Il caso bici motorizzate

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    Da «Il Giornale. Un motore "invisibile" per le bici dei campioni
    Caro diario, il Giro ci perdonerà se lo trascuriamo per qualche ora. Stavolta c’è una questione importantissima, che tra l’altro lo riguarda molto da vicino, al centro del nostro grande viaggio. L’ho scoperta parlando a tarda sera con alcuni tecnici molto seri e molto attendibili, davanti a una camomilla, prima di lasciarci andare sul letto come pesi morti.
    Riassumo la notizia: dal doping sugli atleti, oggettivamente sempre più difficile e braccato, c’è qualcuno che sta passando al doping sulla bicicletta. La dico in termini molto elementari: la tecnologia rende possibile il montaggio di un “motore” nascosto dentro i tubi del telaio. Bisogna capirsi: il “motore” non serve ad aumentare la velocità. Non è un motore classico di propulsione. E’ un minuscolo meccanismo, dotato di batteria, che serve ad aiutare chi pedala (la definizione è “pedalata assistita”), rilasciando energia preziosa. Il suo vero nome sarebbe “risparmiatore di fatica”.
    Inutile dire come una simile invenzione vada benissimo per le zie che vanno a fare la spesa all’Esselunga o per i ragionieri adiposi che fingono di andare in ufficio con la bicicletta. Pedalano comodi. Ma si capisce bene come nelle gare dei grandi campioni lo stesso meccanismo sia altamente vietato. Altera le prestazioni quanto il doping chimico. Veloce spiegazione. La gara dura sei-sette ore: un ipotetico atleta pedala per cinque ore con la bicicletta truccata, risparmiando anche solo un 5 per cento all’ora di fatica, quindi prima del finale cambia la bici, prendendo quella regolare, e molto più fresco degli avversari piazza lo scatto letale per andare a vincere. Ad un eventuale controllo della giuria, la sua bici risulta ovviamente nella norma: apposta l’ha cambiata. Quella “magica” è già opportunamente sparita un’ora prima, grazie all’abile intervento della squadra.
    Sembra fantascienza, ma non lo è. Tecnicamente, è già normale realtà. Basta collegarsi al sito WWW.gruberassist.com per trovare il prodottino giusto. L’azienda austriaca produce da tempo il meccanismo, presentandolo come “il motorino invisibile per bici più leggero e potente che ci sia”. L’ha pure sperimentato in gara, meglio in una gran fondo, affidandola a un cicloamatore di nome Marco. Chi volesse può seguire il filmato della corsa, registrato durante il “Nordkettentrophy” (piazzamento finale, terzo posto).
    Inutile specificare che questa scoperta incombe cupa sul ciclismo e scatena parecchie reazioni: irresistibili tentazioni in chi corre, forti preoccupazioni in chi controlla. Il dubbio che qualcuno, in gruppo, abbia sposato l’idea è molto fondato. Un dubbio diventato piuttosto assillante negli ultimi mesi, di fronte alle prestazioni umanamente incredibili di certi finali. Il sospetto, il timore, l’idea è che qualche team dei più evoluti abbia preso il motorino e abbia studiato una semplice evoluzione nei propri centri di ricerca. Ad un certo livello, l’esasperazione tecnologica delle diverse case costruttrici è molto alta, qualcosa di simile a quello che succede in Formula uno: con l’equilibrio esistente tra i campioni di vertice, risparmiare anche solo il 5 per cento di fatica per cinque-sei ore significa presentarsi nel finale un gradino sopra la concorrenza.
    C’è un particolare da aggiungere: il timore che qualcuno abbia montato il motore miracoloso non è la solita paranoia dei perdenti. E’ un sentimento molto sentito nelle alte sfere dell’Uci, la federazione mondiale del ciclismo. Negli ultimi mesi, diversi direttori sportivi hanno partecipato a corsi d’aggiornamento nella sede svizzera dell’Uci, dove i tecnici federali hanno illustrato i dettagli della questione, ma soprattutto hanno avvertito: attenzione, siamo a conoscenza del motore invisibile e stiamo prendendo le nostre contromisure. Una commissione scientifica sta studiando un’apparecchiatura per smascherare la presenza del motore nel telaio, una sorta di metal-detector, o di rilevatore dei campi magnetici nascosti.
    E’ chiaro: anche se segretissimo, il motore magico ha i mesi contati. Adesso che la sua presenza diventerà di dominio pubblico, avrà vita ancora più corta. Chi l’ha già usato, magari vincendo corse importantissime, con scatti nel finale di tale potenza che nessun preparatore e nessun fiosologo riescono a spiegarsi, non rischia più nulla. Chi eventualmente lo sta usando, o ha intenzione di usarlo anche qui al Giro, si vedrà costretto ad accantonare velocemente l’affascinante aiutino.
    Caro diario, alla fine sopravviverà soltanto l’idea malsana, sogno perverso di tutti i ciclisti, della bicicletta senza fatica. Cioè una bicicletta che non ha niente a che vedere con il ciclismo. Una bicicletta contro natura. Una patetica caricatura per miseri, malati, inguaribili truffatori.

    da Il Giornale del 18 maggio
    a firma di Cristiano Gatti
     
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  2. illip
     
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    Sai che novità è da almeno 1 anno che si parla del dispositivo che funzionerebbe al meglio con i nuovi cambi elettronici. la cosa che lascia stupiti è come sia possibile che entrino in gara quando basterebbe che alla punzonatura si controllassero a fondo le bici cosa che non si fa se si sospetta che siano in corsa.

    Ma l uci che come al solito si sveglia dopo quando pensa di mettere mano al regolamento delle bici lasciando liberi i costruttori di lavorare sulle biciclette per renderle più idonee ai tempi moderni? Come lavori intendo misure / pesi / gomme / aerodinamica non ovviamente motori.
     
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    Allocchio: bici truccate? A noi non risulta
    "Al Giro d'Italia nessuna bicicletta è truccata". La direzione di corsa smentisce categoricamente con una dichiarazione all'Ansa le indiscrezioni giornalistiche secondo le quali alcuni corridori utilizzerebbero bici "truccate" con un meccanismo nascosto nel telaio.
    Grazie a tale congegno gli atleti disporrebbero di qualche watt in più di potenza, una sorta di "pedalata assistita", che permetterebbe loro non tanto di andare più veloci quanto di risparmiare energie specialmente nella tappe più lunghe. "Dai controlli fatti - dice Stefano Allocchio, della direzione di corsa - tutte le biciclette risultano a norma. Abbiamo un presidente di giuria molto attento e se ci fosse qualcosa di anomalo lo si vedrebbe subito".
    E allora da dove sono usciti queste voci?
    "E' una cosa che l'Uci sa da novembre ma riguarda i dilettanti, non i professionisti. Qui tutto è a posto".

    tuttobiciweb.it
     
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  4. i0i
     
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    qua si vuole solo sparlare... :nene: :nene: :nene:
     
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  5. illip
     
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    Ma di che si parla Allocchio non scherziamo ma a chi si vuol far credere che si spendono soldi per far vincere i dilettanti. Lo si sa il problema potenzialmente c'è e non solo nei dilettanti se poi questo non tocca il giro ne siamo contenti. D'altronde mi risulta che in fase di punzonatura al giro siano state fatte modificare delle bici da crono per irregolarità riscontrate pertanto complimenti per la serietà e un invito a continuare i controlli
     
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    «Il Giornale». Come in aeroporto: raggi X per le bici col motore
    Caro diario, la storia del motorino invisibile, che permette di risparmiare fatica con una “pedalata assistita”, sta tenendo banco al Giro. Ci sono sviluppi: dall’Uci, la federazione mondiale, sono annunciati controlli a sorpresa anche sulle biciclette utilizzate qui. Il sospetto che qualcuno abbia prontamente sviluppato il meccanismo dall’azienda austriaca “Gruber Assist” è talmente fondato, che i massimi dirigenti internazionali intendono muoversi con estrema decisione. Già hanno preteso che alcune biciclette delle ultime classiche nordiche, Fiandre e Roubaix in particolare, venissero consegnate alla propria commissione tecnica per approfonditi controlli. Quanto prima toccherà al Giro d’Italia.
    “C’è molta preoccupazione, non possiamo più perdere tempo”: a parlare è l’ingegner Marco Bognetti, consulente italiano dell’“Unità materiali”, lo speciale nucleo di cervelloni che vigila sullo sviluppo tecnologico del ciclismo, presidente Jean Wauthier. Sempre Bognetti: “Per la precisione, ci stiamo muovendo dall’ultimo Tour. Abbiamo scoperto che questo meccanismo consente di risparmiare tra i 60 e i 100 watt, il che diventa un enorme vantaggio nel finale di una lunga corsa. I controlli sono in corso, altri sono in programma. I nostri tecnici stanno comunque mettendo a punto uno speciale scanner che riesca a rilevare il motorino nascosto dentro i telai. Presto sarà introdotto e tutte le biciclette del grande ciclismo saranno sempre verificate…”.
    Caro diario, non è il massimo ritrovarsi in un clima che ricorda molto le spy-story della Formula 1. Ma la tecnologia, assieme all’esasperata ricerca di vantaggi decisivi, tiene banco in tutti gli sport ai massimi livelli. E’ toccato al nuoto, tempo fa, affrontare il tema dei costumi magici. Il ciclismo ha sempre avuto beghe sul peso delle bici, sull’aerodinamica, sui materiali: mai, però, si era pensato che qualcuno potesse montare un motorino per risparmiare fatica. Adesso che il motorino c’è, adesso che qualche campione ha sfoderato nel finale scatti di potenza fisiologicamente inspiegabile, è il momento di affrontare anche questa nuova frontiera.
    Stefano Allocchio, il direttore di corsa del Giro, cade dal pero e dimostra di essere totalmente all’oscuro della vicenda che si svolge sotto al suo naso: “Per quanto mi risulta, le biciclette del Giro sono tutte in regola. E’ una questione che riguarda i dilettanti”. Evidentemente Allocchio aspetta il 25 dicembre Babbo Natale e crede che i bambini crescano sotto i cavolfiori. Qualcuno lo aggiorni.
    Il problema, serissimo, è che i grandi bari sono sempre in vantaggio rispetto ai controllori. Ma stavolta non sembra così: le contromosse sono vicine. Per mettere fine ai taroccamenti e ai sospetti, bisogna però aspettare che la stessa tecnologia costruisca l’apparecchiatura giusta per rilevare il motorino: al momento nessuno è in grado di scovarlo, a meno che non si tagli a pezzi la bicicletta con la fiamma ossidrica.
    Già sollevare il problema e parlarne, comunque, può servire. Mette i furfanti sulla difensiva. E toglie strane idee agli eventuali imitatori. Difatti, segnalo per la cronaca che la Rai non fa neanche un cenno alla questione. Dovendo parlare di olive, cantautori, pittori, frasi d’autore, fughe seppiate d’inizio secolo, non resta il tempo. O forse sono pochi: in 160 non ce n’è uno che abbia il tempo per leggere i giornali.

    da Il Giornale del 19 maggio
    a firma di Cristiano Gatti
     
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  7. illip
     
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    Già lo avevo scritto ieri ma Gatti è giornalista e scrive meglio di me pertanto faccio seguito alle mie cosiddsazioni sposando in pieno parola per parola l'articolo
     
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  8. i0i
     
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    c'è anche una bella critica alla Rai...
     
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  9. illip
     
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    Ci sta dato che non sta facendo informazione
     
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  10. illip
     
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    Titolo stampa svizzera punta il dito su Cancellara
     
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  11. i0i
     
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    CITAZIONE (illip @ 20/5/2010, 17:05)
    Titolo stampa svizzera punta il dito su Cancellara

    questa notizia se non sbaglio fu già tirata in ballo per Cancellara, ma se non erro era il primo d'aprile... magari sbaglio...
     
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  12. illip
     
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    Non ricordo cose ma in quel periodo ero impegnato per lavoro e non ho seguito nulla.
     
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  13. Andie88
     
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    era dopo il fiandre o la roubaix.
     
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  14. illip
     
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    Nessun riferimento a gare e la cosa pertanto lascia il dubbio che siano illazioni senza prove
     
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    Blick: Cancellara in corsa con la moto?
    Ci è andato pesante, oggi, il quotidiano popolare svizzero Blick che titola «Cancellara in corsa con la moto?» il servizio dedicato al problema dei motorini nascosti nel telaio delle biciclette.
    L'articolo prende spunto da quanto ha pubblicato due giorni fa Il Giornale e Avvenire approfondisce la tecnologia di questi motorini prodotti dalla Gruberassist e piazzati nel reggisella o in una borraccia posta sul telaio, e conferma come l'Uci sia da mesi al lavoro per affrontare il problema.
    Nell'articolo viene riportato il parere eccellente di Andy Rhys, il signor BMC, che liquida la questione con una battuta: «Potrebbe esserci anche un doping ecologico: se i corridori mangiassero più cipolle, andrebbero più forte...».

    http://www.blick.ch/sport/rad/faehrt-cance...-im-velo-147194
     
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66 replies since 18/5/2010, 16:18   2070 views
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