Rinaldo Nocentini

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    Rinaldo Nocentini

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    Rinaldo Nocentini (25 settembre 1977, Montevarchi (Arezzo)) è un ciclista professionista italiano. Soprannominato "Il Noce", a causa del suo appellativo si vedono spesso i cartelli del suo fan club che recano la scritta: "prima o poi il noce darà i suoi frutti".

    È professionista dal 1999 e vanta la vittoria del Giro di Toscana del 2003.

    Il triennio 2004-2006 lo passa all'Acqua & Sapone di Palmiro Masciarelli. Il primo anno si conclude con una tappa al Giro di Polonia ed alcuni buoni piazzamenti al Giro d'Italia. Dopo un 2005 interlocutorio con una vittoria in Spagna e la mancata partecipazione al Giro d'Italia, vive la sua miglior stagione l'anno successivo. Ottiene i successi del Giro dell'Appennino, del Giro del Veneto e della Coppa Placci che gli permettono di ottenere la convocazione in nazionale per il Campionato Mondiale di Salisburgo.

    Dopo quest'ottima stagione, nel 2007 viene ingaggiato dalla squadra francese Pro Tour Ag2r Prévoyance, che gli permette di partecipare alle corse più importanti del calendario mondiale. Con i nuovi colori Nocentini vince una tappa del Giro del Mediterraneo, con arrivo in salita sul Mont Faron, in Francia, e il Gran Premio Miguel Indurain in Spagna.

    Iniziò nel migliore dei modi il 2008, vincendo il Gran Premio di Lugano e salendo sul podio al Tour de Haut Var ed alla Parigi-Nizza, sempre alle spalle di Davide Rebellin. Nella corsa francese ottenne un terzo posto nella tappa con arrivo sul Mont Ventoux. A causa di questo inizio di stagione, si presenta al Giro d'Italia in calo di forma ed ottiene soltanto un terzo posto nella diciottesima tappa con arrivo a Varese, sul circuito del mondiale 2008.

    Il 10 luglio 2009 conquista la maglia gialla al Tour de France, al termine della settima tappa, da Barcellona ad Arcalís: mantiene il simbolo del primato fino al 19 luglio a Verbier, dove la cede ad Alberto Contador. Al termine della corsa francese risulterà 14° in classifica generale.

    Nel suo palmarès conta 12 successi da professionista.

    (tratto da wikipedia.org)


    Squadre

    * 1999: Mapei - Quick Step
    * 2000: Mapei - Quick Step
    * 2001: Mapei - Quick Step
    * 2002: Fassa Bortolo
    * 2003: Formaggi Pinzolo
    * 2004: Acqua & Sapone
    * 2005: Acqua & Sapone
    * 2006: Acqua & Sapone
    * 2007: Ag2r - Prévoyance
    * 2008: Ag2r - La Mondiale
    * 2009: Ag2r - La Mondiale
    * 2010: Ag2r - La Mondiale


    Palmarès

    1999
    * 2 tappe Giro della Malesia

    2003
    * Giro di Toscana

    2004
    * 1 tappa Giro della Polonia

    2005
    * Subida al Naranco

    2006
    * Giro dell'Appennino
    * Giro del Veneto
    * Coppa Placci

    2007
    * 1 tappa Giro del Mediterraneo
    * G.P. Miguel Indurain

    2008
    * GP di Lugano

    2009
    * 7^ tappa del Amgen Tour of California
    * 8 giorni in Maglia Gialla del Tour de France


    Foto

    SPOILER (click to view)

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    Link

    * Sito Ufficiale - www.rinaldonocentini.com

    Edited by SarriTheBest - 19/1/2010, 02:44
     
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    da cos'aveva combinato in gioventù sembrava dovesse spaccà il mondo... invece sta x compiere i trent'anni e ancora ha combinato ben poco...
     
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  3. xGarzox
     
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    CITAZIONE
    da cos'aveva combinato in gioventù sembrava dovesse spaccà il mondo... invece sta x compiere i trent'anni e ancora ha combinato ben poco...

    NN MI TOCCARE IL NOCIO...lui fai i suo e basta..è un grande...nn ribattete se no chiudo :asd: :asd: :asd: :asd: :asd: :admin: :admin:
     
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    lui fai i suo e basta..

    li chiedono davvero un po' poco allora... :asd:

    CITAZIONE
    "prima o poi il noce darà i suoi frutti".

    "aspetta e spera..." :asd2:
     
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  5. xGarzox
     
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    BASTA IL NOCIO NN SI TOCCA CHIUDO :admin: :admin: :nonsifa: :nonsifa:
     
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  6. Vince™
     
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    doveva spaccare il mondo al giro di quest'anno invece è andato peggio di petacchi :asd:
     
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  7. fou
     
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    un buon corridore ma nn di certo un campione, mi aspettavo di piu da lui...
     
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  8. xGarzox
     
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    CITAZIONE
    doveva spaccare il mondo al giro di quest'anno invece è andato peggio di petacchi

    va bè la forma s'è l'è bruciata prima del giro infatti aveva vinto due corse e poi con quelle squadre dove voi andare...

    RIMANE IL MEGLIO ANCHE PERCHè A BARBERINO SI STETTE 20 MINUTI A PARLARCI...NOCIO NUMBER ONE...
     
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  9. xGarzox
     
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    carles alla prossima banno :sisi: :sisi: :sisi: :sisi: :admin: :admin: :admin: :admin:
     
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  10. xGarzox
     
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    a grande richiesta aggiorno la sezione foto sul nocio

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    notare lo stile

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    vince per distacco

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    annata magica

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    in volata nn c'è n'è pr nessuno, nemmeno per i più forti velocisti

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    son dolori per tutti con il nocio

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    unico e immenso

    poi ho trovato il suo diaro al giro

    Storie animate in diretta dal Giro d'Italia

    no degli azzurri di Salisburgo 2006 arriva a questo Giro d'Italia in sordina, soprattutto in Italia, per gli italiani, e per gli addetti ai lavori. Un italiano che ha accettato una scommessa ardua, fare il capitano in Francia, e che ha voluto ed ottenuto la leadership del proprio team al Giro d'Italia. Un connazionale di Toscana, d'Arezzo, che l'anno scorso s'è conquistato la Nazionale a suon di vittorie pesanti, ed ha iniziato il 2007 con un bell'exploit: la vittoria sul Mont-Faron al Giro del Mediterraneo; praticamente, mezza stagione in cascina, soprattutto difendendo i colori di una compagine transalpina. Il Giro dal gruppo, insomma, ce lo racconterà l'ultimo vincitore del Gp Miguel Indurain e il 6° arrivato alla Freccia Vallone 2007: al secolo, Rinaldo "Noce" Nocentini. (m.c.)

    Alla partenza o all'arrivo di una tappa, fai una foto con Rinaldo, magari esponi il logo di Cicloweb.it, e mandaci - [email protected] - la tua foto; quelle più belle saranno pubblicate nel diario!!!

    Domenica 3 giugno - 21a tappa: Che dite, merito il 6 in pagella?
    (24° di tappa, 47° in classifica a 1h30'11")
    Tre settimane di corsa, tre settimane in giro per l'Italia, tre settimane di chilometri sotto le ruote e nelle gambe, nei muscoli, ed anche nella testa. Tre settimane di festa, di gente che urla, di applausi, di adrenalina, di emozioni che le senti salire nella schiena, ed anche nella testa. Questo è il Giro d'Italia.
    La tappa di oggi non ha avuto alcun contenuto tecnico, ma questo lo si sa già dal principio. L'ultima tappa è la passerella per i vincitori, per la Maglia rosa, per tutti i protagonisti del Giro, almeno fino al circuito di Milano; poi, lì, le squadre dei velocisti prendono in mano la situazione, ed ovviamente la lotta per il traguardo finale, lì in Corso Venezia, è sempre serratissima.
    L'unico appunto che mi sento di fare è sulla lunghezza di questa tappa: ricordo che solitamente le ultime tappe son di 130 km circa, non di 180 km e passa. Insomma, va bene la passerella, ma 180 km son lunghi comunque, anzi, se li fai lentamente sono anche più lunghi del solito. Per fortuna che almeno la pioggia ci ha lasciato stare, ed oggi il mio computerino sulla bici segnava 35°C... una via di mezzo proprio no, eh?
    Come vi dicevo, oggi s'è corso rilassatissimi, siamo stati a ridere e scherzare in gruppo per tutto il tempo, con Bettini che si divertiva a darmi dei pizzichi sulle gambe ed altri, tipo il solito Aggiano, che se ne sono andati per qualche km con travestimenti vari. La fatica fa brutti scherzi...
    Prima dell'ingresso a Milano c'è stata anche una scivolata: son caduti Petrov e Tosatto, tra gli altri, e mentre si stavano rialzando li ha presi in pieno anche Rasmussen... ma io non lo so... ma certi ci dormono sulla bicicletta? Veramente, io ci rimango di sasso quando vedo certe cose... Tant'è che Tosatto, dopo qualche km, m'è venuto vicino e mi fa: «Oh, Noce, dì ai tuoi compagni di star tranquilli oggi, che il Giro è finito», riferendosi scherzosamente alla caduta di Usov e Mondory a Riese Pio X, che hanno rallentato anche l'azione del compagno di Bettini. Ma oggi i miei compagni sono stati bravi, e sono arrivati entrambi nei 10.
    Entrando in Milano siamo stati accolti da un bel pubblico, caloroso e nutrito come in gran parte del Giro. A volte ne abbiamo avuto di più, a volte di meno, ma direi che, tranne le tappe di montagna, dove è praticamente scontato ci sia il pienone, m'ha sorpreso vedere la quantità presente all'arrivo proprio di Riese Pio X; in fondo s'arrivava in volata, ma mai vista tanta gente sotto un arrivo simile. Incredibile.
    Vi dicevo che, entrando in Milano, lo speacker ha iniziato a sottolineare come Bettini fosse in ultima posizione del gruppo Maglia rosa, alché Garzelli ed il sottoscritto ci siamo fatti sfilare e ci siamo piazzati accanto "al Betto": «Adesso vediamo chi nomina al prossimo Giro...», era la sfida di Stefano e mia, e ci siamo un po' divertiti nel correre questa tappa al contrario, insomma.
    Poi però siamo risaliti tutti e tre, proprio mentre Ignatiev, ovviamente un Tinkoff, ha provato a rompere le uova nel paniere ai team delle ruote veloci: tentativo apprezzabile, ragazzo coraggioso, ma oggi non c'era niente da fare; oggi era un'occasione troppo grande per lasciarsela sfuggire. Petacchi è stato bravo nel regolare Richeze e Bettini, che ha finito il Giro discretamente, anche se senza vittoria di tappa.
    Vittoria di tappa che era anche il mio obiettivo, che ho fallito. Al mio Giro do comunque una sufficienza, anche se scarsa, forse, ma torno a ripetervi che questo è stato un Giro proprio strano, corso in maniera atipica, dove una squadra di classifica come la Saunier s'è dannata l'anima in alcune tappe intermedie. Ha fatto bene, lo ripeto, ma è stata sicuramente una situazione anomala, che ha scombinato un po' i piani di chi puntava alle tappe. Non penso, in tutta sincerità, che voler far bene in classifica generale m'abbia un po' svantaggiato; anche perché sono uscito quasi subito di classifica, quindi non c'è stata la tentazione di non provare la tappa per il rischio di perdere il piazzamento. Questo lo escluderei.
    Comunque esco da questo Giro sereno, rilassato, con domani dedicato al completo riposo e martedì dedicato alla bici, di nuovo, visto l'appuntamento al Giro di Svizzera e ai Campionati italiani. Mi piacerebbe far bene a questi ultimi, e dovrò esser bravo, visto che corro da febbraio, a gestirmi bene in Svizzera, in modo tale da arrivare bello pimpante a Genova, visto che il percorso non sarà durissimo, ma neanche è eccessivamente piatto.
    Ma questi son discorsi futuri, il presente è il Giro d'Italia finito e corso anche insieme a voi, che siete stati così pazienti nel leggermi, nel seguirmi, nell'incitarmi lungo le strade e nel fermarmi per fare una foto con voi. Ricorderò questo Giro anche per questo diario, questo è sicuro.
    Ciao a tutti, alla prossima!!

    [robby e Delfino alla partenza da Vestone, ultima tappa del 90esimo Giro d'Italia]

    Sabato 2 giugno - 20a tappa: Dirò: «Ho staccato Merckx!»
    (28° di tappa, 47° in classifica a 1h30'11")
    Quando finisce un Giro c'è sempre l'aria da ultimo giorno di scuola. Questo non cambia mai.
    Vi avevo detto che avrei corso la cronometro di oggi in maniera più che rilassata, cosa che è avvenuta, nonostante poi non sia andata così male, o abbia preso tanti minuti. Mi fa piacere, assolutamente, segno che la gamba c'è e che comunque esco bene da questo Giro. Non che il mio programma sia denso di appuntamenti, ora, ma dovrò comunque correre il Giro di Svizzera e poi mi piacerebbe far bene ai Campionati Italiani, visto che il tracciato pare abbastanza adatto anche alle mie caratteristiche.
    L'unico inconveniente, come spesso è successo in questa parte finale del Giro, è stata la pioggia, ma ormai è anche una non-notizia. Una notizia, allora, potrebbe essere il clima sereno che ho trovato negli ultimi 10 km. Ecco, non che la pioggia di oggi fosse particolarmente fastidiosa o pericolosa, visto che la crono scorreva via bene, ma è sempre meglio correre all'asciutto, secondo me.
    Durante il riscaldamento ascolto sempre musica, ho con me il mio I-pod personale nel quale ho salvato tutte le canzoni che preferisco. Non c'è un cantante in particolare, né una canzone, ma mi piace la musica italiana, le canzoni di casa nostra, anche perché mi piace canticchiare dietro ai ritornelli, o alle canzoni più famose, e certamente mi viene più facile con l'italiano piuttosto che con le lingue straniere.
    Ad inizio crono sono andato piano, ma proprio piano, visto che non avevo intenzione di forzare e visto anche che c'era quel leggero strappo che poteva dare qualche noia. Invece quel tratto l'ho passato fresco come una rosa, anche non forzando, ed ho deciso quindi di menare un po', da quel punto in avanti. Al secondo e al terzo intertempo ho guadagnato qualcosa, mentre ho perso nel tratto finale, quello totalmente pianeggiante. Ma, lo ripeto, sono soddisfatto di questa crono, perché mi fa capire che un po' di benzina nei polpacci è rimasta, e non sono totalmente vuoto e scarico. Qualche cartuccia da sparare, prima del riposo post-Genova, ce l'ho ancora, dài.
    E poi, ragazzi... oggi durante il tragitto ho ripreso il corridore che mi precedeva... un certo Merckx... vabbè, è Alex, ok, e non Eddie, ma tra qualche anno ai nipotini potrò sempre raccontare di «...quel giorno che il nonno sorpassò Merckx a cronometro...». Non sarebbe una bugia, in fondo, al massimo una mezza verità.
    A parte gli scherzi, vorrei fare pubblicamente i complimenti a Danilo Di Luca per questa bella e meritata vittoria al Giro d'Italia. Oggi Schleck ha guadagnato qualcosina, ma Danilo ha amministrato con assoluta serenità. E poi mi spiace che Gibo Simoni abbia perso il podio. Non per cattiveria contro Mazzoleni, sia ben chiaro, ma un podio con Simoni sarebbe stato più bello, almeno per me. Un Mazzoleni che oggi a crono è andato fortissimo, veramente; mi aspettavo che andasse forte, ma così forte francamente no. E bravo anche Savoldelli, che s'è portato a casa la tappa sfruttando la maggiore freschezza rispetto a Zabriskie dopo le montagne.
    Domani il canovaccio sembra già scritto. S'arriverà in volata, visto che gli eventuali attacchi dei coraggiosi di giornata saranno tutti rintuzzati, soprattutto dalla Milram, visto che Bettini m'è parso un po' malconcio in questi ultimi giorni, e non so se la Quick Step vorrà tenere cucita la corsa, magari per favorire di nuovo Tosatto.
    La cosa certa è che domani sarà tutto finito, speriamo solo che non piova, perché lo spumante annacquato non mi piace neanche un po'...

    Venerdì 1° giugno - 19a tappa: Deluso, non posso nasconderlo
    (125° di tappa, 49° in classifica a 1h28'16")
    Ecco qua, non ho neanche fatto in tempo a ringraziare il cielo per il caldo e il sole che era tornato a splendere sulle nostre teste, che oggi... beh, oggi... ve lo devo dire che tempo c'era?
    Pioveva che la mandava, non ha mai smesso, da Treviso a Terme di Comano, 179 km d'acqua. Una cosa incredibile e fastidiosissima, vi giuro. Fortunatamente non era molto freddo, sicché s'è potuto fare comunque un buon ritmo in gara.
    Ci ho provato, ve lo giuro, ci ho provato più di dieci volte, forse una dozzina, forse di più, a beccare la fuga giusta. All'inizio mi sono mosso con Visconti, ma c'hanno ripreso. Poi sono iniziati i controscatti, ed ho risposto a quasi tutti i tentativi. Volevo la fuga, ve l'avevo detto, e m'ero messo in testa di riuscirci.
    Per 100 km siamo andati avanti così... scatti, controscatti, ricongiungimenti, squadre in testa al gruppo a lavorare non si sa bene perché... squadre con nessuno in classifica che tirano per il traguardo volante o per la classifica a squadre... ma io dico: ma perché non ci lasciate andare o mettere l'uomo che v'interessa nella fuga? Perché tirare? Perché far rientrare tutto il gruppo? A volte penso ci siano troppe classifiche all'interno di un grande giro, ma poi ci penso un po' di più e dico che in fondo è più la delusione per essere arrivato stanco al momento degli attacchi decisivi che altro.
    Però è così, oh, che ci vogliamo fare? Piangersi addosso non serve, rispetto al 2004 c'è forze più livellamento dei valori medi degli atleti presenti, ed andare in fuga è terribilmente complicato. Anche se in effetti a volte, in questo Giro d'Italia, squadre come la Saunier Duval hanno tirato anche quando i big non dovevano fare la corsa... ma vai a dar loro torto... hanno vinto 4 tappe con quattro corridori diversi, hanno fatto più che bene a correre così!
    E anche oggi la Saunier ha vinto, con Mayo, un corridore che qualche giorno fa prendevo bonariamente un po' in giro, ma che ha dimostrato di avere classe assoluta. È in sovrappeso, sì, ma è andato forte, e questo è capace di far benissimo anche al Tour, se sarà capace di togliersi quei chiletti in più. Gran bel corridore, come il giovane Visconti, uno che ci ha provato, oggi, sia all'inizio con me sia alla fine con gli altri, quando ormai io non ne avevo più.
    Infatti il sottoscritto, una volta scattato Di Luca, s'è lasciato sfilare. Ho mollato più di testa che di gambe, ve l'ho detto, ero abbastanza deluso dal fatto che non ci avessero mai lasciato andare e che i più forti battagliassero anche oggi, anche in una tappa intermedia, da fughe. Tant'è che ad un punto tirava la Lampre, e mi sono avvicinato a Cunego per chiedergli perché. E lui m'ha risposto: "Eh, è così, quest'anno non stiamo correndo poi così bene". Cosa avrei dovuto rispondere? Vabbè, contento lui, contenti tutti.
    Fatto sta che Bettini, il sottoscritto ed altri, per non saper né leggere né scrivere, abbiamo preso il nostro passo ed abbiamo fatto gruppetto. Siamo arrivati all'arrivo in tranquillità, ed anche se la sensazione di aver cannato una bella occasione c'è, e rimane, rimane anche la consapevolezza di un Giro strano, particolare. Un Giro dove non è stato facile capire, per uno come me che pensava di poter puntare anche ad una buona classifica generale, le tappe in cui il gruppo avrebbe lasciato fare.
    Il mio Giro finisce in pratica qui. Non che mi ritiri, per carità, ovvio che arriverò a Milano, ma la crono di domani la correrò non rilassato, di più, ed anche nel capoluogo lombardo ci sarà passerella per i vincitori e per l'ultimo sprint della corsa.
    Ci sentiamo domani!!

    [Il calendario di Cicloweb.it e violetta a Treviso]

    Giovedì 31 maggio - 18a tappa: Venerdì dovrò beccare la fuga
    (73° di tappa, 43° in classifica a 1h07'50")
    Oggi giornata di ferie, quasi. È andata via, la tappa, in maniera estremamente tranquilla.
    L'altimetria della tappa era piatta che più piatta non si sarebbe potuto, e davvero oggi non aveva senso infilarsi nella fuga di giornata. Si sapeva che, visto che Petacchi è ancora in corsa, si sarebbe arrivati in volata, come poi è avvenuto.
    Per carità, bravi, volenterosi e coraggiosi i fuggitivi, ma a me le energie servono per domani, non potevo prendere tutto il vento che hanno preso i battistrada oggi.
    Oggi c'è veramente poco da raccontare, in effetti, se non che il bel tempo sembra mantenersi, e di questo sono estremamente contento, e se non che le mie gambe, anche se a fine Giro, adesso sembrano stare molto bene. Sarà che in alcune tappe ho veramente salvato la gamba evitando fuori giri e fuori soglia che sarebbero stati un po' fini a loro stessi, però non mi posso certo lamentare della mia condizione.
    Petacchi oggi ha fatto una volata molto buono, ed anche i miei compagni di squadra hanno fatto due belle volate... sì, sulle transenne però... per carità, ci scherzo su perché Usov e Mondory sono accanto a me, sono ancora in corsa, e non si sono fatti niente; certo che hanno preso quella curva nella maniera più sbagliata possibile, poverini, soprattutto Usov, mentre Mondory s'è trovato il suo compagno davanti e per evitarlo ha rischiato di farsi molto male con il viso sulle transenne. Hanno rischiato, in fondo il mestiere del velocista è anche questo, e gli è andata male. Magari ci riproveranno a Milano, lì l'arrivo è un po' più dritto, magari andranno meglio.
    Ho visto anche che sono caduti altri corridori, tra cui Tiralongo, a cui si è spezzata la bici. Scena che avevamo già visto nella discesa della Trinità, nella tappa con arrivo a Bergamo, dopo la caduta di Bellotti. Adesso io non vorrei fare l'ingegnere, ma se due telai si spezzano per delle cadute, anche se possono essere state brutte, il dubbio sulla sicurezza delle biciclette viene. Possibile che si spezzino così facilmente? Due bici all'interno di un Giro? Non è una percentuale troppo alta? Secondo me si sta esagerando con la leggerezza dei telai, a scapito della sicurezza, ma è solo una sensazione, lo ripeto.
    Io, come sempre, nelle cadute non mi ci faccio invischiare, soprattutto quelle nei finali. Certo, se succede, com'è successo, a metà corsa non ci si può far niente o quasi, ma nel finale si può evitare tranquillamente il rischio cadute. Di solito mi sfilo a 3 km dall'arrivo, oggi mi sono sfilato a 2 km, visto che con Krivtsov abbiamo portato i due "animatori di giornata" davanti per giocarsi le loro chances.
    Domani è il grande giorno, è il giorno della fuga buona, è il giorno in cui non si può sbagliare. Questo discorso varrà per mezzo gruppo, è vero, ma sabato c'è la crono e domenica il finale a Milano, per chi deve attaccare non c'è più spazio. Bisognerà morire su ogni scatto domani, su ogni tentativo di fuga, riuscire ad entrare nel gruppo di testa senza se e senza ma. Non riuscirci sarebbe una cosa piuttosto grave, per me.
    Vediamo, dài, come vi ho detto la gamba sembra aver passato discretamente i monti, e quindi non penso di avere problemi ad entrare nel gruppetto di fuga. Ma... nel ciclismo ci sono sempre un sacco di ma...

    Mercoledì 30 maggio - 17a tappa: 9 km/h, mai andato così lento
    (33° di tappa, 44° in classifica a 1h07'50")
    E così anche il "mostro" è passato. Domato, sorpassato, lasciato alle spalle.
    Innanzitutto son contento che sia tornato il sole e il caldo, e che il freddo ci abbia lasciato stare. Infatti secondo me non è un caso che la gamba sia tornata a girare come deve. Mi sento molto sollevato; lo confesso, i giorni precedenti sono stato molto preoccupato per la fatica che facevo, soprattutto in salita. Mi sentivo vuoto, senza energie. Ma ora sto benone, quindi sono portato a pensare di essere incappato in una sorta di assideramento muscolare che non mi faceva essere tonico; ma ora c'è il sole, e io pedalo bene.
    Come v'avevo detto, ho provato a buttarmi nella fuga, oggi, ma non c'è stato verso. Scatti e controscatti, ed ho perso l'attimo decisivo. Una volta che s'è formato il drappello di testa s'è lasciato andare, e non c'è stato verso di riportarsi sotto. Vabbè, poco male in fondo. Meglio aver perso il treno giusto oggi e beccarlo venerdì. Lì sì che ci sarà da dare di tutto e di più per entrare nella fuga buona.
    Il fatto di essere rimasto in gruppo m'ha permesso comunque di testarmi un pochino sul discorso energie, e devo dire che le mie gambe sembrano aver risposto bene. Sono stato insieme ai migliori fino ad 8 km dall'arrivo, più o meno quando s'è messo Pellizotti, poco prima che Simoni rompesse gli indugi, davanti.
    Stavo bene, benone, ma non aveva senso, essendo fuori classifica, costringermi ad un fuori giri di 8 km. Davvero sarebbe stato poco intelligente. Ho preso invece subito il mio passo, messo il 34x29 come rapporto, e via in agilità verso l'arrivo.
    Che poi, tra il dire e il fare, c'è sempre di mezzo il mare; anzi, la montagna, in questo caso, e che montagna! Mi sento di appoggiare il filone di pensiero che vuole lo Zoncolan da Ovaro come "la montagna più dura d'Europa". Quando inizia a presentare pendenze impossibili diventa un calvario, ed anche se nel finale molla un po', ci sono quelle due gallerie che ti riportano indietro di qualche km, e non è una bella sensazione.
    Montando il 34x29 non fai fatica ad andare su, non ci sono problemi di questa natura, anzi, ti sembra anche di andare abbastanza bene... almeno finché non guardi il tachimetro. Oggi il mio segnava, per gran parte dell'ascesa finale, 9 km/h... mai andato così piano, giuro!
    Davanti invece hanno provato a legnarsi un po', anche se su certe pendenze grandi differenze non ne fai, è inevitabile. Gibo è un cagnaccio, sapevo che c'avrebbe provato in tutti modi, ed almeno la tappa vinta lo ripaga; Di Luca è stato molto intelligente a gestire il vantaggio maturato sin lì e salire del proprio passo. Difatti questa è una salita che se non ti sai gestire, rischi di farla in discesa col muso rivolto verso l'alto. Ma la sorpresa, anzi le sorprese, di questo Giro sono Piepoli e Schleck: il primo era in grado di vincere per distacco tutti e tre gli arrivi in salita che ha vinto la Saunier Duval, mentre il secondo ha dimostrato non solo gambe, ma anche un'intelligenza tecnico-tattica da grande corridore.
    Domani mi prendo un giorno di pausa, tanto la tappa arriverà in volata al 99%. L'obiettivo, come detto, è la fuga di venerdì.

    Martedì 29 maggio - 16a tappa: Freddo, tanto freddo e fatica
    (121° di tappa, 48° in classifica a 1h02'34")
    Dopo il secondo giorno di riposo, ecco il grande freddo.
    Siamo partiti con 3°C, un freddo impressionante, fatto sta che in gruppo s'è deciso di stare tutti insieme, soprattutto perché si diceva che sul Campolongo nevicasse, e fare una discesa lunga 40 km e qualcosa con la neve non è proprio il massimo. L'organizzazione ci ha però assicurato che era tutto ok, e difatti è andato tutto bene.
    La strada era un po' bagnata, in realtà, perché era piovuto da poco, ma soprattutto... faceva un freddo, a scendere, incredibile. Siamo arrivati giù tutti intirizziti, io non sentivo più mani e caviglie. Però siamo stati molto bravi, oggi, perché molto coscientemente, arrivati all'interno di una galleria, ci siamo tutti fermati e ne abbiamo approfittato per cambiarci gli indumenti, cambiare le mantelline, i calzini, i guantini. Tutto, insomma. Certo, poi qualcuno ne ha approfittato per fare un po' di show, tipo Aggiano che ha iniziato a far capriole, ma fa tutto parte del gioco, dài. Evidentemente il pugliese si scalda così, son gusti...
    Verso l'uscita dall'Italia abbiamo ritrovato anche un po' di sole, e da lì sono iniziati un po' di scatti. Quando sono partiti Mangel e Joachim ho provato per un tratto anch'io, ma non ci hanno lasciato andare, a noi contrattaccanti. E poi vi dico la verita: quando se ne sono andati gli altri in salita, io non avevo proprio gambe per provare ad andarmene. La verità è che sono un bel po' stanco.
    Che poi è anche fisiologico, credo, in fondo sono in prima linea da febbraio, dal Giro del Mediterraneo. Probabilmente sono arrivato un po' corto con la preparazione, in vista di tre settimane così dure, ma non potevo non venire al Giro d'Italia, ci tenevo tanto, troppo.
    Garzelli è stato bravissimo, ha fatto un'azione paurosa, così com'è stato bravo il mio compagno Mangel, un giovane che va forte, ma che, come quasi tutti i giovani, spesso non se ne rende conto. Calcolate che quello di oggi è stato il primo scatto provato al Giro: insomma, niente male beccare una fuga al primo scatto ed arrivare 2°, no? Soltanto ci dovrebbe credere di più; ad esempio, sarebbe stato importante se fosse stato presente col sottoscritto nel drappello dei fuggitivi, quando ci siamo giocati la vittoria di tappa a Fiorano Modenese.
    Vabbè, inutile piangere sul latte versato. Oggi era una tappa in cui avrei dovuto essere in fuga, ma il freddo e la stanchezza, ma spero più il freddo, hanno fatto la differenza. E domani?
    Domani c'è lo spauracchio Zoncolan, ma a dirvi la verità non è che mi impressioni più di tanto. Temevo più la tappa dolomitica delle Tre Cime, con tante montagne e tutte dure. Qui presumibilmente si può anche arrivare tutti insieme ai piedi della salita finale, e poi salire del proprio passo. Sono 10 km di salita, durissima sì, ma durissima per tutti. Chi starà bene salirà ai 12 km/h, gli altri saliranno a 9 km/h, la differenza non sarà così eccessiva.
    A dirvela tutta, vi dico che se domani dovesse partire una fuga ben distribuita, io mi ci metto dentro volentieri. Tanto i km da percorrere son sempre quelli, e farseli davanti o farseli dietro non cambia granché.
    E poi c'è sempre l'ipotesi che il gruppo possa lasciar fare, anche se la Saunier Duval ci terrà particolarmente. Però magari in fuga ci entra anche un Saunier, e chissà che così non si possa andare all'arrivo. Certo, forse sto sognando un po' troppo, allora dico che domani provo la fuga per limitare i danni, poi il cerchietto rosso è da piazzare assolutamente nella tappa che arriva alle Terme di Comano.
    Certo, lì ci sarà mezzo gruppo che vorrà andare in fuga, mentre domani ce ne saranno un po' meno.
    Io son qui, questo è certo, e fatto trenta farò anche trentuno. Speriamo che tutta 'sta fatica porti qualcosa, almeno.

    Domenica 27 maggio - 15a tappa: Tifosi, l'importanza dei gregari
    (62° di tappa, 46° in classifica a 1h02'34")
    Innanzitutto mi scuso del ritardo per questa puntata di diario, ma voi non potete neanche immaginare quanto fossi stanco ieri sera.
    Non avevo forze, ero distrutto, mai stato così dopo una corsa, o una tappa; mai successo niente di simile. Ho visto la luce soltanto quando ho fatto la doccia, poi ho mangiato, e alle 21:50 ero già sotto le coperte a dormire.
    La tappa è stata durissima, io mi sono infilato nella fuga iniziale dei 22 non perché fossi particolarmente pimpante, ma perché ho pensato che comunque sarebbe stato meglio anticipare un po' i tempi, viste le durissime ascese finali. Difatti, a differenza di ieri, ho sentito le gambe un po' imballate. Insomma, 'sto giorno di riposo cade proprio a pennello.
    Davanti non s'è mai fatto andatura troppo sostenuta, si andava via di un buon passo, ma niente di trascendentale. Poi, per fortuna per la corsa, purtroppo per noi fuggitivi, la Saunier ha deciso di giocare Piepoli e Riccò da lontanissimo, e quando son rientrati, ai piedi del San Pellegrino, il loro compagno Cañada, che era già in fuga con noi, ha fatto un forcing incredibile, anche su di una salitella di 3-4 km che precedeva il Giau. Alché ho pensato: "Riccò e Piepoli aspettano di sapere se Simoni riesce a staccare Di Luca".
    All'attacco del Giau, difatti, Piepoli e Riccò son passati in testa, ma il loro passo non era così clamoroso. Era molto più sostenuto di quello che avevamo tenuto finora in fuga, ovviamente, ma era sopportabile. Il tutto, questo bel sogno, è durato solo 1 km o poco più, visto che poi dall'ammiraglia saranno arrivati indicazioni sul forzare e i due scalatori della Saunier hanno decisamente aumentato il ritmo.
    Io sono saltato dopo circa 2 km, non avevo proprio le gambe per tentare di rimanere agganciato a loro.
    E lo dimostra il fatto che, da lì fino all'arrivo, ho fatto una fatica incredibile. È stata, per me, una tappa lunghissima, una tappa interminabile. Il Giau non finiva più, e vedere un'infinità di corridori che ti sorpassa non è certo una gran cosa per il morale.
    Per fortuna ho trovato la compagnia di un campione-amico come Bettini, ed abbiamo deciso di andare all'arrivo insieme, del nostro passettino, ma entrambi facevamo una fatica cane: da quanto barcollavamo, sembrava ci prendessimo a testate.
    La notizie è che Di Luca non ha ceduto; anzi, più che altro, la notizia è che Simoni non è stato in grado di fare la differenza nell'unica tappa, secondo me, che poteva fargli vincere il terzo Giro. La tattica era perfetta: Cañada e Belohvosciks nella fuga del mattino, Piepoli e Riccò via sul San Pellegrino, e Gibo che doveva attaccare sul Giau. Ma evidentemente non ha avuto gambe, ed allora i due davanti hanno avuto via libera per cercare, ed ottenere, il successo di tappa.
    Ho visto che anche loro, lì sulle Tre Cime, sono arrivati al lumicino, come me; l'unica differenza è mezz'ora di anticipo... ma cosa volete che sia mezz'ora nell'arco grandissimo di tutta una vita?
    A parte gli scherzi, gli ultimi 4 km delle Tre Cime erano incredibilmente tosti. Avrò pensato 50 o 60 volte di mettere il piede a terra e tornarmene indietro. Poi ho pensato che oggi c'era il riposo, ed avrei potuto stringere i denti per vedere di recuperare qualche energia un po' più in là. Però, ragazzi, che sofferenza.
    Per fortuna ho trovato un po' di spinte, che anche se ci sono non sono mai abbastanza. Ad un tratto un ragazzo mi si è avvicinato e m'ha detto: «Oh, Noce, scrivilo nel diario che ti sto spingendo. Mi raccomando, scrivilo!». Non ricordo neanche se ho avuto le forze per rispondere ad alta voce, ma sicuramente ho pensato: "Tu pensa a spingere, ti prego, dài, che poi al diario ci penso da me".
    Ovviamente, a bocce ferme, ringrazio tutti coloro che sulle Tre Cime m'hanno dato una mano, ma anche due. Siete stati fondamentali.

    Sabato 26 maggio - 14a tappa: Son tornate le buone sensazioni
    (27° di tappa, 40° in classifica a 36'06")
    E meno male che doveva essere una tappa da fughe, o intermedia!!!
    Sin dall'inizio si era capito che saremmo andati a tutta, anche perché avevo provato immediatamente a portare via un gruppetto per la fuga, ma il gruppo non ci ha lasciato fare. Un po' il gruppo, ma anche tutti gli altri che volevano andare in fuga, non ci lasciavano spazio. Avevamo quei 6" di vantaggio, ma il gap non è mai cresciuto in maniera sensibile.
    calcolate che i primi 80-85 km sono andati tutti così. Velocità incredibili, tantissimi tentativi, un susseguirsi di scatti e controscatti che hanno fatto male a qualcuno, ci scommetto, perché anche se si era in pianura e magari qualcuno aveva accanto i gregari, anche psicologicamente non è semplice tenere certi ritmi ad inizio gara.
    Poi la fuga buona è partita intorno al km 90, ma sinceramente io in quel momento ho pagato un po' lo scotto delle prime due ore e mezza, anche tre, di gara; e tra l'altro non pensavo neanche che quella potesse essere la fuga buona, visto che non è che fossero partiti granché forte. Ma evidentemente era un assortimento che stava bene al gruppo, ed hanno lasciato fare.
    Io stasera sono contentissimo, anche perché la gamba è tornata a girare a dovere, anche perché nei giorni scorsi avevo patito un po' di mal di gola, credo un "regalino" dettato dai frequenti cambi climatici che patiamo durante le varie giornate ed anche all'interno dello stesso giorno. Magari in un frangente mi sono coperto poco, ma adesso anche questo fastidio sta passando, ed oggi son tornato ad avvertire buone, se non ottime, sensazioni.
    Ho fatto il San Marco col gruppo dei migliori, e sono stato lì davanti fino a metà dell'ultima salita. Certo, quando davanti rimangono in venti, un po' la patisco, non ho il loro colpo di pedale e questo l'ho capito.
    Però con una gamba così le fughe possono essere tutte buone, anche perché se non faccio troppa fatica in salita ecco che ho buone possibilità, in un eventuale drappello di fuggitivi, di poter arrivare davanti, o fare come Baliani e gli altri ieri, cioè restare attaccato ai primi, ovviamente anticipandoli.
    Stando davanti, ieri, ho anche potuto apprezzare le pedalate dei migliori, e vi dico che le sensazioni sono molto, molto vicine a quelle che vi avevo dato nei giorni addietro: continuo a ribadire che il mio favorito è Simoni, e la tappa di oggi mi conferma che Di Luca è un po' in fase calante.
    Per carità, è riuscito a contenere bene il distacco, ma Danilo lo conosciamo tutti: se sta bene, quando ha la gamba, risponde agli attacchi, non si lascia isolare dagli attacchi degli altri. La sua condotta di gara tranquilla, al risparmio, in totale difesa, mi fa pensare che abbia le energie contate, e domani la tappa favorisce in tutto e per tutto Gilberto Simoni.
    La mia tappa di domani sarà un'incognita, se partisse una fuga numerosa potrei infilarmi nel mezzo e vedere di aspettare i big sull'ultima salita e provare a restare attaccato a loro. Se invece saranno in pochi ad avvantaggiarsi, potrei correre tranquillamente al risparmio, ottimizzando le energie per i prossimi giorni, per le prossime fughe.
    Ci sentiamo domani!!!

    Guarda il video della cronoscalata di Oropa!! (1)
    Guarda il video della cronoscalata di Oropa!! (2)


    Venerdì 25 maggio - 13a tappa: Grazie, appassionati di Oropa
    (71° di tappa, 52° in classifica a 29'28")
    Non che mi piacciano particolarmente le cronoscalate, ci tengo a precisarlo sin dall'inizio, ma sono belle, è inutile negarlo.
    Sono belle perché il pubblico è tutto concentrato su quell'unica, non troppo lunga per ovvie ragioni, salita; e durante lo sforzo te lo senti lì, accanto, vicino, che ti incita, che ti chiama per nome, che ti scandisce il ritmo, che ti dice anche: "Dài, tra 100 metri spiana".
    Poi magari non spiana neanche, però vuoi mettere la differenza!? Io la mia crono l'ho fatta tranquillo, stavo per esagerare e scrivere "rilassato", ma come fai a correre rilassato una prova come quella di oggi? Anche perché la salita era nervosa, ed in alcuni tratti anche parecchio dura. Difatti ho preferito tenere un ritmo un po' più blando sui pezzi duri e provare a spingere un po' di più nei tratti di falsopiano, o dove comunque le pendenze consentivano di respirare un po'.
    Le cronoscalate son sempre pericolose, perché se non trovi subito il ritmo giusto sei spacciato, non vai più avanti. E devo dire che il tratto iniziale della crono, nell'abitato di Biella, non è che favorisse così tanto il raggiungimento di tale scopo, visto che era in... pavè!! Oh mamma, quante gliene ho tirate a quelle pietre, non vedevo l'ora che finissero; preferivo una crono tutta in salita, ve lo giuro, quindi immaginate quanto non mi piaccia il pavè.
    Lungo la salita poi ho controllato. Dietro avevo Naibo, mio compagno di squadra, e siccome ero consapevole che non l'avrei fatta a tutta, ogni tanto mi voltavo per vedere se arrivava, se aveva deciso di correrla al 100% il mio compagno, che invece non s'è visto, e quindi siamo andati piano uguale... a parte gli scherzi, torno a ribadire la bellezza della gente di oggi. Tanti incitamenti, tanti applausi, anche qualche accenno a Cicloweb che, mi perdonerete, però non ho colto alla perfezione, visto che ero un tantinello impegnato in un lavoretto... e poi le spinte; speravo di trovarne una quarantina, magari una ad ogni angolo di strada, ad ogni tornante, e invece mi son dovuto accontentare di quattro... sono troppo esigente?
    È un Giro d'Italia che sta portando tantissimo pubblico, tantissimi tifosi per le strade, e questo è il sintomo di uno sport immortale ed importante. Sì, immortale ed importante, anche se tanti continuano a gettare fango su questo sport, e io sinceramente non lo capisco, anche se ogni tanto mi sforzo anche di riuscirci.
    Ultimo "confessore" Riis, ma forse la confessione che ha destato più choc è stata quella di Zabel. Un corridore, da sempre considerato un modello, che confessa l'assunzione di Epo, è un brutto colpo per il ciclismo. Però direi che Zabel ha sbagliato due volte: una, il tempo. Confessare una settimana di trattamento dopo dieci anni è, secondo me, inutile. La seconda, il periodo storico. Siamo sempre qui a cercare di salvare la baracca, in continuazione, e nei momenti difficili, invece di fare gruppo e provare a far crescere l'immagine di questo sport, tanti pensano sia il caso di spingere per bene col piede nel fango. Dopo Basso, altro atleta considerato "modello", anche Zabel: ripeto, per l'immagine è un brutto colpo.
    Io sono in sintonia con Di Luca, non la capisco 'sta moda delle confessioni; io credo che ci sia qualcosa più grande intorno, o sopra, che costringa questa gente a parlare. Perché altrimenti smuovere la coscienza dopo dieci anni, o magari dodici mesi? Forse anche Zabel stava per essere incastrato da qualche documento? Forse Zabel era stato costretto dall'allora Telekom al doping e, alla prima occasione in cui s'è parlato di doping di squadra nella ex corazzata tedesca, s'è voluto "vendicare" così di chi lo costrinse? Come vedete, di scenari ce ne son tanti, e a pensarci troppo si rischia anche di uscire fuori di testa.
    Io continuo a ribadire che non si può, né potrà, abusare per sempre della pazienza dei tifosi, che comunque mi pare stiano capendo una cosa importante: che non è il solo ciclismo ad avere il doping, ma è tutto lo sport; però il solo ciclismo, pare, ha una coscienza che fa confessare, pentire, ammettere. Fattore positivo? Fattore negativo? Chi può dirlo?
    Secondo me, non è troppo positivo che si parli di doping solo parlando di ciclismo, ma questo, come sempre, ce lo dirà soltanto il tempo.
    Una cosa è certa: sarebbe bello, almeno per un anno, tanto per iniziare, tornare a parlare solo di corse.

    [pitoro, a Biella, espone il calendario di Cicloweb.it]

    Giovedì 24 maggio - 12a tappa: L'Agnello non l'ho digerito
    (84° di tappa, 54° in classifica a 26'01")
    Ci sono quelle giornate in cui ti accorgi che non vai avanti; ma non perché non ne hai più, o perché la condizione se n'è andata, ma semplicemente perché non riesci a spingere con intensità, le gambe non girano come dovrebbero, si fa molta più fatica a far velocità e si è costretti a lasciarsi sfilare, e vedere i migliori allontanarsi.
    Ecco, ieri era una di queste giornate. Peccato, ma pazienza. Sin dall'inizio, difatti, avevo percepito questa sensazione. Avevo intuito che non fosse una delle mie giornate migliori, e adesso in classifica sono lontano, lontanissimo. Non che sia un dramma, assolutamente, inutile che vi ripeta qual è il mio obiettivo, però il discorso è sempre quello: una minima intenzione verso la classifica c'era, inutile negarlo; a questo punto, però, se ci vorrò rientrare dovrò essere bravo ad indovinare le fughe giuste.
    E calcolando che sono tanti i velocisti che sono già a casa, ecco che già sabato c'è un'occasione d'oro per tutti coloro che ambiscono al successo di tappa. Certo, ci sarà una ressa incredibile, tutti cercheranno di scappare, e ci sarà anche qualche "furbo" che proverà ad infilarsi nel drappello dei battistrada nonostante sia nelle posizioni che contano. Allora lì si tornerà a parlare di "fuggitivi che consigliano al corridore di sfilarsi". Inevitabile, direi. Con uno di classifica dentro la fuga il gruppo non ti lascia andare, difatti.
    La Saunier ha fatto un lavoro egregio, sono stati bravissimi Riccò e Piepoli nello scandire un passo sostenutissimo per favorire il loro capitano, staccando quanti più corridori possibili. Io sono saltato già al primo chilometro dell'Agnello, dopo la prima o la seconda accelerata di Riccò. Ero già imballato, ed ho pensato che non avrebbe avuto senso dannarsi l'anima in una salita così lunga.
    Forse la Saunier s'aspettava un lavoro un po' più sostanzioso da parte di Iban Mayo, ma devo dire che, per come è messo, è già tanto che sia arrivato all'arrivo. Mi spiego: non è assolutamente in forma, ha ancora 4 o 5 kg da smaltire, e mi sembra anche messo maluccio in bici, evidentemente ha patito qualche botta; o almeno lo spero, ovviamente non perché gli auguro di essere caduto, ma perché almeno quei problemi di postura avrebbero una ragione che altrimenti faticherei a trovare.
    Di Luca ha vinto in maniera splendida, e a questo punto è sempre più difficile togliergli la Rosa, anche se un Simoni come quello di oggi sarà in grado, domenica, di metterlo in serissima difficoltà. Cunego invece continua a mostrare grandi limiti, e perdere sempre del terreno, in ogni tappa, anche se di poco o di pochissimo, non è mai un bel segnale per un uomo di classifica. E poi c'è Schleck: che prestazione! Era il suo primo test su salite lunghe, e l'ha passato alla grande. Veramente un signor corridore. Poi è giovane, e da qui a Milano ci potrà anche stare una giornata storta, però lui domani sarà il principale antagonista di Danilo per la cronoscalata di Oropa, questo è certo.
    E poi c'è la bella storia di Le Boulanger, che ha dato senso alla partecipazione della Boygues al Giro. Bravo a beccare la fuga nei venti chilometri iniziali corsi a tutta, tra scatti e controscatti, e poi bravissimo nel tenere sull'Agnello, passare per primo sulla Cima Coppi, ed arrivare addirittura sesto a Briançon. Una prestazione di spessore, assolutamente, così com'è stato bravo, anche se un po' meno a dir la verità, il mio compagno Riblon.
    Domani c'è la cronoscalata, ed ho intenzione di provare a vedere come vado. Voglio provare a sentire se sono vuoto, oppure quella di ieri è stata solo una giornata storta passeggera. Io penso la seconda, perché la condizione fino a due giorni fa c'era, e non può essere scomparsa così, di punto in bianco.
    Vediamo, dài, tanto non è così lunga, al massimo si fa una sorta di pellegrinaggio...

    Mercoledì 23 maggio - 11a tappa: Tifo Milan, ma schiero l'Arsenal
    (79° di tappa, 22° in classifica a 6'07")
    Che razza di tappa, strana dall'inizio alla fine.
    A Serravalle sembrava d'essere al Tour de France. Più che altro, sembrava fosse luglio, Tour o non Tour. C'era un caldo infernale, e pochissimo vento. Non si respirava, c'era un'afa ed un'umidità che ti facevano sudare anche stando seduto all'ombra.
    La tappa è andata via tranquilla, forse anche troppo. Certamente non spettava a noi dell'Ag2r fare il ritmo, né lavorare per primi, e probabilmente il fatto che ci fosse soltanto un fuggitivo davanti ha consentito al gruppo di starsene più rilassato.
    Sensazione che non vivo certamente ora io, visto che vi scrivo nel bel mezzo dell'intervallo della finale di Champions League che, da buon tifoso milanista, mi sto gustando davanti la televisione. Ora siamo in vantaggio, speriamo bene...
    A proposito di calcio, m'è stato riferito che Cassani, in telecronaca Rai, ha detto che sono il secondo giocatore di Playstation più forte del gruppo. Innanzitutto mi piacerebbe sapere se l'ha detto con toni di complimento o no, perché nel secondo caso gli risponderei che ci sono anche tanti altri che sanno smanettare bene con quella consolle, ma io ho avuto forse l'ardire di confessarlo senza problemi. Anche perché, in fondo, che problemi ci dovrebbero essere?! E comunque non sono neanche tanto sicuro di essere il secondo, perché ormai le sfide con Baliani risalgono a quando correvamo assieme, perciò è da un po' di tempo che non ci si sfida... anzi, chissà che non ci si riesca proprio durante questo Giro, magari se capiterà di stare in albergo assieme.
    Fatto sta che, pur essendo milanista, io alla Playstation prendo sempre l'Arsenal: mi piacciono gli esterni e quel suo gioco palla a terra. Sinceramente non mi ricordo Baliani cosa prendeva... si vede che è passato del tempo, eh!?
    Tornando al ciclismo e al Giro, visto che siamo qui per questo, stasera ho assistito ad una scena abbastanza singolare e particolare all'interno del mio albergo. C'era Buffaz, il fuggitivo di oggi, che piangeva e che voleva convincere il suo ds nel farlo ritirare. Difatti anche l'azione di oggi io mica l'ho capita: praticamente il francese aveva una vita di vantaggio, poi m'è stato detto che s'è fermato a piangere già durante la tappa, poi ha ripreso a pedalare, è riaumentato il suo vantaggio, poi ovviamente ha perso terreno ed è stato assorbito. Ecco, praticamente fino a dieci minuti fa era qui che piangeva. Poverino, chissà che gli è successo a livello nervoso. Certo, sulle prime fa ridere, è inevitabile: uno che si chiama Buffaz di cognome ed ha atteggiamenti simili... beh... lo capite da soli, no!?
    A fine tappa c'è stato il bel successo del Peta e, purtroppo, ancora una volta, una caduta che ha coinvolto tantissimi corridori. Ora io non vorrei fare la parte di chi dice "l'avevo detto io", ma è così. Io l'avevo detto che stare lì davanti a sgomitare coi velocisti poteva portare noie agli uomini di classifica, e continuo a ripetere che secondo me non ha senso sfruttare la regola dei meno 3 km. Basta sfilarsi un po', mica si deve smettere di pedalare. Tanto il distacco non lo prendi, il gruppo ti trascina avanti col solo vento, figuriamoci.
    Oggi però è doveroso precisare che la caduta non è avvenuta per dei contatti, ma per quei cavolo di sponsor che son stampati sull'asfalto prima dell'arrivo. Ora, van bene i soldi e va bene tutto, ma è così impossibile trovare a quelle aziende dei luoghi più sicuri, ovviamente per noi, dove potersi fare pubblicità? Veramente non c'è soluzione? Io non penso, anche perché ormai lo sanno anche i bimbi che con due schizzi di pioggia quei materiali diventano sapone. Però, ecco, se i vari Popovych, Riccò, Noè, Savoldelli, fossero stati con me in ottantesima posizione, invece di stare in diciottesima piuttosto che in ventiquattresima ruota, cosa sarebbe cambiato?
    Ve lo dico io: non avrebbero patito distacchi e non sarebbero caduti. Vi sembra poco? A me no.
    Ora vi lascio, mi dedico al secondo tempo del Milan... speriamo bene... e speriamo anche che domani non sia troppo caldo. Le previsioni prevedono non tanto sole, anche se noi siamo incontentabili. Piovesse domani, sull'Agnello troveremmo quasi sicuramente neve, e neanche così tanto freddo andrebbe bene. Quindi cosa augurarsi?
    Di beccare la fuga, magari...!? Chissà...

    [Con la moglie Manola alla partenza da Camaiore] [EugeRambler a Serravalle Scrivia, partenza dell'11a tappa]

    Martedì 22 maggio - 10a tappa: La top-10, questa sconosciuta
    (35° di tappa, 22° in classifica a 6'07")
    Ehm... sì?!... vi serviva qualcosa!? Come? La tappa di oggi? Ehm...
    No, dài, in fondo sono tranquillo; non è che lo ripeto sempre per autoconvincermi, ma semplicemente perché non devo perdere l'obiettivo di questo mio Giro d'Italia che è, come v'ho detto sin dall'inizio, la vittoria di una tappa. Certo, una volta 13esimo in classifica uno ci fa anche un po' la bocca alla top ten, alle posizioni buone, ma evidentemente il mio passo non riesce a competere con quello dei migliori.
    Non ne faccio un dramma, però, visto che anche in squadra nessuno mi fa pressioni per la classifica generale, e quindi tutto ciò che arriverà in quel senso sarà un qualcosa di guadagnato.
    Oggi probabilmente ho pagato un po' lo scotto della fuga dell'altro giorno, in fondo 200 km davanti son sempre tanti; ma più in generale è stata l'accelerata di Spezialetti a 6 km dall'arrivo a farmi davvero male.
    Finché si saliva ai 30 km/h non facevo affatto fatica. Ero freschissimo, pedalavo anche nelle primissime posizioni del gruppo. Poi appena l'abruzzese ha portato la velocità a 32 km/h, sono morto. Finito. Non c'ero più. Ho patito tantissimo il cambio di ritmo, che è un fattore che ci può anche stare, per carità, ma da un momento all'altro, così, quando un momento prima stavo più che bene, un po' dispiace.
    E dire che sulle prime, come v'ho già detto, mi sentivo bene. Quando s'è formata la fuga iniziale io ero alle spalle di Dupont, il mio compagno di squadra che poi s'è inserito, e volendo sarei potuto andare anch'io in avanscoperta. Ma a dirvi la sincera verità non c'avevo la minima voglia di fare un'altra fuga, soprattutto perché sapevo che le azioni di oggi sarebbero state segnate. E poi il caldo, ragazzi, una cosa da togliere la ragione... un peccato, almeno per me... il caldo così afoso m'ammazza...
    Nei piani alti di classifica ribadisco che Di Luca è il corridore che pedala meglio e più facilmente, ma se oggi dovessi scommettere dei soldi su un corridore, per il gradino più alto del podio di Milano, giocherei ad occhi chiusi su Gilberto Simoni.
    A Montevergine, un tipo di salita che non digerisce, ha preso solo 15"; oggi ha guadagnato su tutti, tranne che su Di Luca, che però è in forma da più tempo e che presumibilmente prima o poi calerà. E sarà proprio questo calo che attenderà Gibo, che nel frattempo ha già iniziato ad attaccare, seppur in maniera non troppo convinta, e punzecchiare il morale dei propri avversari.
    L'unico appunto da fare a Gibo è che sembra aver "timore" dello spazio che può togliergli Riccò. Oggi il giovanotto aveva una gamba che scappava, ma Gibo ha preferito giocare Piepoli. La scelta è stata comunque ottima, visto che è arrivata la tappa e tre piazzati nei primi cinque, però se si fosse mosso Riccò probabilmente Simoni avrebbe potuto tastare più realisticamente le reazioni e le condizioni degli avversari. Ma forse ha avuto, ed ha, paura di un Cunego-bis, forse c'è anche da capirlo.
    A proposito di Cunego, vi racconto un fatto successo oggi: sui Gpm, quando la sua squadra tirava, sbuffava sempre un pochino, sembrava patisse molto il caldo. Invece ad un tratto ha urlato ai suoi compagni: "Più piano, andate più piano", tant'è che m'è sembrato strano sentirlo, visto che ero a pochi metri da lui, e m'è venuto spontaneo girarmi verso il resto del gruppo per vedere se era vero o se l'avevo sognato.
    Fatto sta che ho incrociato un mezzo sorriso da parte di Danilo Di Luca, ed allora ho avuto la certezza di aver capito bene...
    L'impressione sul veronese, insomma, è tale e quale a quella dopo la tappa di Montevergine; l'esplosività non c'è più, chissà dove è finita?!...

    [Carrefour de l Arbre alla partenza da Reggio Emilia]

    Lunedì 21 maggio - 9a tappa: Una frazione smaltisci-tossine
    (100° di tappa, 13° in classifica a 3'04")
    Ecco qua, è arrivata la disfatta del caldo... oggi non si respirava proprio in gruppo, neanche quando siamo arrivati sulla costa, dove pure un po' d'arietta c'era.
    La mia tappa di oggi è andata via in maniera tranquillissima, ho praticamente fatto vacanza dopo il grande sforzo di ieri; l'ho sfruttata tutta per recuperare energie e per smaltire le tossine accumulate in 200 e passa km di fuga. Non è mica facile.
    Al villaggio di partenza, stamattina, c'è stata un po' di concitazione per gli strascichi del "caso" Riccò, anche se io, personalmente, non mi sono reso conto più di tanto di ciò che stava accadendo, anche perché, diciamoci la verità, non è che sia successo granché.
    Il fatto di oggi è rappresentato sicuramente dalla sconfitta di Petacchi: ieri v'avevo detto che il Peta ci teneva a vincere a 300 metri da casa sua, ma evidentemente, come ogni cosa a cui si tiene troppo, è arrivato al traguardo con tanti pensieri e già molte dediche in testa, ed ha perso di vista la corsa vera e propria. La cosa bella è che non l'ha battuto il solito McEwen, né Bettini, ma un giovane emergente che già nei giorni precedenti vedevo pedalare molto bene ed al Mugello era stato già il più bravo del lotto: Danilo Napolitano, un ragazzo molto veloce di cui sentiremo parlare ancora per tanto. Immagino soprattutto la sua felicità: al primo Giro, battere in volata McEwen, Petacchi, Bettini, Hushovd... ma ve la immaginate l'adrenalina?!
    Il mio nuovo compagno di stanza Usov, invece, oggi è rimasto un po' intruppato in mezzo al gruppo, e quindi non ha potuto disputare la sua classica volata per il sesto posto... mmmh... fatemi parlare piano, che stasera ce l'ho quasi accanto, non vorrei pensasse lo stia prendendo in giro... soltanto mi fa un po' sorridere il fatto che l'altra sera si quasi pentiva di arrivare sempre sesto, oggi che è arrivato fuori dai dieci rimpiange i sesti posti degli altri giorni.... più decisione, ragazzo mio...
    M'è stato assegnato un compagno di stanza perché noi dell'Ag2r siamo rimasti in otto, visto che il mio ex "coinquilino", Julien Loubet, s'è dovuto ritirare per via di quei dolori che gli davano fastidio, come v'avevo raccontato, sin dalle tappe precedenti. Non ha senso, soprattutto per un corridore come Julien, restare a morire qui al Giro.
    Domani c'è l'arrivo alla Madonna della Guardia, un arrivo che sarà sicuramente importante, perché alcuni uomini, penso in particolar modo a Simoni, saranno già costretti ad inventarsi qualcosa per recuperare qualche secondo ai tanti corridori che li precedono. Una cosa mi sento di dare per certa: e cioè il passaggio della Maglia rosa. Non so se la prenderà Noè o qualcun altro, ma secondo me Pinotti non la manterrà.
    Io spero di far bene, la salita è adatta alle mie caratteristiche, però non vorrei far la fine di Montevergine, quando addirittura pensavo al successo di tappa e poi mi sono ritrovato attardato. Allora vi dico che spero di perdere il meno possibile, e già sto pensando che una ruota da curare potrà essere quella di Savoldelli, soprattutto se sarà lo stesso del primo arrivo in salita. Se si stacca lui, difatti, tanti compagni lo scorteranno su, e potrebbe essere importante essere nel suo gruppo.
    Ecco, magari prima di staccarmi, anche se spero non servirà, mi ci metto accanto a Savoldelli, o anche davanti, certamente non dietro, perché se sto di nuovo bene e m'attardo per un altro buco... beh... no, dài, a parte gli scherzi, spero domani sera di poter festeggiare con voi il mio ingresso nella top-10.
    Sarebbe importante soprattutto per il morale, anche perché una volta nella top-10 le energie, grazie alle motivazioni, si moltiplicano e si molla più difficilmente.
    Sicuramente darò tutto, questo ormai dovreste saperlo.

    Domenica 20 maggio - 8a tappa: Ho provato, e proverò ancora...
    (8° di tappa, 13° in classifica a 3'04")
    Così non direte che quando prometto una cosa poi non la mantengo...
    A parte gli scherzi, oggi tutte le mie preoccupazioni riguardanti questa tappa sono state confermate, dalla prima all'ultima; e cioè, è stato vero che la salita della Futa s'è fatta a velocità siderali, ed è stato anche vero che si son mossi uomini importanti, anche se non i veri e propri big, per la classifica generale.
    Io sono soddisfatto, certo, c'è da una parte l'amarezza per essere stato in grado di giocarsi la tappa fino all'ultimo e di non essere riuscito a conquistarla, però non ho nulla da rimproverarmi, soprattutto se penso alla tappa per come si è svolta nel durante, e non a bocce ferme.
    La fuga mi pare sia stata promossa da Cioni, ma non ve lo so dire con esattezza perché io sono entrato nel drappello dei battistrada praticamente per ultimo, insieme a Mourey ed un altro corridore, forse Spezialetti. Oh mamma, pensate com'ero impegnato: neanche mi sono accorto dell'altro corridore che era insieme a me... andiamo bene...
    Sono entrato perché dall'ammiraglia m'avevano avvisato che davanti erano in 25. Vi dico la sincera verità: oggi non avevo granché voglia di muovermi, mi sarebbe piaciuto risparmiare un po' di energie per altre tappe, ma quando ho capito che davanti erano così tanti e che era una fuga anche ben assortita e ben rappresentata, beh, allora non ho potuto farne a meno. Era un'occasione troppo ghiotta per non giocarsela fino in fondo.
    Ghiotta, sì, perché con la fuga di oggi ho avuto la possibilità di giocarmi la tappa e, soprattutto, di fare un bel balzo in classifica generale: ora sono 13esimo, e se è vero che davanti a me ci sono corridori che nei Gt non scherzano affatto, come ad esempio Vila, o Cioni, o Bruseghin, è anche vero che io, attualmente, non mi sento di certo inferiore a qualcuno. Anche le salite di oggi m'hanno testimoniato della buona gamba che ho, e con una condizione così io non parto mai battuto.
    Ho visto anche che all'arrivo è stato sollevato un "caso" Riccò, ma sinceramente io, pur stando davanti, non ho ben capito cosa sia successo. Vi spiego: essendo rientrato quasi per ultimo tra i fuggitivi, ho subito cercato la testa del gruppetto, anche per capire un po' chi ci fosse davanti e dove si potesse andare. Ebbene, dopo pochissimo sono iniziati una serie di scatti e controscatti, che però m'hanno visto sempre rispondere in prima persona. In ogni gruppetto di dieci corridori che andava via, io ero dentro; difatti non avrebbe avuto senso, a quel punto, desistere dalla fuga. Ero davanti, dovevo giocarmi le mie chance, lo sentivo come un obbligo morale.
    Fatto sta che quando ci siamo raggruppati di nuovo, non ho visto più Riccò, che credevo si fosse rialzato. Ora leggo di tattiche sbagliate, o di fraintendimenti, ma sinceramente non so cosa possa essere successo in casa Saunier.
    So invece quello che è successo in casa Liquigas, squadra della quale non ho ben capito la tattica: il capitano è Di Luca, e va bene, ma in fuga ci mandi due corridori come Spezialetti e, soprattutto, Noè, che è ben messo in classifica e che è un uomo di esperienza che può essere importante ritrovarsi nelle zone alte della classifica generale. E invece la squadra di Danilo ha ben pensato di non far collaborare né uno né l'altro, anche se in realtà Spezialetti s'è mosso un po' di più. Ma io non me la prendo con Noè, sia chiaro, e neanche sono arrabbiato; però, ecco, non capisco, diciamo anche che non condivido, questo voler fare i furbi a tutti i costi; questo non lavorare davanti e non lavorare neanche dietro; questo appoggiarsi, nell'uno e nell'altro caso, al lavoro delle altre squadre e degli altri corridori. E badate bene che l'atteggiamento di Noè ci ha rallentati spesse volte, davanti, perché quando un uomo non tira la fuga patisce sempre un po' di incertezza, visto che poi nel finale nessuno ha voglia di farsi bugerare da chi non ha tirato per tutta la tappa, facendosi portare in carrozza.
    Il finale è stato molto bello, anche perché il margine con il gruppo Maglia rosa era tranquillizzante ed avevamo la certezza di poterci giocare la tappa tra di noi. Io ho provato un'azione verso i meno 2 km dall'arrivo, anche perché davanti c'era gente come Bettini, come Hincapie, come Arvesen, come il kazako dell'Astana che è veloce, e a me di accettare un 4° posto così supinamente non m'andava proprio.
    Così quando è partito Marzano prima ed Aerts poi ho pensato che era un po' troppo lontano, l'arrivo, per muoversi; così ho atteso che Bruseghin terminasse la propria menata e che Rubiera, che lavorava per Hincapie, rallentasse un pochino la sua azione dopo il rincongiungimento col belga della Predictor. Risultato? Uno scatto tentato, ma non riuscito, visto che sotto il braccio destro mi son visto arrivare quasi da subito il russo Brutt, che poi m'è ripartito in contropiede. Mi spiace sia andata così, ma vi ripeto, fosse stata una corsa in linea avrei anche potuto battagliare per il podio, ma in una tappa del Giro in cui mezza vittoria è già scaturita dall'aver guadagnato 4'19" sul gruppo, non aveva senso, almeno secondo il mio modesto punto di vista, star lì a correre per il piazzamento: meglio aver rischiato di vincere ed esser finito 8° piuttosto che arrivare 4° senza provare niente.
    Questo ovviamente lo dico col senno di poi, perché sarebbe stato possibile anche battezzare la ruota di Brutt nel finale ed aspettare un suo, prevedibile, allungo: però, se Brutt non fosse partito, cosa me ne sarei fatto della scia di Brutt? Troppo rischioso. Così come sarebbe stato rischioso mettersi a ruota di Bettini, o comunque in quelle posizioni, per aspettare lo spint, magari col rischio di farmi passare da due o tre corridori. Certo, a sapere che Bettini sarebbe partito così lungo per riprendere Sella, forse la seconda opzione sarebbe stata più fruttuosa, ma coi "se" ed i "ma" non si vincono le corse, e quindi non recrimino niente, anche se una volta lì la bocca al successo parziale la fai, inutile negarlo.
    In classifica ora è rientrata gente tosta, e se è vero che i Lampre lavoreranno comunque per Cunego, così come i Liquigas per Di Luca, è palese che gente come Cioni, che se torna quello del 2004 sarà una gatta da pelare per tutti, Petrov, Sella e Arroyo, un corridore che non conoscevo, ma che sto imparando ad apprezzare durante questi primi giorni di Giro, avrà assolutamente carta bianca da parte dei loro team e, come me, sarà in grado di recitare il ruolo di possibile guastafeste per coloro accreditati dei favori dei pronostici sin dalla vigilia della corsa Rosa.
    Come vi dicevo, un po' d'amarezza per la mancata vittoria di tappa c'è, ma in fondo di tappe ce ne sono altre, come ad esempio quella di martedì: una salita di 8 km è una salita che fa per me, non mi nascondo. Anche se domani bisognerà recuperare gli sforzi di oggi, perché se anche eravamo 22 davanti, e non sette, il dispendio di energie c'è stato, eccome.
    Domani, ve lo annuncio, Petacchi non vorrà sbagliare. S'arriva a casa sua difatti, e la Milram non lascerà spazio alle fughe. Domani sarà volata, poi per chi vincerà vi consiglio di guardare la tappa. Ma una cosa è sicura: Alessandro se la giocherà fin sotto lo striscione dell'arrivo.

    Sabato 19 maggio - 7a tappa: Se ci fosse stato Schumacher...
    (37° di tappa, 47° in classifica a 7'23")
    Eccoci qua, siamo arrivati ad un terzo di Giro.
    Oggi credo che in gruppo si sia sentita un po' la stanchezza, soprattutto in quei corridori che non hanno mai corso una grande corsa a tappe, o che non hanno la migliore condizione. Certo che soffrire alla settima tappa vuol dire, praticamente, farsi tutto il Giro in debito d'ossigeno, e non so quanto questo potrà essere possibile senza rischiare il ritiro e/o il fuori tempo massimo.
    Oggi la tappa è stata sicuramente meno stressante, anche perché s'è passati vicino casa mia, così mi sono leggermente avvantaggiato per la classica "visita parenti"; in pratica ho salutato la moglie e basta, visto che gli altri ragazzi del fan club vivono a Prato e forse verranno domani alla partenza. In realtà credo che fossero anche oggi all'arrivo, ma dopo il traguardo s'è sempre parecchio stanchi, ci sono dei tempi ristretti per raggiungere i pullman, per le docce, è sempre complicato riconoscere persone o salutare qualcuno.
    Ne avevamo parlato ieri, e oggi Aggiano e Commesso si sono mossi: che fenomeni questi della Tinkoff, non fanno passare un giorno senza che ci provino. Complimenti davvero a loro ed ai loro ds, stanno facendo parlare di sé in maniera molto positiva.
    Anche oggi io sono stato traquillo, in casa Ag2r in queste tappe si fa affidamento su Usov che, tanto per cambiare, anche oggi ha fatto sesto: penso sia la terza volta che arriva in sesta posizione, mentre ieri era stato battuto solo da Petacchi nella volata del gruppo dei migliori, giungendo ottavo. Anche per lui questa è una bella vetrina, in fondo lui è un corridore di spessore, ha già fatto bene al Giro in passato e, vista la costanza, chissà che prima o poi, quando qualche velocista tra i più forti avra qualche cedimento, non riesca a piazzare la zampata vincente. Stasera in albergo m'ha confidato una preoccupazione: "Chissà se le altre squadre mi prenderanno in giro per tutti questi sesti posti?". Alché l'ho tranquillizzato, e gli ho detto che son molto meglio tanti sesti posti piuttosto che un quarto posto e tante volte fuori dai dieci.
    E poi la novità dell'autodromo: è stata la prima volta, per me, entrare con la bici in posti dove corrono abitualmente macchine e motociclette. Strana sensazione, neanche saprei descrivervi quale emozione ho provato. Non che mi sia commosso, per carità, ma di certo questa novità non m'ha lasciato indifferente. Il circuito era anche abbastanza complicato, c'erano due tratti in leggera pendenza che comunque la sede stradale larga addolciva.
    Certo, c'è il rimpianto per l'assenza del tedesco Schumacher della Gerolsteiner: chissà che avrebbe combinato oggi!?
    M'ha fatto piacere rivedere Bettini davanti a lottare per la tappa, significa che le botte che ha preso in questi giorni sono migliorate, e che ha tanta voglia di far bene e di vincere una tappa. E quando un Campione di questo genere ha voglia, il divertimento è assicurato.
    Domani c'aspetta una tappa complicata, anche oggi Petacchi ha rimarcato la speranza che si affronti la Futa ad andatura tranquilla; difatti penso anch'io che, se ci sarà tanta bagarre, qualcuno potrebbe farsi anche male; è vero, mancheranno tantissimi km all'arrivo, ma la Futa non è una salitella, anzi, è una salita di tutto rispetto.
    Sinceramente spero parta subito una fuga e che la lascino andare, perché se verrà fuori il ritmo infernale della prima ora e mezza della tappa di giovedì allora ci sarà proprio da soffrire.
    Non fraitendetemi, non è che abbia poca voglia di soffrire, però ecco, visto che mancheranno tanti km, della quale la maggior parte in pianura, credo e spero che i big vorranno controllarsi, e che lascino andare via dei fuggitivi che non li impensieriscano.
    Vi lascio, vado a mettere un rosario nella tasca della casacca... non si sa mai...

    Venerdì 18 maggio - 6a tappa: Che stress quando si va piano
    (89° di tappa, 47° in classifica a 7'23")
    Che stress incredibile...!
    Tranquilli, non è successo nulla di particolare, soltanto che quando si corrono le tappe a queste andature io mi stresso in maniera incredibile. Vi giuro, preferisco prendere dei distacchi, ma correre la tappa in maniera degna. Per carità, non è un attacco verso la Liquigas o le squadre dei big, lo preciso, è soltanto una constatazione sulla tappa di oggi: ovvio che ognuno faccia la sua tattica e il suo gioco, come noi dell'Ag2r, ed io in particolare, facciamo il nostro. Però...
    Però non posso far a meno di raccontarvi questo stato emotivo, ecco. A fine tappa ero stanchissimo, di testa ovviamente, perché bisogna comunque stare attenti. Ma quando si va piano il tempo passa più lentamente, all'arrivo mi sembrava di esseer sulla bicicletta da tre giorni.
    E poi ho pagato molto la differenza di andatura dalla prima ora e mezza, quando s'è andato veramente a tutta, con una bagarre incredibile, alle successive ore di corsa. Qualche mio compagno ha provato ad inserirsi in una fuga, ma non ha beccato quella giusta. Io invece me ne sono stato buono, perché quando ho visto che il gruppo non ha lasciato andare Serrano della Tinkoff, che può essere un corridore più o meno accostabile al sottoscritto, come caratteristiche, allora ho capito che per me oggi non ci sarebbe stata alcuna speranza. E la certezza m'è venuta dal lavoro della Lampre per non far andare via la fuga dei 23 (o 24? boh!), anche perché c'era un certo Nibali nel mezzo. Insomma, per i cosidetti "outsider" oggi non c'era verso. Ma lo sapevamo, in fondo, ve l'avevo detto ieri che sarà più probabile trovare spazi dopo la metà della seconda settimana.
    I Tinkoff sono incredibili, anche oggi sono scattati a raffica ed a ripetizione: prima Serrano, poi Contrini. E i giorni precedenti? Ne vogliamo parlare? Tra qualche giorno però scoppieranno, almeno questi che si stan muovendo ora; poi subentreranno i vari Commesso, gli Aggiano, ed anche Petrov lo vedo pedalare piuttosto bene.
    La cosa che mi fa storcere un po' il naso è l'arrivo: se io fossi stato al posto di Laverde, avrei detto a Pinotti: «Mettiti davanti a 2 km dalla fine, tira fino a 150 metri dal traguardo, poi ti salto». Così si fa di solito, le pacche sulla schiena sanno proprio di pastetta, anche di svilimento della tappa. È come se stessi dicendo all'altro: «Vinci perché lo voglio io», e a me non starebbe bene vincere così. Poi, anche qui, ognuno fa come gli pare, eh, non voglio fare il moralizzatore, soltanto esprimo il mio parere, la mia opinione, che su questo fattore è piuttosto negativa.
    Domani s'arriva in un autodromo. Non ho visto la ricognizione di Cassani, ma un tipo d'arrivo del genere mi suscità curiosità. Certo, sarebbe stato meglio arrivare in un velodromo: ad ognuno il suo stadio, insomma, ma visto che i velodromi, in Italia, sono rarissimi, allora può andar bene anche l'arrivo in un autodromo. Dovrebbe esser bello, infatti, avere un pubblico sugli spalti che ci vede e che ci applaude. È un'emozione che ho provato raramente, chissà come sarà.
    Ed anche se l'epilogo finale pare scontato, con una volata, gli esperimenti di questo tipo, le novità, a me piacciono. In fondo non ci sarebbe gusto senza novità, no!?

    [Monsieur 40% a Tivoli] [flaviogiupponi, col logo di Cicloweb, alla partenza della 6a tappa]

    Giovedì 17 maggio - 5a tappa: Occhi aperti, da domani attacco
    (41° di tappa, 45° in classifica a 3'11")
    Tappa piuttosto tranquilla, quella di oggi, che ve ne pare?
    Tralasciando l'arrivo, il canovaccio è stato sempre quello solito, almeno per la prima parte delle grandi corse a tappe: fuga di due corridori lasciata evadere, squadre dei big a controllare, squadre dei velocisti che subentrano a metà tappa, forcing di queste squadre, rincongiungimento, e volata.
    Io me ne sono stato buono buono, tranquillo tranquillo, a centro gruppo. Ho chiacchierato un po' col Betto e m'ha detto che sente ancora abbastanza dolore al costato. Io sto bene, invece, a parte qualche dolorino alla spalla sinistra; un dolore che però è sopportabile, anche perché la condizione non ha risentito delle botte. A livello prestazionale, pedalo come se ieri fosse successo niente, e questo è l'importante. Ed anche la schiena ha risposto bene, oggi, sia da seduto sia sui pedali. Una tappa confortante, almeno da questo punto di vista.
    Un po' di timore, in realtà, ce l'abbiamo avuto a metà tappa, quando abbiamo incontrato la pioggia: lì in tanti han pregato. Fosse successo qualcos'altro, non so in quanti ci saremmo rialzati, oggi. Più per demoralizzazione che per altro, intendo.
    Ho visto che oggi parecchi velocisti si sono lamentati per il finale. Per me non era particolarmente difficile, però posso capire anche il loro punto di vista. Il fatto è che la strada finale era normale; non particolarmente stretta, ma normale. Il guaio è che la strada che la precedeva era un vialone immenso; non grande, ma grandissimo. Ecco perché s'è percepita molto la differenza: il guaio, per paradosso, non è stato tanto il rettilineo finale, quando quello precedente. Ovvio che se il gruppo incontra una sede stradale larga la occupi tutta; è così, non ci si può far niente. Quando c'è il restringimento, però, tanti sgomitano, si crea caos, è lì il pericolo: il restringimento, non la strettezza (o presunta tale) in sé.
    Come dicevo, in tappe come quella di oggi in gruppo si sta benone. Di Luca pedala con una freschezza invidiabile, mentre vedo crescere, giorno dopo giorno, anche Gilberto Simoni. Dalla seconda metà della seconda settimana ci sarà assolutamente da fare i conti con lui, non esiste escluderlo dai giochi sin da ora. Uno che invece mi lascia sempre un po' col dubbio è Cunego: che sta bene si vede, è evidente, però il Cunego di qualche anno fa a Montevergine sarebbe stato più competitivo. Chissà se è un fattore di crescita messo in preventivo; son curioso, in effetti, ma ad ora il veronese non mi suscita molta sicurezza.
    Domani c'è una tappa strana, che mi smuove qualche sensazione buona. Il problema principale è che siamo ad inizio Giro: potrei anche provare a recuperare un po' di secondi sfruttando una fuga, ma dopo 5 giorni è difficile che lascino andare un corridore come il sottoscritto, sarà più facile evadere da metà Giro in poi. Però...
    In effetti ci sono un sacco di però. Da una parte è vero che se sei in fuga e il gruppo ti riprende prima dell'ultima salita, ti stacca e ti lascia lì, e poi non devi più indovinarne una, di fuga, ma due; dall'altra è verissimo che se non provi, non sai come andrà. Mestiere complicato quello del ciclista, perché puoi bluffare e studiare a tavolino tutte le tattiche che vuoi, ma poi è la bicicletta a dire ciò che sei e farti capire ciò che puoi fare.
    Diciamo allora che da domani ogni momento è propizio; se scatteranno in due lascerò correre, ma se sarò davanti e proveranno la fuga in sette, almeno, allora è possibile che mi ci infili anch'io, in quel tentativo. Difatti in sette l'impegno è sì grande, ma è più sopportabile; in due, nella quinta tappa, non c'è scampo. In sette ci sono più probabilità di arrivare all'arrivo.
    Tanto ormai lo sapete: il mio obiettivo è una tappa, ma se viene anche una discreta classifica generale io mica m'offendo. Ormai son qui, e di mollare non sono e non sarei capace.

    [Salvatore, di Salerno, alla partenza della 4a tappa]

    Mercoledì 16 maggio - 4a tappa: Tutti giù per terra
    (22° di tappa, 46° in classifica a 3'11")
    È appena finita la cena che segue il primo arrivo in salita, un arrivo che, come avevamo analizzato ieri, non s'è rivelato impossibile, ma ha fatto comunque dei distacchi importanti.
    Anche se per spiegare la tappa di oggi si deve partire quantomeno dal km 81. Una caduta di tutto il gruppo, in pratica; Gasparotto è scivolato in terra, l'asfalto era duro, ma liscio, reso anche un po' viscido da una leggera pioggerellina, di quella che neanche ti bagna la testa, ma ti bagna le ruote.
    La Maglia rosa è andata in terra, e nonostante oggi non fosse tappa adatta alle sue caratteristiche, il posto della Maglia rosa è nelle posizioni d'avanguardia del gruppo. E così i primi sono passati via indenni, poi dalla 15esima posizione alla 100esima siam caduti più o meno tutti. Quelli dietro, forse, hanno avuto il tempo di frenare; ma noi che eravamo nel mezzo, no. Toccare il freno avrebbe voluto dire solamente fare un capitombolo più grande di quello che non abbiamo fatto.
    Quello che ci ha rimesso di più è stato McLeod, che s'è ritirato, ma anche Gasparotto e Bettini non passeranno una bella nottata. Io ho subito un colpo alla mano sinistra e al gluteo, sempre dallo stesso lato, tant'è che pensavo di essermi sbucciato la pelle, e invece nessuna abrasione. Solo botte, ma che male! Pedalando verso Montevergine, comunque, ho avvertito buone sensazioni. Di gambe solamente, però, visto che col passare dei chilometri, e il crescere del ritmo, i dolori a mano e gluteo sinistri si sono spostati un po' verso la schiena, visto che - quasi sicuramente - il dolore che pativo da un lato mi faceva spingere più dall'altra parte.
    Ciononostante, anche in salita non ho patito molto e, sebbene il distacco dica il contrario, non sono arrivato affatto "alla frutta" in vetta al Santuario. Anzi, ero abbastanza fresco.
    Vi spiego il paradosso, non vorrei passare per pazzo: ad un tratto eravamo tutti in fila, Dupont era stato fin lì bravissimo a scortarmi nelle posizioni di testa, quando ad un certo punto... colpo di scena... in una semicurva verso destra... si stacca Savoldelli!!!!
    Ed il fatto clamoroso, almeno dal mio punto di vista, non è tanto che un corridore che ha già vinto due Giro d'Italia ed è in lizza per il terzo si stacchi così, tutto ad un tratto, lungo una salita pedalabile, ma il fatto che... insomma... ci ha fatto un buco grosso come una casa...!!!
    Per un tratto abbiamo anche provato a ricucire, ma quando ci siamo resi conto che davanti non mollavano un metro, allora ci siamo "rassegnati" e siamo andati su regolari. Che poi vuol dire sempre "forte", non fatevi ingannare.
    E così la possibilità di giocarmi la tappa è sfumata; sia ben chiaro, non sto dando la colpa "solo" a Savoldelli, ma posso dirvi - purtroppo non avremo mai, né io né voi, la controparte, quindi vi dovete fidare - che, senza quel buco, la volata non l'avrei fatta, perché avrei sentito il dolore, ma lì con i migliori sarei rimasto.
    Per carità, non che questa semidelusione possa cambiare minimamente il mio Giro; sono venuto qui per cercare una vittoria di tappa e non sarà un mezzo passo falso a farmi cambiare idea e/o a demoralizzarmi. Sarà per la prossima occasione.
    Intanto domani la tappa sembra facile; c'è una salitella nel finale, ma se me la ricordo bene dalla Tirreno dello scorso anno è una salitella lieve, non farà male a nessuno, neanche a tante ruote veloci.
    Il copione sarà quello: una fuga (oggi è toccato a Krivtsov, mio compagno di squadra; mossa un po' inspiegabile da parte sua, in realtà, visto che è un passistone ed oggi s'arrivava in salita), il lavoro delle squadre dei velocisti, e poi chissà. L'anno scorso la Milram faticò molto per prendere Contrini, però al Giro la storia sarà diversa. Le ruote veloci sono ancora tante, non lasceranno fare a cuor leggero.
    Io spero di passare una buona nottata, anche se i massaggi del fisioterapista dell'Ag2r m'hanno praticamente già rimesso al mondo. Ci sentiamo domani!!!

    Martedì 15 maggio - Riposo: Il traghetto, a pedali, fatica
    Quando si dice riposo...
    Il nostro viaggio è andato benone, siamo partiti in tarda mattinata ed alle 14:30 eravamo già nei pressi dell'albergo pronti a pranzare; un viaggio coi fiocchi, senza stress, né preoccupazioni.
    Il fatto è che sui voli charter non c'era spazio per tutto il seguito del Giro, e così i tanti camion, le tante bici, e tutte le varie suppellettili che noi ciclisti ci portiamo dietro quando corriamo, sono rimasti bloccati nel bel mezzo del Mar Tirreno da, pare d'aver capito, il mare grosso.
    O forse, avendo visto salire tutte quelle bici, quei pedali e quelle catene, i marinai avran pensato che invece del carbone dovevano usare i muscoli delle gambe!? Questo, in effetti, spiegherebbe molte cose...
    Questo ritardo di consegna, visto che le bici ed il materiale sono arrivati in albergo solo alle 19:30, ci ha dunque permesso di rendere il "giorno di riposo" un giorno di, effettivo, riposo. Non sempre accade. Anzi, diciamo mai.
    Oggi dunque abbiamo dovuto affrontare l'annoso problema del "che fare senza bici?". In effetti non siamo abituati a stare senza, ed almeno io ho sostituito la bici con un film in dvd. Dopo il pranzo sono salito in camera, mi sono rilassato davanti la tv, e tempo di vedere il film e fare i massaggi, s'è fatta l'ora di cena. Non il massimo del divertimento, posso essere d'accordo con voi, ma d'altronde qui si lavora, mica si gioca...
    E poi oggi non avevo neanche il problema di vedere un film che capisse anche Loubet, visto che - da buon capitano - mi è stata "finalmente" assegnata la stanza singola. No, dài, a parte gli scherzi, si farà a girare, ed oggi - ma non so dirvi per quanto durerà - è toccato a me.
    La squadra m'ha accolto veramente molto bene, la dirigenza m'ha cercato per i buoni risultati dello scorso anno e m'ha assegnato i gradi di capitano sin da subito. La vittoria al Giro del Mediterraneo sul Mont-Faron ed altre belle prestazioni, poi, han fatto il resto. Anche i compagni m'hanno riconosciuto delle qualità, ed a me fa senz'altro piacere che corridori come Dessel al Giro del Mediterraneo e Moreau alla Freccia Vallone, tanto per dire due dei capitani dell'Ag2r Prevoyance, si siano messi a mia dispozione.
    È anche vero che i miei obiettivi sono diversi dai loro, che da bravi francesi puntano tutto - o quasi - sul Tour de France, ma la responsabilità non mi spaventa, penso di aver dimostrato di saper reggere le pressioni di avere una squadra che lavora per me.
    Domani ci sarà il primo arrivo in salita del Giro, faccio finta di niente, ma ci penso; rimango tranquillo, per carità, ci dormirò benissimo sopra, stanotte. Però la tappa è adatta a me, ed anche se la salita è lunga non penso possa tagliarmi fuori. L'incognita è sapere il come sarà affrontata: se la faranno a tutta, c'è l'eventualità che si possa arrivare - io come altri - a corto di fiato e di gambe al momento dell'eventuale sprint; se invece ci sarà spazio per rifiatare allora il pronostico sarà ancora più aperto.
    Difatti domani sembrerà una processione verso il Santuario di Montevergine di Mercogliano: Cunego, Di Luca, Rebellin, Bettini, Garzelli, Riccò, e tanti me ne dimentico ancora.
    Ma quanti sono? Ma quanti saremo?

    Lunedì 14 maggio - 3a tappa: Simoni e Cunego, troppi rischi
    (116° di tappa, 86° in classifica a 2'17")
    Domani si lascerà la Sardegna dopo questo primo scorcio di Giro d'Italia; una tre giorni che m'ha lasciato comunque ottime sensazioni. Il colpo di pedale c'è, il resto si vedrà strada facendo.
    Oggi c'è da fare tanti complimenti a quei due giovanotti di Ignatiev e Visconti, visto che han fatto penare come matti le squadre dei velocisti. Sono stati fortunati in un senso, sfortunati in un altro; la fortuna è derivata dagli errati calcoli del gruppo, che ha pensato che, una volta raggiunto il mare, i battistrada avrebbero trovato vento contrario, e invece se lo son trovato a favore. E questo fattore, aggiunto al fatto che han fatto davvero un bel numero, ha permesso alle squadre dei velocisti, non solo la Milram, dunque, di andarli a riprendere solo a pochissimi km dall'arrivo.
    La sfortuna è invece dipesa dalla presenza in fuga di due corridori francesi della Boygues che, inspiegabilmente, almeno per me, ad un certo punto han deciso di non collaborare più e di restare passivi in fuga. Ho parlato con Aggiano, il quinto uomo in fuga, che m'ha detto che quell'atteggiamento li ha rallentati parecchio; infatti appena hanno trovato uno strappetto per andarsene, i tre più in forma han potuto fare della loro corsa ciò che più gli piaceva.
    Io oggi me ne sono stato tranquillo, la tappa non aveva particolari difficoltà, ed anche il vento ci ha permesso di stare abbastanza tranquilli, quest'oggi.
    E poi mi sono gustato un po' di panorama sardo: che bellezze, ragazzi! Anche a livello di strutture, tra strade ed alberghi, niente di cui lamentarmi. Anche alle partenze e agli arrivi c'è sempre molta gente, mi fa davvero piacere questo attaccamento, per me inaspettato, della gente del luogo verso il ciclismo. Un bellissimo segnale.
    Usov ha portato un altro bel piazzamento a casa, ed oggi alle sue spalle s'è piazzato anche Mondory. Nessuno dei due aveva una direttiva precisa, ognuno è stato lasciato libero di fare la propria volata, ed alla fine hanno fatto 6° e 7°. Alexandre in albergo m'ha detto che non s'era neanche accorto che fosse il nostro compagno di squadra ad essere alle sue spalle, pensava di aver anticipato qualcun altro.
    La Maglia rosa ha cambiato di nuovo padrone, grazie al gioco dei piazzamenti, e penso che anche in vista dell'arrivo di Montevergine la Liquigas abbia lasciato Gasparotto libero di giocarsi le proprie chance in volata, visto che il colpo di pedale ce l'ha e proprio fermo allo sprint non è. E infatti col piazzamento di oggi s'è ripreso la maglia di leader, con la differenza che oggi ha avuto il benestare di Danilo...
    Nei pressi dell'arrivo c'è stata un'altra caduta, ma se ieri la curva a sinistra e delle transenne messe non troppo perfettamente ha contribuito allo scivolone, oggi secondo me è stata una tattica di gara un po' troppo rischiosa da parte di alcune squadre a provocare l'intasamento davanti. Mi spiego: se c'è una regola che consente di neutralizzare i tempi ai meno 3000 metri dall'arrivo, che senso ha stare nelle primissime posizioni quando all'arrivo manca 1 km e quando ci sono tanti corridori che hanno nelle volate i loro obiettivi principali?
    Io penso sia anche un controsenso richiedere un cambio di regolamento e poi non "sfruttarlo". Si ha paura di incappare in un buco non dettato da una caduta? Mi pare improbabile. E allora, perché rischiare di cadere, com'è successo oggi a Cunego e Simoni?
    Secondo me non vale la pena rischiare in quel modo, perché stavolta è andata bene, ma se si fossero fatti male cosa avremmo detto?
    Vi lascio, mi godo un po' questo bell'agriturismo. Domani mattina si partirà verso le 11 alla volta del "continente".
    Ciao Sardegna, è stato bello passare del tempo insieme.

    Domenica 13 maggio - 2a tappa: Bettini ha sentito il fiato sul collo
    (28° di tappa, 89° in classifica a 2'17")
    Oh mamma che caldo quest'oggi, ragazzi. In alcuni punti ci saranno stati 30°C, una cosa da togliere la ragione.
    Io vado bene col caldo, mi piace quel clima, ma basta che non si esageri. Non che fosse particolarmente afoso, sia chiaro, non è ancora - per fortuna - il caldo dell'estate inoltrata, però c'ha costretto a bere molto, a continui andirivieni dalle ammiraglie per rifornimenti di borracce fresche.
    Per fortuna che sono il capitano, almeno me ne sto bello spaparanzato in gruppo. Oddio, spaparanzato non proprio, visto che gli ultimi km di oggi sono stati davvero duri. Sia sotto il profilo altimetrico, cioè della tappa vera e propria, sia per il ritmo con cui si sono affrontati.
    Per fortuna sto bene, ho una buonissima gamba ed una condizione che mi soddisfa; ma chi non ce l'ha, questa condizione, oggi ha sofferto tanto. E infatti c'è stata selezione, il gruppo è arrivato parecchio decimato dalle prime salite di questo Giro. E siamo solo all'antipasto, figuriamoci quando serviranno il dolce...
    Di Luca pedala in modo incredibile, è sicuramente il big con la condizione migliore, anche se oggi abbiamo ed avete visto tutti i più forti corridori nelle prime posizioni; anche Cunego pedala bene, ha un bel passo, mentre altri, come Simoni e Savoldelli, si sono tenuti un po' più coperti, lasciando che la corsa la facessero altre squadre.
    Rebellin ha avuto un approccio con l'ultimo strappo notevole, io ho sempre curato - oggi - la ruota di Bettini. Tant'è che ad un certo punto il Campione del Mondo s'è fatto un po' sfilare, mi si è affiancato, e m'ha detto: «Oggi mi curi te?». «Certo! - gli ho risposto io -, abbiamo corso per due anni insieme nei dilettanti, so che in corse simili tu fermo non ci sai stare». Alché m'ha dato una mezza spintarella, col sorriso sulle labbra, ed ha fatto finta di scattare. Che personaggio Paolino, davvero uno spasso.
    E comunque non ci sono andato affatto lontano; certo, anche qui non avevo fatto l'intuizione del secolo, Bettini lo conosciamo tutti, ma diciamo che puntare la sua ruota è stato anche un bel test per ciò che sarà tra qualche tappa, con gli arrivi più adatti alle mie caratteristiche.
    Oggi ci sono state anche le prime cadute, e per poco l'ultima - quella nella quale c'ha rimesso il mio amico Tonti - non coinvolgeva anche Usov ed il sottoscritto. Difatti ero in quelle posizioni qualche istante prima, il tempo di trovare la ruota del mio compagno e di dirgli: «Dài, andiamo avanti, ti porto su» che, a pochi metri alle nostre spalle, c'è stata la caduta.
    Usov è stato bravo ad entrare nei primi 10, il suo valore allo sprint non lo scopriamo oggi, e lui come gli altri, magari più avanti, ha ed avrà tutti gli spazi che vorrà per mettersi in luce. Infatti non puntando direttamente alla Classifica Generale, non avrebbe senso pretendere di avere tutti gli uomini al mio servizio. Oggi è toccato ad Usov con la volata, magari più avanti toccherà a Mondory, così come gli altri - magari dopo Montevergine - avranno l'occasione di entrare nelle fughe di giornata. A me basta che qualcuno continui a portarmi borracce dall'ammiraglia... su quello non transigo!
    Domani si prospetta un altro sprint, quindi sarà una giornata tranquilla, nella quale però sarà importante... ehm... ops... no, dài, scendi... scusate, ma un cagnolone mi aveva bonariamente assalito col tentativo di leccarmi il viso dopo una razione di coccole...
    Dicevo? Ah, sì, dicevo che sarà importante tenere gli occhi aperti: per il vento in primis, per il finale in secundis, e per evitare le cadute in terzis.
    Terzis? Si dice? Vabbè, facciamo finta che sia una licenza poetica...

    Sabato 12 maggio - 1a tappa: Distacco messo in preventivo
    (20° di tappa con l'Ag2r, 121° in classifica a 2'17")
    Che v'avevo detto? Che oggi iniziava il Giro? Misà che devo essermi sbagliato, perché in realtà il mio Giro inizia domani...
    A parte gli scherzi, la cronosquadre è andata; maluccio, in verità, però è un distacco che avevo messo in preventivo. Anche ieri avevo ricevuto le telefonate della moglie e degli amici, e mi chiedevano quanto pensavo di perdere, se si poteva far bene: anche con loro son stato franco, avevo ipotizzato un distacco sui due minuti. E infatti non ci sono andato così lontano.
    Un po' spiace, senz'altro, ma sapevo che la squadra non era in grado di fare di più. Le caratteristiche dei miei compagni non sono da cronoman, così come la loro giovane età era un macigno pesante al fine di partire concentrati per una prova così difficile.
    La cosa positiva è che siamo arrivati all'arrivo senza troppi problemi né patemi d'animo, difatti stamattina avevamo visto il percorso e, sentito il vento, che oggi è stato determinante; ma per fortuna, almeno per questo, è soffiato sempre dalla stessa parte e con più o meno la stessa intensità. Magra consolazione, lo so. Abbiamo anche optato per delle bici tradizionali, difatti non aveva la pena rischiare di cadere per perdere 1'45" piuttosto che 2'17". Saranno altre le tappe che mi saranno utili per riguadagnare sugli altri...
    E poi, mi ripeto, io son tranquillissimo, anche perché son qui al Giro per una tappa. Vincere una frazione sarebbe già fantastico, poi ovvio che la classifica la si guarda. Ma non sono venuto qui per puntare il podio, lo sappiamo sia la squadra sia io: diciamo che punto ad essere il Di Luca del 2005. Certo, mi son scelto un paragone semplice, eh...?!
    In questi primi giorni divido la stanza con Julien Loubet, francese, e magari uno di questi giorni vi presenterò meglio anche lui. I ragazzi qui si trovano bene, soprattutto col mangiare, mentre io inizio a "masticare" qualche parolina di francese. I progressi da inizio stagione, secondo me, sono notevoli! Stasera, dopo la gara, ci siamo anche parlati un po', con gli altri. Una chiacchierata tranquillissima, lo ripeto, anche perché non avrebbe senso infuocare gli animi sin dalle prime battute. So che hanno dato tutto, e questo mi basta.
    Chi invece avrà qualche rogna in più, stasera, sarà la neo-Maglia rosa Enrico Gasparotto; difatti il mio compagno di Nazionale Di Luca sembrava veramente arrabbiato sulla linea del traguardo. La sensazione è che il friulano abbia fatto un po' il furbetto, così come Danilo pare aver un po' esagerato nei toni. Per me, comunque, due atteggiamenti più che comprensibili: il giovane che non sottosta ad una gerarchia ci può stare, così come il capitano arrabbiato per quel motivo. Anch'io, probabilmente, mi sarei arrabbiato molto.
    Certamente, nel caso in cui domani Gasparotto si dovesse presentare al raduno di partenza con un occhio nero, difficilmente qualcuno crederà all'eventuale Comunicato della squadra che darà la notizia dello scivolone della Maglia rosa nella vasca da bagno... hahhahahahahha...
    A domani!!!

    Venerdì 11 maggio - La vigilia: Ma la portaerei fa provincia?
    Che sfarzo, ragazzi. Che presentazione!
    Bella, bella davvero, ma son più contento ora che è finita. Anche questa è andata, dài. Il fatto è che è stato un po' stressante il tutto: s'è dovuto prendere il traghetto, andare di là dell'isola, salire sulla portaerei... ragazzi miei, la portaerei...
    Ad un tratto ho chiesto ad un marinaio se poteva indicarmi il bagno. "T'accompagno", mi fa. E meno male che l'ha fatto, ma soprattutto che m'ha aspettato; difatti, per quant'è grande, non sarei mica riuscito a ritrovare la via del ritorno da solo, ve lo giuro. Mi sarei sicuramente perso.
    La mia squadra, l'Ag2r, è stata la seconda ad essere presentata: infatti s'è seguito l'ordine alfabetico, e prima di noi c'è stata l'Acqua&Sapone. Una continuità che m'ha fatto sorridere.
    L'ambiente è molto tranquillo, anche in squadra siamo sereni. Tra l'altro, ho visto che Gianni Bugno m'ha indicato, nella vostra lista di favoriti, come 7° uomo per la Classifica Generale: la cosa mi lusinga, ci mancherebbe, e spero che alla fine Gianni abbia ragione.
    Io penso che dovrei andare un po' di più di quanto penso di andare ora, per ambire al 7° posto. Non che non sia in forma, per carità, la gamba c'è; eccome se c'è. Però fare classifica in un Giro d'Italia è dura, ragazzi, altroché.
    Io mi tengo basso, continuo a dire che sono qui al Giro per una tappa. Ma state sicuri che non mollo, proverò a tener duro in ogni tappa, su ogni salita.
    In fondo questo è il mio primo anno da vero leader di una squadra, tutti i miei compagni saranno al mio fianco, a parte le ruote veloci, e io sono cresciuto rispetto alla mia ultima partecipazione al Giro, risalente ormai al 2004, quando venni con l'Acqua&Sapone.
    Le vittorie del 2006 m'hanno cambiato come corridore, soprattutto nella testa, non lo nego.
    Non so dirvi l'ordine di partenza della cronosquadre, domani, so soltanto che noi partiremo alle 16:15. Il percorso lo andremo a visionare domattina, partiremo dopo mangiato dall'albergo, faremo una sgambatina e poi resteremo in zona partenza fino al nostro turno.
    Insomma, domani s'inizia. È da mercoledì sera che sono qui in Sardegna, sono partito da Roma, quindi il viaggio non è stato né lungo né faticoso, mentre la fatica s'è iniziata a fare giovedì, visto che abbiamo dovuto fare tutti i controlli rituali. Però domani inizia il Giro. Vi rendete conto? Il Giro!!...

    Rinaldo Nocentini (Professionista della AG2R Prevoyance)
    a cura di Mario Casaldi



    SPOILER (click to view)
    notare le mie bellissime didascalie alle foto
     
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  11. Carles Puyol
     
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    garzo,m'hai canclelato il messaggio?????
     
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  12. f23zelk
     
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    penso di si...

    cmq Nocentini è un grande professionista...
     
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  13.  
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    Sì... ma nn un grandissimo corridore... un normalissimo ciclista... x me... nn di +...
    Ma poi basta vedere il palmares... 10 vittorie in 9 anni da prof... vittorie nn poi così prestigiose...

    Da che faceva prima di passà prof sembrava un mostro... e invece...
     
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  14. f23zelk
     
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    beh forse tra i pro....
     
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  15. Vince™
     
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    se andava da fuentes poteva essere uno dei pretendenti del tour :asd:
     
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54 replies since 8/7/2007, 12:26   1580 views
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