Il caso bici motorizzate

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  1. driftking
     
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    CITAZIONE (SarriTheBest @ 15/6/2010, 00:50)
    Nei giorni scorsi il procuratore di Torino Guariniello, su invito di Ivano Fanini, ha aperto un'inchiesta sulle bici motorizzate. E oggi Davide Cassani è stato sentito a lungo dagli uomini del Nas, a seguito del servizio da lui confezionato (con Fabretti) durante il Giro d'Italia.

    non riesce a stare fuori dagli scandali
     
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    Effettivamente Guariniello, quando c'è qualcosa di "scandaloso" e/o che può aver grande seguito dei media, si mette sempre in mezzo: manie di protagonismo o cosa?!
     
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  3. illip
     
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    Tanto si paga noi :sisi: :boia:
     
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    Bici motorizzate: l’inventore è un ingegnere ungherse
    Mercoledì 16 giugno 2010 - M. Istvan Varjas, ingegnere ungherese. Potrebbe essere lui l’inventore del piccolo motore elettrico montato di nascosto sulle bici da corsa, come denunciato nelle scorse settimane da una clip della Rai con Cassani e Fabretti. Per intervistare questo personaggio i cronisti de L’Illustré, settimanale svizzero, si sono dovuti spingere fin nella sua città: Pecs, sud est dell’Ungheria vicino alla frontiera con la Croazia, 220 chilometri da Budapest. Ma non è stato un viaggio a vuoto. Almeno a sentire le roboanti dichiarazioni dell’arzillo ingegnere, secondo il quale del suo motorino, perfettamente mascherabile in un qualsiasi telaio di bici da corsa, sarebbe pronta una versione capace di toccare addirittura i 90 chilometri all’ora.
    “Una volta installato non si vede nulla, nemmeno le batterie - dice Varjas nell’intervista - il sistema intero può pesare dai 500 grammi al chilo, secondo le versioni e può sviluppare una potenza fino a 600 watt con un’autonomia da 30 a 60 minuti”.
    Ce ne sarebbe abbastanza perché anche uno sportivo di bassissimo livello vincesse qualsiasi corsa ciclistica. Ma basterebbe molto meno per mettere in crisi la credibilità di tante gare, specie quelle delle fasce minori (per non parlare del mondo amatoriale, sempre pronto ad interessarsi all’ultimo imbroglio).
    “E’ un sistema computerizzato - dice Varjas - che migliora la prestazione, specie quando si superano le 100 pedalate al minuto”.
    Secondo l’ingegnere ungherese Davide Cassani “ha ben provato” il motore. Dunque, potrebbe essere proprio lui il “fornitore” di quel mezzo che ha fatto insospettire il popolo dei ciclisti, attribuendone l’uso (finora indimostrato) allo svizzero Cancellara in due gare importanti come il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix, vinte entrambe nella primavera scorsa. Come apparso in una clip cliccatissima su Youtube.
    Cancellara, ovviamente, ha respinto al mittente tutte le accuse. E il solerte ingegnere si affretta a precisare che lo svizzero “non avrebbe bisogno del suo aiuto per essere un campione così forte”.
    Ma non dissipa del tutto i dubbi. Non ho conservato tutti i prototipi che ho costruito dal 2004, circa una dozzina. E non posso sapere se ce ne sono ancora in circolazione. Intanto Varjas conserva gelosamente il segreto dell’ultima versione: “Lo vedrete solo quando sarà pronto per il lancio sul mercato, spero in autunno prossimo”. (sportpro.it)
     
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  5. illip
     
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    Potrebbe , sarebbe, dice e non dice ma che è stiamo giocando all'indovinello o facciamo i seri ?=
     
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    Per quanto riguarda la questione delle attrezzature utilizzate per le competizioni su strada, i membri del comitato direttivo hanno deciso di rafforzare le misure già attuate (controlli visivi già attuati). Per esempio, al Tour de France sarà adottato uno scanner. Questo dispositivo, che è stato recentemente sperimentato con successo, servirà in particolare per individuare un dispositivo illecito che potrebbe essere nascosto nel telaio della bicicletta.
    Inoltre, grazie ad una stretta collaborazione con l'Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) - istituto svizzero di fama internazionale -, sono allo studio nuove apparecchiature atte a debellare frodi. Lo scopo di questo confronto è quello di sfruttare in modo ottimale l'influenza della tecnologia sulle attrezzature utilizzate nel ciclismo, in modo che sia un contributo utile per lo sport e non lesivo.

    UCI Press Service
     
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  7. LampreFan
     
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    Lucca - venerdì 18 giugno 2010 - “Sono contento di apprendere che la storia delle bici truccate sta suscitando a livello mondiale la voglia di far luce sull’accaduto - dichiara Ivano Fanini in una nota - . Gli approfondimenti di Eurosport ad opera dell’ex professionista Jacky Durand e dell’altro ex pro, Antonio Ferretti della tv svizzera italiana, mostra delle immagini che scatenano forti dubbi sull’uso in gara della bici a motore da parte dello svizzero Cancellara.
    Alla domanda postagli sullo strano cambio di bici al Fiandre, il team manager Rijs si è mostrato in evidente imbarazzo e la sua risposta non è assolutamente convincente in quanto se la prima bici lasciata da Cancellara era davvero difettosa ai freni non doveva essere restituita allo svizzero dopo 5 km durante i quali questa bici è stata trattenuta dal meccanico a terra e riconsegnata dopo 7-8 minuti al corridore svizzero senza aver potuto ricevere alcuna riparazione. Evidentemente non era guasta ma l’unica motivazione logica di questo cambio è la sostituzione della batteria del motore che Cancellara avrà esaurito in precedenza. Alla fine della gara questa bici sparisce ancora e dal pullman della squadra ne salta fuori una identica, sicuramente “pulita”.
    A questo punto la chiave dell’indagine sarà la testimonianza dell’ingegnere ungherese Istvan Varjas che ha creato i prototipi di bici motorizzate appositamente silenziate e di cui lui stesso ha ammesso di aver messo in giro una dozzina.
    Mi auguro che Guariniello riesca a portarlo a Torino. Infatti se Varjas parlasse secondo me il caso sarebbe quasi risolto perché si verrebbe a sapere a chi ha dato le bici e soprattutto chi gli ha commissionato la realizzazione di questi prototipi perché senz’altro lui è semplicemente il braccio di questa frode ma le menti e finanziatori di questa operazione sono ben altri.
    A causa di tutto il polverone sollevato in questi giorni, ormai le bici motorizzate non sono più utilizzabili in gara. Gli ultimi utilizzi dovrebbero risalire al Giro d’Italia concluso 20 giorni fa, ma adesso l’attenzione di tutti è alta e chi osasse usarle ancora sarebbe subito beccato. Prova ne sono i distacchi pazzeschi che Cancellara e Co. della Saxo Bank stanno prendendo al Giro di Svizzera. Pertanto sono ancora più convinto che al Tour vedremo improvvise rinunce a parteciparvi o distacchi clamorosi”.

    Tutto è partito da Michele Bufalino, 22 enne giornalista pisano, già autore di diversi libri ma venuto alla ribalta grazie al primo filmato sulle bici a motore su youtube che ha ricevuto oltre 3 milioni di visualizzazioni. Bufalino è in contatto con tutti i giornalisti che hanno scritto e realizzato servizi di questa vicenda.
    Ieri ha fatto visita a Ivano Fanini presso la sede di Amore & Vita Conad per fare il punto della situazione dopo l’apertura dell’inchiesta da parte del pm Guariniello. Lunedì a Torino, oltre che Michele Bufalino, sembra ci siano altri importanti deposizioni.
    Fanini è rimasto molto colpito da quello che Bufalino gli ha mostrato di questo trucco e gli ha espresso parole di soddisfazione per il lavoro svolto dal giovane giornalista al punto che lo ritiene a pieno titolo, meritevole del premio Memorial Bardelli 2011.
    Ciclonews

     
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    Per favore, evitiamo battute sulla vicenda del video di Cancellara, anche se certe cose vengono fuori proprio spontanee (nella riunione tecnica nella sede dell'Amore&Vita pare che ci fossero, oltre a Bufalino e Fanini, anche i membri del G8 :sisi:). Per ciò c'è l'apposito post, che attende ancora le risposte del Messia. :sisi:

    Ho messo qui la notizia solo per il fatto della continuazione dell'inchiesta di Guariniello. Inchiesta che reputo totalmente inutile, perchè son sicuro che non porterà a nulla: se anche qualcuno le avesse usate, si sarebbe rivolto a persone esterne (e quindi non ricattabili, come 'sto ungherese), di fiducia e con la massima discrezione (=intermediari).
    Per chi teme le bici a motore è molto più importante il comunicato stampa dell'UCI, che conferma l'indiscrezione che gli scanner saranno pronti per il Tour. Tutto il resto è noia...
     
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    tuttoBICI. Bici col motorino: il vantaggio c'è e si sente
    In questi mesi si è parlato molto della possibilità che siano state utilizzate durante alcune corse, biciclette con un motorino elettrico nascosto all’interno del telaio a cui sono imputabili alcuni risultati definiti eccezionali da molti addetti ai lavori.
    Uno dei pochi sistemi “miniaturizzati” che si trova in commercio pare che sia costituito da un motorino elettrico alimentato da un pacco batterie posizionato forse in una borraccia oppure anch’esso all’interno del telaio. Il motorino della lunghezza di circa 20 centimetri e del diametro di meno di 30 millimetri con un peso dichiarato di 900 grammi senza batteria, è nascosto nel tubo piantone - per i meno esperti, è il tubo inclinato dove è posizionata la sella - ed eroga una potenza di 200 W che, attraverso un sistema di accoppiamento, trasmette il movimento direttamente alle pedivelle e quindi alla ruota. Il costruttore riporta che al massimo della potenza disponibile è possibile viaggiare “assistiti” a 25km/h per circa 20 chilometri; lo stesso costruttore dichiara che dei 200 W del motore solo 100 W sono disponibili “alla ruota” a causa delle perdite dovute alla trasmissione, ed inoltre il motore potrebbe perdere di efficacia una volta passate le velocità sopra indicate.
    Facciamo ora alcune considerazioni: quando pedala in pianura un ciclista spende la maggior parte della potenza che sviluppa per vincere sia la resistenza dell’aria (circa il 85-90%) sia per evitare perdite dovute all’attrito di rotolamento (circa il 10-15%). Considerando il lavoro in salita, invece, la maggior parte della potenza serve a vincere la forza di gravità e la relazione si inverte con l’aumento della pendenza (più la pendenza sale maggiore sarà la quota di potenza dispersa per vincere la forza peso fino ad andare oltre l’85%) mentre la potenza dissipata per vincere la resistenza dell’aria diventa trascurabile (in dipendenza della velocità a cui si sale e si aggira intorno al 5-10%).
    Sempre considerando la salita, la resistenza al rotolamento scende all’incirca al 5-7%, in dipendenza principalmente dello stato del fondo stradale solitamente un po’ più dissestato e delle velocità di rotazione inferiori.
    Ipoteticamente, tornando al nostro “motorino”, si potrebbe affermare che un atleta di circa 75 chili che pedala in pianura a 25 km/h debba produrre 60-65 W per vincere la resistenza dell’aria e 25-30 W per vincere le resistenze al rotolamento, quindi dei 100 W alla ruota quindi ne restano circa 10-12W “in aiuto” al ciclista. Questa differenza dovrebbe portare un guadagno intorno ai 10 secondi al chilometro durante una performance in pianura, mentre su di una salita dell’8% percorsa ad una velocità di 18 km/h il “vantaggio” potrebbe essere calcolato in 3-4 sec/km dovendo tener conto del peso aggiuntivo di circa 1,5 chili (complesso motore/batteria).
    Sembrerebbe quindi, che un motore di questo tipo possa realmente portare un vantaggio relativo alla performance individuale dell’atleta; appare evidente che si dovrebbero avere più vantaggi in pianura rispetto ai vantaggi ottenuti in salita dove il peso del motore stesso creerebbe un discreto limite.
    Certo è che le possibilità sono molte: sempre ipoteticamente, usando tecnologia avanzate e batterie più potenti alimentate ad idrogeno e forgiando il telaio della bicicletta come “serbatoio stagno”, i motori potrebbero essere più potenti nonché efficienti (350 W teorici); ma per allora l’Unione Ciclistica Internazionale sarà già corsa ai ripari e sarà in grado di controllare le biciclette e punzonarle esattamente come negli sport motoristici.

    di Andrea Morelli, Responsabile Biomeccanica e Informatizzazione del Mapei Sport Service di Castellanza

    da tuttoBICI di giugno 2010
     
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    De Lillo: la bici col motore c'è dal 1979
    «Quella bicicletta, proprio quella, io l’ho vista girare in pista a Grenoble. Era il 1979, c’era la Sei Giorni ed io ero il tecnico di Moreno Argentiun e Pierangelo Bincoletto. Con noi c’erano anche Francesco Moser, che gareggiava tra i professionisti, e il commendator Alcide Cerato, patron della mitica San Siro». Domenico De Lillo, una vita nel ciclismo, non ha dubbi: per lui la bici col motorino non è una novità.
    «Ricordo che fu inventata da un ex corridore francese, faceva Bari di cognome, ed era prodotta dalla Liberia, una casa di Grenoble che poi chiuse».
    Ricorda bene De Lillo: ad inventare quella bici fu Hugo Barì, per dirla alla francese, in realtà nato a San Bartolomeo Cavarga, in provincia di Como, il 22 dicembre 1925, professionista nel 1946-47 senza lasciar traccia e poi emigrato in Francia, dove è morto nel 1989. Presentata al Salone del Ciclo nel settembre 1979, quella bici ogni sera veniva smontata pezzo per pezzo e rinchiusa in cassaforte, per paura che fosse rubata o copiata. Per alcuni anni, Bari e la Liberia rinnovarono il brevetto, poi chissà come andarono le cose...
    «Ricordo - continua De Lillo - che questa bici ebbe modo di provarla lo svizzero Dill Bundi che ne rimase impressionato: in un test in pista, riuscì da solo a battere un quartetto di inseguitori. Il concetto era identico a quel che vedo adesso sui siti e in tv: in pratica è il principio del mandrino del trapano, un ingranaggio che si aggancia al perno del movimento, non a caso i motorini erano prodotti da una ditta francese specializzata in trapani. Allora Bari aveva infilato le batterie nel tubo piantone e nel tubo orizzontale, ma parliamo di 31 anni fa, oggi con la nanotecnologia e i tubi più grandi è tutto ancora più facile. Il meccanismo allora era posizionato sotto la sella e azionato con un bottoncino nascosto dal nastro del manubrio. Se alzavi la bici da terra e azionavi il meccanismo, le pedivelle giravano ad una velocità di 40 all’ora. Con calcoli empirici, avevamo studiato che il peso del corpo mangiava 30 km all’ora, ma ne restavano 10 per assistere la pedalata».

    da tuttoBICI di Giugno 2010
     
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  11. Vince™
     
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    Bici motorizzate: McQuaid verrà convocato da Guariniello
    ''La Procura di Torino sta andando avanti con l'inchiesta sulle bici a motore e dopo aver sentito numerosi nomi importanti del ciclismo italiano, il pm Raffaele Guariniello ed il luogotenente dei Nas, Buccola, inviteranno a Torino il presidente dell'Uci, Pat McQuaid, perché gli illeciti sono avvenuti anche all'estero''. A renderlo noto è Ivano Fanini, il patron dell'Amore e Vita-Conad, che aveva invitato una ventina di giorni fa Guariniello ad aprire un'inchiesta sulle cosiddette bici motorizzate. Guariniello aveva effettivamente aperto un fascicolo per frode sportiva.
    Fanini si dice ''contento di aver appreso che sia arrivato un controllo efficace per le bici a motore alla Grande Boucle come lo scanner. Mi fa ancora piu' piacere perche' tutto e' nato dalle mie denunce dopo il filmato edito da Michele Bufalino''.
    Il Tour de France ha messo infatti a punto un sistema di controllo anti-doping anche per le biciclette: alla fine di ogni tappa, le bici saranno passate sotto uno scanner, che funziona come quello degli aeroporti. I ciclisti avranno 30 minuti dall'arrivo per presentarsi al controllo.
    ''Questo - aggiunge Fanini - mi ricorda quando spinsi per far diventare il casco obbligatorio in gara, introducendo dalla fondazione di Amore & Vita nel '90 questo obbligo per i miei corridori in corsa e nel '96 anche in allenamento. Per anni siamo stati ridicolizzati, perche' eravamo gli unici che portavano il casco ma poi grazie alle mie battaglie l'obbligo fu esteso ufficialmente a tutti, seppur per ora solo per le gare.
    Il mio lavoro da vent'anni punta alla tutela della salute dei corridori, dei principi sportivi e quindi ogni volta che si ottiene una vittoria contro il doping, o per l'uso del casco e contro ogni frode sportiva, per me questa vale piu' di un mondiale su strada''.

    ciclonews.it
     
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    Ai campionati nazionali si mormora che un'atleta abbia utilizzato la bici motorizzata. Più che altro alcuni della Federazione hanno notato un cambio di bici dopo l'arrivo, dovuto, a quanto è stato detto, a motivi di sponsor. La bici incriminata sarebbe quella del vincitore della prova in linea, Giovanni Visconti, che, su invito di Fanini, potrebbe essere ascoltato da Guariniello nei prossimi giorni.

    Lasciando il fatto che la cosa, conoscendo l'attenzione del Cipo per marketing&co., ai miei occhi potrebbe anche essere decisamente veritiera (vuoi mettere una bella bici lustra e linda ad una che ha appena disputato una corsa?!), ma ci voleva molto a dire a quelli della ISD "Fermi tutti, tirate fuori la bici!" e a dare una controllata?!? A cosa serve far uscire adesso questa storia?! Solo ad infangare il corridore e la sua impresa. Tanto ora non puoi dimostrare nulla, anche se apri mille inchieste non hai un bel niente in mano.
    Non so cos'abbia Di Rocco contro gli ISD: prima il "caso Scognamiglio", adesso questa... mah!
     
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  13. Reach:D
     
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    concordo pienamente, non ha alcun senso far uscire adesso questa storia
     
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  14. "(Joe.Falchetto)"
     
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    :quoto: Sarri parola per parola...

    ps. e guarda un po' chi è che ha fatto uscire questo caso? il nostro caro Fanini... :asd:

    pps. ma da quand'è che un magistrato decide chi interrogare su suggerimento di un tizio qualunque?
     
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  15. Rozzu
     
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    CITAZIONE ("(Joe.Falchetto)" @ 17/7/2010, 13:46)
    :quoto: Sarri parola per parola...

    ps. e guarda un po' chi è che ha fatto uscire questo caso? il nostro caro Fanini... :asd:

    pps. ma da quand'è che un magistrato decide chi interrogare su suggerimento di un tizio qualunque?

    guariniello non è certo nuovo a questo tipo di procedimenti, sia nel bene (caso Asbesto), sia nel male (casi di frode sportiva)... :sisi:
     
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66 replies since 18/5/2010, 16:18   2075 views
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