Operacion Puerto - Il Tas sospende per 2 anni Valverde: torna a gennaio 2012

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  1. Vince™
     
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    Porreca: doping, tagliamo i ponti con il passato
    Gian Paolo Porreca, prezioso collaboratore di tuttoBICI e tuttobiciweb.it, è intervenuto nel dibattito-doping portando la sua esperienza di medico chirurgo e di appassionato di ciclismo. Ad intervistrarlo è stata l'agenzia ApCom e noi vi proponiamo il suo intervento.

    I ciclisti esposti a rischi per la salute sono gli stessi che dovrebbero avere il coraggio di denunciare. E il ciclismo, che non ha più eroi e "non può andare avanti così", per divincolarsi dalla crisi profonda di questi ultimi dodici mesi ha due vie d'uscita. La prima è un'ideale diga in grado di separare il mondo del pedale del domani dal mondo tecnico, medico e manageriale che ha gestito squadre e campioni negli ultimi dieci anni. Più concreta la seconda, rappresentata dal congelamento dei premi e da una responsabilizzazione di chi, le corse, le fa in prima persona. E' il messaggio lanciato da Gian Paolo Porreca. Chirurgo cardiovascolare della Seconda Università di Napoli, da oltre un decennio impegnato nello studio del problema doping e dal lontano 1966 scrittore, giornalista e amante del ciclismo. Lo spunto nasce dall'intervista concessa in settimana ad Apcom dal presidente della Commissione Antidoping della Federcalcio, Giuseppe Capua. Dal 2001 in poi il mondo del pallone italiano, secondo Capua, ha avviato un processo di riforma teso ad eliminare un certo "lassismo culturale" arrivando a risultati concreti: "Il doping vero e proprio, nel calcio, non esiste più da tempo", aveva detto il numero uno dell'antidoping Figc. Dall'osservatorio della bici Porreca risponde, scegliendo una "provocazione": "Prendiamo qualcuno che non provenga dall'interno, commissariamo il ciclismo". Il motivo? Gli studi, gli allarmi e le somme tirate dal chirurgo partenopeo. "In qualità di medico nel 1996 fui il primo a sottolineare un problema devastante. Avevo colto una situazione drammatica nel ciclismo - ha detto Porreca ad Apcom - perché tra i ciclisti avevo rilevato una incredibile incidenza di trombosi arteriose. Da osservatore avevo messo in relazione questa situazione ad un possibile, sospetto ricorso ad ormoni quali l'Epo (eritropoietina; ndr)". Parla dell'Epo esogena, Porreca, rintracciabile ai controlli da appena tre anni: "Fu grazie all'incrocio sangue-urina ideato dal laboratorio francese di Chatenay-Malabry, che portò i nostri gagliardi eroi a riprendere il discorso delle autoemotrasfusioni". Prima? "L'Epo aumenta la produzione di globuli rossi e la densità del sangue, ovvero l'ematocrito. Nel momento in cui l'ematocrito supera la soglia del 50 per cento - precisa Porreca - aumenta il rischio di occlusione delle arterie. Visto che non c'erano metodologie per svelare l'Epo esogena ci fu una maggiore attenzione e si siglò un patto. Chi superava la soglia del rischio non era considerato positivo ma veniva fermato perché non idoneo a gareggiare". Dal patto sull'idoneità 'border line' ai test, insomma. Ma per il chirurgo - e per l'"appassionato deluso" - negli ultimi dieci anni "non è cambiato nulla". Ecco, quindi, "la provocazione nei confronti della giovinezza dorata del calcio": "Prendiamo qualcuno che non provenga dall'interno, commissariamo il ciclismo". Porreca parla nel giorno delle notizie di stampa relative ai rapporti tra Danilo Di Luca ed il medico Carlo Santuccione, definendo "drammatico e sconcertante" il "contesto" attuale, arricchito dalle rivelazioni di ieri del quotidiano la Repubblica. Ma lo studioso napoletano, al calcio, fa anche i complimenti: "Per il lavoro svolto da Coni e Figc sulla cocaina, in particolare con le sanzioni dure. E, anche, per il modo in cui hanno debellato il nandrolone, un anabolizzante proteico che aumenta l'aggressività. Devo riconoscere che in questo, l'antidoping ha fatto un gran bel lavoro". Già, gli atleti. "Il campione deve essere un testimonial. Nel 1978" - ricorda Porreca - "Bernard Thevenet denunciò le morti di giovani corridori causate dal cortisone, accusando i medici responsabili". Thevenet, vincitore del Tour de France nel 1975 e nel 1977, uscì allo scoperto. Ed è questo l'atteggiamento che secondo Porreca devono adottare anche i media. L'esempio "che la Tv italiana dovrebbe recepire" è quello rappresentato dalla minaccia lanciata dai canali di Stato tedeschi: blackout sul ciclismo in caso di ulteriori scandali e storie di doping. "Qui da noi non succede. Se ci spero? Sono costretto a farlo, per il bene del ciclismo".
    L'impegno, comunque, deve riguardare anche e soprattutto le istituzioni sportive. Un'opera complessa, in entrambe le strade indicate da Porreca. "La prima cosa da fare", spiega il chirurgo scrittore, "è congelare i premi dei vincitori, fossero anche quelli delle ultime due edizioni del Giro d'Italia. Magari, quando un atleta si vede togliere del denaro pesante, inizia a porsi dei dubbi e magari informa". Proprio così, perché ancor prima delle responsabilità del cosiddetto ambiente viene la figura dell'atleta. "Il medico anello forte del doping e il campione anello debole? No, è un concetto che non sta in piedi. Il medico è un tramite complice, ma nell'associazione a delinquere rappresenta il 10 per cento. Il 90 per cento è proprio dell'atleta, non un minus habens, ma individuo in grado di discernere". Una convinzione, quella di Porreca, che ricalca le ipotesi di doping attuali riguardanti atleti come Giuseppe Gibilisco, ex campione del mondo nel salto con l'asta, e Danilo Di Luca, vincitore dell'ultimo Giro d'Italia. A supporto della tesi di Porreca, oltre all'attualità, c'è l'esperienza personale. "Walter Polini era il medico di una squadra italiana negli anni '90 e fu il primo a dire di non volere restare in un determinato contesto. La causa - racconta lo studioso - erano le figure mediche che interferivano con terapie non congeniali ai suoi metodi. Venne sostituito: ed al suo posto arrivò il celeberrimo Michele Ferrari. Poi, Polini, ricevette anche delle minacce". Il senso è chiaro. Attorno all'atleta - il ciclista, in questo caso - orbitano spesso diverse figure mediche, non sempre 'ufficiali'. Per questo motivo a detta di Porreca "bisogna congelare i premi e impedire alle persone coinvolte a livello manageriale e dirigenziale di accedere alla gestione delle società di gestione dei team". Colpire l'atleta, dunque, ma anche le squadre. "Faccio un esempio?". Prego. "La Csc si avvale di Bjarne Rjis e Kim Andersen. Il primo si è dichiarato colpevole di doping (in occasione del Tour de France vinto nel 1996; ndr), l'altro è stato squalificato a vita, dopo due o tre squalifiche, fine anni '70, dall'Uci. Bisogna fare in modo - sottolinea Porreca - che non ci siano più attivi tecnici o general manager coinvolti in un ordine vecchio. Le corse ci saranno sempre e con queste avremo sempre dei vincitori: vincesse pure solo un Moreau, ma in trasparenza, il prossimo Tour, a chi mai dispiacerà?". Il ciclismo, insomma, può sopravvivere ad un taglio netto con il passato. "Serve una diga tra il vecchio e quello che sarà". Facendo attenzione a non liquidare il passato gettando dalla finestra anche i volti positivi del ciclismo. Porreca - e si sente - lo chiede da appassionato più che da medico, tirando fuori uno degli innumerevoli nomi finiti nel tritacarne della crisi aperta lo scorso anno dagli sviluppi dell'Operacion Puerto. "Erik Zabel. Testimoni leali mi garantiscono che è un atleta onesto. Lui, davvero, ha sbagliato forse una volta sola. Poi non lo ha fatto più. E Zabel non è uno che si prepara con le 4.000 unità sottocutanee", conclude prima di salutare, "Zabel si prepara facendo 4.000 chilometri".

    tuttobiciweb
     
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    ma i primi nn erano Basso e Scarponi!? ah, è vero... nn hanno detto un cazzo... che bei pentiti... :asd:

    speriamo che sia veramente pentito... e che faccia un po' di chiarezza... e che faccia un po' di nomi...
     
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  3. Carles Puyol
     
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    seeeeeeeeeeeeeee,aspetta e spera!
     
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  4. Carles Puyol
     
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    Vinokourov: lavoro con Michele Ferrari, e allora?
    La stampa belga stamane ha puntato l'attenzione su Vinokourov ed i suoi rapporti di lavoro con il dottor Michele Ferrari. E oggi il kazako ha replicato così: «È vero, lavoro con il dottor Michele Ferrari, e allora? Anche Armstrong lo faceva e lo ha sempre ammesso. Ferrari si occupa dei miei allenamenti, mentre è il medico della squadra, dotto Holger, ad occuparsi della mia salute. La collaborazione tra me e Ferrari non ha nulla a che vedere con il doping.: i suoi metodi mi fanno ritornare con la mente a quelli che ho imparato ai tempi della gioventù, nella scuola dello sport sovietica. Tre schemi di allenamento ogni settimana, una verifica ogni tre settimane. Quanto al suo passato, non ho nulla da dire. Io penso solo al futuro. Io voglio correre seguendo le regole, non penso che al Tour possa dare fastidio la mia collaborazione con Ferrari. A meno che il presidente dell'UCI Pat McQuaid non comunichi anche una lista dei preparatori autorizzati. Io continuerò a lavorare con Ferrari, anche perché metà dei corridori francesi continua a lavorare con il Docteur Mabuse. Michele Ferrari è il mio allenatore. E basta».
     
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  5. Carles Puyol
     
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    Sarà vero,ma solo in quella occasione l'ha usata????
    Della PUERTO NON SA NULLA??? poverino...un altro pentitone stile Basso....anzi,almeno questo ha detto che 1 volta l'ha usato,basso continua a dire che nn l'ha mai usato l'EPO....quindi sempre meglio jacksche che Basso...
     
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  6. Vince™
     
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    ovvio :asd: :asd: tutti sono meglio di basso, poi lui non ha quella faccia da frocetto :asd: :asd: :asd:
    chissa quanti soldi ha intascato basso per dire quelle due cose :asd: :asd:
     
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    CITAZIONE
    "Niente da fare, non riuscivo a tenere il passo di nessuno e rimanevo sempre indietro. Mi sentivo completamente inutile".

    Questa frase mi spaventa un po'...
    Tutti dopati e se nn ti dopi nn reggi il passo!? speriamo veramente di no... sarebbe trooooppo brutto....

    CITAZIONE
    «non esiste doping in seno alla CSC»

    :ahah: :ahah: :ahah:
    Jens... come ciclista mi garbi tanto... ma se spari ste cazzate... ma pensa che noi ci crediamo???
     
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  8. xGarzox
     
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    CITAZIONE
    "Niente da fare, non riuscivo a tenere il passo di nessuno e rimanevo sempre indietro. Mi sentivo completamente inutile".

    per me la verità nel ciclismo è dura e cruda che tutti più o meno per stare al passo fanno uso di sostanze...spero con tutto il cuore di sbagliarmi...
     
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  9. Carles Puyol
     
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    CITAZIONE (xGarzox @ 3/7/2007, 00:55)
    "Niente da fare, non riuscivo a tenere il passo di nessuno e rimanevo sempre indietro. Mi sentivo completamente inutile".

    seeee vabbè,mo si esagera un pochetto!!!!!
     
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  10. xGarzox
     
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    Spagna: il ct Antequera critica l'Operacion Puerto

    «Hanno cominciato a costruire la casa dal tetto»: così il commissario tecnico della nazionale spagnola, Paco Antequera, ha commentato ieri l'Operacion Puerto parlando al corso di 'Comunicación y Gestión Deportiva' organizzato dalla Universidad Rey Juan Carlos en Aranjuez (Madrid)Operación Puerto. «Non c'era ancora la legge sul doping in Spagna, come si poteva arrivare in fondo ad una operazione così importante? E troppi nomi coinvolti sono spariti dagli elenchi...».
    Immediata la replica del direttore generale del Consiglio dello Sport,
    Manuel Fonseca, che alla agenzia Efe ha spiegato: «È un peccato che il ct Antequera non riconosca l'importanza del lavoro svolto. Mi sembra che le sue parole siano un tentativo di negare la realtà. Quanto all'accusa della sparizione di molti nomi, è falsa: i risultati dell'Operacion Puerto sono noti, non c'è nulla di più».
    (todociclismo.com)
     
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  11. Sam I Am
     
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    CITAZIONE (xGarzox @ 3/7/2007, 12:47)
    Spagna: il ct Antequera critica l'Operacion Puerto

    «Hanno cominciato a costruire la casa dal tetto»: così il commissario tecnico della nazionale spagnola, Paco Antequera, ha commentato ieri l'Operacion Puerto parlando al corso di 'Comunicación y Gestión Deportiva' organizzato dalla Universidad Rey Juan Carlos en Aranjuez (Madrid)Operación Puerto. «Non c'era ancora la legge sul doping in Spagna, come si poteva arrivare in fondo ad una operazione così importante? E troppi nomi coinvolti sono spariti dagli elenchi...».
    Immediata la replica del direttore generale del Consiglio dello Sport,
    Manuel Fonseca, che alla agenzia Efe ha spiegato: «È un peccato che il ct Antequera non riconosca l'importanza del lavoro svolto. Mi sembra che le sue parole siano un tentativo di negare la realtà. Quanto all'accusa della sparizione di molti nomi, è falsa: i risultati dell'Operacion Puerto sono noti, non c'è nulla di più».
    (todociclismo.com)

    Secondo me qst dichiarazioni fanno parte tutte del teatrino spagnolo....nessuno dei loro corridori di maggior rilievo è finora coinvolto e sospeso.....

    CITAZIONE (Carles Puyol @ 3/7/2007, 09:27)
    CITAZIONE (xGarzox @ 3/7/2007, 00:55)
    "Niente da fare, non riuscivo a tenere il passo di nessuno e rimanevo sempre indietro. Mi sentivo completamente inutile".

    seeee vabbè,mo si esagera un pochetto!!!!!

    più o meno la stessa cosa che disse Millar...uno ce la può fare senza doparsi ma le vittorie che contano sono impossibili senza doping secondo me.
     
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  12. xGarzox
     
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    CITAZIONE
    uno ce la può fare senza doparsi ma le vittorie che contano sono impossibili senza doping secondo me.

    me ne sto convincendo anch'io..lessi un articolo di un ragazzo che stava per diventare professionista e dovette scegliere se iniziare a doparsi per diventare pro o rimane per sempre nel limbo degli amatori..si dopò pèer diversi anni poi si pentì ed abbandò il ciclismo..se ritovo l'articolo lo posto...
     
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  13. Carles Puyol
     
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    Caruso accusa Torri: mi ha preso in giro
    Dalla speranza di partire per il Tour de France al mondo che ti crolla addosso sotto forma di una richiesta di squalifica di due anni. Giampaolo Caruso il pomeriggio del 3 luglio non se lo scoderà mai. E a caldo grida tutta la sua rabbia puntando il dito contro Ettore Torri, il Capo della Procura Antidoping del Coni.
    «Mi ha letteralmente preso in giro, è incredibile, una cosa inaudita. Soprattutto per me che sin dal primo giorno in cui mi sono trovato coinvolto nell’Operacion Puerto ho cercato di dimostrare la mia innocenza. Io, per esempio, ho chiesto fin dall’ottobre scorso di essere sottoposto ad esame del Dna, ma nessuno mi ha mai risposto. E per mesi sono stato in attesa di una chiamata del Coni. Poi, visto che questa attesa mi era costata la partecipazione al Giro e che non volevo ripetere la stessa esperienza al Tour, a fine maggio ho scritto con il mio avvocato Federico Cecconi una lettera al procuratore Torri».
    Per chiedergli cosa?
    «Per chiedergli di essere ascoltato. Torri mi ha risposto convocandomi per l’11 giugno. Mi sono presentato con l’avvocato Cecconi e questo ha sorpreso un po’ Torri che mi ha detto “come mai sei qui con l’avvocato? questo è un colloquio tra di noi”. E io: “pensavo di essere convocato, quindi...”. “No, non è una convocazione, ti ho chiamato perché me l’hai chiesto tu: per me nel tuo caso è tutto a posto”».
    Ma il colloquio c’è stato?
    «Certo. Mi ha chiesto se volevo entrare solo o con l’avvocato, io per fortuna ho scelto di farmi accompagnare, così adesso ho un testimone che può confermare quel che dico. Torri mi ha chiesto qualche chiarimento su alcuni documenti, poi mi ha confermato che potevo star tranquillo. Gli ho rinnovato la disponibilità a sottopormi ad esami del Dna ma mi ha spiegato che non serviva, perché non aveva nulla con cui confrontarlo. Addirittura mi ha chiesto come poteva aiutarmi in vista del Tour “perché per un procedimento non ci sono i tempi tecnici”. Così con il mio avvocato gli abbiamo chiesto un documento che attestasse che non avrebbe aperto procedimenti disciplinari nei miei confronti. Lui si è detto d’accordo e ci siamo salutati».
    Poi cosa è successo?
    «Che quasi ogni giorno chiamavo il suo ufficio per chiedere quel documento e nello stesso tempo chiamavo Saronni per rassicurarlo e farmi tenere un posto nella squadra per il Tour, perché io volevo correrlo ad ogni costo».
    Invece...
    «Invece anche stamattina ho avuto risposte evasive fin quando il mio avvocato, trasecolando come me, mi ha chiamato per informarmi del deferimento e della richiesta di due anni di squalifica».
    Con quali accuse?
    «Nel documento si parla di una intercettazione telefonica in cui due persone parlano di un ordine d’arrivo e uno dei due fa riferimento al quarto arrivato, un certo Caruso, forse della Liberty. Ma se guardano gli ordini d’arrivo, allora sono coinvolti tutti...».
    Poi?
    «Poi Torri scrive che in base a quello che ha detto Manzano, si presume che io abbia assunto Epo. E l’altra accusa riguarda un calendartio dove ci sarebbe scritto un “idem Andrle” (ex compagno di squadra di Caruiso, ndr) che Torri lega al mio nome. E per completare l’opera dice che io ho difeso Saiz».
    In che modo?
    «Dicendo che non mi ha mai proposto nulla. Dovevo forse dichiarare il falso per far contento Torri? Quando mi ha chiesto perché Saiz, nei cinque anni che ho corso per lui, non mi avesse mai proposto di andare da Fuentes, gli ho risposto che probabilmente guadagnavo troppo poco, non avevo 40-50.000 euro da dare a Fuentes. Ho detto a Torri quanto guadagno e lui ha confermato: “deve essere per questo”»
    E ora?
    «Ora continuerò a difendermi a testa alta come ho sempre fatto, anche se mi chiedo che giustizia sia questa. Se Torri ha chiesto due anni per me, quando avrà di fronte gli altri, cosa farà? Gli sparerà?».
     
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  14. Sam I Am
     
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    CITAZIONE (xGarzox @ 3/7/2007, 14:27)
    CITAZIONE
    uno ce la può fare senza doparsi ma le vittorie che contano sono impossibili senza doping secondo me.

    me ne sto convincendo anch'io..lessi un articolo di un ragazzo che stava per diventare professionista e dovette scegliere se iniziare a doparsi per diventare pro o rimane per sempre nel limbo degli amatori..si dopò pèer diversi anni poi si pentì ed abbandò il ciclismo..se ritovo l'articolo lo posto...

    si ne ho letti parekkio a tema io.Poi su un altro forum che leggo c sono persone che hanno abbandonato il ciclismo al momento di passare professionisti per lo stesso motivo....cmq anke(anzi, addirittura peggio a quanto sento dire!)negli amatori penso ke il doping giri parekkio....beato io ke sono un cicloturista da poltrona :asd:

    La vicenda di Caruso spero non sia vera altrimenti è proprio una barzelletta....se fosse vero questo è l' esempio lampante che il ciclismo si deve fermare....
     
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  15. xGarzox
     
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    Ciclismo, doping: adesso Fuentes e' contrario

    MADRID - Eufemano Fuentes, il famigerato medico spagnolo che ha originato la clamorosa inchiesta denominata 'Operacion Puerto' che ha sconvolto il ciclismo internazionale, si dichiara "favorevole a proteggere la salute degli sportivi" e "contrario al doping". Fuentes, l'uomo nei cui diari Ivan Basso figurava con il nome del suo cane 'Birillo' insieme a molti altri campioni, ha parlato durante un corso universitario estivo sulla "Comunicazione e Gestione Sportiva" presso l'universita' Re Juan Carlos di Madrid e ha spiegato che "la carriera degli sportivi dura dieci-dodici anni, dopo i quali c'e' una lunga vita da vivere e il doping puo' danneggiare la salute degli sportivi".

    gazzetta.it
     
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344 replies since 12/6/2007, 19:55   3715 views
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