Prendiamoli in... Giro!

Le pagelle ironiche della corsa rosa

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Prendiamoli in...Giro
    Le pagelle ironiche della corsa rosa

    Oramai il 90° Giro d’Italia ha decretato il suo vincitore, il “killer di Spoltore” Danilo Di Luca, ed è arrivato il tempo dei bilanci, dei voti, delle pagelle. Abbiamo deciso quindi di trarre le conclusioni finali in modo simpatico e un po’ fuori le righe, scovando magari i dettagli della corsa che non occupano la ribalta. E allora…prendiamoli in Giro.

    Voto 10+ = Davide Cassani. Questo voto è, forse, quello più serio che ci apprestiamo a dare. E’ stata davvero una corsa rosa da protagonista per il commentatore RAI. Oltre alle solite ed accurate telecronache, ci ha fatto partecipi dei propri pensieri nella rubrica quotidiana che è apparsa per tre settimane su questo sito. Ma,soprattutto,si è potuto godere due delle tappe più importanti (Briançon e Tre Cime di Lavaredo) a bordo della motocronaca affiancando un altrettanto bravo Francesco Pancani (anche se aumentano i rimpianti per il Roata di una volta…), parlando con i corridori in corsa e chiedendo loro le sensazioni in tempo reale e ritrovandosi in un mondo che fino ad una decina di anni fa viveva in prima persona.

    Voto 10 = Julio Alberto Perez Cuapio. Pensate che questo voto sia esagerato per quanto ha fatto vedere il messicano? Sicuramente è andato meglio rispetto agli ultimi due Giri, ma non da meritarsi il massimo del punteggio. E allora perché? Piuttosto semplice. Ci ha regalato una delle immagini più belle degli ultimi anni. Lui, al massimo dello sforzo su un Passo Giau gremito di appassionati e attaccato con i denti a Piepoli e Riccò, non trova di meglio da fare che chiamare a se il mitico “Diavolo”, personaggio folkloristico del mondo a due ruote, prendere il suo forcone e punzecchiare, nel fondo schiena, i due Saunier Duval. Risate generali e alla fine una promessa: una volta attaccata la bici al chiodo non perderemo sicuramente di vista Perez Cuapio. Al Giro e al Tour saranno due i “Diavoli” sulle strade.

    Voto 9 = prendiamo i vincitori di tappa degli ultimi due anni al Giro d’Italia e troviamo, con cinque successi, Leonardo Piepoli: La Thuile, Passo Furcia, Santuario Madonna della Guardia, Tre Cime di Lavaredo, Zoncolan. Ma…ehi,calma, le ultime due non le ha vinte lui! Sappiamo benissimo che sono stati Riccò e Simoni. Ah si? E allora perché lo abbiamo visto più volte in queste tre settimane alzare le braccia al cielo? Voleva solo stiracchiarsi un po’? Ha fatto un grande gioco di squadra, regalando soddisfazioni multiple a Gianetti & C. Vincitore reale, plurivincitore “morale” di questo Giro.

    Voto 8 = non potevano certo mancare,nelle posizioni di vertice, gli uomini Tinkoff Credit Systems, altri vincitori morali di questa corsa. Se non ci fossero stati loro, sostituendo,di fatto, la Selle Italia di Gianni Savio (ah, se Zomegnan avesse dato loro una wild card ci sarebbe stato da divertirsi!!!), molte tappe sarebbero state monotone come lo è tutta la prima settimana del Tour de France. Abbiamo imparato a conoscere meglio (anche se la pronuncia esatta è ancora uno dei più grossi enigmi che la storia contemporanea deve risolvere, solo Auro forse potrà ambire a tanto) Mikhail Ignatiev, lanciatosi in attacchi scriteriati, come quello in Sardegna oppure nella passerella finale a Milano, tentando di anticipare i pochi velocisti rimasti. E poi, come dimenticare la pedalata iconfondibile di Pavel Brutt, anche lui “plurifughista” o “plurifugaiolo” (scegliete voi quale delle due suona meglio) alla ricerca di una maglia verde che, quando era sulle sue spalle, premiava coloro che riuscivano a scattare su qualche strappetto o poco più. E poi Elio Aggiano, il mentore della squadra, fino a Serrano, l’unico a trovare la fuga buona e piazzarsi al terzo posto nella tappa di Lienz. Punta di diamante: Evgeni Petrov che, svincolato da ordini di scuderia (Lampre), ha potuto fare, e anche bene, la propria classifica.

    Voto 7 = Andy Schleck. Al suo posto nel 2002 c’era Tyler Hamilton, nel 2006 Gutierrez Cataluna. Non vorremmo che la sua precoce età (ma davvero tanto!) lo bruciasse troppo in fretta, rischiando magari di essere una eterna promessa e basta. Ma, sicuramente, glielo auguriamo, questo non accadrà. Adesso il problema sarà riconoscerlo dal fratello Franck. Cunego,quando se l’è trovato accanto in salita, credeva di essere rimasto fermo per dieci mesi sull’Alpe d’Huez e sperava di non farsi staccare come successo in Francia (cosa che, ahimè, si è puntualmente avverata). Gli avversari dovranno capire quando scatta uno e quando l’altro, perché potrebbero nascere azioni interessanti e non tutti potrebbero rendersi conto chi dei due è realmente scappato.

    Voto 6 = questo voto deve essere distribuito ex-aequo fra Danilo Di Luca, Gilberto Simoni e Paolo Bettini. Ma cosa accomuna questi tre grandi campioni? Beh, la risposta è piuttosto semplice. Tutti e tre si sono resi protagonisti di frasi e gesti al limite della censura in diretta tv. Il futuro vincitore del Giro, nella cronosquadre della Maddalena, si è infuriato tantissimo con Gasparotto che era andato in “fuga” agli ultimi 200 metri, inscenando un bel siparietto.
    Paolo Bettini, a Fiorano, era praticamente sicuro di aver vinto la tappa dopo una bella fuga di gruppo fin dalla partenza ma, preoccupato dall’allungo di Sella, ha dovuto lanciare la volata troppo presto e il furbo Arvesen (che quando si pedala in Emilia si sente a casa, vedi Faenza 2003) gli ha preso la scia e lo ha bruciato. Il campione del mondo, da fiero toscano, ha alzato il braccio destro al cielo nello stesso momento del norvegese: il secondo per esultare, il primo per mandarlo a quel paese.
    Ed infine “Gibo”. Si potrebbe dire: “Che Giro sarebbe senza la sfuriata di Gibo?”. Ed infatti, a Bergamo, si arrabbia e nemmeno poco con le motociclette che avrebbero favorito,a suo modo di vedere, il rientro di Garzelli nella breve discesa dalla città alta. Il varesino lo riprende e a venti metri dal traguardo lo supera di slancio.
    Ma gli organizzatori avevano già previsto tutto quanto addirittura l’anno scorso, in sede di presentazione. Come? Tre gesti censurabili vengono annullati da tre arrivi in Santuari. A tappa finita, i protagonisti, sono stati costretti ad espiare i propri peccati.

    Voto 5 = come le vittorie di Alessandro Petacchi. Il “pensionato vincente” (visto che tutti lo davano per finito) ha piazzato là altre cinque stoccate dimostrandosi ancora uno fra i più forti velocisti al mondo. Ma per lui la delusione è tanta. Ha comprato apposta la sua nuova casa a Lido di Camaiore perché voleva vincere davanti casa, e non ci è riuscito,battuto dal “presidente” Napolitano. Si è guardato intorno e ha detto: a Cagliari il mare c’è lo stesso e quindi non mi interessa; a Scarperia c’è troppa confusione con le Ferrari e le moto che non mi lasciano dormire (e poi non posso comprare casa nei box!); a Pinerolo quando si esce di casa si rischia,al 95%, di scivolare e farsi male; a Riese c’è già il Papa come personaggio importante e a Milano la vita è troppo frenetica. Aspetterò pazientemente che il Giro ritorni da queste parti, ma prima che vada davvero in pensione!

    Voto 4 = è stato un Giro spettacolare più per le discese che per le salite. E,quando la strada va verso il basso non si può non parlare di Paolo Savoldelli. L’Astana ha costruito le proprie fortune nei tratti più inaspettati del percorso e un bravissimo Eddy Mazzoleni ha conquistato un podio insperato alla vigilia. Dall’anno prossimo, Zomegnan e Vegni istituiranno la “maglia rossa” con dietro scritto: ”Attenzione,pericolo Savoldelli!”, premio ai migliori discesisti. Ma, in questa speciale classifica, nessuno rischia davvero di fare meglio del Falco.

    Voto 3 = la RAI. Ma come. Per tre settimane avete la possibilità di mostrare sui teleschermi italiani il personaggio più ricercato dal mondo sportivo e non della tv tricolore e invece cosa fate? Lo limitate a qualche comparsata, più vocale (e già lì è tutto dire) che visiva, durante il Processo alla Tappa. Lo tagliate dall’organico di TGiro e la sua presenza non si nota più nemmeno la mattina a SiGira. Ma il pubblico capisce il momento di difficoltà e lo incoraggia enormemente, più dei corridori. Caro Gigi Sgarbozza, ma che ti hanno combinato?

    Voto 2 = come le maxicadute. E’ questa la più grande differenza che c’è fra Giro d’Italia e Tour de France. Oltralpe,soprattutto nella prima settimana, si cade di media 2-3 volte al giorno, da noi questo numero è in tre settimane. Proviamo per un momento ad escludere il capitombolo di Hushovd a Cagliari o Gene a Lido di Camaiore. E, allora, non ci resta che la pioggia di Montevergine e Pinerolo. Un autentico spettacolo per chi la corsa la vede seduto sul divano, immaginare un intero gruppo (nel caso della tappa campana) che si stende a terra, il tutto per qual motivo? Perché l’allora Maglia Rosa (Gasparotto) doveva frenare, o forse perché, anche se in ritardo, erano arrivate le maledizioni di Di Luca. E poi Pinerolo con Trussov che, facendo parte dello squadrone Tinkoff si è giustamente chiesto: perché non animare le tappe anche dopo l’arrivo? E quindi tutti a strisciare sul traguardo saponoso della cittadina piemontese, alla ricerca della scivolata da record.

    Voto 1 = questo voto non se lo merita per i piazzamenti ottenuti durante tutto il Giro, soprattutto nel finale (5° a Riese Pio X e 8° a Milano). Ma perché è lui la maglia nera di quest’anno. E, allora, onore ad Oscar Gatto che paga enormemente la propria inesperienza (primo anno da ‘pro’) andandosi a prendere questo “ambito” successo personale. Ma,anche per lui, come per Di Luca (che lo ha distanziato di 3h e 41’), la lotta è stata dura, soprattutto nei confronti di Anton Luengo, un altro protagonista in casa Euskaltel che, non trovando la fuga, preferisce fare “selezione da dietro”. A completare il podio ci ha pensato Matteo Bono, che dopo averci emozionato alla Tirreno e al Giro di Romandia, ha preferito farsi una passeggiata piuttosto che una corsa.
    Per l’Italia è un successo in quanto, il simbolo del primato al contrario torna nel nostro paese dopo tre anni, (quando vinceva Damiano Cunego!) e il fortunato fu tal Corrado Serina che, assieme a Domenico Gualdi, realizzò una doppietta quasi ineguagliabile nella storia per la loro squadra, la Formaggi Pinzolo.

    Voto 0 = ovviamente questa misera votazione deve fare da contraltare a colui che ha preso il massimo del punteggio (se vi ricordate era Perez Cuapio). Il premio di peggiore spetta a Riccardo Riccò (si poteva inserire anche Piepoli,ma era già presente in classifica e un doppio voto poteva rappresentare un attentato alla democrazia) perché non solo si accorge di quanto il messicano della Panaria sta facendo a lui e a Piepoli, ma addirittura quando il nuovo “Diavolo” lo guarda sorridendo,per cercare un gesto di complicità, il “cobra di Formigine” lo scruta come per dire: “Ti sembra di essere simpatico?”. Di Riccardo stimiamo la sua spavalderia e la sua bravura che ha dimostrato in queste tre settimane chiudendo 6° al suo primo Giro, ma la sua reazione è da censura.

    fonte: Saverio Melegari - ilciclismo.it
     
    .
0 replies since 11/6/2007, 02:14   145 views
  Share  
.