16° tappa: San Vigilio di Marebbe - Plan de Corones

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  1. Vince™
     
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    16° Tappa
    San Vigilio di Marebbe - Plan de Corones



    PRESENTAZIONE DELLA TAPPA

    Ecco una delle giornate campali del 91° Giro d’Italia, per molteplici motivi. Primo perché è una crono e contro il tempo non si scherza. Secondo perché si svolgerà in salita…. e che salita!!! Terzo perché il traguardo è a 2273 metri d’altezza, quota inusuale per una simile prova. Quarto ed ultimo motivo è il particolare fondo stradale sul quale i corridori si troveranno a pedalare per quasi metà gara.
    Ci sarebbe da tenere in considerazione anched il pathos che aleggerà sulla carovana per questa particolare tappa e che, alla fine, contagerà un po’ tutti, in primis gli organizzatori.
    Zomegnan e soci puntano molto sulla buona riuscita di questa tappa, dopo che il Plan si era negato loro nel 2006, per colpa delle pessime condizioni meteorologiche.
    Si può proprio dire che la sfida contro il tempo, stavolta, sarà doppia: non solo il tempo che scorre, ma anche quello che scende dall’alto. Con la speranza che quest’anno il sole baci davvero il bel ciclismo.

    PARTENZA & DINTORNI
    La scalata al Plan inizia in quel di Longega, uno dei primi centri che s’incontra risalendo la Val Badia. Complessivamente sarebbero 16,9 Km, ma la distanza che i corridori dovranno percorrere in occasione della cronoscalata sarà inferiore: la partenza, infatti, sarà data 4 Km più in alto, a San Vigilio, principale frazione della nota località turistica di Marebbe, abitata prevalentemente da ladini, che costituiscono il 93% della popolazione. Il nome tedesco Ennenberg significa “al di là del monte” ed è una chiara allusione al soprastante “panettone”, com’è spesso soprannominato il Plan de Corones per la sua forma arrotondata.
    Da San Vigilio parte una strada asfaltata, a pedaggio per le auto, che s’inoltra per quasi 12 Km nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies (uno dei più grandi dell’Alto Adige, vasto 25.680 ettari), giungendo fino al Rifugio Pederù (1540 metri); è l’ideale per le passeggiate in bici anche grazie alle pendenze dolcissime (media del 2.9%, con un solo strappo al 8% verso il terzo chilometro), che la rendono adatta anche alle prime pedalate montane dei bambini. Dopo il rifugio è possibile procedere solo in mountaink bike, seguendo due itinerari diretti ai passi di Limo (2172 metri) e di Fodara Vedla (1972 metri; attenzione: sono quasi 3 Km al 14,4% di media!). Un altro tracciato per rampichini si stacca direttamente dalla stessa San Vigilio, alla volta di Piccolino, giungendovi dopo aver superato il Passo di Giogo (1535 metri), valicato da una strada forestale sterrata sul versante di Marebbe; salendo da Piccolino l’asfalto termina a 600 metri dal passo, dopo quasi 5 Km di ripida salita (media del 9,4%, massima del 14%).

    IL TRATTO ASFALTATO
    La cronoscalata misurerà 12,8 Km (mille metri in meno rispetto a quanto originariamente previsto). I primi 7600 metri, pari al 59% dello sviluppo complessivo della tappa, coincideranno con la salita del Passo Furcia, più volte affrontata dalla corsa rosa come GPM.
    Lasciata la rampa di lancio, collocata presso l’ex piscina coperta di San Vigilio, la strada non inizierà subito ad aggredire la montagna; nei primi due chilometri e mezzo, infatti, la pendenza media sarà tenera, non arrivando nemmeno al 4%. Va notato che, in questo tratto, s’incontrerà un lungo segmento pianeggiante ma i tronconi in reale ascesa rimangono comunque pedalabili.
    Le pendenze si faranno impegnative a partire dal bivio per Pieve, la frazione di Marebbe che fu per secoli un importante centro, con il grado di sede decanale della Val Badia. A dire il vero, appena passato il bivio le inclinazioni non parrebbero eccezionali: 0,4 Km al 6,8%, mezzo chilometro al 8,2% e poi nuovamente un tratto a facile pendenza, sotto il 5%. Bisognerà attendere il Km 3,5 per vedere i corridori impegnati su pendenze finalmente serie: da quel punto fino al bivio per il Plan si dovranno superare 353 metri di dislivello in 4,1 Km. La media è del 8,6%, con un picco del 16%, raggiunto circa mille metri prima della deviazione. Non a caso, è in questo tratto che, al Giro del 2004, riprese la rincorsa di Cunego alla maglia rosa, che aveva perduto tre giorni prima nella crono di Trieste e che tornerà sulle sue spalle al termine di quella stessa tappa, terminata a Falzes.
    In quell’occasione si effettuò tutta la salita al Passo Furcia (1759 metri): raggiunto il bivio per il Plan, bisogna procedere in direzione di Valdaora per circa 300 metri, salendo in maniera relativamente dolce (media del 6,3%).
    Il bivio sarà anche la “location” dei parcheggi riservati ai giornalisti ed al seguito: solo gli automezzi delle squadre potranno procedere oltre, lungo i tremendi 5,3 Km sterrati che, fino al giorno della tappa, saranno completamente “blindati”, per preservarne il fondo. La stessa strada San Vigilio – Furcia sarà negata agli automezzi dei corridori, essendo la capacità dei parcheggi piuttosto limitata e vietato il posteggio a bordo strada.
    I tifosi che vorranno raggiungere il traguardo dovranno contare sulle proprie forze oppure salire più comodamente, utilizzando le cabinovie che raggiungono il Plan: Kronplatz 2000, Kronplatz I e II da Riscone (Brunico), Olang I e II da Valdaora, Miara e Col Toron da San Vigilio al Furcia, mentre quest’ultimo sarà collegato al Plan dalla telecabina Ruis (che rischierà di essere molto affollata, perché il giorno della gara sarà utilizzata anche dai giornalisti per raggiungere traguardo e quartiertappa).

    LO STERRATO
    La strada che sale al Plan dal Furcia è una forestale che esiste da molti anni. Nella primavera del 2006, non solo in ottica Giro d’Italia, fu installato uno speciale tipo di fondo destinato a durare nel tempo, con la possibilità di un futuro utilizzo anche su altre rotabili dell’Alto Adige. Si è arrivati alla soluzione che ora descriveremo studiando un sistema che permettesse la percorribilità della strada con qualsiasi condizione meteo (accesso, va specificato, riservato ai soli mezzi autorizzati, di servizio, mentre questo sarebbe precluso ai privati). Per il fondo stradale è stata concepita una speciale miscela ecologica, realizzata con materiale franoso prelevato in loco, cemento (nella misura del 4%) e liquido “nanotecnologico” (aumenta le caratteristiche leganti del cemento, rende la miscela elastica e più resistente agli sbalzi di temperatura). “Spalmando” tale miscela mediante una macchina per asfaltature, è stato realizzato uno strato di 12-15 cm di spessore su tutta la larghezza della forestale. Questo trattamento è stato applicato solo in alcune parti della salita (il tratto iniziale, i primi tre tornanti e gli ultimi 1100 metri), mentre nei tratti non interessati da questo procedimento (i tornanti nel bosco ed il troncone più facile), la strada è stata sistemata semplicemente pressando il materiale franoso, senza ricorrere agli altri “ingredienti” della miscela.
    In previsione della cronoscalata, saranno sistemati i tratti usurati, mentre quelli più danneggiati saranno rifatti.
    Prima di passare alla descrizione della seconda parte della salita, lasciamo spazio ad un’ultima nota tecnica, non direttamente pertinente al Plan.
    La tipologia di fondo sopra esposta non va confusa col più noto “macadam”. Questo è una speciale pavimentazione stradale ideata nel 1820 dall’ingegnere scozzese John Loudon McAdam e costituita da pietrisco e materiale collante compresso (semplice acqua, bitume oppure lo stesso asfalto). La sua principale caratteristica è l’impermeabilità del fondo. Fino al XX secolo ha costituito lo standard costruttivo più diffuso in Europa, poi sostituito dall’attuale catrame perché rivelatosi inadatto al sempre più recente traffico. È ancora utilizzato per serre, giardini pubblici, centri storici ed anche nella realizzazione di alcune piste d’aeroporto. Un esempio celebre di strada in macadam è quello della salita del Mont Ventoux.

    IL TRATTO STERRATO
    Lasciata la strada asfaltata, non cambia solamente il fondo, ma anche le pendenze. Queste hanno una decisa virata all’insù: i primi 400 metri salgono al 10,4%, seguiti da mezzo chilometro al 13,4%, nel corso del quale si incontrano un picco al 20% ed il primo tornante, segnalato da un pannello riportante l’effigie di Gaetano Belloni, l’eterno secondo del ciclismo italiano, vincitore del Giro del 1920, morto nel 1980. RCS Sport, infatti, ha deciso di ripetere l’iniziativa già proposta in occasione del mancato arrivo del 2006: ciascuno dei tredici tornanti del tratto sterrato sarà intitolato ad un vincitore della corsa rosa non più in vita. Dal 19 maggio sarà possibile acquistare questi pannelli, messi all’asta su eBay.
    La salita rimarrà su pendenze esigenti nei successivi 1,9 Km (media del 10,2%), gran parte dei quali si snoderanno al coperto del bosco. All’altezza di un altro tornante, si stacca a sinistra una strada panoramica che pure punta alla cima del Plan, aggirandola da occidente: può costituire un’alternativa per raggiungere il traguardo ma tenete presente, se deciderete di utilizzare questa variante, che la strada è sterrata, non essendo qui stato applicato lo speciale fondo.
    A 2 Km e mezzo dal traguardo la salita cambierà improvvisamente volto, divenendo benevola per mille metri esatti, metà al 2,8% e metà al 4%. Un tratto che capita al momento giusto: duecento metri più avanti, usciti dall’ultimo tornante (dedicato a Marco Pantani) e fortunatamente tornati a pedalare sul più scorrevole fondo “artificiale”, inizierà il troncone più massacrante dell’intera ascesa. Per 300 metri la strada s’inclina al 17%, con un picco del 24%, che rappresenta il massimo per il Plan de Corones. Nemmeno il tratto successivo scherza, con 0,5 Km al 13,6% ed uno strappo al 22%. Impegnativi anche i trecento metri conclusivi, al 11,7%, che condurranno sul rettilineo d’arrivo di una delle frazioni più massacranti della corsa rosa.
    Complessivamente, negli ultimi 5,3 Km si superano 535 metri di dislivello, pari ad una pendenza media del 10,2%.

    IL PLAN DE CORONES
    Il Plan de Corones, noto anche col toponimo tedesco di Kronplatz, è una montagna alta 2273 metri. Il traguardo sarà collocato proprio in cima e costituirà una sorta di novità assoluta; finora mai nessuna corsa era riuscita a giungere in vetta ad una montagna, nemmeno il Tour che, sul Ventoux, è costretto a fermarsi tre metri sotto il culmine.
    È meta turistica sia d’estate, sia d’inverno, quando offre agli sciatori 49 piste (per un totale di 103 Km), inserite nel comprensorio Dolomitisuperski. Qui, negli anni ’80, sono state installate le prime telecabinovie ad alta portata. Luogo altamente panoramico (è possibile abbracciare con lo sguardo le Dolomiti fino alla Marmolada e le vette della Val Venosta, oltre Merano), lo spiazzo sommitale è utilizzato anche per eventi straordinari come il concerto che Zucchero ha tenuto lassù nel 1996, in occasione di uno “ski opening”, moda lanciata proprio in questo posto: si tratta di una festa in alta quota, voluta per celebrare l’inizio della stagione sciistica e che propone due giornate di musica e concerti di rock stars, di gare ed esibizioni.
    Come il Catinaccio, anche il Plan ha il suo retaggio mitologico, che spiega la ragione del nome, significante “piano della corona”: qui, secondo la fantasia dell’antica popolazione ladina, la principessa Dolasilla sarebbe stata incoronata guerriera dal padre, il Re dei Fanes, dopo che ella ebbe guidato l’esercito dei Fanes lungo una serie di vittorie.
    Oggi in vetta al Plan si trovano, tra le altre strutture, la “Concordia 2000” ed il Ristorante Kron. La prima, fusa a Salisburgo nel 2001, con le sue 18 tonnellate è una delle più grandi “campane della pace” esistenti al mondo. Il complesso Kron, invece, sarà solo parzialmente agibile al pubblico il giorno della gara: come nel 2006, gran parte del’edificio accoglierà il quartiertappa, ovvero il centro direzionale di quella cittadella viaggiante che è il Giro d’Italia. In sede di sopralluogo, in ciascuna città di tappa si sceglie l’edificio che ospiterà la cosiddetta “permanence”, costituita dai locali riservati alla direzione, alla giuria, alle sale telefoni e stampa. Per quest’ultima si punta su strutture che siano il più possibile comode da raggiungere e dotate di ambienti di grandi dimensioni, ottimali per sistemare i numerosi giornalisti presenti al Giro (oltre a quelli che lo seguono stabilmente, temporaneamente si aggiungono i reporter delle testate locali). Generalmente, per alloggiare il quartiertappa si opta per palazzetti dello sport, centri fieristici, alberghi o scuole (con grande felicità degli studenti locali, “costretti” ad un’insperata giornata di vacanza); talvolta sono state scelte collocazioni ad effetto come il prestigioso Palazzo del Capitano a Cesena o, ambientazione insolita, una motonave ormeggiata nelle acque del Lago Maggiore, utilizzata in occasione della tappa di Arona del Giro 2001.

    L’ALTRO VERSANTE
    È possibile salire al Plan de Corones utilizzando il versante opposto della salita del Furcia, che principa alle porte della località turistica di Valdaora. Da questo lato la salità può essere ritenuta più impegnativa rispetto al versante che sale da San Vigilio, per diversi motivi: ad un minore chilometraggio (ma è questione di poche centinaia di metri e senza contare la breve discesa successiva allo scollinamento sul passo), fanno da contraltare una sessantina di metri di dislivello in più ed un andamento discontinuo della salita, dove s’alternano a più riprese tratti pedalabili ad altri più impegnativi.
    Dal bivio di Valdaora di Sotto al passo ci sono 11,4 Km al 7%, con quattro tratti ripidi: dal Km 3,4 al Km 3,9, mezzo chilometro al 13%; dal Km 4,4 al Km 5,5, 1,1 Km al 9,5%; dal Km 6,7 al Km 8,1, 1,4 Km al 13,2%; a 1,1 Km dal Furcia, ultimo strappo di 0,4 Km al 11,2%. Con l’appendice verso il Plan, sono complessivamente – solo di salita – 16,7 Km; la pendenza globale è del 8% circa.

    IL GIRO SUL FURCIA
    Il passo Furcia, chiamato anche Furkelpass (oppure Furkel Sattel) è valicato dalla strada provinciale 43, che collega le località turistiche di Valdaora e Marebbe.
    Il Giro d’Italia ha affrontato questo percorso cinque volte.
    Prima occasione nel 1981, dal versante di Valdaora, nel finale della 19a tappa Dimaro - San Vigilio di Marebbe, decisasi proprio sulla salita del Furcia: GPM e tappa se furono appannaggio di Giovanni Battaglin, che ventiquattrore dopo s’impossesserà definitivamente della maglia rosa alle Tre Cime di Lavaredo.
    Anche nel 1994 si salì da Valdaora, nel corso della Lienz – Merano. Era il giorno della prima delle otto vittorie di tappa che Pantani conseguì nella corsa rosa. Primo sul Furcia l’elvetico Pascal Richard.
    Nei restanti passaggi si è sempre saliti da San Vigilio. Nel 1997, tappa Predazzo – Falzes, primo in vetta il colombiano “Chepe” Gonzales Pico, primo al traguardo lo spagnolo Rubiera. Si tornerà sul Furcia nel 2004, in occasione della citata tappa che consentì a Damiano Cunego di riconquistare stabilmente la maglia rosa: quel giorno il traguardo GPM finì nel carniere di un altro corridore elvetico, Niki Aebersold.
    L’ultimo è stato un traguardo d’emergenza: vista l’impossibilità di arrivare sul Plan, a causa del tempo inclemente, l’organizzazione si vide costretta a far concludere la tappa a poche centinaia di metri dal Furcia, dove conquistò il successo lo scalatore pugliese Leonardo Piepoli, già vincitore della frazione di La Thuile quattro giorni prima.

    Mauro Facoltosi - ilciclismo.it


    Planimetria
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    Altimetria
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    Foto
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    San Vigilio di Marebbe

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    Plan de Corones

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    L'arrivo nel 2006



    Edited by SarriTheBest - 3/5/2008, 15:00
     
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    Giro: Plan de Corones, iniziato lo sgombero neve
    Gli organizzatori hanno iniziato a sgomberare il tracciato che ospiterà la 16.a tappa del Giro d'Italia, la cronoscalata di Plan de Corones, in programma il prossimo 26 maggio, visto che in alcuni tratti della strada ci sono fino a tre metri di neve.
    "Nel giro di pochi giorni la strada dovrebbe essere libera - ha detto il direttore del comitato organizzatore locale, Danny Kastlunger -. Ci servono soltanto due o tre giornate di sole ed anche lo strato speciale, realizzato per la tappa del 2006, sarà visibile e potrà iniziare ad asciugare. Pertanto il tracciato dovrebbe essere agibile nell'arco di 15 giorni".

    ciclonews.it
     
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  3. Vince™
     
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    Bruseghin al Plan de Corones
    "E' una salita che mi piace abbastanza, adatta non tanto per gli scalatori puri, quanto piuttosto per chi riesce a sviluppare una certa potenza: penso di poter fare bene nella crono del Giro": questo il primo commento di Marzio Bruseghin dopo la ricognizione del percorso di Plan de Corones, che sarà teatro della 16^ tappa del Giro d'Italia, una cronoscalata di 13,8 km da San Vigilio di Marebbe a Plan de Corones.
    "La giornata è stata utile per valutare i materiali che useremo al Giro - ha spiegato Fabrizio Bontempi, ds Lampre che ha accompagnato Bruseghin nel sopralluogo - Marzio ha utilizzato un 34x29, riuscendo a percorrere tutti i 13,8 km della crono in bici, nonostante il tratto centrale fosse fangoso a causa della neve caduta in nottata. Per il Giro, gli organizzatori copriranno il fondo con del bitume naturale che garantirà una perfetta tenuta della strada".
    Nel ritorno verso casa, Bruseghin ha anche provato parte del percorso della 15^ tappa del Giro, quella che porterà i corridori da Arabba fino alla Marmolada.

    grandeciclismo.net


    I big provano la cronoscalata del Plan de Corones
    Alcuni big che prenderanno parte al prossimo Giro d'Italia hanno effettuato oggi un'ampia ricognizione a Plan de Corones. Il 26 maggio prossimo ospiterà la 16.a tappa della corsa rosa, la cronoscalata S. Vigilio di Marebbe-Plan de Corones di 12,9 chilometri. Tra questi Di Luca, Soler, Bruseghin, Nibali, Pellizzotti, Riccò, Belohvosciks e Simoni.
    Unanime il giudizio dopo il sopralluogo; per tutti si è pronunciato Simoni: "La cronoscalata, pur severa nelle pendenze, non potrà determinare distacchi consistenti, non sarà comunque decisiva".
    2Siamo estremamente lieti di aver scelto Plan de Corones al quale il ciclismo e` legato da motivi romantici, affettivi e spettacolari", ha detto il Direttore Generale del Giro d’Italia Angelo Zomegnan, che ha poi chiarito la formula della cronoscalata "durante la quale i partecipanti saranno suddivisi in tre gruppi, o griglie, opportunamente intervallati per consentire il rientro delle moto che li assisteranno lungo il tracciato. E questo per garantire la regolarità assoluta della prova".
    Presente anche l’astro dello sci azzurro Manfred Moelgg che il 26 maggio sarà un ideale apripista della cronoscalata. "Il mondo va a rovescio. Proprio a me, per tutta la vita discesista, un'esperienza particolare. Ma sono molto onorato che abbiano scelto me".

    eurosport.it

    Edited by SarriTheBest - 1/5/2008, 00:05
     
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  4. 19bimba86
     
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    deve essere una bella tappa a plan de corones i andavo a sciare
     
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  5. "(Joe.Falchetto)"
     
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    CITAZIONE (Vince™ @ 30/4/2008, 18:01)
    I big provano la cronoscalata del Plan de Corones
    Alcuni big che prenderanno parte al prossimo Giro d`Italia hanno effettuato oggi un`ampia ricognizione a Plan de Corones . Il 26 maggio prossimo ospitera` la 16.a tappa della corsa rosa, la cronoscalata S. Vigilio di Marebbe-Plan de Corones di 12,9 chilometri. Tra questi Di Luca, Soler, Bruseghin, Nibali, Pellizzotti, Ricco`, Belohvosciks e Simoni.

    e chi cazz'è? :asd:
     
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  6. Vince™
     
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    è il cronoman della sounier douval
     
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  7. 19bimba86
     
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    Si Si
     
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    Belowoci è un idolo... campione nazionale lettone a cronometro se nn sbaglio... quest'anno è stato un monte in fuga alla Sanremo con Savini e... uno Sleepstream mi sembra... ma nn ricordo chi...
     
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  9.  
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    certo che cmq nemmeno la saunier non e messa benissimo per la cronosquadre...

    se va come credo io, cmq questa tappa andra ad un certo Piepoli..
     
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  10.  
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    Di previsioni nn ne faccio sicuramente... le condizioni meteorologiche saranno fondamentali... e mi preoccupano un po'... si sa che in montagna il tempo varia molto velocemente...

    A cose normali cmq nn mi aspetto grandi distacchi vista la durezza delle pendenze, almeno tra i big le perdite saranno abbastanza limitate... ci sn ben altre tappe in cui si deciderà il Giro...
    Sicuramente sarebbe stato meglio fare come nel 2006, cioè fare di Plan de Corones un arrivo classico di una tappa.. sarebbe stato un po' + emozionante... considerato che questa tappa nn è considerata cm cronometro ma cm arrivo in quota...
     
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  11. Ayrton Senna the best
     
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    Attenti anche a Savoldelli!
     
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  12. "(Joe.Falchetto)"
     
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    secondo me questa la vince bruseghin
     
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  13. fou
     
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    ma che bruseghin e savoldelli! attenti a piepoli se sta bene!
     
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  14.  
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    Danilo Di Luca con Gilberto Simoni e Franco Pellizotti sulla salita di Plan de Corones

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    A meno di due chilometri dalla vetta gli atleti passano tra la neve

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    Gilberto Simoni tra la neve in salita verso la vetta

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    Riccardo Riccò passa tra la neve ad un chilometro dalla vetta

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    Ultimo tornante dedicato a Pantani per Vincenzo Nibali a un chilometro dalla vetta

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    Danilo Di Luca prova ilercorso della crono a Plan de Corones

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    Mauricio Soler inizia il tratto finale del Plan de Corones

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    Gilberto Simoni con Franco Pellizotti

    Photo ©: Roberto Bettini - www.bettiniphoto.net

     
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  15. f23zelk
     
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    nella foto di Soler la salita è impressionante :o
     
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137 replies since 15/4/2008, 17:30   1958 views
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