Torri: "Tutti i ciclisti dopati, Sarebbe da legalizzare"

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  1. ManuelDevolder
     
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    Dichiarazioni che il Procuratore Torri poteva tranquillamente evitare, perchè ora si è spalata ancora piu merda sul ciclismo, dicendo cose che non han ne un fondo di verità, ne senso in un periodo delicato come adesso. Ora è giusto si dimetta....
     
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    Pat Mc Quaid: «Dichiarazioni nefaste e inopportune»
    «Nel momento in cui il ciclismo sta pagando un prezzo estremamente elvato al suo impegno determinato e costante nella lotta contro il doping, le affermazioni del Procuratore del Coni Ettore Torri non possono non suscitare una reazione di delusione e di profondo sconcerto in tutti coloro che praticano e che amano questo sport. L'efficacia della lotta intrapresa dall'UCI per combattere questo autentico flagello - peraltro comune a tutte le attività sportive - è stata ripetutamente riconosciutra e sottolineata dalle piu`importanti istitituzioni, a cominciare dal Comitato Internazionale Olimpico e dall'Agenzia Mondiale Antidoping, che proprio con la nostra Federazione collabora molto strettamente.
    Se il complesso apparato antidoping di cui il mondo dello sport oggi dispone si è potuto sviluppare sino a raggiungere gli attuali livelli di efficienza e di affidabilità, inoltre, è stato anche - o forse soprattutto - grazie al lavoro svolto nell'ambito del ciclismo, che primo fra tutte le discipline sportive ha introdotto il test anti EPO ed in seguito il passaporto biologico.
    Asserire che tutti i ciclisti siano dei dopati non significa quindi soltanto lanciare un'accusa grave, addirittura infamante e comunque del tutto priva di qualsiasi riscontro oggettivo su tutta una categoria di atleti, ma soprattutto negare l'attendibilità dei controlli e delle pratiche antidoping in vigore. E questo, proprio di fronte alla flagranza - dolorosa, certo, ma assolutamente trasparente - dei risultati ottenuti.
    In questi ultimi anni la mentalità ed i comportamenti della grande maggioranza dei ciclisti hanno subito profondi mutamenti, e tutti se ne sono potuti rendere conto.
    Ciononostante, il problema del doping non è stato del tutto debellato, nè forse potrà mai esserlo : prese di posizione incomprensibili ed irresponsabili come quelle di Ettore Torri - di fronte alle cui insinuazioni e proposte riesce in questo momento molto difficile riconoscere l'obiettività e il rigore indispensabili a chiunque sia chiamato ad operare in questo delicatissimo settore - per quanto inopportune e nefaste non potranno tuttavia distoglierci dal nostro proposito di opporci con ogni mezzo, ma altresi con estrema onestà intellettuale, a qualsiasi forma di inganno nello sport».

    Di Rocco: quello di Torri è stato uno sfogo inopportuno
    Il Presidente della Federazione Ciclistica Italiana, Renato Di Rocco in merito alle dichiarazione del Procuratore Capo Antidoping, Ettore Torri: «La Federazione Ciclistica Italiana ha sempre apprezzato e sostenuto l’azione che la Procura del CONI, al pari di altre procure, sta svolgendo in piena autonomia per contrastare il fenomeno doping. Per questo le dichiarazioni indiscriminate e generalizzate del Procuratore Ettore Torri nei confronti della nostra disciplina mi lasciano allibito, così come la soluzione proposta, che ritengo inappropriate al suo ruolo e alle sue funzioni.
    «Prendo atto che si è trattato di uno sfogo, ma intanto ha procurato un danno di immagine enorme al nostro movimento. Le responsabilità sono personali e non devono coinvolgere tutta la popolazione dei ciclisti che gareggiano con lealtà sportiva.
    «Confermo alla Procura Antidoping del CONI la piena collaborazione che abbiamo finora garantito. Auspico, anzi che allarghi sempre più gli orizzonti del suo campo d’indagine, contrastando ogni caso con serietà e rigore, perché il fenomeno del doping, purtroppo globale e diffuso, va combattuto a 360 gradi sul piano della legge e del diritto e non su quello delle esternazioni mediatiche».

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    CITAZIONE (ManuelDevolder @ 6/10/2010, 17:05)
    Ora è giusto si dimetta....

    La parola "dimissione" verrà cancellata dall'edizione 2011 dello Zingarelli: ormai non la usa più nessuno... :asd:

    Comunque Torri è riuscito a far parlar bene del ciclismo a Studio Sport :OO:
     
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    Lampre Farnese: attacco duro di Torri, difendiamoci
    Anche la Lampre Farnese è scesa in campo contro il procuratore Ettore Torri. Ecco il comunicato ufficiale:

    In relazione alle dichiarazioni rilasciate dal capo della Procura Antidoping del Coni Ettore Torri, il Team Lampre-Farnese Vini non può che mostrare la propria piena condivisione delle considerazioni espresse dal Presidente dell'Uci Pat Mc Quaid e dal Team Liquigas-Doimo.
    Di fronte a un fatto così grave, è importante che non venga persa l'occasione per riflettere sul duro attacco portato al ciclismo. In quest'ottica, ci auguriamo che le prese di posizione da parte dei soggetti direttamente chiamati in causa dalle dichiarazioni in oggetto, ovvero i ciclisti (per tramite delle relative associazioni di categoria) e la Federazione Ciclistica Italiana, possano essere ancor più decise di quanto inizialmente mostrato.
    Si ritiene che tali contributi debbano essere lo spunto per aprire un'ampia e fondamentale discussione tra gli attori principali del movimento ciclistico, con l'intento di difendere l'immagine e la credibilità del nostro sport. (Team Lampre-Farnese Vini)

    Dal Lago: Torri ha sbagliato e ha creato un danno enorme.
    Durissima presa di posizione da parte di Liquigas Sport contro le esternazioni del procuratore Ettore Torri. In un comunicato la società guidata da Paolo Dal Lago ha espresso il suo dissenso e lo stesso presidente Dal Lago ha rilasciato una dichiarazione durissima ai microfoni di RaiSport attacccando Torri e le sue dichiarazioni e prefigurando addirittura il ricorso alle vie legali per il daanno di immagine subito dal ciclismo e dalla sua società. Vi proponiamo l'audio di Dal Lago ed il comunicato di Liquigas Sport.

    Liquigas Sport ha accolto con stupore le dichiarazioni del capo della Procura antidoping del Coni Ettore Torri, rilasciate ieri all’Associated Press e riprese oggi dai principali mezzi d’informazione. Un intervento che, per la genericità delle accuse mosse, alla società sportiva appare altamente lesivo nei confronti di tutte le componenti del ciclismo.
    Liquigas Sport fin dalla sua nascita ha promosso l’etica sportiva quale elemento fondante della sua attività, adoperandosi al fianco delle istituzioni e promuovendo importanti e concrete azioni in favore della lotta contro il doping. Con la stessa determinazione con la quale si batte, la società ritiene però inaccettabili le indiscriminate accuse rivolte dal procuratore Torri: non è così che si combatte il cancro dello sport. Affermare che il doping sia una costante tra i ciclisti, che i medici e preparatori interni lavorino per “aiutare” gli atleti senza che rischino di incorrere nella rete dei controlli è falso e offensivo, lasciando intendere la complicità e il coinvolgimento delle squadre.
    Le dichiarazioni del procuratore Torri vanificano ogni tipo di sforzo di chi, da anni, sta cercando di promuovere una politica trasparente e si impegna per dimostrare che le vittorie senza l’ombra di doping esistono. Per l’ennesima volta il ciclismo viene dipinto come lo sport “maledetto”, l’unico afflitto dal problema doping, gestito e vissuto da persone prive di moralità.
    Liquigas Sport, nella tutela della sua immagine e nella difesa della sua etica sportiva, condanna apertamente le affermazioni di Torri e si chiede come lo stesso possa continuare a ricoprire il ruolo di capo della Procura antidoping del Coni avendo esplicitamente dichiarato la propria posizione preconcetta.
    La società, infine, auspica un tempestivo intervento e una decisa presa di posizione da parte dell’Union Cycliste Internationale e della Federazione Ciclistica Italiana a difesa e salvaguardia dell’intero movimento.

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  5. AlexXx 94
     
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    CITAZIONE (ManuelDevolder @ 6/10/2010, 17:05)
    Dichiarazioni che il Procuratore Torri poteva tranquillamente evitare, perchè ora si è spalata ancora piu merda sul ciclismo, dicendo cose che non han ne un fondo di verità, ne senso in un periodo delicato come adesso. Ora è giusto si dimetta....

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    Simoni: «La colpa è dei preparatori, non dei corridori»
    «Prima in Italia esisteva il 'doping di Stato' e poi si è iniziato a combatterlo per uno sport pulito, ma il vero problema sono i preparatori e non i ciclisti». Gilberto Simoni, vincitore di due Giri d'Italia e da poco ritiratosi dall'attività agonistica, difende cosi' i suoi ex colleghi ciclisti dalle accuse del capo della Procura antidoping del Coni Ettore Torri.
    «L'Italia ha fatto un passo avanti contro il doping e gli sbagli fatti in passato sono serviti - spiega Simoni in un'intervista a CNRmedia -, quello che ha fatto più male al ciclismo e' stato il doping organizzato. Credo che questo tipo di doping debba essere combattuto da Ettore Torri. Non deve andare contro i ciclisti, che sono vittime del sistema: quelli che fanno paura sono i preparatori sportivi che spingono per il doping».

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    Petrucci: mai chiesto le dimissioni di Torri
    «Non ho mai chiesto le dimissioni di Torri e non capisco perché dovrebbe farlo. Ho la massima fiducia nel procuratore». Così Gianni Petrucci: il presidente del Coni ribadisce il pieno appoggio nell'operato del capo della procura antidoping, Ettore Torri, finito al centro delle polemiche per le sue affermazioni sul doping nel ciclismo. «Abbiamo chiarito l'episodio - ha aggiunto Petrucci - e convenuto che quando si ha un ruolo istituzionale importante non serve usare questi paradossi».

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    Lombardia, i corridori manifesteranno contro Torri
    I corridori manifesteranno sabato prima del Lombardia contro le dichiarazioni rilasciate giorni orsono dal procuratore antidoping Ettore Torri: a confermarlo è stato proprio il vincitore della prova Philippe Gilbert, parlando dopo la vittoria di Cherasco. «Mi ha chiamato Kreuziger, mi ha fatto questa proposta e ho accettato: ritarderemo di dieci minuti la partenza della corsa. Dobbiamo dimostrare al mondo che le dichiarazioni di Torri sono infondate e che chi di dovere deve prendere provvedimenti».

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