Fausto Coppi

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    Angelo Fausto Coppi (Castellania, 15 settembre 1919 – Tortona, 2 gennaio 1960) è stato un ciclista italiano.

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    Soprannominato il Campionissimo o l'Airone, fu il corridore più vincente e famoso dell'epoca d'oro del ciclismo, ed è considerato uno dei più grandi e popolari atleti di tutti i tempi. Eccellente passista e scalatore, era molto forte anche in volata, risultando un corridore completo e adatto ad ogni tipo di competizione su strada. S'impose sia nelle più impotanti corse a tappe sia nelle maggiori classiche di un giorno. Fu anche un campione di ciclismo su pista.

    Vinse cinque volte il Giro d'Italia (1940, 1947, 1949, 1952 e 1953) (record), e due volte il Tour de France (1949 e 1952). Fra i suoi numerosi successi nelle corse in linea vanno ricordate le cinque affermazioni al Giro di Lombardia (1946, 1947, 1948, 1949 e 1954) (record), le tre vittorie alla Milano-Sanremo (1946, 1948 e 1949), e i successi alla Parigi-Roubaix e alla Freccia Vallone nel 1950. Fu Campione del mondo nel 1953. Nel ciclismo su pista, fu Campione del mondo d'inseguimento nel '47 e nel '49 e primatista dell'ora (45,798 km) dal 1942 al 1956.

    Dal fisico apparentemente poco atletico, era dotato di una notevole agilità muscolare e di un sistema cardiorespiratorio fuori dal comune (capacità polmonare di 6,5 litri e 44 pulsazioni cardiache/minuto a riposo), qualità che ne esaltavano la resistenza sotto sforzo. La struttura ossea molto fragile e le ripetute fratture lo constrinsero tuttavia a pause forzate durante l'arco dell'intera attività. Allo stesso modo, la seconda guerra mondiale ne condizionò la carriera: la sospensione delle competizioni a causa del conflitto giunse infatti subito dopo le prime importanti vittorie di Coppi.

    Leggendaria la sua rivalità con Gino Bartali, che divise l'Italia nell'immediato dopoguerra (anche per le presunte diverse posizioni politiche dei due). Celebre nell'immortalare un'intera epoca sportiva - tanto da entrare nell'immaginario collettivo degli italiani - è la foto che ritrae i due campioni mentre si passano una bottiglietta durante una salita al Tour del '52. Non fu mai chiarito se fosse stato Coppi a dare la bottiglia a Bartali o viceversa, mistero che anche i protagonisti contribuirono in un certo qual modo a preservare (entrambi sostennero di aver aiutato l'altro). Nel film realizzato dalla RAI nel 2006, Gino Bartali - L'intramontabile, è Bartali a passare una borraccia a Coppi.

    Le sue imprese e le tragiche circostanze della morte ne hanno fatto un'icona della storia sportiva italiana. A quasi cinquant'anni dalla scomparsa, la sua popolarità e fama appaiono immutate.


    Vita e carriera
    Il monumento a Fausto Coppi sul Passo PordoiFausto Coppi nasce il 15 settembre 1919, da Domenico e Angiolina Boveri. Incomincia a lavorare a Novi Ligure come garzone in una salumeria, ed è a Novi che incontra Biagio Cavanna, il famoso massaggiatore cieco e 'santone' del ciclismo, che tanta parte avrà nella sua trionfale carriera. Fausto disputa la sua prima gara nel luglio del 1937, sul circuito della Boffalora (Castellania (Boffalora)-Sarezzano-Tortona-Villalvernia-Castellania (Boffalora)), e nell'estate dell'anno successivo centra la sua prima vittoria, a Castelletto d'Orba.

    Nel '39 partecipa ad una corsa a Pavia; in quell'occasione Cavanna scrive a Giovanni Rossignoli della Bianchi raccomandandogli due nomi: "Caro Giovanni, ti mando due corridori. Uno, il Coppi, vincerà; l'altro farà quel che potrà". Coppi come previsto da Cavanna vince, e all'inizio della stagione seguente passa al professionismo, diventando gregario di Gino Bartali alla Legnano.

    Nel 1940, all'esordio al Giro d'Italia, Coppi dovrebbe limitarsi ad aiutare il suo capitano Bartali, il quale però cade durante le prime tappe ed appare fuori gioco per la vittoria finale. Fausto ha così via libera e s'impone di forza nella tappa Firenze-Modena tra lo stupore generale: un'incredibile fuga, iniziata sull'Abetone sotto il diluvio e conclusa in modo trionfale. Conquista la maglia rosa e la difende sino a Milano. È nata una stella.

    Due anni dopo al velodromo Vigorelli stabilisce il nuovo record dell'ora. Ma purtroppo la guerra tarpa le ali al giovane campione: mandato in Africa con la fanteria (Divisione Ravenna) è fatto prigioniero dagli inglesi. Al seguito delle truppe britanniche, come attendente di un capitano, rientra in Italia nel '45, e corre alcune gare per la Società Sportiva Lazio.

    Nel 1946 nasce il leggendario binomio "Fausto Coppi-Bianchi", Fausto indosserà per un decennio la famosa casacca bianco-celeste, la maglia di tutte le sue più celebrate imprese. L'arrivo alla Bianchi dà immediatamente i suoi frutti: vince la sua prima Milano-Sanremo con un'epica fuga e ben 14 minuti di vantaggio sul secondo classificato (la radio annuncia: "Primo classificato Coppi Fausto; in attesa del secondo classificato trasmettiamo musica da ballo"); quindi si aggiudica tre tappe al Giro (vinto da Bartali), il Gran Premio delle Nazioni (bissato l'anno successivo), il Circuito di Lugano e nel finale di stagione il suo primo Giro di Lombardia.

    Nel 1947, a 7 anni di distanza dal primo successo, vince nuovamente il Giro d'Italia. Fra i suoi compagni di squadra vi è il fratello Serse, cresciuto ciclisticamente con lui e al quale Fausto è molto legato. Serse vincerà la Parigi-Roubaix del '49 per poi morire in circostanze tragiche nel 1951, in seguito ad una caduta durante la volata finale al Giro del Piemonte.

    Nel '48 Fausto centra la seconda accoppiata Sanremo-Lombardia.

    Il '49 è l'anno della definitiva consacrazione internazionale. Fausto vince ancora una volta la Sanremo e il Lombardia, e al Giro firma quella che resterà la sua impresa più celebre, con 192 chilometri di fuga nella tappa Cuneo-Pinerolo; il giornalista Mario Ferretti apre la sua radiocronaca con una frase entrata nella storia del ciclismo: "Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi". Conquistato il terzo Giro, affronta il suo primo Tour de France: nessun corridore è mai riuscito a centrare la doppietta Giro-Tour nello stesso anno. Fausto parte molto male, perdendo più di mezz'ora nelle prime tappe. Poi come d'incanto risorge, dominando le due lunghissime cronometro e staccando tutti alla sua maniera nella tappa Briançon-Aosta. È il trionfo definitivo, e in Francia nasce il mito di "Fostò". Al Mondiale di Copenaghen, su un tracciato adatto a velocisti puri, si piazza terzo dopo il principe delle volate Van Steembergen e lo svizzero Kübler.

    Il 1950 inizia in maniera sfolgorante, con i successi alla Parigi-Roubaix e alla Freccia Vallone. Ma la sfortuna colpisce Coppi forse nel momento migliore della carriera: alla nona tappa del Giro, la Vicenza-Bolzano, un corridore che gli è davanti sbanda e Fausto cade; all'ospedale di Trento la diagnosi è senza appello: frattura tripla del bacino, e stagione finita.

    Il destino si accanisce poi nel 1951 con la scomparsa del fratello Serse, tragedia che segna Fausto nel profondo. Dopo un discreto Giro, terminato con due vittorie di tappa, partecipa al Tour con la morte nel cuore. Nella tappa di Montpellier attraversa una crisi spaventosa, da cui riesce a risollevarsi solo grazie all'aiuto dei fedeli compagni di squadra. Si riprende nel finale del Tour, dimostrando a tutti di essere ancora lui e conquistando la tappa alpina da Gap a Briançon.

    Nel '52, lasciata la cattiva sorte alle spalle e nel pieno della sua maturità agonostica, Fausto mette il sigillo su un'altra fenomenale annata, riuscendo a ripetere la doppietta del '49: vince tre tappe e classifica finale al Giro d'Italia, e addirittura cinque tappe al Tour (fra le quali il primo arrivo all'Alpe d'Huez nella storia della Grande Boucle), portando nuovamente la maglia gialla sino a Parigi.

    Il 1953 è l'anno della quinta vittoria al Giro (sulle rampe dello Stelvio stacca Hugo Koblet, ultima leggendaria impresa del Campionissimo alla Corsa Rosa) ma è soprattutto l'anno del trionfo al Campionato del Mondo: sul difficile circuito di Lugano Coppi fa letteralmente il vuoto; il belga Germain Derycke tenta di rimanergli a ruota, ma a 30 km dall'arrivo l'Airone di Castellania prende il volo e giunge sul traguardo con 6 minuti di vantaggio. La vittoria di Lugano segna il punto più alto della sua carriera, ma è anche l'inizio della parabola discendente.

    Nel '54 l'ultima grande vittoria: il Giro di Lombardia, per la quinta volta (record assoluto di successi nella grande classica di ottobre).

    Nel 1955 appare di nuovo in ottima forma: vince il suo quarto Campionato italiano su strada, perde il Giro per soli 13 secondi (la vittoria va a Fiorenzo Magni), e coglie la sua ultima affermazione in una corsa in linea, al Giro dell'Appennino. Nel '57, con la maglia della Carpano-Coppi, l'ultimo trionfo in assoluto, al Trofeo Baracchi, a cronometro in coppia con Ercole Baldini. Nel 1959 nasce il progetto della "San Pellegrino": una nuova formazione diretta da Gino Bartali, che dovrebbe avere come capitano proprio Fausto. I due grandi rivali sotto la stessa bandiera, come vent'anni prima. Il destino purtroppo è però in agguato...

    Coppi ha vinto complessivamente 122 corse in carriera. Ha indossato per 31 giorni la maglia rosa e per 19 giorni la maglia gialla.


    La morte
    Nel dicembre del '59, subito dopo essere stato ingaggiato dalla squadra appena costituita dall'amico ed ex-rivale Gino Bartali, Coppi partecipa con alcuni amici ciclisti francesi, fra cui Raphaël Géminiani e Jacques Anquetil, ad una corsa e ad una battuta di caccia nell'Alto Volta, dove contrae la malaria. Al ritorno in Italia la malattia si manifesta con la classica forte febbre e le alternate crisi di freddo e caldo, ma i medici che lo hanno in cura sbagliano diagnosi, ritenendola un'influenza più grave del consueto (nonostante la moglie e il fratello di Géminiani avessero telefonato dalla Francia per avvertire i medici di Coppi che a Raphaël era stata diagnosticata la malaria). Fra atroci tormenti, Fausto muore il 2 gennaio 1960 all'ospedale di Tortona, a soli 40 anni. Viene sepolto nella chiesa del suo paese natale.

    All'inizio del 2002 sono state pubblicate alcune illazioni, mai confermate, secondo le quali Coppi sarebbe stato avvelenato in Africa per vendicare la morte di un ciclista locale. La realtà dei fatti è però dimostrata sia dalla provetta del sangue prelevato a Coppi (dove fu trovato il plasmodium falciparum, l'agente della malaria terzana maligna, la forma più violenta della malattia) sia dalla diversa sorte di Géminiani, che divise in Alto Volta l'alloggio con Coppi, fu colpito anche lui dalla malaria, ma curato in tempo con il chinino poté sopravvivere e guarire.


    Aneddoti
    In una tappa alpina del Giro, Bartali è davanti a Coppi di poche decine di metri. Coppi ha fortissimi dolori alle gambe e scende dalla bici con l'intenzione di abbandonare la corsa. Bartali se ne accorge, torna indietro e si ferma vicino a Fausto. Gli ricorda che i loro genitori hanno avuto difficoltà economiche per assecondare la passione dei figli, e per questo non vanno delusi. Bartali prende la faccia di Coppi e gliela mette dentro alla neve per farlo un po' riprendere, lo fa risalire in bicicletta e mentre riparte gli urla: "Coppi sei un acquaiolo! Ricordatelo! Solo un acquaiolo!". Bartali - in un dialetto fiorentino oggi non più usato - intendeva, così dicendo, che chi non beve un po' di vino ma solo acqua è un uomo di poco valore, appunto un "acquaiolo". A Gino piaceva mangiare e bere anche prima delle gare, differentemente da Fausto che era invece attentissimo alla dieta.

    Coppi era un grande appassionato di calcio, e oltre a tifare per l'Alessandria aveva simpatia per le due squadre genovesi Genoa e Sampdoria, avendo vissuto per quasi dieci anni a Genova Sestri Ponente, dove si era sposato con Bruna Ciampolini nel 1945. Spesso era ospite in tribuna allo stadio Luigi Ferraris. Diverse volte si cimentò in derby calcistici di beneficenza a Genova e Milano.


    La "Dama Bianca"
    Coppi fu al centro anche delle cronache scandalistiche del tempo, per la relazione extraconiugale avuta con Giulia Occhini, moglie del dottor Locatelli - appassionato tifoso coppiano - conosciuta durante la Tre Valli Varesine del 1948 e divenuta famosa con il soprannome di "Dama Bianca". Tra Fausto e Giulia iniziò una lunga storia d'amore, resa definitivamente pubblica dal giugno 1953. Essendo entrambi già sposati, la relazione suscitò all'epoca grande scandalo e fu fortemente avversata dall'opinione pubblica: persino il Pontefice arrivò a condannarla apertamente.
    Coppi e la prima moglie Bruna Ciampolini (da cui aveva avuto la figlia Marina, nata l'11 novembre 1947) si separarono consensualmente nel 1954, mentre Locatelli arrivò a denunciare la Occhini per adulterio. La donna in attesa del processo dovette rimanere per quattro giorni in carcere e successivamente dovette racarsi per domicilio coatto ad Ancona, mentre a Coppi venne ritirato il passaporto.
    Il processo celebrato dal 12 al 14 marzo 1955 vide condannati Coppi a due mesi di carcere, la Dama a tre mesi di carceri; entrambi usufruirono della condizionale. Tra mille difficoltà Coppi e la Occhini si sposarono in Messico (matrimonio mai riconosciuto in Italia) e misero alla luce un figlio, Angelo Fausto Maurizio Coppi detto Faustino, nato il 13 maggio 1955, a Buenos Aires.


    Palmarès

    1938
    Castelletto d'Orba

    1939
    Giro del Penice
    Coppa Città di Pavia
    Circuito di Susa
    Giro del Casentino
    Premio di Varese

    1940
    1 tappa (Modena) e classifica finale al Giro d'Italia (con 2'40" su Enrico Mollo) (1)
    Campionato italiano d'inseguimento (1)

    1941
    Campionato italiano d'inseguimento (2)
    Giro di Toscana
    Giro dell'Emilia (1)
    Giro del Veneto (1)
    Tre Valli Varesine (1)
    Giro della provincia di Milano
    1942
    Primato mondiale dell'ora (al Velodromo Vigorelli di Milano, supera di 31 metri il record di Maurice Archambaud)
    Campionato italiano su strada (1)
    Campionato italiano d'inseguimento (3)

    1945
    Coppa Salvioni
    Coppa Candelotti
    Circuito degli Assi
    Criterium di Lugano
    Circuito di Ospedaletti

    1946
    Milano-Sanremo (1)
    Giro di Lombardia (1)
    3 tappe (Bologna, Auronzo di Cadore e Bassano del Grappa) al Giro d'Italia (2° in class. finale a 47" da Gino Bartali)
    Gran Premio delle Nazioni (1)
    Giro di Romagna (1)
    Circuito di Lugano
    Circuito del Trocadero

    1947
    3 tappe (Prato, Napoli e Trento) e classifica finale al Giro d'Italia (con 1'43" su Bartali) (2)
    Campionato del Mondo d'inseguimento (1)
    Giro di Lombardia (2)
    Campionato italiano su strada (2)
    Giro di Romagna (2)
    Giro del Veneto (2)
    Giro dell'Emilia (2)
    Campionato italiano d'inseguimento (4)
    Gran Premio delle Nazioni (2)
    Attraverso Losanna

    1948
    Milano-Sanremo (2)
    Giro di Lombardia (3)
    2 tappe (Cortina d'Ampezzo e Trento) al Giro d'Italia. Vincitore della classifica finale del Gran Premio della Montagna
    Giro dell'Emilia (3)
    Tre Valli Varesine (2)

    1949
    3 tappe (Salerno, Bolzano e Pinerolo) e classifica finale al Giro d'Italia (con 23'47" su Bartali) (3)
    3 tappe (La Rochelle, Aosta e Nancy) e classifica finale al Tour de France (con 10'55" su Bartali) (1)
    Classifica del Gran Premio della Montagna al Giro d'Italia
    Classifica del Gran Premio della Montagna al Tour de France
    Milano-Sanremo (3)
    Giro di Lombardia (4)
    Giro di Romagna (3)
    Giro del Veneto (3)
    Campionato del Mondo d'inseguimento (2)
    Campionato italiano su strada (3)
    Circuito della Lauvière
    Challenge Desgrange-Colombo (classifica che tiene conto dei piazzamenti al Giro, al Tour, alla Parigi-Roubaix, Parigi-Bruxelles, Giro delle Fiandre, Giro di Lombardia e Milano-Sanremo)
    (3° al Campionato del Mondo su strada di Copenaghen)

    1950
    Parigi-Roubaix
    Freccia Vallone
    Giro della provincia di Reggio Calabria
    Circuito di Genova

    1951
    2 tappe (Terni e Bolzano) al Giro d'Italia (4° in class. finale a 4'04" da Fiorenzo Magni)
    1 tappa (Briançon) al Tour de France (10° in class. finale a 46'51" da Hugo Koblet)
    Gran Premio di Lugano (1)
    Gran Premio di Braaschaat
    Criterium delle Sables d'Olonne

    1952
    3 tappe (Rocca di Papa, Bolzano e Como) e classifica finale al Giro d'Italia (con 9'18" su Magni) (4)
    5 tappe (Nancy, Alpe d'Huez, Sestriere, Pau e Puy de Dome) e classifica finale al Tour de France (con 28'17" su Stan Ockers) (2)
    Classifica del Gran Premio della Montagna al Tour de France
    Gran premio del Mediterraneo
    Gran premio di Lugano (2)
    Criterium di Tarascona
    Criterium d'Auch
    Criterium di Vallorbe

    1953
    Campionato del Mondo su strada (a Lugano, con 6'22" su Germain Derycke)
    3 tappe (Roccaraso, Bolzano e Bormio) e classifica finale al Giro d'Italia (con 1'29" su Koblet) (5)
    Bol d'Or des Monedières
    Trofeo Baracchi (cronocoppie) (1)
    Circuito di Borgosesia
    Gran premio di Firminy
    Circuito degli assi a Tortona

    1954
    Giro di Lombardia (5)
    1 tappa (Bolzano) al Giro d'Italia (4° in class. finale a 31'17" da Carlo Clerici)
    Classifica del Gran Premio della Montagna al Giro d'Italia
    Coppa Bernocchi
    Giro di Campania (1)
    Trofeo Baracchi (cronocoppie) (2)
    Circuito di Cagliari (1)

    1955
    Campionato italiano su strada (4)
    1 tappa (San Pellegrino Terme) al Giro d'Italia (2° in class. finale a 13" da Magni)
    Giro dell'Appennino
    Tre Valli Varesine (3)
    Giro di Campania (2)
    Trofeo Baracchi (cronocoppie) (3)
    Circuito di Cagliari (2)
    Gran Premio Van Cauthem
    Gran Premio Titano e San Marino

    1956
    Gran Premio di Lugano (3)
    Gran Premio Campari
    Criterium di Namur

    1957
    Trofeo Baracchi (cronocoppie) (4)

    1958
    Sei Giorni di Buenos Aires
    Criterium di Versailles
    Circuito di Calvisano

    1959
    Gran premio del Progresso (a Lione)

    wikipedia.org

    Edited by SarriTheBest - 4/1/2008, 22:45
     
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    50 anni fa l'ultimo successo di Fausto Coppi. Con Baldini...

    Cinquanta anni fa, la metà di un secolo, l'età di un uomo intero, Fausto Coppi, il campionissimo, vinceva la sua ultima corsa: il Trofeo Baracchi '57.Il 4 novembre 1957, la Festa della Vittoria, Fausto Coppi, 38 anni già compiuti, lo sguardo ed il pensiero in bilico sul congedo dalle corse, con indosso la divisa nuova di un ennesimo sponsor, la Carpano, aveva accettato ancora una scommessa ulteriore della sua generosa vita sportiva. Aveva infatti ceduto alle pressioni di Mino Baracchi, l'organizzatore della omonima corsa a cronometro in coppia, da Bergamo al Vigorelli di Milano, che lo invitava a porsi ancora in gioco, nonostante l'età, nonostante i problemi matrimoniali che allora non sollecitavano simpatia alcuna, nonostante patisse ancor più i postumi di una grave caduta subita in primavera. E ad affrontare quella gara popolare, che chiudeva di norma la stagione, non più abbinato ancora al fido compagno di squadra Riccardo Filippi, con il quale si era aggiudicato il 'Baracchi' consecutivamente dal 1952 al '55 e si era piazzato secondo l'anno prima, dietro Graf-Darrigade, bensì in coppia inedita con Ercole Baldini. Sì, proprio con quel giovane passista dal talento incredibile che a Coppi stesso sembrava condannato a rubare il palcoscenico, dopo avergli già strappato l'anno prima il record dell'ora, che era appunto il predestinato Ercole Baldini, da Villanova di Forlì, 24 anni solamente, iridato dell'inseguimento a Copenhagen e vincitore pure delle Olimpiadi di Melbourne su strada l'anno prima, e campione nazionale in carica. Il cartellone era assicurato ed intrigante, per l'Italia sportiva di allora e per Mino Baracchi, con Coppi-Baldini - il vecchio ed il giovane -, a fronteggiare l'assalto di Anquetil-Darrigade, Graf-Vaucher, Moser - Magni...
    «Ed io ero certamente molto più forte, quel giorno - ci ricorda, con una sfumatura di commozione, il campione romagnolo -, io che ero tanto più giovane di lui, mi sentivo di poter spaccare il mondo a pedali, e mi pare di risentire quella sua vocina, ogni tanto, a ruota, a dirmi di calare il ritmo, di diminuire la velocità... Tanto che ad un certo punto, ad una ventina di chilometri dal traguardo, con Fausto che non reggeva più il passo, mi sembrò che non ci fosse più partita per noi... Fino ad una disavventura che diventò incredibilmente per noi un colpo di fortuna: io forai, infatti, e questo consentì a Coppi, mentre cambiavo ruota con i mezzi di allora, di poter procedere per un paio di chilometri alle sue cadenze, di alimentarsi come non gli era riuscito di fare prima, di riprendere fiato... E quando lo raggiunsi, in un tripudio di folla che applaudiva francamente molto più Coppi di me - continua a raccontare Baldini - cominciammo una lunghissima cavalcata fino a Milano. E fu uno sprint, al Vigorelli, perchè il tempo si prendeva sulla linea di traguardo e non all'ingresso in pista, un interminabile sprint...».
    5 secondi soltanto divisero allora Coppi-Baldini, una coppia doverosamente trascritta dalla cronaca e dalla storia in questo ordine, dagli svizzeri Graf-Vaucher. 5 secondi, non più, dopo l'eternità di 110 chilometri di corsa contro il tempo. Coppi e Baldini, il passato ed il futuro, per un giorno almeno avrebbero vissuto all'unisono, pur così diversi, un emozionante ed irripetibile presente. Quel 4 novembre 1957, la Festa della Vittoria, che nessuno, forse intimamente solo lui, poteva presagire che sarebbe stato l'ultimo giorno di gloria per Fausto Coppi.
    Gian Paolo Porreca

    (da ‘Il Mattino’, 3 novembre 2007)

    CITAZIONE
    Best Ever... ci sono poche parole da dire.. meglio di lui nessuno mai

    bartalia, anche se ha vinto meno, di sicuro
     
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  4. Joey Ramone GN
     
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    Castellania, il ricordo di Fausto Coppi
    Nebbia e freddo come quel giorno, il cuore stretto da una morsa di dolore ancora come quel giorno, il 2 gennaio del 1960, quando moriva Fausto Coppi. C'era Valeriano Valsini stamani a deporre un mazzo di fiori sulla tomba del Campionissimo: lui, umile gregario del grande campione, fasciato dall'indimenticabile maglia biancoazzurra della Bianchi, al fianco di Marina e Faustino Coppi e dei tanti amici, tifosi e appassionati che non hanno voluto mancare alla semplice cerimonia che ancora una volta ha voluto ricordare il grande Fausto Angelo Coppi.
    Valeriano Falsini, 80 anni, di Figline Valdarno (Firenze), personaggio simpatico ed estroverso, che in gioventù fu fedelissimo compagno di squadra e gregario di Fausto Coppi. Falsini è giunto dalla Toscana in auto a Tortona, ha indossato la maglietta della Bianchi (quella di lana di una volta) ed è salito sulla bici “Bianchi” color verdolino donatagli da Coppi, percorrendo in bello stile quel tratto di strada che lo separava dalla tomba-museo del suo idolo. Per lui tanti applausi da parte dei numerosi presenti tra i quali anche i due ex campioni toscani del pedale, Renzo Soldani e Giovanni Corrieri. Falsini, conosciuto in Valdarno anche come “Il Pentolaio”, avendo in gioventù aiutato il padre Alfonso nella vendita di pentole e cocci nella campagna valdarnese con un carro trainato da un asino, aveva promesso di ripetere questa impresa, fino al suo ottantesimo compleanno, che appunto ricorre nel 2008. C’è sempre riuscito, e questa volta su quel traguardo per lui dal valore particolare, era più felice e contento di sempre.

    Antonio Mannori - tuttobiciweb.it
     
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    La tomba di Fausto Coppi

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    Valeriano Valsini, gregario di Coppi deposita i fiori

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    Faustino Coppi al monumento del papà Fausto

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    Valeriano Valsini davanti alla tomba di Coppi

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    Valeriano Valsini con Marina e Faustino Coppi
     
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  6. Joey Ramone GN
     
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    L'addio a Coppi 49 anni fa
    Venturelli: "Ero il suo erede"

    Un ricordo particolare nel giorno dell'anniversario della morte del Campionissimo: Romeo Venturelli era un ragazzo quando fu scelto da Fausto nella San Pellegrino, direttore sportivo Gino Bartali. "Mi diceva: 'Ma sto' disgraziato va sempre così forte in discesa?'"

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    Fausto Coppi al Tour 1952 affronta col du Galibier. Archivio



    PAVULLO (Modena), 2 gennaio 2009 - Quarantanove anni fa, all’Ospedale di Tortona (Alessandria), moriva Fausto Coppi. Oggi, a Castellania (Alessandria), dove il Campionissimo era nato nel 1919, si celebra una messa in suo ricordo. E moltissimi lo ricordano. Fra loro c’è Romeo Venturelli, che proprio Coppi aveva eletto suo erede forse già nella Milano-Vignola del 1956. Fausto Coppi fora poco prima dell’arrivo. Gli altri se la danno a gambe, lui rimane a piedi. Gli si affianca una macchina, quella dell’Unione sportiva Pavullese. "Signor Fausto, ha bisogno?". Lui va dentro, la bici sul tetto. E via, al traguardo. Chi siete, che cosa fate, avete dei ragazzi in gamba?, chiede Coppi. Ma sì, uno in particolare, gli risponde Trento Montanini, direttore sportivo: si chiama Romeo Venturelli.

    Venturelli, ricorda il primo incontro con Coppi?
    "A Sanremo, Gp d’Apertura, marzo 1957. Mi aspettano su una salita. Ci arrivo fra gli ultimi. Montanini rotea un tubolare e mi minaccia. Inseguo, recupero, riporto il gruppo quasi sui primi tre in fuga. Poi mi rialzo. Faccio così un paio di volte. Alla fine i tre arrivano in fondo e io faccio quarto. Montanini mi chiede perché non li ho raggiunti. Gli dico la verità: avevo voglia di vincere, non per distacco, ma con una volata di gruppo".

    Poi?
    "Nel 1958 Coppi m’invita una settimana a Novi Ligure per allenarci insieme. Devo preparare la Modena-Pavullo a cronometro, che per me vale più di un Mondiale. Biagio Cavanna mi massaggia: 'Questo ha i muscoli per diventare un campione'. Pedaliamo sulle strade di Coppi: Sassello, Scoffera, Giovi... Una volta gli chiedo se ha qualcosa da farmi mangiare. Siamo in discesa, viaggiamo a 70 all’ora. Lui stringe il telaio con le gambe, fruga nelle tasche, mi allunga un panino. Poi a Montanini domanderà: 'Ma 'sto disgraziato va sempre così forte in discesa?'".

    Risposta?
    "La verità: anche di più. Coppi si affeziona a me e alla Pavullese. Quello stesso anno, al Giro dell’Emilia, Montanini manda uno dei nostri, Benedetto Benedetti, a chiedere a Coppi, in albergo, se ha bisogno di qualcosa. La Dama Bianca non permette che Coppi sia 'disturbato'. Poi Benedetti viene richiamato dal portiere e fatto salire in camera. Coppi chiede di preparargli due borracce con caffè, miele e biscotti Plasmon, e di farsele consegnare da me, su una certa salita. Un giorno ci arrivano sei bici Bianchi. La sua ricompensa".

    Com’era Coppi?
    "Si raccomandava: vita da corridore. Diceva: 'Ho avuto tanti incidenti, ma l’importante è insistere'. Predicava minestroni e frullati, pesce e carne ai ferri sì, salumi no, tanta verdura e frutta, allenamenti quotidiani e duri, molto riposo, poco o niente donne. In bici, mi diceva di usare rapporti più leggeri, altrimenti mi avrebbero spaccato le gambe. Invece a me piaceva esagerare. Prima di una corsa ero capace di mangiare un’intera forma di formaggio da fossa. Una volta Coppi mi sgridò perché mi ero tuffato su zampone e fagioloni: 'Che sia l’ultima volta!'. Quanto a donne e motori, mi era difficile resistere. Per questo Coppi aveva pregato Montanini: 'Romeo ha bisogno di voi, stategli vicino'".

    Eppure la considerava il suo erede.
    "Nel luglio 1959 Fausto passa una settimana a Pavullo: mangia con noi, si allena con noi, dorme all'albergo Speranza. In una corsa nel Vicentino mi segue perfino sull’ammiraglia. Alla fine dell’anno non aspetto l’Olimpiade di Roma e passo professionista. Nella San Pellegrino. Direttore sportivo Gino Bartali, capitano Coppi, io - diciamo - vice. Coppi ha 40 anni, io 21".

    Invece?
    "In dicembre Fausto va in Africa. Quando torna a Milano, passo a prenderlo all’Hotel Andreola e lo riporto a casa sulla mia 1100 Fiat nuova. Coppi non faceva che ripetermi di andare piano: quel giorno, niente. Centocinquanta all’ora su strade statali, lui neanche una parola. Sta già male. Entriamo nella villa, mi chiede di fermarmi a cena: dobbiamo parlare della prossima stagione. Ma la Dama Bianca lo tratta male, lo rimprovera di essersi ammalato, chissà come. Soffro per Coppi. Dopo il primo, chiedo scusa, mi alzo e me ne vado. Non lo rivedrò più".

    Cioè?
    "Il 2 gennaio 1960 sono a Pavullo. Alla radio sento che Coppi è morto. Scoppio a piangere. Vado al funerale. Una marea di gente, che neanche ci sta sulla collina. Se Fausto non fosse morto, la mia vita sarebbe stata diversa. Più regolare, più vincente, più ricca. Migliore".

    Marco Pastonesi - gazzetta.it
     
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  7. Ricardovsky92
     
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    Ci sarà anche uno speciale di due ore quest'oggi, alle 16:00, su Rai 3.
    Probabilmente non lo vedrò. visto che a me Coppi non va poi così a genio (come corridore ovviamente) e quindi m'interessa relativamente.
     
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    CITAZIONE (SarriTheBest @ 2/1/2010, 15:04)
    Ci sarà anche uno speciale di due ore quest'oggi, alle 16:00, su Rai 3.
    Probabilmente non lo vedrò. visto che a me Coppi non va poi così a genio (come corridore ovviamente) e quindi m'interessa relativamente.

    come fa non andarti a genio un ciclista che nemmeno hai mai visto (dal vivo), che non hai imparato a conoscere (sempre dal vivo intendo)...
    ci sono sportivi che io tifo a prescindere... in questo caso ciclisti che hanno aiutato a far risorgere l'italia con imprese monumentali... poi Coppi è forse il piu grande di sempre... chi ama il ciclismo ama coppi a prescindere...
    mica sarà per la rivalità col Bartali ? :mmm: :asd:
     
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  11. Ricardovsky92
     
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    Io lo speciale su Coppi ne ho visto uno ieri sera dopo la mezzanotte su Raisportpiù, era un film-documentario...non m'è piaciuto gran che, c'era troppo poco sul ciclismo e hanno divagato troppo sulla guerra e sulla dama bianca ad eesempio...non so se è lo stesso che faranno oggi pomeriggio
     
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    CITAZIONE (Jackfish @ 2/1/2010, 15:09)
    CITAZIONE (SarriTheBest @ 2/1/2010, 15:04)
    Ci sarà anche uno speciale di due ore quest'oggi, alle 16:00, su Rai 3.
    Probabilmente non lo vedrò. visto che a me Coppi non va poi così a genio (come corridore ovviamente) e quindi m'interessa relativamente.

    come fa non andarti a genio un ciclista che nemmeno hai mai visto (dal vivo), che non hai imparato a conoscere (sempre dal vivo intendo)...
    ci sono sportivi che io tifo a prescindere... in questo caso ciclisti che hanno aiutato a far risorgere l'italia con imprese monumentali... poi Coppi è forse il piu grande di sempre... chi ama il ciclismo ama coppi a prescindere...
    mica sarà per la rivalità col Bartali ? :mmm: :asd:

    Ovvio, anche per quello. :asd: Per noi toscani Bartali è Bartali, c'è poco da fare. (tra l'altro ho scoperto che mi pa' l'ha venduto pure una macchina un - bel - po' d'anni fa :asd:)
    Poi io non amo moltissimo i passisti-scalatori, non riescono ad esaltarmi più di tanto.

    Ma a parte quello, penso sia anche il fatto che non riesco a tifare per i cannibali e per i campioni della massa: ad esempio Pantani l'ho visto e l'ho imparato a conoscere, ma non l'ho MAI tifato. Idem Armstrong, fino allo scorso anno quando è ritornato "umano". Idem Contador.

    CITAZIONE (Ricardovsky92 @ 2/1/2010, 15:11)
    Io lo speciale su Coppi ne ho visto uno ieri sera dopo la mezzanotte su Raisportpiù, era un film-documentario...non m'è piaciuto gran che, c'era troppo poco sul ciclismo e hanno divagato troppo sulla guerra e sulla dama bianca ad eesempio...non so se è lo stesso che faranno oggi pomeriggio

    Non saprei dirti. Ho letto sulla Gazzetta che in quello di oggi, preparato da Bulbarelli, ci saranno tantissimi video inediti e sarà ospite in studio Faustino Coppi.
     
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  13. cruijff91
     
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    CITAZIONE (SarriTheBest @ 2/1/2010, 15:29)
    Poi io non amo moltissimo i passisti-scalatori, non riescono ad esaltarmi più di tanto.

    vabe' ma all'epoca non era manco sensato parlare di caratteristiche così specifiche, chi era forte lo era e basta, sia sul pavè sia alla Liegi sia al Giro.
     
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  14. Ricardovsky92
     
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    CITAZIONE (SarriTheBest @ 2/1/2010, 15:29)
    CITAZIONE (Ricardovsky92 @ 2/1/2010, 15:11)
    Io lo speciale su Coppi ne ho visto uno ieri sera dopo la mezzanotte su Raisportpiù, era un film-documentario...non m'è piaciuto gran che, c'era troppo poco sul ciclismo e hanno divagato troppo sulla guerra e sulla dama bianca ad eesempio...non so se è lo stesso che faranno oggi pomeriggio

    Non saprei dirti. Ho letto sulla Gazzetta che in quello di oggi, preparato da Bulbarelli, ci saranno tantissimi video inediti e sarà ospite in studio Faustino Coppi.

    E allora è diverso di quello di ieri, per fortuna...un'oretta provo a vedermelo...poi se mi piace troveerò la replica stasera su RSP spero
     
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  15. matteo007
     
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    anche su rete4 hanno fatto ieri pomeriggio uno speciale su Coppi,condotto da Davide De Zan
     
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21 replies since 11/6/2007, 14:14   8129 views
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