Dichiarazioni di Ivano Fanini

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  1. xGarzox
     
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    La Stampa. Gavazzi: se sei bravo e non prendi nulla fai settimo

    Pierino Gavazzi, lei è il direttore sportivo dell'Amore & Vita-Mc Donald's, la squadra di Ivano Fanini. È vero che parlando col suo presidente, giorni fa, gli ha detto che i corridori che vogliono vincere il mondiale sono tornati dalla Vuelta una settimana prima per fare il “rifornimento”, che nel gergo ciclistico significa: assumere sostanze dopanti?
    “Guardi, facciamo chiarezza. Se il mio presidente mi fa una domanda, io gli dico le cose come stanno: e sono le cose che tutti, nell'ambiente, conoscono. Anche voi giornalisti. Di certo, non mi aspetto che Fanini, il giorno dopo, vada a raccontare quello che gli ho detto ai giornali. In questo senso mi sono sentito un po' tradito”.
    - Quindi: Fanini l'ha messa in mezzo, magari scorrettamente, ma non s'è inventato niente...
    “No. Ma ripeto, cerchi di capirmi; se il mio presidente mi chiede una cosa sul doping, gli do una risposta; se me la chiede un giornalista, mi spiace ma gliene do un'altra.”.
    - Chiariamo una volta per tutte. Quando un addetto ai lavori, come lei, dice che un corridore va a fare il “rifornimento”, significa che va a mangiarsi un panino alla marmellata oppure che va ad assumere farmaci illeciti?
    “Su, lo sanno tutti cosa significa, anche voi giornalisti. E comunque il corridore in tutta questa situazione è il meno colpevole: è il ciclismo che lo porta a fare questo. Se vuoi vincere il Giro, o almeno provarci, non puoi farlo a pane e acqua; e se vuoi vincere la Roubaix, o almeno provarci, non puoi farlo a pane e acqua. È impossibile farsi largo in queste corse senza... come dire: aiutarsi. E comunque: perché devo essere io a dire cosa succede nel mondo in cui tutti viviamo? Tutti hanno gli occhi per vedere: voi giornalisti per primi. E se lo vuole sapere, secondo me anche Fanini sbaglia. Prima di tutto, dicendo queste cose danneggia la squadra perché tutti, poi, in corsa ti giocano contro. E poi, sbaglia perché da solo non può fare niente. Io gliel'ho detto: Ivano, dovresti convincere gli ex corridori famosi, i Moser e i Saronni e compagnia bella, che hanno figli che vanno in bicicletta, a portare avanti la battaglia tutti assieme. Così da solo è una causa persa”.
    - In realtà non ce ne sono molti disposti a seguirlo. Anzi, per il mondo del ciclismo Fanini è una specie di appestato...
    “Non so come dire: Fanini ha ragione ma deve capire che il ciclismo è sempre stato così. Un ragazzo che vuole farsi strada contando solo sulle sue forze, se va bene in una corsa può arrivare settimo o ottavo. A patto di essere bravo”.
    - Rispetto ai suoi tempi cos'è cambiato?
    “Tutto, direi. Quello era un ciclismo diverso. Moser e Saronni correvano da febbraio a ottobre, dal Laigueglia al Lombardia, e prima del Giro d'Italia facevano il Giro di Romandia: non c'era tempo per tante diavolerie, anche se tutti, io per primo, cercavamo di aiutarci. Poi magari vedevi altre cose. Per esempio, che al Giro era tutto preparato perché vincessero Moser e Saronni: non c'erano avversari, non c'erano salite, dopo 2 tappe ti accorgevi che mezzo gruppo era comprato. Però era diverso. Oggi leggo che Armstrong vuole tornare a correre per vincere un altro Tour. Ebbene, lui è il classico esempio di corridore che dimostra cos'è necessario fare, oggi, per vincere una corsa importante: nascondersi 6 mesi per essere il più forte di tutti il giorno, o il mese, che conta. Una stagione che dura in tutto 3 settimane”.

    da La Stampa del 25 settembre 2008
    a firma Paolo Ziliani
     
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  2. xGarzox
     
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    Fanini è pronto: ma perché nessuno mi querela?

    Fanini replica con una nota ad alcune critiche arrivate dopo le sue dichiarazioni rilasciate al programma «Lunedì Gol» in onda su Canale Italia, all’articolo a firma Paolo Ziliani, pubblicato su «La Stampa» dell'altro ieri e a quanto detto e commentato su «Radio 24».
    A coloro che mi criticano e minacciano denunce e querele voglio solo dire: fareste correre i vostri figli nel ciclismo con il sistema che c’è in questi ultimi 20 anni e pensando che negli ultimi 10 sono già morti oltre 100 ragazzi dai 20 ai 35 anni?
    Questo numero è solo dei morti che si sono venuti a sapere e tutto questo per i veleni che sono obbligati ad assumere solo per finire le gare. E’ ciò succede quasi in tutti gli sport per non parlare del calcio dove manca uno come me che non ha paura di denunciare i fatti che succedono. Dopo di me aveva cominciato Zeman ma l’hanno fermato subito perché nel calcio il business è ancora più grande, i morti sono tanti ed il marcio profondo che c’è va nascosto.
    Riguardo al mio ds Pierino Gavazzi, mi ha confermato esattamente quanto ho dichiarato cioè che i corridori vanno a fare rifornimento di epo. E’ tutto registrato. La verità è che Gavazzi deve salvare il suo lavoro e suo figlio che vince nei professionisti. Pertanto ai giornalisti ha solo detto che si sono ritirati dalla Vuelta per fare rifornimento. In ogni caso ciò che mi ha riferito Gavazzi non è una novità. Che lui confermi o smentisca quanto ha dichiarato poco importa perché i comportamenti che attuano i corridori oggi li conoscono tutti e da molti anni.
    Riguardo a Forconi, con i suoi primi 11 anni di professionismo al minimo di stipendio di certo non poteva ristrutturare il casolare agricolo del nonno in una villa con tre appartamenti un parco enorme completo di uliveti e vigneti da rimanere incantati e dal valore di oltre un milione di euro. Tanto più se si pensa - come ha dichiarato – che smenava tanti soldi quando correva con me (a comprarsi “le cure” che ovviamente io non gli passavo). Visto che ha negato allora gli rinfresco la memoria aggiungendo che lo scambio delle provette me lo venne a raccontare il giorno dopo l’accaduto nel mio ufficio in presenza dell’allora nostro ds Oris Salvestrini (che lo accompagnava) e di altre persone. A seguito della mia inevitabile denuncia pochi giorni dopo la sua squadra lo sistemò con un notevole “risarcimento danni”. E così da un rapporto paterno (era orfano di padre) che durava da sei anni, avevo completamente perso di vista fino a marzo di quest’anno durante una gara di dilettanti a Pisa. In questa occasione mi vide, mi venne subito incontro e non potè fare a meno di rinnovare i ringraziamenti per averlo fatto passare professionista. Nel parlare mi confermò pure sorridendo che grazie alla mia denuncia dello scambio di provette gli piovve subito addosso una fortuna e che prima era uno sconosciuto. Riguardo alla minaccia di querele contro di me che ho letto sui giornali, ben vengano. E’ quello che cerco perché così i giudici che valuteranno subito le denunce metteranno in moto delle indagini che porteranno ad accertare tutta la verità su casi che sono rimasti ancora in ombra o quelli che sono finiti in una bolla di sapone. Chi ha sbagliato deve pagare e ricordo (per chi ancora non lo sapesse) che io non parlo perché non ho niente da perdere ma anzi, sono uno che ha molto da perdere. Finché non verranno penalizzati come meritano quei corridori, dirigenti e coloro che lavorano a favore del doping, io non smetto di parlare e di denunciare. Con questo mi riferisco Amedeo Colombo, presidente dell’assocorridori e presidente dei mondiali di Varese. Questi afferma oggi sulla Gazzetta che ho affiliato la squadra in Polonia per non pagare contributi e tasse. Questi motivi possono essere fondati per squadroni che girano miliardi e che hanno la gestione all’estero. Quasi tutte le squadre italiane hanno l’affiliazione e la gestione all’estero. E poi la nostra è una piccola squadra e con i nostri budget ha poco senso. Invece l’ho fatto per poter parlare ed allo stesso tempo evitare sanzioni su di me e sul team come avveniva 15 anni fa quando ero affiliato F.C.I. Questo dimostra che in Italia se qualcuno parla, si è abituati a colpire anche i corridori ed il team che non hanno alcuna colpa. Questo modo di fare insieme al boicottaggio ingiustificato di organizzatori come Larciano e Peccioli, sanno di vendetta trasversale. E’ questo il motivo per cui ho giurato di non voler aver più niente a che fare con i dirigenti italiani. Amo troppo il mio mondo e sono disposto a tutto per non vedere sprofondare il ciclismo ma allo stesso tempo non è giusto che per me debbano pagare dei ragazzi che fanno solo il proprio lavoro. Invece di attaccarmi, i principali dirigenti italiani si sforzino a fare pulizia con pesanti squalifiche anche a vita e controlli a sorpresa in qualsiasi periodo della stagione perché i casi scoperti dall’UCI e dalla Francia hanno dimostrato che più che mai l’antidoping al Giro d’Italia è una buffonata.
    In una telefonata ricevuta oggi dal suo braccio destro Busnelli, Colombo ha chiesto di potermi incontrare. Spero di fare questo incontro presto ed insieme anche a Cerato, Presidente della Lega, a Renato di Rocco, Presidente F.C.I. e magari insieme a Bettini, ancora campione del mondo ma questa volta con l’intento di far cambiare vita al ciclismo italiano con la speranza che il resto del mondo segua l’esempio e si possa salvare questo sport.

    P.S. Parere di tuttobiciweb.it: invece di inviare smentite a «La Stampa» e cercare inutili quanti patetici incontri con il signor Fanini, perché tutte queste persone che si ritengono danneggiate e infamate non decidono di adire alle vie legali?

    tuttobici web.it
     
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  3. illip
     
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    Fanini susa ma stai stancando tante parole e pochi fatti.

    Smettiamola di parlare di complotti nei propri confronti quando si è in difficoltà e per ragioni tecniche, legali, sportive non si è coinvolti nelle corse che contano.

    Se veramente ci sono le cose che si denunciano ormai quotidianamente perchè non gioca d'anticipo e si presenta nella procura della repubblica più vicina a casa sua e sporge denuncia con prove e nomi delle cose che dice?

    Scusate lo sfogo ma veramente non se ne può più di illazioni, sospetti, complotti senza prove documentate o denunce?

    Sul commento di tuttobiciweb girerei come detto prima la palla a fanini dicendo che se ha il coraggio faccia lei la prima mossa legale.
     
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    ACCPI: Colombo ha scritto al direttore de La Stampa
    In una lettera indirizzata quest’oggi al direttore de La Stampa Giulio Anselmi, il presidente dell’Assocorridori Amedeo Colombo, con riferimento alla recente intervista a Ivano Fanini pubblicata dal quotidiano, lamenta che si sia dato voce ad accuse grossolane e superficiali ai danni del movimento ciclistico.
    Il presidente Colombo ricorda che è doveroso comunicare anche quanto di buono è stato fatto e si sta facendo per combattere il doping nel ciclismo. Una lotta che ha visto in prima fila i corridori stessi: «[…] Perché non sottolineare che sono stati proprio i corridori professionisti italiani, tramite il loro sindacato (di cui ho l’onore di essere Presidente) a chiedere la squalifica a vita per chi dovesse essere trovato positivo e per tutti quei soggetti che indirizzano gli atleti al doping? […]» scrive Colombo, fermamente convinto che «[…] nel ciclismo ci sono persone e, in particolare, atleti onesti che sono seriamente determinati a riscattare l’immagine di questo sport […]».
    La lettera si conclude con l’invito al direttore della testata a partecipare ai Campionati del mondo di ciclismo attualmente in corso a Varese: in quello che in questi giorni è il cuore del ciclismo internazionale è tangibile, infatti, l’orgoglio e la passione di quanti credono in un movimento ben diverso da quello descritto da Ivano Fanini.

    Ecco il testo integrale della lettera che Amedeo Colombo, presidente dell'ACCPI, ha scritto al direttore de La Stampa dopo l'intervista concessa da Ivano Fanini.

    Gentile Direttore,
    Le scrivo in merito all’intervista ad Ivano Fanini pubblicata sul suo giornale in data 22 c.m a firma di Paolo Ziliani.
    Spiace francamente che un giornale serio e autorevole come il suo dia spazio a certe accuse grossolane e superficiali.
    Si è vero, lo sappiamo tutti, in questi ultimi anni il ciclismo si è macchiato parecchie, troppe, volte di episodi di doping. Sparare però nel mucchio, dicendo che chiunque vincerà la corsa è comunque dopato è un’affermazione che nuoce non solo ai corridori, ma anche agli stessi lettori del suo giornale che ne traggono un’informazione errata e distorta.
    Fanini, e con lui il giornalista che lo intervista, dimenticano di rilevare tutto quello che di buono è stato fatto in questi ultimi anni per combattere questa piaga. Se Fanini infatti può far dei nomi è solo perché i controlli funzionano. Se di doping nel ciclismo se ne parla, è proprio perché lo si sta combattendo seriamente. E non si dica - per piacere - che Riccò e/o Sella sono corridori di secondo profilo, visto che erano le punte delle loro rispettive squadre!
    E allora perché non dirlo? Perché non ricordare che i controlli sono efficaci?
    E ancora perché non sottolineare che sono stati proprio i corridori professionisti italiani, tramite il loro sindacato (di cui ho l’onore di essere il Presidente), a chiedere la squalifica a vita per chi dovesse essere trovato positivo, nonché per tutti quei soggetti che indirizzano gli atleti al doping?
    Le chiedo: la vera notizia da pubblicare non era e non è forse questa?
    Caro Direttore, nel ciclismo ci sono anche persone e, in particolare, atleti onesti che sono seriamente determinati a riscattare l’immagine di questo sport.
    Mi farebbe molto piacere ospitare Lei ed il suo giornalista Ziliani a Varese durante i Campionati del Mondo. Avrete così l’occasione di assistere al più importante evento ciclistico mondiale, organizzato con grande sforzo, orgoglio ed entusiasmo da una città italiana.
    Non solo. Avrete altresì la possibilità di parlare ed intervistare direttamente i corridori, i tecnici, i medici, i dirigenti federali, gli ispettori antidoping.
    Sono convinto che l’impressione che ne trarrete sarà quella di un movimento e di uno sport ben diverso da quello descritto da Ivano Fanini.
    Nel frattempo, non mi resta che auspicare che la sua testata manifesti per il ciclismo lo stesso rigore giornalistico che abitualmente serba in tutti gli altri ambiti, senza fossilizzarsi acriticamente, come è avvenuto nel caso suddetto, sulle sole parole non del tutto disinteressate di un dirigente di un team ciclistico di secondo livello.
    Cordialmente.

    Amedeo Colombo
    Presidente Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani

    tuttobiciweb.it
     
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    Fanini scatenato attacca anche Bettini: «Conosce in anticipo i controlli»
    Non si placa il cilclone. Il patron dell'Amore&Vita, Ivano Fanini, stavolta attacca Paolo Bettini: «sa in anticipo come i corridori più importanti, quando ci sono i controlli. Perché c'é qualcuno che evidentemente li informa, se al termine di una corsa ci sarà o non ci sarà l'antidoping. Per esempio, al Gran Premio Industria e Commercio di Prato del 2007, in molti sapevano che non ci sarebbe stato antidoping: in questi casi, chiunque in corsa si può divertire».
    A Bettini, sostiene, «capita spesso, in corsa, di avvisare le squadre che la sera, o la mattina dopo, saranno sottoposte ai cosiddetti “controlli a sorpresa”: come successo alla Settimana di Coppi&Bartali 2006, quando Bettini avvisò tra gli altri anche la mia squadra. Guarda caso i team allertati vennero effettivamente sottoposti a “controllo a sorpresa'' e i corridori a rischio ebbero tutto il tempo di lavare il sangue e di abbassarsi i valori».
    Le nuove dichiarazioni di Fanini sono la replica ad una intervista rilasciata dallo stesso Bettini. «Leggo su La Stampa di oggi - spiega Fanini - che Bettini a proposito delle mie accuse in tema di doping commenta: “Ciò che Fanini dice è acqua fresca rispetto a ciò che mi ha fatto in passato”. Che cos'avrei fatto, dunque, a Bettini? Lo racconto. Un anno fa Angelo Zomegnan, il direttore del Giro, escluse la mia squadra, l'Amore & Vita-Mc Donald's, dalla corsa “Eroica”. Mi rivolsi allora a Bettini, come corridore italiano più rappresentativo, perché intercedesse presso Zomegnan per evitarmi questo ennesimo sopruso: e per ottenere la sua collaborazione lo minacciai di raccontare quel che sapevo di lui. Comunque, in bocca al lupo a Bettini. Come ha detto nell'intervista: “Per vincere il terzo mondiale, ho fatto tutto quello che serviva”. Su questo non ho il minimo dubbio».

    PS - (m.bol.) Da cronisti registriamo e pubblichiamo tra mille perplessità e trasecolando anche questa gravissima ed incredibile accusa, se tutto corrispondesse alla realtà. Ma perché il sig. Ivano Fanini invece di dialogare sempre con le agenzie, a questo punto compiacenti, che da anni gli danno credito a senso unico (questo è il vero scandalo!) senza verificare quanto dichiarato, violando palesemente la legge, non si reca volontariamente da qualche giudice o procuratore (uno a caso, Ettore Torri) a denunciare quanto presume di sapere, senza dover sempre infangare ogni volta tutto e tutti?
    E poi, essendo un operatore del settore e da una vita patron di formazioni ciclistiche di ogni livello, che interesse ne può mai ricavare ad infamare l’ambiente ciclistico dove opera e che dice di amare profondamente? Francamente non lo capiamo!

    ciclonews


    Basta... Fanini basta...
     
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  6. illip
     
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    Ora Fanini sta toccando il fondo e la Stampa dovrebbe molto accorta ha seguire i ragionamenti contorti.

    Fanini è in difficoltà ad allestire la squadra e sta usando questo pretesto per scaricare le colpe a fantomatici complotti che lo vorrebbero allontanare.



    Fanini sempre predicato bene e razzolato male.

    Mi sorge una domanda ma il moralista Fanini che si vanta di avere un parco auto fatto di ferrari e lamborghini ha paura di non mantenere più lo stile di vita di mangiasoldi.
     
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    Una dura denuncia de L'Unità
    Il ciclismo non sta attraversando uno dei suoi momenti migliori. Diciamo che in questi ultimi tre anni ha forse mostrato il volto peggiore di se, ma essendo degli inguiaribili ottimisti vogliamo anche pensare che qualcosa sta cambiando e che in questi tre anni tutto il movimento si è messo a nudo e qualcosa si sta muovendo. C'è ancora molto da fare, da lavorare, da «rimuovere», nelle coscienze di chi questo sport lo pratica, lo organizza e lo promuove. C'è ancora molto da fare ed è per questo che vi proponiamo un'articolo uscito l'8 ottobre scorso su L'Unità. A parlare è ancora una volta «il grillo parlante» Ivano Fanini.

    «Il ciclismo deve essere fermato. Io denuncio e continuerò a denunciare il doping perché amo questo sport e non ho paura di nessuno, nonostante abbia tanto da perdere, anche perché non c’è una volta che quello che ho detto non sia poi accaduto e se è successo ho le spiegazioni».

    Parole e pensieri di Ivano Fanini, 57 anni, un bel po’ spesi a fare la Cassandra sul doping nel mondo del ciclismo. Il presidente dell’«Amore & Vita» non ha mai smesso di denunciare questa piaga. Anzi, di recente ha dichiarato che di doping si muore.

    Fanini, ha anche le prove di quello che afferma?
    «Un centinaio di morti tra i professionisti e altrettanti tra i cicloamatori, spesso dimenticati, mi sembra che possano bastare. Guardi che ne farei a meno di andare in giro a denunciare cose e persone se il mondo del ciclismo fosse pulito. Io dico la verità e sfido chiunque a denunciarmi, a querelarmi, così i giudici potranno indagare in profondità ciò di cui vado parlando da circa dieci anni. Denunciatemi, non aspetto altro, cosa posso fare di più! Ho scelto di lottare contro il doping e finché avrò fiato lo farò nei modi e nei tempi che reputo opportuni».

    Sei suoi ragazzi sono scomparsi negli ultimi anni, ha ricordato Fois, Cox e Galletti, ma gli altri tre chi sono?
    «Delben è stato trovato morto nel letto dalla moglie, in viaggio di nozze. Ramacciotti è deceduto mentre giocava a tennis, si è chinato per raccogliere una pallina e non si è più rialzato. L’ultimo è un dilettante, il cui nome, non so perché, non vogliono che si sappia: se n’è andato mentre giocava a calcetto. Correva nella nostra squadra all’inizio degli anni ’90. È morto qualche anno dopo...».

    Anche Piepoli sembra aver commesso l’errore di Riccò…
    «Logico. Che anche lui fosse dopato per me non è una sorpresa, ha preso meno roba e ci è voluto di più per trovarla, tutto qua. Ma quando l’anno scorso lo hanno beccato con i certificati fasulli perché non sono intervenuti? Perché non lo hanno squalificato? Come Riccò, mi dispiace ma andrebbe radiato, non è la prima volta che lo beccano con i valori sballati e ha solo 23 anni. Ora tanti giornalisti stanno prendendo le sue difese per fargli dare una squalifica più leggera e questa è una vergogna: se ha collaborato è soltanto perché lo hanno preso con le mani nel sacco, altrimenti avrebbe continuato a stare nell’omertà e a prendere in giro tutti».

    La maggior parte dei ciclisti fanno gli struzzi finché non cadono nella rete.
    «Sono consigliati male, gli dicono di restare omertosi, al massimo si beccano due anni, poi faranno appello. Cercano di uscirne con il minor danno possibile, i soldi non gli mancano e il sistema continuerà a premiarli».

    Molte delle sue accuse sono circostanziate con tanto di nomi e cognomi: secondo lei perché nessuno la querela?
    «Pantani disse che mi avrebbe querelato ma non l’ha fatto. Bettini potrebbe sempre farlo, ma sono sereno perché in vita mia non ho mai raccontato bugie. Io ho due amori, la famiglia e il ciclismo, e in entrambi questi ambiti ho sempre improntato il mio comportamento alla correttezza e alla trasparenza. Da quando ho iniziato a denunciare tutto e tutti la mia squadra vince pochissime gare di un giorno, se accade è per sola fortuna o perché ho dei talenti naturali sia in volata che in salita. Eppure avrei sponsor come la McDonald’s e capacità per fare uno squadrone imbattibile, ma ho deciso di fare la guerra al doping».

    Tra i pro circola il Cera: e tra i dilettanti e i ragazzi?
    «L’Epo lo prendono tutti o quasi. Juniores, Dilettanti o donne che siano, hanno valori tra 48 e 51, quando per i carichi di lavoro che fanno dovrebbero avere 38-41 di ematocrito, ma se glielo chiedi negano di usarlo»... OMISSIS (Domanda su un'affermazione fatta da Amedeo Colombo ma attribuita a Renato Di Rocco: quindi inesatta).

    Chi è Armstrong riletto oggi?
    «Un corridore avanti di vent’anni su tutto ciò che è doping, mentre i nostri lo sono, ma solo di dieci. Se al Giro d’Italia e al Mondiale non hanno ancora beccato nessuno è solo perché i controlli non hanno funzionato, in Francia li stanno perfezionando, ma da noi si prende solo in giro la gente. Com’è possibile che dei corridori vadano forti come le moto? Se fosse vero avremmo dei fenomeni».

    Cosa si può e si dovrebbe fare?
    «Inasprire le pene. Se io squalifico un corridore cinque anni, quattro se collabora, poi alla seconda lo squalifico a vita, così come il suo ds o team manager che sia, vedresti come cambierebbero le cose. Ma evidentemente non si vogliono cambiare. La Milram, per esempio, ha cacciato Stanga, gli ha dato dei soldi per stare fuori: perché l’Uci e la Federazione non hanno fatto niente? Perché non sono intervenuti?».

    Lei ha detto che i ciclisti pizzicati quando smettono di correre da dopati si danno ad altre dipendenze, come la cocaina. È più facile credere, però, che questa ci sia stata anche prima: cosa ne pensa?
    «Penso che molti atleti professionisti, non solo nel ciclismo, facciano uso di cocaina, donne, feste e cavolate del genere. Poi c’è l’aspetto della depressione, del campione che è lasciato solo e diventa facile preda di queste porcherie. Adesso va molto di moda anche il viagra, quasi tutti i ciclisti ne fanno uso per nascondere altro».

    Di fronte a tutto questo perché non andarsene?
    «Perché posso aiutare qualcuno a smettere di correre e a collaborare con i Nas, come ho già fatto con quattro-cinque. Ancora oggi mi ringraziano per averli tolti da una brutta situazione».

    da L'Unità dell'8 ottobre 2008 a firma Francesco Caremani


    CITAZIONE
    Molte delle sue accuse sono circostanziate con tanto di nomi e cognomi: secondo lei perché nessuno la querela?
    «Pantani disse che mi avrebbe querelato ma non l’ha fatto. Bettini potrebbe sempre farlo, ma sono sereno perché in vita mia non ho mai raccontato bugie.

    Infatti dico... xchè nessuno lo denuncia?! Proprio nn lo capisco... è l'unica cosa che nn mi torna...

    CITAZIONE
    Eppure avrei sponsor come la McDonald’s e capacità per fare uno squadrone imbattibile

    Sì vabbè... ma che cazzo dici... lui cm sponsor ha McDonald's Toscana... ben diversa la cosa...

    CITAZIONE
    Inasprire le pene. Se io squalifico un corridore cinque anni, quattro se collabora, poi alla seconda lo squalifico a vita, così come il suo ds o team manager che sia, vedresti come cambierebbero le cose

    D'accordo... :sisi:
     
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  8. illip
     
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    Torno a rsprimere il mio disappunto a queste ennesime dichiarazioni fatte da Fanini.

    Vanta tra i suoi corridori un alto numero di casi di doping e ora, sul lastrico, cerca di sparare merda su uno sport che lui stesso, per sua ammissione, ha contribuito a farlo sprofondare nella piaga del doping.

    Smetta di cercare una guerra atta solo ad ottenere un puro interesse personale se veramente tiene a questo sport apra gli occhi e cominci a lodare i grossi sforzi fatti, sicuramente non da lui, per incrementare la ricerca e i controlli.

    La domanda nasce spontanea: come mai prima dice il ciclismo va fermato e nella stessa intervista dice che però che non vuol chiudere l'attivita?

    Le due cose stridono e non poco non credete? Comunque la risposta è semplice i soldi che prende punto e basta, in quanto la mano la potrebbe tranquillamente dare prendendo il ruolo di delegato federale.
     
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  9. xGarzox
     
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    Fanini duro con Armstrong: «Ecco perché non va al Tour...»

    «Armstrong sa che non riuscirà mai ad andare al Tour de France perchè lo rivolteranno come un calzino e allora si è orientato sul Giro, perchè lì si può fare ciò che uno vuole».
    E' il parere di Ivano Fanini, patron dell'Amore e Vita, sull'annuncio di Lance Armstrong di partecipare al Giro del centenario, il prossimo anno. Per Fanini il Giro di quest'anno è su misura per il texano, viste le assenze forzate di alcuni dei maggiori candidati alla
    vittoria come Piepoli, Riccò e Sella. «Quest'anno, se occorreva, lo dimostrano i fatti - conclude Fanini - E' tutto ok».

    tuttobici web.it
     
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  10. illip
     
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    Fanini=Patetico

    Che il texano non sia simpatico e ci sono da anni sospetti è risaputo, però sarebbe anche ora che Fanini la smettesse di parlare per luoghi comuni, con sparate del cazzo, con illazzioni, ma come mai parla tanto e non porta prove, fatti, nomi.

    Sui controlli al giro 2008 sappiamo tutti bene le lacune, ma come diavolo fa a sostenere che vince in base alle assenze di 3 corridori che hanno vinto barando?
     
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  11. riccarduz
     
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    Fanini: trovero sponsor per fare indagini retroattive sul Cera
    Fanini: sono disposto a trovare una cordata di sponsor per recuperare i fondi necessari a controllare i corridori

    Nella sua tenace battaglia contro il doping, Ivan Fanini lancia una provocazione davvero… provocante: «Qualche giorno fa ho scritto personalmente al presidente dell’UCI McQuaid per complimentarmi sulla decisione presa di squalificare immediatamente per quattro anni chiunque venga trovato positivo al doping alla prima infrazione. Questa soddisfazione, che tuttavia rimane, oggi viene prevalsa dalla delusione nel leggere la notizia che l’UCI è contraria a fare i test retroattivi a caccia del Cera. E’ inspiegabile che la federazione internazionale di ciclismo dica no a questi nuovi test. La motivazione che è stata data è assurda, disarmante. Se vogliamo migliorare le cose davvero e guardare al futuro come dice McQuaid, dobbiamo partire dal fondo, andare alla radice del problema, estirpare il marcio che purtroppo tutti sanno che c’è e poi andare avanti. Non si può chiudere gli occhi, fare di tutt’erba un fascio, soltanto perché così è più comodo per il business e ripartire senza fare chiarezza. Se ci sono altre positività a questo prodotto è giusto che vengano rese note, proprio come è giusto che vengano analizzati i campioni prelevati al Giro e alla Vuelta, almeno quelli del podio. E’ inutile che il presidente sostenga la teoria che questi forse non sono stati conservati in maniera corretta: questa è una presa in giro perché McQuaid sa benissimo che la Wada conserva le provette ben 5 anni e che sono perfettamente analizzabili, ma forse ha paura che le analisi portino ad una positività certa di tutti gli atleti testati. E’ assurdo pensare che in Francia si cerca di smascherare l’imbroglio di Armstrong al Tour ’99 e non chi ha usato ora la Cera, il prodotto più potente e vincente degli ultimi tempi, che tra l’altro ha costretto molti atleti a cessare prematuramente la carriera per paura di essere beccati. Io non credo che passare al settaccio questi campioni sarebbe improduttivo, anzi servirebbe moltissimo, smaschererebbe altri corridori che hanno barato e aiuterebbe a ripartire da zero. Secondo me infatti quello di riesaminare tutto rappresenta oggi l’unico mezzo a nostra disposizione per salvare il ciclismo, soprattutto anche agli occhi della gente nei confronti della quale rmai abbiamo perso credibilità».
    E ancora: «E’ necessario guardare in faccia la realtà, cercare di salvare quello che ancora può essere salvato, quindi l’UCI deve una volta per tutte uscire dall’omertà e rimboccarsi le maniche per fare piazza pulita. Se McQuaid non vuole veramente che il ciclismo diventi un parodia, in collaborazione con gli organizzatori delle grandi corse, non può fare dietro front e evitare di rifare i test perché ciò equivale ad ammettere di avere paura che tutti siano positivi e così tutti i podi dei grandi giri, come gli ordini di arrivo subirebbero un clamoroso capovolgimento. Sicuramente si creerebbe il caos, me ne rendo conto, tuttavia sarebbe costruttivo per ripulire il ciclismo e dare la possibilità a quegli atleti, battuti, che magari non hanno fatto uso di Cera, di essere premiati. Anche se su coloro che non vengono beccati, per me restano comunque dubbi… Propongo che quelle squadre e quegli atleti che ora festeggiano le vittorie nei grandi giri e sostengono di averle ottenute in modo pulito, chiedano all’UCI di effettuare i test per dimostrare al mondo la loro trasparenza e la veridicità delle loro prestazioni. E lo stesso lo dovrebbero fare le squadre ed i ciclisti battuti: questi ultimi, se qualcuno risulterà positivo, avranno la soddisfazione di veder ribaltato il risultato a loro favore. Non è accettabile sentirsi dire dall’UCI che la spesa non vale l’impresa perché dobbiamo essere disposti a tutto pur di ottenere chiarezza. Io mi appello a tutti quelli che predicano che il loro è un ciclismo pulito, ora hanno la possibilità di dimostrarlo e fare veramente qualcosa di concreto per questo sport. Se l’UCI, pur avendo le risorse economiche per fare qualsiasi operazione antidoping, non ritiene opportuno fare controlli retroattivi sul Cera - almeno sugli atleti del podio iridato e dei tre grandi giri 2007, nonché del mondiale, Olimpiadi, Giro e Vuelta 2008 - allora faccio appello a McQuaid per avere l’autorizzazione a esaminare le provette e se mi farà sapere quanto costa fare questi controlli, troverò subito una cordata di sponsor per recuperare i fondi necessari».


    tuttobiciweb.it

    bene...
     
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  12. Alex®89™
     
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    è un pò logorroico st'omo :asd:
     
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  13. Carles Puyol
     
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    Fanini non rompere più il cazzo e stai bono!
     
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  14.  
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    CITAZIONE (Carles Puyol @ 23/10/2008, 16:23)
    Fanini non rompere più il cazzo e stai bono!

    ce qualcuno che ha strizza qui... :rolleyes:

    io spero che esaminino fino all'ultima provetta di tutti... giro tour, vuelta TUTTO !
     
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  15. Carles Puyol
     
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    User deleted


    Io penso che il ciclismo debba esse lasciato in pace...siete sicuri che altri dopati vi farebbero piacere? A me no...chiunque esso sia! (da contador a vansevenant)

    Lasciamo perde il vecchio e pensiamo al nuovo...
     
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61 replies since 24/8/2007, 19:07   1206 views
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