporto fra tifosi!

    Innanzitutto penso non si debbano nemmeno fare paragoni col mondo del calcio e quello del ciclismo: sono gestiti da persone diverse, con interessi diversi; gli stessi calciatori conducono una vita molto diversa dalla nostra, sembrano quasi degli...attori! Il ciclismo è uno sport povero, che si vive sulla strada, su due ruote. Secondo me il tifoso ideale è proprio quello del ciclismo, che magari passa due giorni in una tenda in montagna per veder passare magari il proprio campione per 30 secondi; forse anche perché non si paga per assistere ad una gara, chissà.. ma la sua è una passione vera, che non pensa a fare scandali o che.
    - Lo scorso 30 Settembre il nostro Paolo Bettini come tutti sappiamo si è laureato campione del Mondo, che rapporto hai con lui al di fuori dalle gare e soprattutto che sensazioni ti ha fatto provare la sua grande vittoria?
    Per Paolo provo grande rispetto, è un grande atleta, con una forte determinazione che lo porta a trasformare le situazioni e gli attacchi negativi in positivo, ha una forza morale che va oltre e che lo aiuta a superare tante difficoltà, come la morte di suo fratello l’anno scorso. Quando ha vinto beh.. mi è venuta la ciccia di gallina! ( pelle d’oca ndr ) Nonostante sia stata una trasferta difficile la sua concentrazione lo ha aiutato, come sempre!
    - Si sa che una carriera professionistica in uno sport importante come il Ciclismo chiede tante rinunce, a quali cose e/o quali passioni hai dovuto rinunciare durante la tua carriera? E soprattutto hai mai rimpianto questa tua scelta di dedicarti interamente al Mondo del Ciclismo?
    Rimpianto, mai. I sacrifici ci sono stati un po’ all’inizio, quando da dilettante ho lasciato la mia città Viareggio, gli amici, per trasferirmi 5 anni in provincia di Pistoia, per allenarmi e prepararmi, e magari adesso, da cinque anni a questa parte, lasciare la mia famiglia per tanti giorni è difficile. Ma ho sempre visto questo sport innanzitutto come divertimento, ed è quello che mi spinge anche oggi a pedalare ogni giorno per centinaia di chilometri, io, prima di tutto, mi diverto! Ho dei ricordi bellissimi dei primi anni e dei consigli che mi hanno saputo dare i miei dirigenti sportivi.
    - Sappiamo che ti piace cimentarti nel restauro di moto d’epoca e in cucina..ma dove lo trovi il tempo?
    Principalmente in inverno, quando sono a casa. Poi mi piace anche curare il giardino, vivo in campagna. In cucina poi, beh dai, diciamo che sono anche bravo, mi piace cucinare il pesce!
    - Siamo alla fine della nostra intervista, prima di lasciarti e di ringraziarti vivamente della disponibilità e del tempo che ci hai concesso per intervistarti, che messaggio ti senti di mandare ai giovani che si avvicinano al Mondo del Ciclismo professionistico?
    Il ciclismo è uno sport bellissimo, che va fatto innanzitutto come divertimento ed è importante non trascurare lo studio; se potessi tornare indietro non lo abbandonerei. E comunque entrare in questo mondo ti dà tante soddisfazioni, ti fa viaggiare e conoscere tante persone.

    Eva Visentin - CiclismoLive
     
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    Brutto incidente "agreste" per Paolo Fornaciari
    Serio incidente domestico nella mattinata di ieri per Paolo Fornaciari. Il corridore della Lampre stava ultimando i lavori di giardinaggio e stava ripulendo il tosaerba quando le lame si sono improvvisamente messe a girare, causandogli delle ferite ad alcune falangi delle dita della mano. Il corridore toscano è stato poi ricoverato presso l'Ospedale di Lucca, dove gli sono stati applicati numerosi punti di sutura. Potrebbe essere necessario nei prossimi giorni un intervento chirurgico per rimediare definitivamente alle conseguenze dell'incidente.

    tuttobiciweb.it
     
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    Durante il Trofeo Tandem è stato consegnato il chiodo d'oro a Paolo Fornaciari, all'ultima stagione da professionista. Fornaciari è apparso alla guida del triciclo vestito da gelataio con tanto di turbante in testa e con la maglia della Lampre Fondital, l’ultima indossata in corsa e donata all’amico ed organizzatore della serata del Trofeo Tandem, Stefano Benvenuti.
    Pochi attimi ed è iniziata la distribuzione del gelato al brigidino (noto dolce della zona di Lamporecchio).
    Sarà questo il nuovo mestiere che Fornaciari appena sceso di bici sta imparando grazie ad un autentico maestro del gelato come Palmiro Bruschi, ex corridore di Sansepolcro che va in giro per il mondo ad insegnare come si fa il buon gelato.
    “Paolone” attrezzerà il suo locale tra Montecatini e Pescia, nella zona di Baggiano; lo chiamerà “Ultimo Km” con tanto di triangolino rosso esposto all’ingresso del locale stesso. Un personaggio esuberante, travolgente nella sua simpatia, e sempre sorridente, che ha ricevuto il “Chiodo d’Oro” qualche istante prima di alzare la bici in alto per attaccarla al classico chiodo posizionato sul palco.
    Attorno a lui amici e compagni di viaggio lungo le strade, come Righi, Balducci, i due fratelli Mori, Giordani, Bernucci, Selvaggi, Sabatini, Ginanni, Capecchi, il fresco vincitore della Firenze-Pistoia, Grivko, Grabovskyy. Per lui anche una poesia particolare. Mancherà a tutti Paolo Fornaciari, mancherà soprattutto nel gruppo con il suo “vocione” a farsi sentire e farsi rispettare e tutti gli sono grati per quello che ha fatto in 17 anni di professionismo.
     
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3 replies since 8/7/2007, 01:06   953 views
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