15° Tappa: Arabba - Passo Fedaia

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Vince™
     
    .

    User deleted


    15° Tappa
    Arabba - Passo Fedaia



    PRESENTAZIONE DELLA TAPPA

    Questo potrebbe essere lo slogan della frazione più impegnativa del Giro 2008, ancor più tosta rispetto a quella che, al penultimo giorno di gara, menerà la carovana su per i picchi del Gavia e del Mortirolo. Frazioni del genere appongono addosso ai corridori uno stato d’agitazione perché è qui che si farà il Giro, è su questi percorsi che i grandi campioni del ciclismo del pedale hanno scritto storiche pagine agonistiche. Anche i tifosi saranno contagiati, ritrovandosi apposta una strana senzazione, una voglia d’esserci, non solo per applaudire i propri beniamini, ma anche per condividerne le sofferenze. Per molti di loro la condivisione sarà totale, poichè il giorno precedente andrà in scena la prima edizione della “Tappa della Leggenda”, gara amatoriale derivata dalla Medio Fondo "Giro d’Italia-Dolomiti Stars” e che riproporrà i fasti della transalpina “Étape du Tour”: in pratica, anche i comuni mortali avranno la possibilità di cimentarsi, su strade appositamente chiuse al traffico, nella Arabba – Passo Fedaia / Marmolada, sette salite da superare in 153 Km. Distanza a parte, questo è un vero e proprio tappone come Dio comanda. O meglio come Torriani comandava e disegnava, con salite non raggruppate nel finale, ma disseminate lungo l’intero tracciato, fin dai chilometri iniziali. Percorsi del genere spesso non incontrano i consensi dei corridori, in particolar modo dei velocisti: una grossa salita piazzata in partenza, come accadrà col Pordoi, è totalmente inutile e sembra messa lì per costringere gli sprinter a stringere i denti fin dai primi chilometri e fare una fatica bestiale per rimanere in corsa e non andare fuori tempo massimo. Ma tappe così disegnate, se inserite “una tantum”, ci stanno bene e rendono ancor più completo il percorso del Giro, che deve proporre frazione d’ogni sorta.
    Si partirà da Arabba, uno dei principali centri del comprensorio “Dolomiti Stars” e frazione del comune di Livinallongo del Col di Lana, presso il quale si svolsero alcuni degli episodi più cruenti del primo conflitto mondiale. Pronti, partenza, via e subito salita verso il mitico Pordoi, preso dal versante più impegnativo. Non presentano, però, pendenze particolarmente esigenti i suoi 9,4 Km che, accoccolandosi sulla montagna con trentatré tornanti, portano a 2239 metri di quota: la media è del 6,8%, la massima del 10%, raggiunta nel secondo chilometro di gara. Più famoso dal punto di vista ciclistico è il versante trentino, in virtù dei quattro arrivi in salita che il Giro ha effettuato da quella parte tra il 1990 e il 2001. Prima dell’avvento del ciclismo, che lo scoprì nel 1940, il nome del Pordoi era famoso per le vicissitudini belliche, oggi rammentate da un ossario situato nelle vicinanze, mentre in vetta un obelisco omaggia i progettisti della “Grande Strada delle Dolomiti”, l’odierna SS 48. Anch’essa concepita per scopi militari, fu completata dagli austriaci nel 1909, proprio l’anno della nascita del Giro d’Italia.
    Entrati in Trentino, si scenderà in Val di Fassa, raggiungendone il fondovalle in quel di Canazei, altra importante località di soggiorno, base per le escursioni verso la Marmolada ed i gruppi del Sella e del Sassolungo. Altri due imponenti gruppi dolomitici faranno da corona ai successivi 17 Km, tracciati in lieve discesa sulla SS 48: a sinistra i Monzoni, a destra il “Giardino delle Rose”, com’è spesso chiamato il Catinaccio. Il soprannome fa riferimento alla colorazione rosata che il gruppo assume al tramonto, provocata dalla composizione delle pareti rocciose. La fantasia popolare ci costruì attorno la leggenda di Re Laurino, sovrano dei nani, proprietario di un roseto sul Catinaccio. Quando il giardino fu scoperto dal principe del Latemar, questi vi s’intrufolò e, scortavi la figlia del re, se ne innamorò perdutamente e la rapì. Per disperazione, vistosi scoperto il segreto, Re Laurino lanciò una maledizione sul suo giardino: mai più nessuno avrebbe potuto ammirarlo, ne’ di giorno, ne’ di notte. Ma si dimenticò del tramonto, che non si può definire giorno, ma nemmeno notte: infatti, è al crepuscolo che l’umano occhio può ammirare il fenomeno dell’“enrosadira”.
    A Moena, centro principale della Val di Fassa e sede dell’Istituto Culturale Ladino, s’incroceranno le rotte della frazione delle Tre Cime di Lavaredo, disputata lo scorso anno; lasciato il fondovalle, si riprenderà a salire, puntando verso il San Pellegrino, per il quale il Giro è diventanto quasi un habitué. Infatti, è il quarto anno filato che è proposta la scalata al passo: per due volte si è saliti dal versante più arduo, mentre anche stavolta si salirà dal lato più morbido, che raggiunge i 1918 metri di quota in quasi 12 Km, con una pendenza media del 6,4% ed una massima del 14%. Essendo ancora lontani dalle fasi calde della tappa, al traguardo mancheranno un centinaio di chilometri, questa seconda asperità non dovrebbe essere affrontata a passo di carica. Al massimo, qualche discesista pazzo potrebbe tentare il colpaccio nella picchiata verso Falcade, che è notevolmente pendente (primi 5,5 Km al 9%, con picchi del 15%). Va fatto notare, però, che nella citata frazione della scorsa edizione, sul San Pellegrino – prima delle grandi ascese previste – erano andati all’attacco proprio dei primattori della classifica, poi giunti per primi al traguardo. Poche centinaia di metri prima del suo termine, alle porte di Cencenighe, si abbandonerà la discesa per imboccare una strada secondaria che farà riprendere quota ai “girini”: si salirà per circa 4 Km, fino a San Tomaso Agordino (1082 metri, media del 6,9%, tratto di 0,7 Km al 9,7%), per poi scendere ripidamente nella valle del Cordevole, raggiungendola in quel di Avoscan, località che deriva il nome dai conti che governarono l’Agordino nel XIV secolo. In leggera ascesa ci si porterà ad Alleghe, località turistica affacciata sull’omonimo lago, formatosi nel 1771 in seguito alla caduta di una frana. È un paese caro ai tifosi di Pantani che qui conquistò tappa e maglia nel Giro d’Italia dei dilettanti che vinse nel 1992. A Caprile, altra frazione alleghese, avrà inizio la salita verso Selva di Cadore; i suoi 5300 metri al 6,3% (fase iniziale rettilinea, massima del 13% nel tratto conclusivo), faranno da apripista al difficile Passo Giau, una delle salite più ostiche delle Dolomiti, che sarà attaccato circa un chilometro dopo il passaggio nel centro di Selva. La salita presenta raramente tratti a due cifre di pendenza, ma è comunque dura, in virtù di una media del 9,4%, calcolata su 9,8 Km di strada. In due casi, entrambi registrati nei primi 3 Km, si raggiungono picchi del 14%, mentre la quota raggiunta in vetta (2236 metri) contribuisce ad aumentare il grado di difficoltà dell’ascesa. Magnifico il panorama che si può godere verso le cime circostanti, raramente concesso agli occhi dei partecipanti al Giro: in quasi cent’anni di storia, solo quattro volte la corsa rosa è salita quassù, l’ultima nella scorsa edizione. Situazione opposta è quella del vicino Passo Falzarego, la prossima salita prevista dal percorso, sia sotto l’aspetto dei passaggi (15 volte tra il 1940 ed il 2004), sia sotto quello dei “numeri”: quota più bassa di quasi 130 metri e pendenze mai proibitive (16,4 Km al 5,6%, ma si affronteranno solo gli ultimi 10,5 Km, caratterizzati da una media lievemente inferiore). Al pari del Pordoi, anche il Falzarego ha il suo retaggio bellico, in questo caso molto spettacolare: per salire al Piccolo Lagazuoi, teatro di un’estenuante lotta a colpi di mine e contromine durante la guerra 1915-18, è possibile utilizzare il sentiero “scavato” dagli alpini all’interno della stessa montagna e caratterizzato da gallerie scalinate (necessaria la torcia, da evitare in discesa).
    Esigenze strategiche d’altre epoche portarono all’erezione, nel 1027, del castello di Andraz, i cui pittoreschi ruderi si lambiscono durante la discesa che riporterà nella valle del Cordevole. Tornati a Caprile, s’imboccherà la SS 641 che, attraversata Rocca Pietore, risalendo la Val Pettorina porterà al Passo Fedaia, dove sarà posto l’epilogo di questa durissima frazione, ai piedi della più elevata cima delle Dolomiti (3342 metri). Il primo a sfidarla fu, il 28 settembre 1864, l’austriaco Paul Grohmann, pioniere dell’alpinismo dolomitico. Il 25 maggio 2008 il testimone passerà agli alpinisti “a pedali”.

    I VALICHI DELLA TAPPA

    Passo Pordoi (2239 metri). Chiamato anche Pordoijoch, Jouf de Pordoi e Jou de Pordou, è una larga sella prativa costituita dal Sasso Beccè e dal Sass Pordoi. Vi transita la SS 48, che in quel tratto congiunge i centri di Arabba e Canazei.

    Passo San Pellegrino (1918 metri). Sella prativa dal profilo ondulato, aperta tra le catene di Cima Bocche e di Costabella (facente parte del gruppo della Marmolada). Vi si trovano un minuscolo laghetto, una chiesetta ed una stazione di sport invernali, inclusa in ben tre comprensori (Dolomiti Stars, Tre Valli e Dolomitisuperski ). È attraversato dalla SS 346, che mette in comunicazione Moena con Falcade.

    Passo Giau (2233 metri). Costituito dai monti Nuvolau ed Averau, è quotato 2236 sulle cartine ufficiali. Vi transita la SS 638, tra Selva di Cadore e Pocol (Cortina d’Ampezzo).

    Passo Falzarego (2105 metri). Insellatura caratterizzata da massi rocciosi ed aperta tra la cresta del Nuvolau e i monti Piccolo Lagazuoi e Sasso di Stria. Vi si trova un obelisco, dedicato agli universitari del C.A.I. caduti sui monti della zona durante la Grande Guerra. Oltre a transitarvi la SS 48, tra Cortina d’Ampezzo e Cernadoi, è punto di partenza della SP 24, che scavalca il vicino Passo di Valparola (2200m, 1,5 Km al 6,3%) e, divenuta SP 37, scende nell’Alto Adige, a San Cassiano (Val Badia).

    Passo Fedaia (2057 metri). Vi transita la SS 641 tra Rocca Pietore e Canazei. Chiamato in ladino Pas de Fedaa, deriva il nome dal termine latino “feda”, significante pecora.

    Mauro Facoltosi - ilciclismo.it


    Planimetria
    SPOILER (click to view)

    image



    Altimetria
    SPOILER (click to view)

    image



    Foto
    SPOILER (click to view)

    image
    Arabba

    image
    Castello di Andraz

    image
    Piccolo Lagazuoi, la "strada nella roccia"

    image
    Gli ultimi tornanti del Fedaia



    Edited by SarriTheBest - 9/5/2008, 02:16
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Livello Liegi-Bastogne-Liegi

    Group
    Staff
    Posts
    6,638
    Location
    -----------------------

    Status
    Offline
    senza dubbio la tappa piu bella.. la tappa secondo me decisiva.. spero che saranno i migliori a darsi battaglia sul fedaia.. non me ne fogliano i fughisti...
     
    .
  3. Joey Ramone GN
     
    .

    User deleted


    Giro2008: Pinotti `Una tappa dolomitica durissima`
    La 15ª tappa del Giro d`Italia 2008 vedra` i ciclisti impegnati nel tappone dolomitico da Arabba a Passo Fedaia. Molti i protagonisti della prossima `corsa rosa` che provano il percorso e le molte salite che li aspettano il prossimo maggio. Marco Pinotti del Team High Road e` uno di questi e dopo aver concluso la ricognizione del percorso, ha commentato: `Ho pedalato per circa 5 ore provando tutte le salite della tappa. E’ stato davvero affascinante scollinare sui passi tra i muri di neve. Oggi c’era il sole, speriamo che il tempo ci assista anche quando passera` la corsa altrimenti questa tappa gia` tanto difficile diventera` durissima” .

    Una tappa che rappresenta l`appuntamento clou per gli scalatori, il famoso tappone dolomitico: 153 km che portano i ciclisti da Arabba fino in cima al Passo Fedaia, un arrivo spettacolare ed inedito mai provato prima dal Giro. Sara` subito salita fin dalle battute iniziali. Verranno affrontati i passi Pordoi (Cima Coppi di giornata), San Pellegrino, Giau, Falzarego, e gran finale con il traguardo posto in cima al passo Fedaia sotto lo sguardo delle nevi perenni della Marmolada.

    “Dopo la Marmolada magari non sapremo ancora il vincitore finale del Giro - ha detto Pinotti, che ha vestito la maglia rosa per quattro giorni al Giro 2007 - ma di sicuro scopriremo chi non arrivera` a Milano in maglia rosa. Le Dolomiti da sempre accendono la corsa ed esaltano il pubblico. Sara` una grande giornata di sport e spettacolo” .

    eurosport

    Edited by SarriTheBest - 9/5/2008, 02:17
     
    .
  4. 19bimba86
     
    .

    User deleted


    Se ne vedreanno delle belle..... Ci saranno i migliore a battersi........
     
    .
  5. lusinis
     
    .

    User deleted


    Non vedo l'ora :asd:
     
    .
  6. Joey Ramone GN
     
    .

    User deleted


    Pinotti è sempre un grande!

    Edited by SarriTheBest - 9/5/2008, 02:17
     
    .
  7. absolutelybaso
     
    .

    User deleted


    questa sarà una grande tappa....veramente veramente dura...
     
    .
  8. f23zelk
     
    .

    User deleted


    col Pordoi subito pronti via qualke velocistà andrà fuori tempo massimo immagino...
    davanti invece spero sarà spettacolo...spero che gli scalatori non aspettino l'ultimissima tappa di montagna..
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Livello Liegi-Bastogne-Liegi

    Group
    Staff
    Posts
    6,638
    Location
    -----------------------

    Status
    Offline
    qui contador e gli astana capiranno la differenza tra giro e tour
     
    .
  10.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    :quoto:
    anzi, + che Contador, che cmq il talento ce l'ha e tanto... so curioso di vedere Kloden che in salita nn si stacca mai se nn quando faceva il gregario di Ullrich... :asd:

    :ahah:
     
    .
  11. Vince™
     
    .

    User deleted


    zitto noob :asd: , le parole non contano, solo i fatti daranno ragione a me o a te
     
    .
  12. 19bimba86
     
    .

    User deleted


    E vero i fatti contanto staremo a vedere.......
     
    .
  13. "(Joe.Falchetto)"
     
    .

    User deleted


    che tappa!!!! spero che i migliori comincino a darsi battaglia già sul Giau ma ci credo poco
     
    .
  14.  
    .
    Avatar


    www.ilnuovociclismo.com

    Group
    Staff
    Posts
    33,000
    Location
    Livorno

    Status
    Offline
    Domani sarà tutta un'altra storia... :rolleyes:
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Livello Liegi-Bastogne-Liegi

    Group
    Staff
    Posts
    6,638
    Location
    -----------------------

    Status
    Offline
    Il Pordoi come antipasto:
    chi ha gambe, attacchi


    La 15ª tappa è un massacro, anche San Pellegrino, Giau, Falzarego e Fedaia/Marmolada per 153 chilometri da sfinirsi. Nessun big potrà risparmiarsi, Riccò ha sfidato Contador, Simoni sta bene e Di Luca deve dimostrare di poter stare con i migliori

    image

    ARABBA (Belluno), 25 maggio 2008 - L'esperienza è quella variabile che in certe situazioni pesa più delle altre. In una contesa equilibrata può spingerti a dosare le energie per colpire l'avversario al momento giusto. Prendete Gilberto Simoni: sabato, tra Manghen e Alpe di Pampeago, ha chiesto sacrificio ai suoi uomini ma non ha sferrato un attacco letale, probabilmente perché ha capito che questa è una lenta, dolorosa, corsa a eliminazione che dopo la 15ª tappa potrebbe lasciare qualcuno per strada.
    STELLE DELLE DOLOMITI - Se avete un attimo date uno sguardo all'altimetria di questo saliscendi tra le Dolomiti. Si parte da quota 1602, si toccano anche i 600 metri dopo Cencenighe e si chiude ai 2057 metri della Marmolada. In fila si passerà attraverso Pordoi, San Pellegrino, Giau, Falzarego e Fedaia/Marmolada per 153 chilometri da sfinirsi. Vengono definite "Dolomiti Stars" visto che qui si fanno vacanze da sogno. Ma per chi va in bici, a voler essere ottimisti, è un massacro.
    EQUILIBRIO - Considerata l’evoluzione della partita a scacchi di ieri, senza un dominatore e con tanti protagonisti a marcarsi, anche oggi c’è il rischio di assistere a uno spettacolo vero sull’ascesa finale: 13,5 chilometri con pendenze dell’8% e punte al 18. Contador è quello che ha sofferto di più il primo assaggio di montagne. Di Luca è il favorito dei bookmakers che ha bisogno del maggior carico di fiducia per l’ultima settimana del Giro. Riccò è l’uomo da cui ci si può aspettare di tutto, un crollo o un attacco che spacchi in due la corsa. Simoni e Menchov sono i più brillanti, e se proprio bisogna cercare una certezza, è sicuro che chiunque voglia prendere la Marmolada dovrà passare sulle loro ruote.
    dal nostro inviato Antonino Morici

    gazzetta.it
     
    .
129 replies since 3/4/2008, 16:31   4154 views
  Share  
.