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Anch'io spero con tutto il cuore di finire a letto con l'Arcuri. Sinceramente ci credo proprio poco, almeno per quest'anno: la Radioshack non può presentarsi al Tour con Frank e Fuglsang come capitani, sarebbe ridicolo. Se avesse avuto in squadra un altro nome grosso forse forse...
Tra l'altro c'è da considerare anche il fatto che il partecipare seriamente al Giro comporta compromettere o quasi pure le Ardenne: insomma, direi che non ne vale un granchè la pena. E' più facile forse vederlo correre la Vuelta in maniera un pelino più seria, spero... -
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Veramente sarebbe da buttare, visto che è mezzo rotto. Ma lo tengo perchè lì ci si fa le unghie la gatta, e se lo dovessi togliere chissà dove andrebbe a farsele... -
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Kashechkin: «Io a RusVelo? Notizia falsa e stupida, correrò con l'Astana»
«Falsa e stupida», così viene definita dal diretto interessato la notizia del passaggio di Andrey Kashechkin dall'Astana al Team RusVelo. Kashechkin ha un contratto con l'Astana fino al 2013 e da lunedì 5 dicembre sarà a Calpe, Spagna, in occasione del primo ritiro stagionale del team kazako.
cicloweb.it -
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Geox: l'UCI concede a Gianetti ancora una settimana per trovare sponsor
Se fino a ieri la Geox pareva essere in pessime acque, e per di più senza uno straccio di sponsor («La verità è che non abbiamo in mano niente», aveva confessato Joxean Fernández Matxin ad AS), oggi la situazione per il Team di Gianetti non è certo migliore ma sicuramente meno pesante. L'UCI infatti ha concesso un'altra settimana di tempo al manager svizzero affinché trovi uno sponsor e sia in grado di depositare i contratti.
cicloweb.it -
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Basta chiedere
http://img12.imageshack.us/img12/3939/06122011561.jpg
(Salva sul pc, ruota, zooma e dovresti legger l'intervista senza troppi problemi) -
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WORLD TOUR. Anche per Radioshack e GreenEDGE c'è la licenza
Ora ci siamo proprio tutti... L'Uci ha ufficializzato oggi la cincessione di una licenza ProTour alla Radioshack per il 2012 e alla GreenEDGE per il biennio 2012-2013. Con questa decisione si chiude definitivamente la corsa ai 18 posti ProTour.
Le 18 squadre
Ag2r La Mondiale (Francia)
Astana (Kazakhstan)
BMC (Stati Uniti)
Euskaltel Euskadi (Spagna)
FDJ (Francia)
Garmin Cervelo (Stati Uniti)
GreenEDGE (Australia)
Katusha (Rus)
Lampre ISD (Italia)
Liquigas Cannondale (Italia)
Lotto - Belisol (Bel)
Omega Pharma - Quick Step (Bel)
Rabobank (Olanda)
Radioshack Nissan (Satti Uniti)
Team Movistar (Spa)
Team Saxo Bank (Danimarca)
Team Sky (Gbr)
Vacansoleil DCM (Ola)
tuttobiciweb.it -
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IL SEGNO DI ZOM. Giù le mani dal Giro e dalla Vuelta
Chi, in Gazzetta, ha aggiunto una specifica al blog “ilsegnodiZom”
ha aggiunto una specifica. E cioè: “Ciclismo e non solo nei pensieri
(cattivi) di Angelo Zomegnan”. Partiamo da qui, dunque, perché vogliamo
sottolineare la nostra piena volontà a non creare né incidenti
diplomatici, né screzi con alcuno. Questo blog è una palestra di libera
intelligenza. E le critiche viaggiano nelle due direzioni: siamo pronti
ad accogliere qualsiasi replica purché costruttiva come intendono
essere le nostre parole.
Insomma: non è che si voglia essere “cattivi” per partito preso. Oppure
essere “contro” per vocazione. E non siamo al caso di escusatio non
petita, accusatio manifesta. Ma questo ciclismo contemporaneo offre sin
troppi spunti per essere criticato. Ci sono dei momenti in cui proprio
non ci si può sottrarre dal cercare di mettere i puntini sulle “i”,
neppure voltando lo sguardo da altre parti. E le valutazioni, sia
chiaro, sono esclusivamente a titolo personale.
Ieri mattina, di buon’ora come capita sempre, anche di domenica, i
lettori di Gazzetta si sono trovati a leggere un’intervista diffusa a
Pat McQuaid, il presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale. Certe
battute son proprio esilaranti. E non v’è alcunché di astioso da parte
mia nei suoi confronti, anzi in certi momenti mi è pure simpatico:
soprattutto quando non si parla di ciclismo. Ma non si può stare zitti
davanti a dichiarazioni che segmentano invece di unire come dovrebbe
essere negli intendimenti di un presidente.
Sorvoliamo sull’approccio con l’apprezzato Luigi Perna in cui, con
straordinario senso di ospitalità, dice non potersi trattenere troppo
al workshop di RCS Sport/La Gazzetta dello Sport – che è pur sempre
l’espressione operativa del più importante quotidiano sportivo d’Europa
alla luce anche del link con lo spagnolo Marca – perché la sua signora
è a far shopping a Milano e dunque rischia di spendere troppo…, ma già
alla prima risposta inanella una serie di frasi preoccupanti:
1) “non abbiamo avuto scandali doping”, come se la questione
Contador non fosse di per sé uno scandalo per la lungaggine delle
procedure, come se Epo e ormone della crescita fossero stati cancellati
dalla faccia della terra, come se non esistesse una nuova via francese
(Paese immune al doping!) alla truffa, come se proprio lui non avesse
dichiarato frettolosamente nello scorso aprile che una Procura della
Repubblica italiana fosse alle prese con un “caso alla Festina”…
2) “le relazioni con gli organizzatori sono migliorate”…forse perché
l’UCI è riuscita nell’intento di trasformare il più strutturato dei
player degli organizzatori (la ASO del Tour) in un service per il Giro
di Pechino? Tutti avrebbero potuto essere interpellati, ma non l’altra
faccia della medaglia del ciclismo: ovvero la struttura che dà
equilibrio all’intero sistema.
3) “Italia, Francia e Spagna devono svegliarsi se non vogliono
restare indietro: curare i dettagli, applicare nuovi metodi di
preparazione con l’aiuto delle Università….” magari del Regno Unito,
sua patria. Come dire: cari Gianni Petrucci e Renato di Rocco, sveglia!
Ma per piacere…le Università dedite a trasformare gli atleti dei propri
Paesi in bandiere di populismo sono conosciute da almeno un secolo.
Pat, ma per piacere…giù le mani dal Giro e dalla Vuelta e dai
rispettivi movimenti nazionali di cui sono l’iceberg.
Sul punto 1) non c’è nulla da aggiungere. Se non da aspettare che a
“giorni escano dei nuovi casi legati al passaporto biologico”, come
proprio McQuaid ha dichiarato qualche giorno fa: le sue parole sono
state riportate dai media e il suo solerte ufficio stampa mai ha
smentito quelle parole.
Sul punto 2) invitiamo il Presidente a leggere almeno una volta la
classifica per Nazioni sul suo sito e costruita attraverso i suoi
criteri si valutazione: scoprirebbe che Spagna (1^) e Italia (3^) sono
davanti alla Gran Bretagna (5^). O son sbagliati i criteri o chissà
che. Poi, avesse l’amabilità di venire a fare un giro in Italia,
scoprirebbe che qui da noi c’è il Nirvana della preparazione che
interessa il mondo intero: dalla Russia all’Australia compresa, che è
pure davanti alla Gran Bretagna senza nulla togliere ai tecnici e ai
corridori di quel Paese.
Sul punto 3) è invece doveroso soffermarci perché voglio così tanto
bene a Gazzetta, che mi va il sangue agli occhi ogni volta che qualcuno
la maltratta. E lo stesso vale nei confronti del Giro di Catalogna, del
Giro dei Paesi Baschi e del Giro di Spagna dei quali mi considero
sostenitore e che sono organizzati da uomini veri ai quali va riservato
il rispetto più grande invece degli sberleffi giornalieri.
Senza soffermarci troppo sul fatto che la Spagna sia sveglia, eccome
(Alberto Contador, numero 1 delle corse a tappe, è spagnolo e Samuel
Sanchez campione olimpico è pure spagnolo, e poi i titoli nel calcio,
nel tennis e persino nel nuoto…), voglio concentrarmi sul calendario
mondiale per capire se a sbagliare siamo noi “latini”, oppure se gli
“anglosassoni” siano eccessivamente fantasiosi nelle loro esposizioni.
E’ stato pubblicato da poco sul sito www.uci.ch il palinsesto del World
Tour del 2012 e son passati più di due mesi dai gaudenti congressi di
Copenhagen. Gli eventi etichettati con la miglior qualifica sono 28 e i
problemi riguardano la metà di essi. Bingo! E cioè:
1) dalla fine del Down Under in Australia e l’inizio della serie di
gare in Europa passeranno più di 40 giorni: quale genio della
comunicazione riuscirà a tener vivo l’interesse sul ciclismo di prima
fascia per così tanto tempo? Le corsette di febbraio finiranno per
offuscare la fresca fama del trionfatore del giro dell’…altro mondo.
2) Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico continuano ad accavallarsi per 5
giorni degli 8 della gara francese e dei 7 della gara italiana: non
sarebbe meglio far partire la corsa dei due mari un paio di giorni più
in là tanto chi corre la P-N non può essere anche al via della T-A?
3) Il Giro di Catalogna – da poco anticipato a fine marzo per
preparare il terreno alla russa Mosca-Sochi che verrà verosimilmente
collocata nel 2013 nel periodo del Giro d’Italia – ora patisce la
concomitanza con due gare fiamminghe: la neonata E3 Harelbeke più la
Gand-Wevelgem.
4) Il Giro dei Paesi Baschi scatterà l’indomani del Giro delle Fiandre (gara monumento!).
5) Lo stesso Giro dei Paesi Baschi si concluderà la vigilia della
Parigi-Roubaix: altra gara monumento del ciclismo che continua a fare
la storia.
6) Il Delfinato e il Giro di Svizzera si accavallano per due tappe.
7) Il Giro di Polonia è finito con tutti i suoi 7 giorni dentro il
Tour de France e dunque rinuncia a priori “ma soltanto nel 2012, anno
di Olimpiade” ai migliori corridori al mondo che opteranno ovviamente
per la Grand Boucle.
8) Questo è un punto di discussione che ne vale 5 (!) perché durante
il periodo del Giro di Spagna, dal 18 agosto al 9 settembre, quando le
squadre già ricorrono agli stagisti per non disattendere almeno
minimamente le aspettative delle gare nazionali, sono stati collocati
anche altre quattro corse in due Continenti: una in Francia e una in
Francia per l’Europa e due in Canada per le Americhe.
9) la Vatterfall Cyclassic di Amburgo (sola gara della SuperGermania
in circuito, dunque tedesca, da proteggere e impreziosire, invece di
asfissiarla) è invece nel primo week-end della Vuelta.
10) il GP di Plouay in Francia durante la Vuelta.
11) il GP del Quebec in Canada, pure durante la Vuelta.
12) il GP Montreal sempre in Canada sempre durante la Vuelta.
13) Il Lombardia vede spazzar via 105 anni di foglie morte in
ossequio al business privato dell’UCI e dei suoi partner, s’intende, e
non dell’intero movimento ciclistico: ovvio che i Team si inalberino.
14) il Giro di Pechino è sempre là in ottobre, quando il clima e lo
smog non sono sicuramente clementi né con i residenti, né con gli
atleti che hanno esigenze ben più sofisticate.
Alcuni quesiti sorgono spontanei e riguardano le concomitanze e le
tipologie dei 28 appuntamenti Partiamo dalle seconde, che per metà sono
gare a tappe e assommano a 139 giorni-gara e per l’altra metà sono in
linea e dunque assommano ad appena 13 giorni-gara più il Mondiale e
l’Olimpiade ogni 4 anni. Con la sola eccezione di Philippe Gilbert, che
è proprio l’eccezione per antonomasia, chi come Mark Cavendish
colleziona successi al Giro, al Tour e vince il Mondiale, a fine
stagione si ritrova soltanto 27° del ranking, scavalcato anche dalle
mezze figure.
E chiudiamo con le concomitanze, che sono deleterie a qualsiasi
disciplina per svariati motivi, figuriamoci per il ciclismo che non
gode più (per colpa di queste dissennate gestioni oltre che per le
ombre dentro cui si è infilato) delle attenzioni di un tempo. Intanto
perché spaccare su almeno in due fronti le gare e le squadre significa
indebolirli entrambi e creare disorientamento nel pubblico. Poi perché
laddove non c’è chiarezza di valori non ci può essere rassicurazione.
E, soprattutto, perché i broadcast televisivi e i media non possono
occuparsi adeguatamente di uno sport, che già patisce concorrenze
spietate, che offre il doppio delle gare dovute: 165 potenziali
vincitori (tra classiche, tappe e classifiche finali) in meno di 9 mesi
e 270 giorni esatti ammazzerebbero anche il più esperto in statistiche
dell’universo.
Ultima domanda. Non è forse per tutti questi motivi (ma non soltanto)
che i Team si sono industriati a cercare vie alternative all’UCI? Il
segnale è inequivocabile.
da ilsegnodizom blog di Angelo Zomegnan -
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McQuaid: «L'Italia, la Francia e la Spagna devono svegliarsi»
La sua visita è stata organizzata all'ultimo momento. E Pat McQuaid si
presenta all'arrivo al Forum di Assago con una battuta: «Mia moglie è
in giro per Milano a fare shopping, non posso rischiare di trattenermi
molto». Invece il presidente della Federciclo mondiale si è trattenuto
eccome. Ascoltando per oltre un'ora con interesse gli interventi sul
tema sport e business del convegno di Rcs Sport.
Mister McQuaid, che anno è stato per il ciclismo?
«Probabilmente
il migliore da quando sono presidente dell'Uci, cioè dal 2005. Non
abbiamo avuto scandali doping, le relazioni con i grandi organizzatori
sono migliorate e ci sono stati vincitori importanti, fino al trionfo
iridato di Cavendish. Stiamo riguadagnando credibilità. Un altro anno
così e torneremo sport di vertice».
Quale peso ha il Mondiale di Cavendish?
«La
Gran Bretagna, prima su pista e poi su strada, è diventata una potenza.
E il prossimo anno l'Olimpiade a Londra, con Cavendish campione del
mondo, porterà almeno un milione di persone sulle strade. Il ciclismo
sarà lo sport olimpico più importante per loro, più di atletica e
nuoto».
Significa che la Vecchia Europa ha perso la supremazia?
«I
Paesi di tradizione storica come Italia, Francia e Spagna devono
svegliarsi, se non vogliono restare indietro. Curare i dettagli,
applicare nuovi metodi di preparazione con l'aiuto delle Università: il
doping è finito, non è più la strada per migliorare le prestazioni».
C'è
chi pensa il contrario: che il declino sia dovuto al fatto che ci siano
più controlli e inchieste della magistratura rispetto ad altre Nazioni.
«Per
niente. Non lo accetto. Ci sono più inchieste in Europa perché ci sono
più problemi. Ma in Gran Bretagna e Australia le agenzie antidoping
sono altrettanto forti. E i controlli uguali dovunque».
Il caso
Contador va avanti da 16 mesi e gli argomenti del processo al Tribunale
arbitrale di Losanna sono incomprensibili per la maggior parte della
gente. Va cambiato qualcosa?
«Succede sempre così, quando è
coinvolto un grande corridore che ha i soldi per pagarsi una difesa
imponente. È stato lo stesso per Hamilton e Landis. Molti avvocati,
tempi più lunghi e costi più alti anche per Wada e Uci. È folle, e la
gente non capisce il perché. Dobbiamo trovare una via d'uscita. Ne
abbiamo parlato al congresso Wada di Montreal: per accorciare i
processi va posto un limite agli argomenti legali da presentare al Tas».
E un limite minimo per il clenbuterolo, considerando i casi di contaminazione delle carni bovine in Messico e Cina?
«Anche
di questo abbiamo parlato e l'opinione degli scienziati della Wada è
stata contraria, perché anche una piccola traccia di clenbuterolo nelle
urine Contador fu positivo al Tour 2010 per 50 picogrammi/ml; ndr può
servire a indicare che la sostanza è stata usata qualche giorno prima
oppure che c'è stata una trasfusione con sangue prelevato durante i
periodi di allenamento».
È vero che l'Uci vuole creare un Tribunale
antidoping internazionale, per evitare altri ricorsi come quelli contro
Contador e Kolobnev, graziati dalle rispettive Federazioni?
«Ci
stiamo pensando. Il Tas ha fatto sapere che dal prossimo anno non
saranno più accettati i ricorsi presentati dalle Federazioni mondiali.
L'Uci ha bisogno di un nuovo sistema: un Tribunale come il Tas, ma a un
livello inferiore, che giudichi tutti i casi doping. Se un atleta vorrà
opporsi, potrà farlo al Tas. Sarebbe la soluzione migliore, anche
perché è vero che ci sono disparità di giudizio tra le varie Nazioni,
alcune delle quali hanno interesse a tutelare i propri corridori».
E lo scontro con le squadre per il divieto di usare le radioline?
«È
stato l'unico neo di questa stagione. Oggi ci sono un paio di
individui, tra i team, che credono di essere Bernie Ecclestone e
pensano al ciclismo solo come a un business. L'Uci si è opposta e
continuerà ad opporsi. Nel 2012 andremo avanti consentendo le radio
solo nelle gare World Tour. Dal 2013, in base alla relazione di un
gruppo indipendente che sta lavorando con le squadre, decideremo che
cosa fare. Ma resto dell'idea che le corse siano più spettacolari senza
radio».
Le piace il Giro d'Italia?
«Il Giro negli ultimi due anni
è stato eccitante, ma forse troppo estremo. Quello del 2012 sarà più
bilanciato. Resta una corsa piena di passione e drammaticità».
Come vede il futuro del ciclismo italiano?
«C'è
una nuova generazione che sarà presto competitiva: giovani come Modolo,
secondo nella preolimpica di Londra. Ne ho parlato anche con il c.t.
Bettini, e lui è ottimista. Il ciclismo è importante per l'Italia e
l'Italia lo è per il ciclismo.
da «La Gazzetta Sportiva» del 4 dicembre a firma Luigi Perna
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MERCATO. Kashechkin si accasa alla RusVelo con Rovny
Andrey Kashechkin lascia ufficialmente la Astana per accasarsi alla RusVelo, formazione russa che ha ingagiato, tra gli altri, anche Ivan Rovny e Arkimedes Arguelyes Rodrigues. Al momento sono 19 i corridori in organico e precisamente: Arkimedes Arguelyes Rodrigues, Sergey Firsanov, Andrey Kashechkin, Valery Kaykov, Alexander Khatuntsev, Serguei Klimov, Ivan Kovalev, Evgeny Kovalev, Leonid Krasnov, Victor Manakov, Alexei Markov, Alexander Mironov, Artem Ovechkin, Ivan Rovny, Ivan Savitskiy, Alexander Serov, Nikolai Trusov, Valery Valynin e Nikolay Zhurkin.
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No, non ho capito: se azzecchi anche quei due ne vinci 30 oppure ne hai già 30 sicuri e se prendi pure quelli ne vinci altri x?!
Comunque Cesena davvero ridicolo oggi, ha fatto il primo tiro in porta (e unico?) al 20' del secondo tempo -___-.
E una squadra che chiudeva in 8 era da tanto tempo che non la vedevo in Italia... -
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Vai, forse riusciranno nell'impresa di farmi rimpiangere Zomegnan... -___- -
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GEOX. Matxin confessa: «Inutile mentire, siamo senza sponsor»
Gianetti e Matxin sono vicini alla resa. «Non voglio mentire - ha detto il tecnico spagnolo al sito di As -: la verità è che non abbiamo trovto uno sponsor. L’Uci ci aveva dato più tempo (fino al 2 dicembre anziché il 20 novembre, ndr) per trovare uno sponsor ma il discorso si è complicato e crediamo di non aver più chance di trovare uno sponsor che ci aiuti a salvare la squadra».
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MERCATO. Zagorodnyy, Starchyk e Kobzarenko vanno in Iran
Dopo i tre ucraini approdati in Turchia, è la volta dell’Iran di pescare tra i corridori dell’Est. Come anticipano i siti Velotraffik e Biciciclismo, il Continental Suren Cycling Team ha ingaggiato Valery Kobzarenko (ex Team Type 1), Volodymyr Zagorodny (Miche) e Volodymyr Starchyk (Amore e Vita).
MERCATO. Anche Metlushenko si accasa in Turchia
Il team Continental Konya Turku continua ad ingaggiare corridori ucraini con un passato in Italia: dopo Serhy Grechin e Volodymyr Bileka, infatti, è ora la volta del velocista Yuriy Metlushenko. Rimasto a lungo a bagnomaria in attesa di un accordo con la Lampre-ISD che alla fine non è mai arrivato, Metlushenko ha chiuso poi la stagione con i colori della Amore&Vita, disputando tra l’altro il campionato del mondo dopo aver vinto una tappa del Tour Qinghai Lake. (da biciciclismo)
MERCATO. Fairly e Selander passano alla Spidertech
Due corridori del ProTour si accasano in Canada: si tratta di Caleb Fairly (HTC-Highroad) e Bjorn Selander (RadioShack) che nella prossima stagione vestiranno la maglia del Team SpiderTech powered by C10.
Il team aemericano conferma per ora 14 corridori, vale a dire Ryan Anderson, Zachary Bell, David Boily, Guillaume Boivin, Flavio De Luna, Lucas Euser, Martin Gilbert, Hugo Houle, Kevin Lacombe, Simon Lambert-Lemay, Jonathan Patrick McCarty, François Parisien, Ryan Roth e Will Routley. I nuovi arrivi sono Caleb Fairly (HTC), Raymond Künzli e Bjorn Selander (RadioShack).
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Io ci godo come un riccio Serie B! Serie B! Serie B!
Se Mangia ha una punta arruolabile oggi si sblocca -
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Kolobnev, l'Uci ricorre al Tas e chiede due anni di stop
L’Uci ha confermato di aver presentato ricorso al Tas contro la Federazione Russa e di aver chiesto la squalifica di due anni per Alexandr Kolobnev che, risultato positivo al Tour de France, è stato punito in patria con una semplice ammonizione (colpevole di aver assunto una sostanza diuretica, ma salvato dalle attenuanti, recita la sentenza).
Enrico Carpani, voce ufficiale dell’Uci ha spiegato a Velonews: «Non eravamo d’accordo con la decisione presa dalla Federazione Russa, abbiamo presentato ricorso entri i limiti di legge, ora aspettiamo di conoscere il calendario dei lavori».
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