Patrice Clerc chiede le dimissioni di Pat Mc Quaid

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Patrice Clerc chiede le dimissioni di Pat Mc Quaid
    Siamo allo scontro frontale, siamo alla prima grande resa dei conti. I francesi del Tour contro i vertici del governo mondiale della bicicletta. L'Aso, contro l'Uci.
    Patrice Clerc, patron del Tour de France, ha chiesto le dimissioni in blocco dei vertici dell'Unione ciclistica internazionale, accusati di incompetenza nella gestione delle pratiche riguardanti casi di doping. Secondo Clerc, per i responsabili della federciclismo internazionale «non c'è altra scelta che le dimissioni» per avere dimostrato «mancanza di chiarezza, di trasparenza, di competenza e certamente di professionalità». Una presa di posizione netta, su cui è pienamente concorde il direttore della Grande Boucle, Christian Prudhomme: «Ci sono solo due possibilità: o l'incompetenza o la volontà di nuocere», ha detto Prudhomme, che già ieri aveva annunciato che dal prossimo anno il Tour non lavorerà più con l'Uci. Gli organizzatori della corsa accusano la federciclismo internazionale di non aver fatto nulla per escludere il danese Michael Rasmussen prima della partenza pur essendo a conoscenza delle sue mancate notifiche sulla località di allenamento. «Sono stato tradito dai dirigenti», ha aggiunto Prudhomme, citando «l'unione sacra contro il doping» siglata ad inizio maggio.

    fonte: tuttobiciweb.it


    Pat Mc Quaid reagisce alle accuse: «Cose scandalose»
    Siamo alle torte in faccia. Non c'è più misura, non c'è più controlo, non ci sono più regole, e visto il caso inquietante di Michael Rasmussen, ce ne sono anche troppe, visto che nei regolamenti Uci ce ne sono due in chiaro contrasto.
    Ad ogni modo Pat McQuaid non ha alcuna intenzione di lasciare la presidenza dell'Uci e definisce "scandalose" le accuse avanzate stamane dal patron del Tour de France Patrice Clerc. Non si è fatta attendere la replica del numero uno della federciclismo internazionale ai vertici del Tour de France, che accusano i vertici dell'Uci di lassismo nella gestione dei casi di doping e ne hanno chiesto formalmente le dimissioni. McQuaid, interrogato da Associated Press, ha replicato spiegando di "non avere mai fatto niente per danneggiare il Tour de France", definendo "scandalose" le parole di Clerc. "Dovremo vergognarci perché ci sono degli atleti che barano?", ha detto McQuaid. Intervenendo anche sul caso di Michael Rasmussen: "Non potevamo infrangere le regole per impedirgli di gareggiare. Non si possono fare delle regole in corsa come è stato fatto qui questa settimana. Lo sport ha bisogno di una struttura che sia subordinata a un governo e non che ognuno faccia i propri interessi". Ieri gli organizzatori del Tour hanno annunciato che dal prossimo anno non lavoreranno più con l'Uci, e Clerc oggi ha parlato apertamente di "incompetenza e mancanza di professionalità". Ma McQuaid non ci sta e replica a modo suo: "Il ciclismo non appartiene al Tour de France, appartiene alla 'famiglia ciclistica'".

    fonte: tuttobiciweb.it
     
    .
  2. Vince™
     
    .

    User deleted


    McQuaid: il Tour sbaglia, non può far da solo
    La querelle UCI-ASO continua. Stavolta è il turno del presidente Pat McQuaid che replica alle accuse e alla decisione di Aso di progettare un Tour senza Uci. «Non è certo il modo migliore di procedere. Preferisco aspettare che i dirigenti del Tour si calmino. Quello che propongono di fare non è semplice, bisogna tenere in considerazione molte cose. Io non credo che una grande corsa come il Tour possa funzionare fuori dal sistema del potere sportivo. Il doping nella storia del Tour esiste da più di 90 anni e quasi sempre gli organizzatori ne sono stati complici. Ora che la società è cambiata e richiede traspaarenza, si vuol cancellare tutto questo, ma la gente si chiede se sia possibile vincere il Tour senza prendere nulla di proibito».
    Pat McQuaid continua: «ASO rifiuta di guardare il vero problema: forse è il Tour la causa del doping... Un altro problema è che con Aso tutto si riduce a un discorso economico».
    Riguardo al caso di Michael Rasmussen, McQuaid si è giustificato dicendo: «Non potevamo escluderl, non avevamo gli elementi per farlo. E nella sua carriera non ha maai avuto problemi di positività».
    E Contador? «Adesso tocca a lui. Ho letto un articolo in cui dicono che è implicato nell'Operacion Puerto. Vi garantisco che non è vero».
    E i ritardi del caso Sinkewitz? «Sinkewitz è stato controllato dall'Agenzia antidoping tedescaa, il laboratorio ci ha messo del tempo e la federazione tedesca ha poi emesso un comunicato senza informare l'Uci. In questo caso non abbiamo avuto alcun ruolo».
    In conclusione: «Il Tour sta agendo e reagendo in maniera irrazionalee: in questo modo non si va da nessuna parte».

    tuttobiciweb
     
    .
  3. lusinis
     
    .

    User deleted


    Magari si dimettesse McQuaid, è un vero incompetente che pensa solo ai profitti!
     
    .
  4. Vince™
     
    .

    User deleted


    Tour de France: Ora i francesi scaricano l'Uci ma anche loro...
    Ora sono agli insulti, alle torte in faccia, e dire che poco prima del Tour erano lì che anelavano come i due innamorati di Peynet.

    Pat Mc Quaid, presidente dell’Uci, il numero uno del ciclismo mondiale, e Christian Prudhomme, direttore della Grande Boucle. Avevano anche firmato un patto d’acciaio contro il doping e a proposito di firme le avevano espressamente chieste anche ai corridori. Una trovata demagogica e priva di qualsiasi efficacia. In un mondo dove la bugia è sovrana, l’Uci aveva pensato di far firmare ai protagonisti del Tour un impegno morale (nessuno deve avere a che fare con vicende di doping) e materiale (chi viene preso versa nelle casse dell’Uci un anno di stipendio). Quale è il problema? Hanno firmato tutti.

    Gli organizzatori francesi, Prudhomme e Clerc, avevano gonfiato il petto e in perfetto stile francese avevano proclamato con enfasi: «E’ il Tour della svolta, della credibilità».

    Peccato che fin da Londra, alla faccia della Grandeur, la corsa era già da considerare una farsa, come «Il Giornale» ha sempre detto e scritto. Per una semplice ragione: né l’Uci né tantomeno il Tour aveva fatto nulla per chiarire la posizione di tanti corridori, soprattutto spagnoli, che hanno preso parte alla corsa francese con lo spettro dell’«Operacion Puerto» sulla testa. A nessuno interessava sapere se «Valv-Piti» fosse davvero Valverde. Un anno fa tutti invocavano l’esame del DNA a Basso, per metterlo davanti alle sacche con la scritta «Birillo» e nessuno si è sognato di chiedere la stessa cosa al corridore Murciano. In compenso, da Londra non è partito Birillo, ma «l’Amigo de Birillo», che per altro è arrivato nei primi cinque di questo Tour.

    I francesi urlano, ma lo fanno ora, perché la corsa è andata in vacca e a qualcuno devono pur scaricare una parte di responsabilità: chi meglio dell’Uci? Contador un anno fa fu mandato a casa perché il suo nome figurava nel dossier «Puerto», poi fu scagionato dalla federazione spagnola che fu semplicemente geniale: chiese a Fuentes se avesse tra i suoi assistiti Contador. Lui rispose di no. La federazione spagnola archiviò in pratica tutto, anche le posizioni dei poveri Scarponi e Caruso, che per loro sfortuna quest’anno hanno lasciato la Spagna per l’Italia, movimento questo che ha permesso alla magistratura sportiva italiana di valutare i loro casi e di squalificarli entrambi. Ciò che non valeva nulla per la giustizia spagnola, valeva moltissimo per quella italiana.

    In questo clima di assoluta confusione, dove il doping non è il peggiore dei mali, si manifesta con tutta la sua prorompenza la lotta di potere tra poteri forti: Uci contro il Tour. A scatenare il putiferio è l’allontanamento dell’ex maglia gialla Michael Rasmussen, cacciato dalla sua squadra (la Rabobank) su pressioni degli stessi organizzatori del Tour. La colpa del danesino volante non essersi fatto trovare a due controlli a sorpresa. Non aveva dato come da regolamento la propria reperibilità. Anzi, ha anche raccontato una bugia colossale, smascherata dall’opinionista Rai Davide Cassani, che in tempi non sospetti disse di averlo visto sulle Dolomiti in un periodo in cui il danese aveva detto di essere in Messico.

    «Se un corridore salta un controllo nei 45 giorni precedenti alla partenza di un Grande Giro, non potrà prendervi parte», dice il direttore del Tour riferendosi all’articolo 220 dell’Uci.

    Esattamente il caso dell’ex maglia gialla: il danese aveva saltato il controllo il 28 giugno ed era stato avvertito dall’Uci il giorno dopo (il Tour è scattato il 7 luglio). In verità c’è questo articolo e un altro che lo contraddice. C’è questo dei 45 giorni che piace tanto agli organizzatori del Tour e quello delle tre infrazioni che piace molto di più all’Uci. «Escludere un corridore alla prima infrazione è troppo duro – dice Pat Mc Qiaid -. Escluderli dopo aver messo assieme 3 avvertimenti in 18 mesi è più ragionevole. E’ nostra intenzione sopprimere l’altro articolo. Lo faremo al prossimo comitato direttivo». Esilarante!

    «Non c'è altra scelta che le dimissioni» per avere dimostrato «mancanza di chiarezza, di trasparenza, di competenza e certamente di professionalità», dice il presidente di Aso, Patrice Clerc.

    Pat McQuaid, da parte sua, definisce "scandalose" le accuse avanzate dai due dirigenti francesi. «Non potevamo infrangere le regole per impedirgli di gareggiare. Non si possono fare delle regole in corsa come è stato fatto qui questa settimana. Lo sport ha bisogno di una struttura che sia subordinata a un governo e non che ognuno faccia i propri interessi». Bene: ma gli interessi del ciclismo, chi li fa?

    da «Il Giornale» del 29 luglio 2007 a firma Pier Augusto Stagi

    Tour de France - Tour-Uci: è guerra
    Christian Prudhomme, direttore del Tour de France, accusa il numero uno dell'Uci McQuaid e si dichiara pronto a staccarsi dalla Federazione internazionale

    "L'Uci non ha mai voluto un Tour pulito", accusa il direttore del Tour Christian Prudhomme. "Per i responsabili della Federazione internazionale non c'è altra scelta che le dimissioni", tuona il presidente dell"Aso Patrice Clerc.

    E' guerra totale tra gli organizzatori del Tour de France e l'Unione Ciclistica Internazionale. E il fronte comune con gli altri Grandi Giri regge. Dura la replica di McQuaid che definisce scandalose le accuse di lassismo mosse contro la sua Federazione. Tutto ruota attorno all'abbandono coatto di Michael Rasmussen, più di Vinokourov la vera pietra dello scandalo della disastrata 94esima Grande Boucle.

    Secondo il capo dell'Aso, la società che organizza il Tour, le colpe della Uci starebbero nell'aver permesso al danese di prendere il via in pieno contrasto con l'articolo 220 del regolamento antidoping. Secondo questa norma "se un corridore salta un controllo nei 45 giorni precedenti la partenza di un Grande Giro, non può prendervi parte". E Rasmussen di controlli ne ha saltati addirittura due, uno prima della corsa rosa, uno prima del Tour, senza contare i due bidoni tirati alla federazione danese nel 2006, motivo per cui è stato escluso dalla propria nazionale.

    Secondo il presidente dell'Uci Pat McQuaid la norma sarebbe troppo penalizzante per i corridori e andrebbe eliminata quanto prima portando a tre gli avvertimenti prima di eventuali sanzioni. In altre parole è stato chiuso un occhio, una leggerezza che secondo Clerc e Prudhomme avrebbe messo definitivamente a repentaglio la credibilità della corsa nel momento in cui è risultata palese la bugia dell'ex maglia gialla.

    "Ci sono solo due possibilità: o l'incompetenza o la volontà di nuocere", rincara la dose Prudhomme che aggiunge di volersi affidare dall'anno prossimo solo alla Wada e all'Agenzia antidoping francese. Sarebbe l'atto di morte di un rantolante progetto Pro Tour.

    Eurosport
     
    .
  5. Sam I Am
     
    .

    User deleted


    A me parte un sincero "andate tutti a cagare" riferito a questi capetti che vogliono trarre il massimo guadagno possibile da uno sport con anni e anni di storia che si sta rovinando e basta....Secondo me non dovrebbero dimettersi l' uno o l' altro, dovrebbero essere sbattuti fuori tutti A CALCI NEL CULO per far spazio a gente onesta che non si fa prendere dalla bramosia di potere e ricchezze facili....ma come si fa a farsi rappresentare da persone simili????Come si fa a presentarsi al nastro di partenza cosi???
     
    .
4 replies since 28/7/2007, 21:40   62 views
  Share  
.