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Contrordine: Koldo Gil non è fuori dall'Operacion Puerto
Contrordine compagni: Koldo Gil, portacolori della Saunier Duval Prodir, non è stato "assolto" dall'accusa di essere stato coinvolto nell'Operacion Puerto. L'errore, confermato all'agenzia spagnola Efe dallo stesso corridore, è dovuto ad una imprecisa traduzione di una lettera che l'Uci ha indirizzato alla federazione spagnola e al corridore stesso. La lettera era in francese, comunicava che il nome ddi Gil non faceva parte di nuove liste di corridori implicati, ma qualcuno ha tradotto con "estensione" ed ha assolto frettolosamente il corridore. Che quindi sarà costretto a rinunciare anche alla Vuelta di Spagna.
fonte: tuttobiciweb.it. -
Sam I Am.
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CITAZIONE (xGarzox @ 12/7/2007, 01:02)notizie non tantissimo recente ma mi sembrava giusto ci fosse
Manzano: «Così nascondevano il sangue»
Quali atleti italiano erano con il medico Fuentes?
«Marco Pantani l'ho visto personalmente in Calle Zurbano, una volta che con Jimenez aspettavamo che ci ricevesse Fuentes.
Sono capace anke io di accusare ki non si può difendere e non mi può querelare.... -
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Germania: per gli inquirenti, Ullrich pagò Fuentes
Torna ad alzarsi il tiro, in Germania, contro Jan Ullrich: secondo gli inquirenti tedeschi, infatti, durante la sua carriera professionistica, è stato cliente di Eufemiano Fuentes e al medico spagnolo - figura centrale della Operacion Puerto - ha pagato per i servizi offertigli mediante trasferimenti bancari di almeno 25mila euro. Ad affermarlo all'agenzia tedesca Dpa, in base alle prove acquisite, è stato il portavoce della Procura di Bonn che si occupa del caso. Ullrich all'inizio del 2004 versò sul conto corrente bancario di Fuentes 25 mila euro, secondo quanto rivelato dal procuratore Jorg Schindler. All'inizio del 2006 poi la Procura ha registrato un altro movimento sospetto sul conto intestato all'ex ciclista della T-Mobile, ma non ha ancora potuto verificare l'esatta destinazione dei soldi trasferiti dal tedesco. Ricordiamo che Ullrich ha sempre negato di aver fatto uso di doping nel corso della sua carriera e di aver avuto rapporti di lavoro con Fuentes.
tuttobiciweb.it. -
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Disciplinare: ascoltati Kalc e Caruso
La Commissione disciplinare della Federciclismo ha ascoltato oggi Alessandro Kalc e Giampaolo Caruso, entrambi implicati nell'Operacion Puerto. Alessandro Kalc, ex dirigente di una societa' dilettantistica attualmente non tesserato, e' giunto negli uffici dello stadio Olimpico con l'avvocato Guido Fabbretti, che ha presentato una richiesta istruttoria per ascoltare alcuni testimoni: Roberto Conti e Davide Stulle (ciclisti), Milan Radoje (medico) e Luca Zele (professore della facolta' dello sport dell'universita' di Lubiana). La Procura antidoping del Coni, rappresentata dal capo Ettore Torri e dal suo vice Franco Cosenza ha chiesto l'inibizione a vita, mentre la difesa ha chiesto il proscioglimento o il minimo di quattro anni di squalifica.
E' durata circa tre quarti d'ora, invece, l'audizione di Giampaolo Caruso. Il corridore si e' presentato con l'avvocato Marco Cecconi e con Giovan Battista Inghilleri, consulente tecnico scientifico che ha presentato una sua consulenza per dimostrare che l'atleta non ha mai fatto uso di metodi o sostanze dopanti, nello specifico epo. La consulenza, tuttavia, non puo' dimostrare nulla sull'eventuale uso di ormone della crescita. E' stata richiesta, da parte della difesa, l'acquisizione agli atti della consulenza alla quale si e' opposta la Procura poiche' irrilevante e inammissibile. La richiesta di Torri e' di due anni di squalifica poiche' vi e' la prova, secondo l'accusa, di un contatto tra Caruso e il dottor Fuentes. La difesa da parte sua chiede l'assoluzione del suo assistito. Le decisioni verranno comunicate nei prossimi giorni.
tuttobiciweb.it. -
Joey Ramone GN.
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McQuaid durissimo contro governo e Federciclismo di Spagna
Pat McQuaid, presidente dell’UCI, ha accusato con durezza i vertici del ciclismo spagnolo e addirittura il governo della Spagna. Nel corso di una intervista concessa all’agenzia AP, infatti, McQuaid ha dichiaratoo: «Il doping ematico è un problema comune, ma in Spagna il governo e la federazione non fanno abbastanza per combatterlo. Il grande problema del doping viene proprio dalla Spagna ma non vedo la volontà di arrivare ad una soluzione definitiva del problema».
Nel mirino di McQuaid anche il segretario di stato Jaime Lissavetzky: «Fare leggi è una buona cosa, ma poi bisogna anche applicarle. Noi comuncque continuiamo a sperare in una svolta del caso Operación Puerto. Che resta una vergogna».
Da tuttobiciweb.it. -
fou.
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nn si puo far qualcosa per far si che in Spagna inizino a rigare dritto? nel senso di far rispettare le regole come in tutti gli altri statI! solo in spagna è così... . -
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McQuaid attacca: in Spagna non si vuol combattere il doping
Nuova, pesante offensiva di Pat McQuaid, numero uno del ciclismo mondiale, nei confronti della Spgna: «Le autorità spagnole non vogliono lottare contro il doping' - ha detto il presidente dell’Uci all'agenzia Dpa, a margine della conferenza antidoping Play the Game svoltasi in Islanda -. Ormai ho perso la speranza e non credo che verrà mai fatta chiarezza sull'Operacion Puerto Valverde? Sappiamo che il numero 18 (negli elenchi di Fuentes, ndr) lui, ma nei suoi confronti c’è stato troppo lassismo. Ora le carte sono passate ad un altro giudice, ma questa situazione può andare avanti per mesi. Se poi aggiungiamo tutte le festività che si osservano in Spagna... Le autorita' spagnole non ci aiuteranno e mi riferisco anche a quelle giudiziarie. Mi hanno detto che, recentemente, i ciclisti spagnoli hanno presentato con successo un ricorso: non sono obbligati a essere reperibili per i controlli antidoping. In quel paese, èpiù semplicemente, non si vuol lottare contro il doping. Tutti conosciamo le voci relative ad altri sport coinvolti nell'Operacion Puerto, non si parla solo di ciclismo... Ho perso la speranza, ma non avrei problemi ad incontrare il segretario allo Sport spagnolo Jaime Lissavetzky, magari a Madrid, tra il 15 e il 17 novembre, quando si terrà una conferenza mondiale sul doping».
tuttobiciweb.it. -
xGarzox.
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Franke torna all'attacco: Ullrich ha pagato Fuentes
Werner Franke, uno dei massimi esperti di lotta al doping di Germania, torna all'attacco e punta un'altra volta il dito contro Jan Ullrich: «Jan ha pagato 120.000 euro al dottor Eufemiano Fuentes» ha detto davanti al tribunale di Amburgo.
«Ho testimoni per quello che dico» ha detto Franke.
L'avvocato di Franke, Michael Lehner, ha detto che vuol citare come testimoni l'ex tecnico di Ullrich, Rudy Pevenage, e i ciclisti Ivan Basso e Jörg Jaksche oltre all'ex massaggiatore della Deutsche Telekom, Jean D'Hont.
«Ullrich sbaglia a continuare sulla strada del silenzio - ha detto Lehner - perché l'inchiesta va in tutt'altra direzione ed il risultato sarà la demolizione totale del mito di Jan Ullrich».
Riguardo ai presunti pagamenti di Ullrich a Fuentes, Franke aveva già accusato il corridore tedesco di aver pagato 35.000 euro per prodotti dopanti. E il tribunale di Bonn ha già stabilito che tra Ullrich e Fuentes ci fu un altro pagamento di 25.000 euro. Oggi Franke sostiene che quello fu solo un anticipo sul totale di 120.000 euro confermando di aver ricevuto queste informazioni da alti funzionari della polizia spagnola.
tuttobici web.it. -
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L'Uci ribadisce: Valverde coinvolto nell'Operacion Puerto
L’Uci torna a puntare il dito contro Alejandro Valverde e lo fa attraverso una importante dichiarazione rilasciata da Anne Gripper, responsabile dell’antidoping dell’Uci, al periodico inglese Cycling Weekly, in un articolo che porta la firma di Lionel Birnie.
«Non ci sono dubbi sul coinvolgimento di numerosi corridori nell’Operacion Puerto: purtrppo, per una lunga serie di ragioni, non abbiamo potuto procedere contro di loro. Questo soprattutto a causa del complicato sistema giudiziario spagnolo e poi per ragioni politiche: alcuni documenti sequestrati a Fuentes e ai suoi collaboratori non ci sono stati consegnati perché probabilmente coinvolgono anche altri sport. Quanto a Valverde è successo questo: leggendo le 6000 pagine del dossier completo i nostri avvocati - uno a Madrid, l’altro ad Aigle - sono giunti alla conclusione che in quelle pagine ci siano le prove del coinvolgimeto del corridore nell’affare, c’è la prova dei suoi rapporti con Fuentes e con la sua clinica in Madrid. E dietro la sigla Valv-Piti c’è proprio lui, Valverde. A quel punto, abbiamo seguito la procedur chiedendo alla Federazione spagnola di aprire una procedura nei confronti del corridore. Le 6.000 pagine offrono informazioni significative ma la Federazione spagnola ha voluto iscrivere Valverde ai Campionati Mondiali e alla fine, dopo il pronunciamento del Tas, lo ha fatto correre. A quel punto, non potevamo vietarglielo, pur restando convinti del fatto che ai mondiali Valverde non avrebbe dovuto esserci. Cosa può succedere ora? Al momento l’Uci ha le mani legate: abbiamo scritto alle singole federazioni perché valutino con attenzione le convocazioni per i mondiali, evitando di chiamare corridori discussi. Valverde? Tutto è nelle mani della Spagna».
tuttobiciweb.it. -
xGarzox.
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CITAZIONEValverde? Tutto è nelle mani della Spagna».
e allora addio. -
fou.
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verra tutto insabbiato come sempre =) . -
Vince™.
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io sbatterei tutti in cella, cosi vediamo se la smettono. mi sono davvero stancato di sta merda . -
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Operacion Puerto, la sentenza d'appello arriverà nel 2008
Paese che vai, giustizia lenta che trovi. E la Spagna, tante volte citata a modello nel nostro paese, stavolta si allinea ai peggori standard italiani. La sentenza di appello sull'Operacion Puerto quais sicuramente non arriverà prima della fine del 2007, rimandando quantomeno al mese di gennaio la pubblicazione dei documenti relativi alle indagini. Lo ha detto oggi Elisa Beni, portavoce del tribunale di Madrid, spiegando che "nell'Operacion Puerto non ci sono persone in carcere, quindi non si tratta di una priorità. È una normale questione burocratica per il sistema legale spagnolo, sono ritardi naturali». Nel mese di marzo un giudice aveva chiuso il primo grado di giudizio senza individuare reati connessi al doping, principalmente per la mancata retroattività della legge spagnola poi modificata. I pubblici ministeri che avevano condotto le indagini presentarono quindi ricorso in appello individuando un attentato alla salute degli atleti nel presunto doping ematico praticato dal medico spagnolo Eufemiano Fuentes. Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Jacques Rogge, è intenzionato ad ottenere l'immediata pubblicazione dei documenti dell'inchiesta, quantomeno per il Cio stesso e per le federazioni interessate. La portavoce del tribunale ha chiarito oggi che la diffusione delle carte d'indagine sarebbe illegale.
tuttobiciweb.it. -
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La Procura Antidoping del Coni sfida il ciclismo spagnolo
E se fosse Ettore Torri a sistemare i corridori spagnoli? Cioè se fosse proprio la Procura antidoping del Coni a rendere più giusta la giustizia del ciclismo che pedala a due velocità? Come è ormai noto, gli spagnoli non hanno mosso un dito per fare chiarezza sui propri corridori e luce sull’ormai tristemente famosa «Operacion Puerto» che ha messo a soqquadro il mondo del ciclismo e ha mietuto vittime illustri quali Jan Ullrich e Ivan Basso. Così sono finiti all’inferno solo corridori italiani e tedeschi che, sulle proprie orme, hanno trovato magistrati rigorosi e tosti, che nulla hanno lasciato di intentato.
Di Alejandro Valverde sappiamo. Sappiamo che corre da mesi con il sospetto, oggi certificato con grande ritardo anche dall’Unione ciclistica internazionale, di essere il «Valv-Piti» dell’«affaire Puerto». Ci sono sacche di sangue rinvenute nei laboratori del dottor Eufemiano Fuentes, il ginecologo delle Canarie con il vizio dell’emodoping, che portano questa sigla. Si sa anche che «Piti» è il nome del cane del corridore murciano e che molti corridori sono finiti nei pasticci per sacche di sangue contraddistinte da nomi in codice che altro non erano se non i nomi dei loro cani. I sospetti sono tanti, ma in Spagna nessuno muove foglia, nessuno si sente in imbarazzo.
Ci penserà Torri. Il capo della Procura antidoping del Coni, appellandosi al regolamento antidoping del nostro ordinamento sportivo, ha intenzione di prendere in mano la questione e di andare fino in fondo, giudicando di fatto gli atleti che in Spagna non sono stati ancora nemmeno ascoltati. Dunque Torri potrebbe convocare a Roma Alberto Contador, il vincitore dell’ultimo Tour de France, Alejandro Valverde e non solo loro. Questi corridori, qualora decidessero di non rispondere alla convocazione, sarebbero giudicati in contumacia e se ritenuti responsabili di pratiche o frequentazioni illecite, potrebbero subire l’inibizione alla pratica ciclistica sul territorio italiano. Quindi, niente Sanremo, Giro, Lombardia e, soprattutto, il campionato mondiale di Varese. E se Torri riuscirà a rompere il fronte, si potrebbero aprire nuovi scenari. Quali? Altre federazioni, come quella francese e tedesca, molto sensibili a questo tipo di provvedimenti e atteggiamenti, potrebbero decidere di muoversi nella stessa direzione e fare terra bruciata attorno ai corridori dei sospetti.
da «Il Giornale» del 13 novembre 2007 a firma Pier Augusto Stagi. -
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Pound alla Spagna: riaprite il fascicolo dell'Operacion Puerto
Il presidente dellaWada, Richard Pound, confida che la giustizia spagnola riapra il fascicolo della "Operación Puerto" che il giudice istruttore Antonio Serrano ha chiuso nel marzo scorso: lo ha dichiarato al quotidiano francese "Le Monde".
Pound, che nei prossimi giorni lascerà il suo incarico dopo otto anni, ritiene «insoddisfacente» l’operato della giustizia spagnola e chiede quindi la riapertura del caso attraverso l’accettazione del ricorso presentato dalla Wada stessa e dall’Uci.
«Mi parrebbe strano - chiosa Pound - che il ciclismo fosse l’unico sport implicato in un sistema così ben organizzato».
tuttobiciweb.itCITAZIONE«Mi parrebbe strano - chiosa Pound - che il ciclismo fosse l’unico sport implicato in un sistema così ben organizzato».
Devono far venir fòri la verità anche negli altri sport!!! Diteli x bene sti nomi... indagateli.. Barca, Real, Siviglia (?), Nadal, Alonso... e tutti gli altri...
Ma in Spagna nn hanno voglia di sgamare i ciclisti... figuriamoci se toccano tutta sta gentona...
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