CASO BASSO - Amnistia per Ivan Basso?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. xGarzox
     
    .

    User deleted


    QUI DI SEGUITO TUTTE LE TAPPE DEL CASO DOPINGI CHE HA COINVOLTO IL VARESINO

    Basso confessa e collabora
    Il varesino interrogato a Roma avrebbe ammesso il coinvolgimento nell'Operacion Puerto. Sarebbe il primo grande pentito del ciclismo

    ROMA, 7 maggio 2007 - Ivan Basso potrebbe presto diventare il primo pentito eccellente della storia del ciclismo. Il varesino, 29 anni, vincitore dell'ultimo Giro d'Italia, è stato interrogato oggi da Ettore Torri, della Procura antidoping del Coni, al quale avrebbee ammesso il suo

    coinvolgimento nell'Operacion Puerto, collaborando alle indagini. Non erano previste altre
    audizioni, ma il legale di Basso e quello di Scarponi hanno chiesto di vedere il procuratore, già incontrato mercoledì 2 maggio.

    gazzetta.it

    Basso confessa e collabora

    Il varesino interrogato a Roma avrebbe ammesso il coinvolgimento nell'Operacion Puerto e per questo potrebbe ottenere uno sconto di pena da 2 a un anno di squalifica


    ROMA, 7 maggio 2007 - La notizia si era diffusa all'ora di pranzo: "Basso sta collaborando". La misteriosa e telegrafica presenza dell'avvocato Massimo Martelli, il suo legale, alle 13.20, negli uffici della procura antidoping dello stadio Olimpico, confermava che qualcosa stava per accadere. Era proprio così: Martelli stava in pratica trattando le modalità dell'incontro fra Basso e il capo della procura antidoping Ettore Torri. Cinque minuti appena e subito via in macchina, slalomeggiando fra le transenne degli Internazionali d'Italia di tennis. L'incontro fra la procura antidoping e Basso si è svolto in uno studio legale nel cuore dei Parioli. Il vincitore del Giro d'Italia 2006 ha cominciato a collaborare e ha confessato il suo coinvolgimento nella vicenda di Operacion Puerto. Una svolta storica che al Coni è stata accolta ovviamente con soddisfazione. Naturalmente non è chiara la sostanza della collaborazione. La giustizia sportiva premia gli atleti che ammettono le loro responsabilità e collaborano per cercare di smascherare la rete di coinvolgimenti che sta dietro allo smercio e all'uso di doping. Per questo si è parlato dell'ipotesi di uno sconto di pena, da due a un anno di squalifica, che potrebbe consentire a Basso di correre il Giro d'Italia del 2008.
    "Ivan Basso ha ampiamente ammesso le proprie responsabilità relative all'Operacion Puerto - spiega una nota del Coni - e ha fornito la massima collaborazione per chiarire i fatti relativi al suo coinvolgimento". La settimana scorsa, il vincitore del Giro d'Italia 2006 aveva rescisso il contratto con la formazione della Discovery Channel. Non erano previste altre audizioni, ma il legale di Basso e quello di Scarponi hanno chiesto spontaneamente di vedere il procuratore.
    L'incontro sarebbe durato un paio d'ore e ora Basso e l'avvocato sono in viaggio verso l'aeroporto di Fiumicino. Nessuno dei due per ora ha rilasciato dichiarazioni, ma viene annunciato per le prossime ore un comunicato e si pensa che domani lo stesso Basso possa incontrare i giornalisti.

    LA FEDERAZIONE - "Ivan ha fatto esattamente quello che tutti chiedevano a Pantani e che Marco non fece: ora, ve lo chiedo a nome del ciclismo, non lasciate solo Ivan Basso". Il presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, ha appreso con soddisfazione gli sviluppi della vicenda relativa all'Operacion Puerto
    Valerio Piccioni

    gazzetta.it

    Le reazioni

    GIUSEPPE MARTINELLI (Ex d.s. Marco Pantani)
    "Difficile fare paragoni, sono storie diverse. Ma il presidente Di Rocco è uomo di sport, ha detto bene, ha detto la verità. Se Basso è riuscito a sputare il rospo è perché ha dimostrato carattere: ma è anche vero che si sente più tutelato, a differenza di quello che capitò al mio Marco. Basso questa volta non ci ha deluso".

    GIANNI BUGNO (Ex corridore e segretario Assocorridori)
    "Per me non cambia nulla, la mia stima nei confronti di Basso resta immutata. Ma ribadisco con forza che a farne le spese è sempre il corridore. Possibile che la squadra e chi dormiva con lui non sapesse niente? Mi meraviglia che queste cose escano sempre a pochi giorni dal Giro d'Italia. Lui ha avuto il coraggio di ammettere le sue colpe ma nei momenti migliori della carriera nessuno ha aperto bocca. L'Operacion Puerto? Mi meraviglio che si parli solo di ciclismo, visto che nella lista ci sono tante altre discipline sportive".

    ANGELO ZOMEGNAN (Resp. organiz. manifest. ciclistiche RCS Sport)
    "Ivan ha fatto un gesto di grande coraggio. Mi allineo in pieno a ciò che ha detto il presidente federale Di Rocco, ha interpretato perfettamente quello che è il sentimento del mondo del ciclismo. Ora non bisogna lasciarlo solo. Quali ripercussioni sul Giro d'Italia che scatta sabato? Non ne vedo al momento. Non vedo big che possano rinunciare alla corsa".

    IVANO FANINI (Patron dell'Amore&Vita)
    "Lo sapevo che sarebbe andata a finire così. Lo avevo immaginato parlando con Lombardi, il suo manager. Potrebbe essere la grande occasione di far cambiare le cose. Basso sa tutto di tutto il movimento. Ha già dimostrato di essere intelligente, di avere capito che la strada è quella giusta. Ora spero che capisca: non deve pensare solo a salvare la sua posizione, mi auguro che faccia qualcosa di importante. A livello di ciclismo in generale, intendo. E poi potrebbe fare l'uomo immagine della lotta al doping. L'invito ad unirsi a me? La mia proposta è sempre valida. Mi sono sentito con Lombardi: se vogliono fare una cosa a livello mondiale noi siamo a disposizione come squadra e sponsor. Siamo pronti a fare tutto il possibile".

    DAVIDE REBELLIN (Gerolsteiner)
    "Confido nelle capacità di Basso di riprendersi da una situazione difficile. Al di là dell'inchiesta che lo vede coinvolto, Ivan ha sempre vinto fin dagli esordi in bicicletta. Senza di lui la corsa rosa al via sabato prossimo avrà un pronostico più allargato per il successo finale con Cunego, Simoni e Savoldelli a darsi battaglia sulle salite decisive dell'ultima settimana".

    FRANCO BALLERINI (C.t. Nazionale)
    "Quella del presidente Di Rocco è una gran bella frase, che fa onore all'uomo: non lasciare solo Ivan Basso, in un frangente del genere è rivolto all'opinione pubblica. Significa: Ivan Basso è un bravo ragazzo, non è un bandito. Ivan e i giudici hanno indicato la linea da seguire. Si è pentito, ma non è "il pentito del ciclismo": ha sbagliato, ha ammesso il suo errore, è giusto che paghi, ma sia chiaro, Ivan non è un delinquente, quindi cautela nei giudizi".

    PAT MCQUAID (Presidente Uci)
    "Nessuno lascerà solo nessuno. Se vuole, Basso avrà il supporto dell'Uci, di sicuro noi non lo lasceremo solo. Ma una cosa è certa: le regole vanno rispettate, non potranno essere previsti sconti di pena, come previsto dalle sanzioni Wada. Sono triste perchè apprendere che Basso ha praticato o frequentato situazioni illecite, mi sembra veramente uno... spreco di talento. Ma è anche vero che l'eventuale collaborazione con la giustizia del corridore è il segnale che ora sui corridori c'è una pressione forte, e che si deve chiudere un capitolo. E così la cosa migliore è confessare e andare oltre. In termini politici questa vicenda ripropone le relazioni tra Uci e federazioni nazionali - dice riferendosi al caso italiano - quando abbiamo inviato il dossier Puerto in Italia eravamo convinti che c'era qualcosa su cui indagare. Ora chi troppo in fretta archiviò il caso deve riflettere. Se non fossimo stati sicuri, non ci saremmo sbilanciati. Detto questo, anche l'Uci non lascerà solo Basso, come tutti gli altri in queste condizioni".

    PALMIRO MASCIARELLI (Patron Acqua&Sapone-Mokambo)
    "Ha fatto bene, un pò tardi, ma ha fatto bene. È inutile cercare di nascondere la verità. Se lui fosse stato sincero, probabilmente avrebbe potuto già gareggiare. Sette sacche di sangue mi sembrano una cosa surreale, da ex ciclista non me l'aspettavo. Queste cose non fanno bene al movimento. Altri nomi? Ci sono già, ma Basso deve pensare a se stesso. Nella lista di Fuentes, già medico della squadra Kelme, i nomi ci sono già: sono una cinquantina di ciclisti e altri atleti di discipline differenti, in totale duecento. L'Uci (Unione ciclistica internazionale, ndr) farebbe bene a muoversi in altro modo e la Wada (Agenzia mondiale antidoping, ndr) dovrebbe focalizzarsi anche su altri sport".

    Basso parla domani. E intanto spera che...

    Ivan Basso parla domani: lo farà a mezzogiorno, a Milano, nella sala Laurenziana dell'Hotel Michelangelo, in via Scarlatti 33.
    Racconterà di come ha deciso di collaborare e di come ora speri. Tra le tante ha ammesso di essere il "Birillo" delle carte di Fuentes.
    Ora spera in una forte riduzione della pena, augurandosi di tornare a correre il prossimo anno, anche se nel pomeriggio è stato "stoppato" dal presidente dell'Uci McQuaid, il quale - come vi abbiamo peraltro già informato - ha già emesso una sentenza: due anni di squalifica.
    Eppure il varesino ha una carta a sorpresa, l'articolo 266 dello stesso statuto dell'Uci e in quello della Wada.
    «Nel deferimento che inevitabilmente la Procura formulerà già potremo individuare lo sconto di pena - ha detto l'avvocato di Basso, Martelli - perché esiste sia nelle carte della federazione internazionale che in quelle italiane la norma che prevede lo sconto di pena».
    È come detto l'articolo 266 dell'Uci (e nell'art. 15 Wada) inserito nelle norme antidoping. "Si puo' ottenere la riduzione della squalifica nel caso che il tesserato dia sostanziale aiuto nelle
    indagini che contribuiscano alla scoperta di violazioni di altre persone tesserate coinvolte nello spaccio, traffico e somministrazione di sostanze vietate. La pena non può essere meno della metà della minimia pena prevista", recita l'articolo, pubblicato anche sul sito web della federazione internazionale.
    Appellandosi al 266 se la condanna per ammissione di uso e tentato uso di sostanze vietate è di due anni, la metà è un anno. Ecco perche' il corridore spera di poter riprendere a correre l'anno prossimo.
    Intanto però è a rischio la sua maglia rosa del 2006: l'Uci potrebbe togliere al varesino la vittoria nel Giro d'Italia dello scorso anno, ma per questo verdetto ci vorrà ancora del tempo. Esattamente come per il Tour de France di Landis, il verdetto sportivo arriverà solo a conclusione delle inchieste.

    fonte: tuttobiciweb.it

    Basso: "È tentato doping.
    Mai usati prodotti illeciti"


    A Milano chiusa la conferenza stampa del varesino che spiega: "Mi sono rivolto a Fuentes in un momento di debolezza". Scarponi in Procura collabora. Segui gli aggiornamenti in tempo reale

    MILANO, 8 maggio 2007 - E' finita l'attesa conferenza stampa di Ivan Basso, in jeans e camicia azzurra. Il varesino era accompagnato dall'avvocato Martelli che ha spiegato che quella di ieri era una dichiarazione spontanea, meditata dopo l'incontro del 2 maggio. Sul colloquio con la Procura non è entrato nei dettagli, anche se l'avvocato ha spiegato che: "non si è limitato a un'ammissione di responsabilità, ma ha spiegato metodi, circostanze e tutto ciò che concerneva il rapporto con Fuentes". "È solo tentato doping. Nella mia carriera non ho mai assunto sostanze dopanti né fatto ricorso all'autoemotrasfusione. Sconterò la mia pena e tornerò a correre". Lo ha detto Ivan Basso nella conferenza stampa in svolgimento all'hotel Michelangelo di Milano, dove ha parlato di fronte ad un centinaio tra giornalisti operatori e fotografi. "Saprò tornare a farmi volere bene, penso che il gruppo mi accetterà. Non sono mancati attestati di stima di colleghi, si può vincere onestamente come ho sempre fatto".
    "Ho ritenuto giusto assumermi le mie responsabilità - ha continuato Ivan Basso in conferenza stampa - anche nei confronti della mia famiglia, che ha condiviso la mia scelta. Si è parlato di me come di un pentito, di un collaboratore. Voglio precisare che non mi è stato chiesto nulla riguardo altre persone. D'altro canto non ero a conoscenza di corridori o altri sportivi coinvolti".
    Fermissimo il varesino sulle circostanze che lo hanno portato al rapporto con Fuentes: "E' stato un momento di debolezza, ma sono conscio che il tentato doping è assimilabile all'uso di doping. Sconterò la pena e tornerò a fare il lavoro che è sempre amato". Basso ha poi chiarito che l'inizio del processo di ripensamento è piuttosto recente: risale ai giorni successivi alla rescissione del contratto con la Discovery.
    Frattanto a Roma, anche Michele Scarponi sta deponendo e collaborando con il capo della Procura antidoping Ettore Torri.

    fonte: gazzetta.it

    Caso Basso: famiglia Pantani risponde a Di Rocco
    08/05/2007 10.00.26

    (AGM-DS) - Milano, 8 maggio - La famiglia di Marco Pantani risponde indignata al presidente della Federcicilismo Renato Di Rocco. Nella giornata di lunedi` l`ammissione di colpevolezza di Ivan Basso ha sconvolto il mondo del ciclismo. Tra i tanti ad esprimere un parere a riguardo e` stato anche Di Rocco, secondo il quale `Ivan ha fatto esattamente quello che tutti chiedevano a Pantani`. Non si e` fatta attendere la replica dei parenti del `Pirata`. Attraverso un comunicato stampa, la famiglia Pantani ha affermato di provare `sdegno e dolore per le parole pronunciate dal Presidente della Federciclismo Renato Di Rocco che collega la vicenda, sportiva ed umana, di Marco Pantani a quella di Ivan Basso. La famiglia ritiene totalmente fuori luogo le sue parole, insinuanti che Marco fosse forzatamente colpevole, cosa che non e` mai stata provata da nessuna delle sette procure che lo hanno indagato`.

    Dura, poi, la chiusura: `Forse il presidente Di Rocco dimentica di aggiungere che Marco Pantani non ammise delle colpe semplicemente perche` Marco stesso riteneva di non averne. Le vicende di Pantani e Basso risultano diametralmente opposte e non accomunabili, inoltre, questo tipo di dichiarazioni non fanno altro che portare nuove sofferenze ai familiari di Marco ad oltre tre anni dalla sua scomparsa. Rimane la speranza che termini al piu` presto la vergognosa e perversa consuetudine che porta a citare il nome di Marco Pantani ovunque si parli di doping`. Una polemica spiacevole nell`ennesimo momento difficile.

    "Rischia uno stop di due anni"

    1 La posizione di Basso era stata archiviata dalla Procura antidoping del Coni nel 2006. Perché l’inchiesta è stata riaperta?
    La Procura Coni ascoltò Basso due volte, il 29 agosto e il 29 settembre 2006, poi archiviò il caso con riserva. Il nuovo procuratore Ettore Torri l’ha riaperto per i nuovi elementi di accusa che ha ottenuto dalla Spagna.

    2 Quali sono i nuovi documenti?
    Soprattutto, le 7 sacche di sangue identificate con lo pseudonimo «Birillo» e il numero «2», depositate nell’ufficio corpi di reato dell’Interpol a Roma, e alcuni sms partiti da un telefono di Basso verso Fuentes dopo la fine del Giro 2006.

    3 Quando verrà deferito Basso?
    Entro venerdì. Poi gli atti passeranno dalla Procura alla Disciplinare della Federciclismo per la sanzione. La Disciplinare si riunirà trascorsi 15 giorni (i termini a difesa).

    4 Quale squalifica rischia il varesino?
    La confessione equivale alla positività, quindi 2 anni: anche se Basso spera in uno sconto di pena. L’Uci potrebbe ricorrere al Tas (tribunale arbitrale dello sport) in caso di squalifica troppo blanda.

    5 Può perdere il Giro d’Italia 2006?
    Sì, se verrà dimostrato che Basso si sia sottoposto ad autoemotrasfusione (che è considerata pratica dopante dal 1985) prima o durante la corsa rosa.

    6 E le inchieste penali?
    Dopo il deferimento, le carte passeranno alla Procura di Roma, che indagherà Basso per violazione della legge penale antidoping 376/2000. Ivan è già indagato dalla Procura di Bergamo nell’ambito dell’Operazione Athena sulle palestre."

    Da Gazzetta.it

    Basso: "Sono stato un pirla
    Chiedo scusa a tutti"


    Lo sfogo del varesino: "Non mi sono piaciuto nella conferenza, non sono riuscito a scusarmi. Dovevo confessare un anno fa, ho nascosto tutto pure alle persone più care. Adesso voglio riconquistare la fiducia di chi credeva in me"

    MILANO, 11 maggio 2007 - Sapete cosa succede a un uomo che sbaglia, nasconde il suo errore, poi torna sui suoi passi ma non riesce più a essere credibile? Succede che si ritrova nudo e insicuro. Frastornato dagli eventi, cerca una via d’uscita e rischia di sbagliare ancora. Succede così a Ivan Basso. Era la faccia più affidabile dello sport, ci ha raccontato una grande bugia, lo ha ammesso e gli abbiamo teso la mano, ma nella conferenza stampa ha deluso anche se stesso e ci soffre. "Mi sono rivisto in tv e non mi sono riconosciuto — dice Basso raccontandoci il suo disagio —. Sono sembrato arrogante? Non lo sono mai stato. Ero terribilmente a disagio. Volevo chiedere scusa a tutti quelli che hanno creduto in me. Dovevo chiedere uno 'scusa' grande così e non ci sono riuscito. E’ che mi sono sentito aggredito. C’erano 150 giornalisti, ero tiratissimo, non ero io". Lunedì Ivan Basso si è presentato, volontariamente, alla Procura antidoping del Coni, per confessare: "Birillo sono io, quelle sacche di sangue sono mie". Per molti mesi si era trincerato dietro una difesa strenua. Ha provato a nascondere a tutti la frequentazione con un medico spagnolo legato a filo doppio con la filosofia del doping.

    UN PESO - Ettore Torri, il nuovo capo della Procura antidoping, è però tornato alla carica con prove così evidenti che Ivan non ha avuto scelta. "Avrei potuto evitare il confronto, avrei potuto eccepire su tutto, tirarla per le lunghe e continuare a correre, ma non ce la facevo più. Avevo bisogno di liberarmi di un peso — spiega Basso —. Anzi, avrei dovuto farlo molto prima. Avrei dovuto raccontare tutto già nel giugno dello scorso anno". La confessione di Basso è stata, comunque, un fatto clamoroso. Nessun numero uno dello sport aveva mai ammesso le sue colpe così rapidamente davanti alla giustizia sportiva. Ci è sembrato un piccolo grande passo avanti.

    NON HA CONVINTO - La conferenza stampa di martedì a Milano è apparsa invece un salto all’indietro. Basso non è stato convincente. "È questo che non mi fa stare sereno. Il fatto è che ho detto esattamente quello che è nei verbali. Io quel sangue versato a Madrid non l’ho mai utilizzato. E il famoso Kalc, il presunto galoppino che portava le sacche alle corse, non so nemmeno chi sia. Al procuratore ho detto tutto quello che so, ma certi nomi io non li avevo mai sentiti nominare. Ho sbagliato, lo ammetto, ma adesso come posso fare a riconquistare la fiducia? Quello che ho detto in conferenza stampa è quello che ho detto a Torri. Io sono esattamente quello che la gente pensava che fossi. Sono soltanto un uomo che ha sbagliato. Tutto qui".

    LE SACCHE - Continua a risultare poco chiaro che un atleta così, uno che fin da ragazzino dominava il suo sport, debba rivolgersi a Fuentes. "Sono stato un pirla — commenta —. Un Pirla con la p maiuscola. Ho pensato che prima poi mi sarebbero servite quelle sacche. Ho provato e solo adesso capisco quanto ho sbagliato. E’ giusto che io paghi il prezzo del mio errore. Non cerco sconti".

    BRUTTA PAGINA - Perché negare l’evidenza, perché nascondersi dietro un "Birillo"? «Perché ad un certo punto negavo la verità anche a me stesso. E’ difficile crederci, ma questa brutta pagina l’ho nascosta anche alle persone che ho più care. Sono un uomo di grandi principi e forse nel mio inconscio non ho mai accettato quei viaggi a Madrid. Ecco perché voglio chiedere scusa a tutti quelli che hanno avuto fiducia in me. So che non sarà facile riconquistarla ma ci voglio almeno provare. E se possibile vorrei rassicurare quelli che si sono emozionati per me. Le mie vittorie sono vere, me le sono conquistate soffrendo per questo sport in ogni secondo della mia vita. Ho vinto e rivinto in bici da quando avevo 6 anni e nei miei risultati non c’è doping".

    MISSIONE - E’ vero, Ivan ha trovato il suo talento nella culla e lo ha coltivato con impegno. Un atleta con il suo motore e la sua lucida determinazione potrebbe paradossalmente essere vittima del doping facile e poco rintracciabile. A parità di condizioni, sarebbe stato comunque il primo della classe. Proprio per questo dovrebbe essere in prima fila nella lotta al cancro dello sport. Questa dovrebbe essere la sua missione. "Mi prenderò una lunga vacanza con la famiglia. Mia moglie e i miei figli sono la mia vita. Con loro cercherò di ritrovare serenità e poi tornerò in bici, perché anche quella è la mia vita".

    gazzetta.it

    Caso Basso: la Procura di Busto Arsizio lo indaga

    La procura di Busto Arsizio ha aperto un'inchiesta nei confronti di Ivan Basso: a carico del corridore varesino è ipotizzato il reato di violazione alla legge antidoping (art.9 della legge 376) che vieta l'uso di sostanze dopanti o di sottoporsi a trattamenti medici non giustificati. Secondo fonti giudiziarie l'iscrizione di Ivan Basso nel registro degli indagati sarebbe obbligatoria dopo i due interrogatori sostenuti davanti alal Procura del Coni, tanto è vero che da Busto Arsizio è già partita la richiesta degli atti alla procura antidoping del Coni.

    Basso interrogato per tre ore dalla Procura del Coni

    van Basso è stato interrogato stamane per tre ore dalla procura antidoping del Coni. Al varesino, in particolare, sono stati chiesti chiarimenti su aspetti della sua audizione che non trovavano riscontro negli atti dell'inchiesta "Operacion Puerto". E dopo aver ascoltatoi il vareino, la Procura presieduta da Ettore Torri ha dato il via all'audizione di Alessandro Kalc, accusato di essere uno dei corrieri di Fuentes.

    Torri: a vederlo, Basso tin dire molto di più

    «Posso dire che a vederlo, Ivan Basso, è uno che vuol fare e dire molto. Vedremo». Parla così il capo della Procura antidoping del Coni, Ettore Torri. Il Procuratore parla del nuovo faccia a faccia con il corridore coinvolto nello scandalo doping dell'inchiesta spagnola, spiegando che «è stata un'audizione per avere alcuni chiarimenti su alcune spiegazioni che Basso ci aveva dato e che erano in contraddizione con gli atti dell'indagine relativa all'Operacion Puerto».

    tuttobici web.it

    Ciclismo, McQuaid: "Basso e' un bugiardo, non merita sconti"
    Indice Ultim'ora

    LA MADDALENA (Olbia-Tempio) - Il presidente della Federciclismo internazionale Pat McQuaid spiega, alla partenza del Giro d'Italia, il suo punto di vista sul caso Ivan Basso: "Per dieci mesi ha mentito al ciclismo, ai media, ai tifosi, agli sponsor, alla sua squadra - ha detto McQuaid - Ivan Basso non merita sconti. Sta collaborando con la giustizia sportiva italiana? Ed e' collaborazione confessare dopo mesi? Siamo sempre stati convinti che lui entrasse nell'Operazione Puerto. Ora aspettiamo il procedimento del Coni con fiducia, anzi complimenti alla Procura Antidoping per aver lavorato in questi mesi per cercare la verita.

    "Basso ha fatto retromarcia
    per paura di danni fisici"


    Clamorose dichiarazioni di Ettore Torri, capo della Procura antidoping del Coni: "L'atleta ha paura di essere estromesso dall'ambiente e di perdere il lavoro. Manifesta il pericolo di danni fisici, nelle corse si può finire dentro un fosso..."

    ROMA, 15 maggio 2007 - Conferenza stampa al Foro Italico di Ettore Torri, capo della Procura antidoping del Coni. Oggetto del dibattere il punto sull'Operacion Puerto e non sono mancati i dubbi circa il pentimento di Ivan Basso: "Nel primo interrogatorio Basso aveva negato tutto. Nel secondo aveva iniziato a parlare, ammettendo alcune cose, di essere andato da Fuentes, di essersi fatto estrarre il sangue, allo scopo di farselo successivamente trasfondere. Questo sangue, secondo lui, è rimasto a Barcellona e non è stato mai richiesto". Nel terzo interrogatorio, Basso non ha però dato seguito a queste ammissioni: "L'atleta teme diversi elementi, di essere estromesso dall'ambiente e di perdere il lavoro. E manifesta il pericolo di danni fisici, nelle corse si può finire dentro un fosso..."

    PROCURE - Torri ha auspicato la collaborazione con le Procure della Repubblica: "Si tratta di un traffico che ha talmente tante implicazioni che speriamo che da questa collaborazione possano emergere nuovi elementi. Ho già parlato con il sostituto procuratore Rota di Bergamo e, stamattina, a lungo con il sostituto procuratore Ferraro di Roma. La procura antidoping del Coni per sua natura per ora, più che indagare, può solo lavorare su atti provenienti da altre fonti: per questo chiederò che sia dotata di un vero organismo inquirente, che possa almeno andare in giro a indagare".

    SOSPENSIONE - La proposta sarà esaminata dalla prossima Giunta del Coni, in programma all'inizio di giugno. Torri, per ora, non deferirà nè Basso nè Scarponi, in attesa di nuovi elementi, anche se a oggi le prove basterebbero per chiedere due anni di squalifica per il varesino, con forti dubbi inoltre sull'eventuale sconto per la collaborazione. "La sospensione in via cautelare di Basso in attesa del deferimento può durare due mesi rinnovabili per altri due, e quindi si tratta, penso, di 120 giorni al massimo".

    KALC - Torri ha anche annunciato che Alessandro Kalc, il dirigente di una società dilettantistica sospettato di essere il "corriere", non si presenterà domani al secondo interrogatorio al Coni: "Allo stato - ha detto il capo della Procura antidoping - questo basta per un deferimento". Il responsabile dell'ufficio antidoping del Coni, Marco Arpino, ha riferito sulla recente riunione al Consiglio d'Europa, dove l'Italia ha chiesto che le indagini sull'Operacion Puerto siano estese in altre nazioni, seguendo gli stessi metodi seguiti dalla Procura del Coni.

    gazzetta.it

    Basso in Germania con Ullrich e Fuentes

    L'incontro sarebbe avvenuto in un albergo di Friburgo alla vigilia del Giro 2006. La Procura di Roma è pronta a emettere gli avvisi di garanzia che dovrebbero riguardare Fuentes, sua sorella Yolanda e molti stranieri della lista di Operacion Puerto

    ROMA, 16 maggio 2007 - Diventa sempre più pesante la posizione di Ivan Basso. Questa mattina, al più tardi domani, il pm della Procura di Roma, Paolo Ferraro, iscriverà il suo nome nel registro degli indagati per violazione della legge 376/2000 (antidoping). Con lui saranno iscritti anche Michele Scarponi e Alessandro Kalc. Per Basso la vicenda sportiva (e l'eventuale riduzione di pena) si allontana dopo che la Procura di Bergamo ha fatto avere al Procuratore antidoping Ettore Torri le carte della magistratura tedesca che — con i carabinieri del Nas di Brescia — sta lavorando su un traffico internazionale di sostanze dopanti. Dalle carte emergerebbe la presenza di Ivan Basso, Jan Ullrich e del medico spagnolo Eufemiano Fuentes in un albergo di Friburgo alla vigilia del Giro 2006. E Basso di questo incontro non ha mai detto nulla.

    AVVISI DI GARANZIA - La Procura di Roma è pronta a emettere gli avvisi di garanzia che dovrebbero riguardare anche un nutrito numero di corridori stranieri inseriti negli elenchi di Operacion Puerto. Tra questi José «Bufalo» Gutierrez (2º al Giro 2006), Botero, Sanchez, Serrano, Baranowski, Paulinho, Ribeiro, Contador e Gonzalez, più la sorella di Fuentes, Yolanda, che avrebbe avuto un ruolo importantissimo nel trasporto di sacche di sangue e nei rapporti tra il fratello e i corridori impegnati nelle gare in Italia. Per tutti, avvisi di reato in base alla legge 376/2000 per “aver commesso un reato sul territorio italiano”.
    Anche Eufemiano Fuentes potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati per violazione della legge antidoping, ma nel suo caso si tratta di un reato commesso all’estero nei confronti di cittadini italiani (i prelievi di sangue a Madrid per le emotrasfusioni di Basso e Scarponi), reato per il quale è sempre competente la Procura di Roma.

    DIETROFRONT DI KALC - Il dirigente Alessandro Kalc ha fatto sapere di non avere interesse di farsi sentire dalla Procura antidoping. Rischia una proposta di radiazione da parte della Procura e sicuramente il suo nome è destinato ad essere inserito nella lista delle persone con i quali i tesserati hanno il divieto di avere rapporti: sei mesi di squalifica in caso di violazione. Kalc ha probabilmente deciso di non "tradire" la fiducia che riponeva in lui il medico Fuentes che ne aveva fatto uno dei suoi corrieri.

    PROCURE AL LAVORO - Il capo dell’antidoping, Ettore Torri, ha incontrato ieri il pm di Roma Paolo Ferraro che da tempo indaga sul doping nel ciclismo e che avrebbe già programmato il lavoro con i carabinieri del Nas (al suo fianco nell’operazione Oil for drugs). Ferraro dovrebbe già avere in mano le carte dell’Operacion Puerto e l’elenco delle persone da indagare. Anche la Procura di Bergamo dovrebbe partire con le sue indagini e, dopo aver già iscritto Basso nel registro degli indagati, aspetta di chiamare il corridore per sentirlo anche nell’ambito del lavoro della polizia tedesca e sulle carte che il pm Maria Cristina Rota ha ricevuto da Torri. Infine, per stessa ammissione di Torri, anche la Procura di Lucca si è attivata, ma in questo caso l’attenzione del magistrato toscano è riservata alla posizione di un medico il cui nome è fatto dallo stesso Fuentes in un fax ai suoi collaboratori: Luigi Cecchini.

    gazzetta.it

    Basso, chiesti 21 mesi di squalifica

    La procura antidoping del Coni ha chiesto di fermare per quasi due anni il ciclista varesino coinvolto nell'Operacion Puerto

    Al corridore è stata contestata la violazione dell'art. 2.2 del Codice Wada (uso o tentato uso di una sostanza vietata o di un metodo proibito) insieme all'ipotesi prevista all'art. 2.6 dello stesso Codice (possesso di sostanze vietate e metodi proibiti). Contestualmente al deferimento, il procuratore Ettore Torri ha chiesto la squalifica dall'attività agonistica per 21 mesi, "considerando le contestazioni come un'unica prima violazione". Basso, finito nell'inchiesta spagnola sul doping, dopo aver negato qualsiasi coinvolgimento con la vicenda doping davanti alla procura del Coni, nel secondo interrogatorio cui si era presentato spontaneamente il 7 maggio scorso aveva ammesso il tentativo di doping e si era mostrato disponibile a collaborare. Salvo poi frenare nel terzo faccia a faccia con il procuratore Torri

     
    .
  2.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Uci: non ci sono elementi per fare sconti a Basso
    Alla vigilia della convocazione di Ivan Basso davanti alla Commissione Disciplinare della FCI, scende in campo l'UCI con una lettera a firma del suo responsabile antidoping Leon Schattenberg indirizzata al presidente della federciclismo italiana Renato Di Rocco: «Non ci sono elementi che consentono di adottare nei confronti di Ivan Basso una sanzione inferiore ai due anni. Mentre noi apprezziamo il lavoro fatto dal Coni nonche' lo sforzo per inquadrare il caso nel suo contesto regolamentare e legale - si legge nella lettera dell'Uci - dobbiamo sottolineare che i motivi invocati per proporre una riduzione della sospensione a 21 mesi non sono conformi alle esigenze regolamentari. Non e' dunque possibile ridurre la sanzione di due anni di sospensione e l'Uci insiste, in virtu' dell'art. 233 RAD, che venga imposta una sospensione di due anni. Se cosi' non fosse, l'Uci, cosi' come l'agenzia mondiale antidoping, sarebbe costretta a fare appello al Tribunale d'arbitrato dello sport, cosa che non fara' gli interessi del nostro sport, ne' della vostra federazione, ne' dello stesso corridore».

    fonte: tuttobiciweb.it
     
    .
  3. Carles Puyol
     
    .

    User deleted


    Ma quali sconti....si deve fare 2 anni di qualifica e basta!!!!
     
    .
  4.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Ma quali sconti....si deve fare 2 anni di qualifica e basta!!!!

    ma anche 3!! :asd:
    ha fatto tutto il lecchino... "sì sì... collaboro... dico tutto dico tutto... sono bravo... mi pento" e poi nn ha fatto manco un nome... 3 anni!!!! :asd:

    e anche Scarponi!!
     
    .
  5. "(Joe.Falchetto)"
     
    .

    User deleted


    beh... penso che a scarponi debbano dare più mesi di basso in quanto kalk ha detto che scarponi ci andava già da un bel po' mentre basso non ne ha fatto uso.

    però 2 anni non glieli leva nessuno :asd:
     
    .
  6.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Pier Bergonzi: «No alla severità ad personam»
    L’Uci tempestiva, scrive alla Federciclo per chiedere la massima severità per Ivan Basso. Vuole che la Disciplinare lo sospenda per 24 mesi, invece dei 21 chiesti dalla Procura del Coni, altrimenti ricorrerà al Tas. La severità, in materia di doping, trova sempre il nostro appoggio. A patto che sia uguale per tutti. Nel caso di Basso – primo atleta di levatura mondiale ad ammettere le colpe alla giustizia sportiva – sentiamo invece una nota stonata. Ma come? L’Uci applaude e crede a Zabel che confessa una settimana di Epo e non crede alla confessione di Basso? Non accetta sconti per Ivan, ma assiste impotente ai risultati di corridori come Vizioso, Plaza, Davis, Se villa, Zaballa, Jaksche coinvolti ufficialmente nell’Operacion Puerto? Altri come «amico de Birillo» o «Clasicolano», protagonisti di grandi corse e potenziali vincitori del prossimo Toru, pedalano a piede libero.
    E cosa dice, l’Uci, di un certo Muraglia, positivo il 4 marzo per gonadotropina, che ha corso sabato al Memorial Pantani? A proposito: rinviato a giudizio dalla Procura di Trani per Oil For Drug, non è stato ancora deferito alla Disciplinare. Dov’era, in questo caso, la Procura Coni? Confermando la linea della severità e della fermezza non possiamo accettare una giustizia che faccia differenze. Basso non può diventare l’unico dei cattivi. Fare la voce grossa solo con lui, ci lascia come di fronte a un quadro storto.

    Pier Bergonzi, su «La Gazzetta dello Sport» del 15 giugno 2007
     
    .
  7.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Basso: chiedo solo di avere una pena giusta
    Ivan Basso ha deposto stamane davanti alla commissione disciplinare della federciclismo: "Merito di pagare con una pena giusta - ha detto il varesino -. Ho sbagliato ma non ho mai chiesto sconti e pieta'. Voglio essere giudicato in base ai regolamenti esistenti e non per il nome che porto".
    La commissione si riunira' ora in camera di Consiglio per decidere nel merito sulla richiesta della Procura Antidoping del Coni che aveva chiesto 21 mesi di squalifica.

    fonte: tuttobiciweb.it
     
    .
  8. f23zelk
     
    .

    User deleted


    21 o 24 nn fa differenza se poi nn lo invitano alle corse
     
    .
  9.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    io nn ho capito una cosa... ma la squalifica partirebbe da...
    da quando viene decretata!? oppure dallo scorso tour?
     
    .
  10. f23zelk
     
    .

    User deleted


    magari dallo scorso Tour :D
    dalla sospensione forse
    e cmq è vero ke x i due anni successivi nn può essere ingaggiato da squadre pro-tour?
    se fosse così carriera quasi conclusa e nn lo vedrò mai a montevergine :cry:
     
    .
  11.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    io sapevo di sì.... 2 anni di squalifica + 2 anni fuori dal pro tour... no!?
     
    .
  12.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Basso, squalifica fino al 24 ottobre 2008
    La Commissione Disciplinare della Federciclismo ha squalificato Ivan Basso per ventiquattro mesi. La squalifica del varesino, al quale è stato riconosciuto lo stop osservato nel 2006, scadrà il 24 ottobre 2008.
    "Dalla squalifica che ha decorrenza da oggi - spiega la sentenza - la Disciplinare ha detratto 236 giorni, risultati dalla somma di sospensioni imposte o accettate dall'atleta". Per questo motivo la squalifica scadrà il 24 ottobre 2008. Basso era presente al momento della lettura della sentenza della Disciplinare, effettuata davanti ai cronisti a telecamere e microfoni spenti. La Disciplinare non ha considerato l'istituto della collaborazione perchè da parte di Basso "non c'è stato un contributo fattivo". Il ciclista è stato punito "per essersi sottoposto a prelievi ematici senza prescrizioni mediche al fine di alterare le prestazioni sportive". La procura antidoping aveva chiesto uno stop di 21 mesi.

    fonte: tuttobiciweb.it
     
    .
  13. f23zelk
     
    .

    User deleted


    beh mi pare ke sia la pena + giusta
     
    .
  14.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Basso: continuero ad allenarmi, voglio tornare a correre
    Ivan Basso ha assistito di persona alla lettura della sentenza e ha concesso solo un paio di battute ai cronisti che lo assediavano: "Accetto la sentenza, sapevo che la situazione non era facile. Ora continuerò ad allenarmi per tornare nel 2009. Il ricorso? È un discorso che concerne il mio avvocato, io preferisco non fare commenti sulla sentenza".

    fonte: tuttobiciweb.it
     
    .
  15. xGarzox
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Accetto la sentenza, sapevo che la situazione non era facile. Ora continuerò ad allenarmi per tornare nel 2009. Il ricorso? È un discorso che concerne il mio avvocato, io preferisco non fare commenti sulla sentenza".

    prima stava sempre zitto per me è meglio che torni in silenzio...

    IL GIRO A GIBO
     
    .
49 replies since 13/6/2007, 13:56   449 views
  Share  
.