Il doping negli altri sport

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    Ombre doping sulla Francia 1998. "Molti giocavano in team italiani"
    Jean-Pierre Paclet, ex medico dei Bleus, in un libro mette nel mirino il team che vinse il Mondiale: "Le analisi di diversi giocatori prima della Coppa del Mondo erano anomale: si possono nutrire forti sospetti. Ma prevalse la ragion di Stato e non si approfondì"

    PARIGI (Francia), 25 agosto 2010 – L’ombra del doping si allunga sul trionfo della Francia al Mondiale 1998, quello giocato in casa e vinto grazie anche a una doppietta di Zidane in finale contro il Brasile (3-0). Le analisi del sangue di alcuni giocatori presentavano anomalie. E con il doping flirtò anche Vieira pur di tentare di giocare l’Europeo flop del 2008. Le rivelazioni sono contenute in un libro a firma dell’ex medico dei Bleus, Jean-Pierre Paclet, cacciato da Domenech nel 2008.

    Doping — Ne “L’implosione”, edito da Michel Lafon, Paclet racconta come “le analisi del sangue di molti giocatori prima della Coppa del Mondo 1998 erano anomale. Si possono nutrire forti sospetti visto che alcuni di loro giocavano in squadre italiane”. I sospetti ovviamente sono rivolti in particolare a Zidane e Deschamps in forza alla Juventus che finì sotto processo per le pratiche del dott. Agricola. Ma allora non si approfondì la questione: “Prevalse la ragion di Stato”.

    Vieira — Paclet conferma anche che nel giugno del 2008 Patrick Vieira cercò in tutti i modi di sottoporsi a un trattamento di Actovegin, un prodotto vietato in Francia. Ma il medico si oppose. E il centrocampista, che ha sempre smentito questa versione, si vendicò facendolo licenziare. Con la benedizione di Domenech.

    Mondiale — Un Domenech incapace già nel 2008 di gestire lo spogliatoio, umiliato anche dal capitano Thuram che si rifiutò di giocare l’ultima partita dell’Europeo contro l’Italia perché non se la sentiva, appena due anni dopo la finale persa ai rigori. Una partita che vide Materazzi protagonista e che si dilettava ad insultare Zidane anche quando l'ex bianconero era a terra con una spalla lussata: “Non c’è nulla da fare medico di merda – urlava l’interista – il vecchio è morto”. “Eppure - racconta Paclet - eravamo convinti di farcela. Nel ritiro premondiale io, Zidane, Malekele, Barthez e Sagnol una sera ci fumammo una sigaretta e mi giurarono che quel Mondiale l’avrebbero vinto loro”.

    Alessandro Grandesso - gazzetta.it
     
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  2. f23zelk
     
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    Zidane che tralaltro nel 2006 sfoderò un Mondiale strepitoso fino alla testata a Materazzi.
    accostato all'Op a suo tempo...
     
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  3. thomasb.
     
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    Magari è tutto vero, però io diffido sempre di queste rivelazioni quando escono nelle biografie, soprattutto di gente a cui non frega niente nessuno; adesso qualche copia venderà, se no chi se lo comprava?
     
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  4. AndreasBike
     
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    Sembra si stia muovendo qualcosa anche in Italia nell'Anti-Doping, infatti una sentenza di pochi giorni fa ha dichiarato che il Passaporto Biologico è un documento Pubblico e pertanto anche i giornalisti possono rendere pubblici eventuali valori riscontrati fuori norma:
    http://sportagel.blogspot.com/2011/04/pubb...-biologico.html

    Inoltre si parla secondo me giustamente, di estendere il Passaporto Biologico a tutti gli sport! :welcome:
     
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  5. BeppuKlose³™
     
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    CLENBUTEROLO. 109 calciatori positivi al mondiale Under 17

    Il clenbuterolo continua a colpire. La Fifa ha infatti annunciato che 109 calciatori partecipanti al mondiale Under 16, che si è disputato in Messico tra giugno e luglio, sono risultati positivi all’anabolizzante incriminato e sempre per piccoolissime quantità. «Non è un problema di doping, ma di salute pubblica - ha spiegato il responsabile dei servizi medici della Fifa - visto che in Messico è permesso somministrare la sostanza agli animali da allevamento».
    Ricordiamo che nei giorni scorsi la Wada ha ritirato il ricorso presentato al Tas nei confronti di cinque calciatori della nazionale maggiore messicana risultati positivi anche loro al clenbuterolo.
    L’unico atleta a pagare resta incredibilmente Alessandro Colò, che nel frattempio si è laureato in ingegneria e ha accantonato la bicicletta: e se la inforcasse per presentare una richiesta di risarcimento danni al Coni?

    Tuttobiciweb.it
     
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  6. ManuelDevolder
     
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    CITAZIONE (BeppuKlose³™ @ 18/10/2011, 14:19) 
    Non è un problema di doping, ma di salute pubblica

    Noooo, un problema di salute :sisi:
    Infatti Contador non ha appena il Tour 2010 in ballo per questa sostanza, Colò non è stato squalificato, nel Calcio non è mai doping, ma precauzioni per la salute o ritardi dovuti al mister....
     
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  7. Abbasso La Squola
     
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    CITAZIONE (BeppuKlose³™ @ 18/10/2011, 14:19) 
    CLENBUTEROLO. 109 calciatori positivi al mondiale Under 17

    Il clenbuterolo continua a colpire. La Fifa ha infatti annunciato che 109 calciatori partecipanti al mondiale Under 16, che si è disputato in Messico tra giugno e luglio, sono risultati positivi all’anabolizzante incriminato e sempre per piccoolissime quantità. «Non è un problema di doping, ma di salute pubblica - ha spiegato il responsabile dei servizi medici della Fifa - visto che in Messico è permesso somministrare la sostanza agli animali da allevamento».
    Ricordiamo che nei giorni scorsi la Wada ha ritirato il ricorso presentato al Tas nei confronti di cinque calciatori della nazionale maggiore messicana risultati positivi anche loro al clenbuterolo.
    L’unico atleta a pagare resta incredibilmente Alessandro Colò, che nel frattempio si è laureato in ingegneria e ha accantonato la bicicletta: e se la inforcasse per presentare una richiesta di risarcimento danni al Coni?

    Tuttobiciweb.it

    Ma che vergogna... anche il futuro del calcio farà cagare, proprio come oggi.
     
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  8. BeppuKlose³™
     
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    DOPING. Basket, Spagna, testosterone sintetico e...
    Il direttore dell'agenzia lituana antidoping, Eva Stanikuniene, ha segnalato la presenza di due risultati anomali nei controlli antidoping effettuati durante gli ultimi Europei maschili di basket. I test in questione iguarderebbero un giocatore della Spagna campione d'Europa e un macedone.
    E' quanto riporta il quotidiano spagnolo As. Non si parla esplicitamente di casi di positivita' ma si fa riferimento a livelli anomali di testosterone. "Il caso passa ora alla Fiba Europa, che dovra' svolgere ulteriori test per sapere se la sostanza rilevata e' generata dal corpo o ha un'origine sintetica. Nel secondo caso -spiega Stanikuniene- dovra' considerarsi come doping".
    La Spagna ha centrato il bis nella rassegna continentale dopo aver perso una sola partita, nella prima fase del torneo, contro la Turchia. La Federbasket internazionale, interpellata da As, ha spiegato di non avere ricevuto nessuna comunicazione dall'agenzia antidoping lituana.
    ''Fiba Europa smentisce le voci dei mezzi di comunicazione''. La federbasket internazionale smentisce le ipotesi relative a due casi di doping negli Europei disputati a settembre in Lituania.
    ''La Fiba sara' la prima ad essere informata sulle positivita' all'Eurobasket 2011, un torneo passato agli atti come uno dei piu' limpidi'', dice l'organismo in una nota.
    Secondo il quotidiano lituano Lietuvos Rytas, i controlli antidoping avrebbero evidenziato due casi anomali per il livello di testosterone. La vicenda coinvolgerebbe un giocatore della Spagna campione d'Europa e uno della Macedonia.
    Tuttobiciweb.it
     
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  9. BeppuKlose³™
     
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    DOPING. Crasson segue Noah: a Napoli due flebo la settimana
    L'ex nazionale belga Bertrand Crasson ha detto che quando giocava a Napoli, tra il 1996 e il 1998, gli venivano praticate due fleboclisi alla settimana, in un'intervista trasmessa ieri sera dalla tv belga Rtbf e ripresa oggi da diversi media.
    L'ex difensore, oggi 40enne, reagiva alle recenti dichiarazioni-shock dell'ex tennista francese Yannick Noah sul doping nello sport spagnolo, lasciando intendere che in Italia la situazione non sarebbe migliore.
    ''C'erano molte flebo all'epoca e non si sapeva cosa contenessero'', ha dichiarato Cresson, 37 presenze in Nazionale, oggi agente di giocatori e commentatore tv. ''Mi facevano fleboclisi, due volte alla settimana. Mi dicevano che erano sali minerali, ma se poi erano altre cose...'', ha aggiunto. ''C'erano analisi delle urine ogni settimana ma e' un'ipocrisia... all'epoca c'erano certamente prodotti che non si riuscivano a scoprire nell'urina'', ha concluso Crasson.
    Sabato scorso, in un'intervista a Le Monde, Noah si era pronunciato in favore della legalizzazione del doping nello sport, affinche' ''tutti abbiano la pozione magica'', e aveva accusato gli spagnoli di ricorrervi.
    Tuttobiciweb.it
     
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  10. BidoneJack
     
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    Per come giocava Crasson e quel Napoli in generale direi che erano flebo di Montepulciano...
     
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    Il grande Napoli di Calderon, di cui ho pure la maglia :asd: Comunque c'è poco da dire se non sa cosa gli iniettavano, probabilmente cerca solo di farsi pubblicità e basta...
     
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  12. BidoneJack
     
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    L'ex medico del Napoli replica a Crasson «Macché doping, quelle flebo erano solo a base di fruttosio »

    NAPOLI - «Macchè doping, quelle fantomatiche flebo non erano altro che esafosfina il cui contenuto è fruttosio, cioè uno zucchero che somministravo anche ad altri calciatori ogni volta che intravedevo una necessità clinica».
    Dopo le dichiarazioni di Bertrand Crasson, ex nazionale belga in forza al Napoli tra il '96 e il '98 che in un'intervista trasmessa dalla tv belga Rtbf ha ricordato come durante la sua esperienza in maglia azzurra gli venissero praticate due flebo alla settimana, è il medico sociale del Napoli di quei tempi, il dottor Lino Russo, a replicare al calciatore.

    «Sono perplesso per le dichiarazioni fantasiose di Bertrand Crasson - afferma Russo - calciatore che ricordo con simpatia perchè molto rispettoso e di buona cultura: quelle fantomatiche flebo non erano altre che esafosfina il cui contenuto è fruttosio, cioè uno zucchero che somministravo anche ad altri calciatori ogni volta che intravedevo una necessità clinica. Per esempio dopo una gara in cui vi era stato un notevole dispendio energetico e di sudorazione».

    «Ciò veniva fatto alla luce del sole - spiega il dottor Russo - perchè sostanza consentita, uno zucchero che fa parte della farmacopea ufficiale. Inoltro sottolineo che i calciatori venivano sempre edotti di qualsiasi terapia proposta ed anzi erano parte attiva e consapevole del programma terapeutico, come è giusto che sia».

    Ma Crasson non ha parlato solo di flebo ma anche di un prelievo di urine: «Quel che riferisce Crasson sul prelievo settimanale delle urine non corrisponde assolutamente alla verità. Gli esami di sangue ed urine - ricorda l'ex medico sociale del Napoli - venivano praticati ogni volta che vi fosse un sospetto clinico per la salvaguardia della tutela sanitaria dei singoli calciatori e per gli interessi della società Sportiva Calcio Napoli che ho avuto l'onore di rappresentare per quasi un ventennio».

    «Infine - conclude Russo - preciso che il mio comportamento ha anticipato norme e regole per la tutela sanitaria delle attività sportive in seguito poi regolamentate con leggi ad hoc».

    ilmattino.it

    Per completezza di informazione credo vadano riportate queste dichiarazioni, però credo sia inutile discutere sulle basi di nulla, se certi dubbi Crasson se li fosse fatti venire prima magari avrebbe avuto senso, ma adesso sono parole buttate al vento alle quali il dottor Russo non poteva che rispondere come ha fatto, in buona o cattiva fede che sia
     
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  13. f23zelk
     
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    Noah contro il doping "Spagnoli, pozioni magiche?"

    L'ex tennista francese solleva sospetti sui successi dello sport iberico: "Sono caduti nella pentola della pozione magica di Asterix e Obelix. Per Contador stendono tappeti rossi, noi abbiamo sacrificato Virenque. Tanto vale liberalizzare l'uso delle sostanze vietate"

    PARIGI - Yannick Noah, ex stella del tennis francese, sciocca il mondo dello sport attaccando i successi della Spagna nelle diverse discipline, attribuendoli all'utilizzo di sostanze dopanti: "Quando giocavo io, eravamo davanti ai nostri amici spagnoli, anche nel calcio o sulle strade del Tour - scrive Noah sul quotidiano francese 'Le Mondè - Oggi invece corrono più veloci di noi, sono molto più forti e ci lasciano le briciole. Accanto a loro sembriamo dei nani. Ma cosa può essere successo? C'è una domanda che mi tormenta: come può un Paese dominare fino a questo punto il mondo dello sport da un giorno all'altro? Oggi lo sport sembra qualcosa di simile ad Asterix e Obelix alle Olimpiadi e loro sono caduti nella pentola. In questi ultimi anni, però, hanno forse esagerato con la pozione magica vista l'ecatombe di controlli positivi".

    "LONGO MASSACRATA AL PRIMO ERRORE" - L'ex tennista parla del recente episodio avvenuto durante i campionati europei di basket in Lituania, quando uno degli spagnoli campioni continentali ha fatto registrare un elevato tasso di testosterone, valore che la Federbasket iberica ha definito 'naturale': "Se fosse successo in Francia sono sicuro che sarebbe andata diversamente - continua Noah - Prendete l'esempio di Jeannie Longo: per 20 anni è stata celebrata e alla prima minima irregolarità rispetto alle norme antidoping la si uccide. Abbiamo sacrificato Virenque per farne un esempio e gli altri continuano a correre, i fortunati".

    "MEGLIO LIBERALIZZARE IL DOPING" - Il ciclismo è sempre ricco di esempi quando si parla di doping e Noah non esita a tirare in ballo l'Operacion Puerto e il dottor Fuentes: "La maggior parte dei suoi clienti è stata perdonata, forse perché lì lo sport ha un posto così importante nella società che i suoi eroi sono più protetti che in altri posti? - chiede in maniera provocatoria il vincitore del Roland Garros dell'83 - perché tirano fuori il tappeto rosso per Contador dopo che torna da una positività al Tour? Che cessi l'ipocrisia. Va bene rispettare la presunzione d'innocenza ma basta essere ingenui. La cosa migliore da fare è accettare il doping. E così tutto il mondo avrà la pozione magica". La reazione spagnola non si fa attendere e arriva da José Luis Saez, presidente della Federbasket, che ha annunciato l'intenzione di adire le vie legali, definendo Noah "irresponsabile e invidioso".

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    Il rovescio della medaglia - Noah accusa la Spagna di doping


    ven, 18 nov 17:54:00 2011

    L'ex tennista francese al quotidiano Le Monde esprime delle accuse pesanti nei confronti della nazione iberica. Calcio, tennis, basket, ciclismo, non risparmia nessuna disciplina il vincitore del Roland Garros 1983. Accuse che, per ora, nessuno in Francia sostiene

    Sono accuse gravi quelle rivolte dall'ex tennista Yannick Noah allo sport spagnolo e che in Francia nessuno per ora sostiene. Nell'occhio del ciclone i campioni iberici, che si tratti di tennis, calcio, ciclismo, qualsiasi disciplina sportiva, poco importa, Noah non fa differenze.

    "Oggi lo sport è un po' come Asterix alle Olimpiadi: impossibile dominare senza la pozione magica", ha dichiarato il vincitore del Roland Garros 1983 al quotidiano Le Monde. Un'espressione su cui non ci sono dubbi: la pozione magica è il doping che, secondo l'ex tennista francese, sarebbe una pratica diffusa in Spagna e la vera artefice dei successi iberici.

    "Se non hai la pozione magica è difficile vincere e allora basta con le ipocrisie - ha proseguito -. Accettiamo il doping, così tutti avrano la propria pozione magica".

    "Com'è possibile che una nazione possa dominare in questo modo dalla mattina alla sera - ha incalzato Noah -? Quando giocavo non apparivamo ridicoli di fronte agli spagnoli come accade, invece, ora nel calcio, nel basket o durante il Tour de France. Ora loro sono più robusti di noi, più veloci di noi e ci lasciano le briciole. Cosa ci manca ora?".

    Noah punta il dito contro le autorità spagnole che non hanno preso provvedimenti in occasione del caso Fuentes o, più recentemente, in occasione del caco Contador. "In Spagna sul caso Fuentese, il più grande scandalo della storia, è stato fatto silenzio - ha spiegato l'ex numero 3 del mondo -. I ciclisti spagnoli, clienti del dottore, l'hanno passata liscia. Forse perchè lì lo sport ha un ruolo talmente importante che i protagonisti sono maggiormenti protetti che altrove", ha concluso.

    ________________________________________

    In un'altra lunga intervista rilasciata al quotidiano Le Monde, Yannick Noah ritorna sulla polemica da lui sollevata sull'eventuale uso del doping nello sport spagnolo. Oltre a spiegare e chiarire le scottanti dichiarazioni espresse una settimana fa, l'ex giocatore francese si difende dalle accuse di aver assunto, in passato, prodotti dopanti, accuse che gli sono state rivolte da un ex arbitro del circuito: "Non mi sono mai rivolto a un medico o a chiunque altro per procurarmi dei prodotti. Ai miei tempi prendevamo tutti piccole cose, ad esempio prendevo dei cachets per dormire in aereo perché una volta arrivati bisognava pur giocare. Era una cosa irrilevante. Solo una volta, per pura ignoranza, ho fatto uso di un prodotto ufficialmente vietato: per quattro giorni ho preso il Di-Antalvic per lottare contro il dolore in quanto mi ero bruciato una gamba. Ero andato all'ospedale e mi avevano consigliato di prendere quel farmaco per calmare la bruciatura. Due anni dopo, mi sono reso conto che si trattava di un prodotto vietato. Sennò, sì, ho carburato in alcuni match con il caffè cognac! Dai, siamo seri. Per tutti i match che ho disputato, mi sono allenato come una bestia e tutti coloro che hanno lavorato con me lo sanno, gli allenatori e i miei avversari. Ma nel circuito, c'erano certi comportamenti che mi davano da pensare".
     
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  14. AlexXx 94
     
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    Bah, è vero che hanno un'idea del doping molto "simpatica" ma non penso tutto il loro successo sia dovuto a ciò, hanno comunque (parlo di calcio, ma non solo) cambiato mentalità e allenamenti, e già fa qualcosa.
     
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  15. ManuelDevolder
     
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    Scommesse, Doni in galera Con lui altri 16: c'è pure Sartor
    Operazione all'alba: in carcere Zamperini, Gervasoni e Carobbio. Secondo la procura di Cremona il vertice sarebbe a Singapore. Diverse le partite di serie B coinvolte dal 2009 al 2011, ma c'è anche la serie A. L'onda lunga dell'inchiesta sulle partite truccate legate al mondo delle scommesse ha vissuto all'alba di questo lunedì una pagina scioccante: manette per 17 persone, fra queste diversi calciatori. Su tutti spicca il nome di Cristiano Doni, già squalificato per 3 anni e 6 mesi dalla Giustizia Sportiva. Oltre all'ex capitano dell'Atalanta, al quale è stato fatto divieto di parlare col suo avvocato per 24 ore, ci sono altri calciatori, alcuni ancora in attività: gli uomini delle squadre mobili di Cremona, Brescia e Bologna e del Servizio centrale operativo della Polizia, dopo l'ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Cremona, hanno infatti portato in carcere anche Luigi Sartor (ex Parma, Vicenza, Inter e Roma) e Alessandro Zamperini (serie B, Lega Pro), Carlo Gervasoni del Piacenza (attualmente sospeso) e Filippo Carobbio dello Spezia. Il tutto è il frutto della seconda tranche dell'inchiesta della procura di Cremona "Last bet" che a giugno scorso aveva già portato in carcere 16 persone. I 17 in carcere devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e frode sportiva. Alle 10.30 è prevista una conferenza stampa nella questura di Cremona per offrire i particolari dell'operazione. Il vertice dell'organizzazione sarebbe a Singapore e le basi operative nell'Europa dell'Est: è la struttura transnazionale scoperta dalla polizia nell'ambito dell'indagine sul calcio scommesse. Secondo la procura di Cremona, al vertice c'era un certo Eng Tan Seet, detto Dan, che attraverso una rete di collaboratori a Singapore e in Europa dell'Est lavorava per alterare incontri nei campionati italiani e in altri paesi. Sarebbero diverse le partite alterate dei campionati 2009-2010 e 2010-2011 di serie B, secondo quanto accertato dalla polizia nell'ambito dell'indagine sul calcioscommesse. Fra queste tre dell'Atalanta, compresa la ormai famosa Atalanta-Piacenza che è costata il -6 ai bergamaschi nel campionato in corso. Le altre partite sarebbero Ascoli-Atalanta e Padova-Atalanta. All'inchiesta hanno partecipato anche le squadre mobili di Venezia, Bari e Lecce. Le puntate relative alle scommesse sulle partite combinate, hanno inoltre accertato gli investigatori, venivano effettuate su siti internet collocati prevalentemente in Asia e ritenuti più sicuri per evitare eventuali controlli sulle giocate.

    gazzettadellosport.it
     
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359 replies since 5/10/2007, 18:06   4937 views
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