6° Tappa: Potenza - Peschici

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    6° Tappa
    Potenza - Peschici



    PRESENTAZIONE DELLA TAPPA

    Duecentosessantacinque chilometri. Una distanza enorme, come da tempo non si vedeva alla corsa rosa. L’ultima tappa con un simile chilometraggio si era disputata nel 2000, in occasione del Giro del Giubileo, proposta con un’eguale distanza tra Corinaldo e Prato. Andando indietro nel tempo troviamo i 275 Km della Cosenza – Potenza (Giro 1989), che rappresentano il record degli ultimi vent’anni, mentre la tappa più lunga in senso assoluto fu la Lucca – Roma del 1914, che di chilometri ne misurava ben 430. Altri tempi. In quelli più recenti l’UCI ha ridisegnato il regolamento tecnico, fissando un tetto di 225 Km (proponibile per due giornate di gara) e concedendo una speciale deroga per raggiungere un massimo di 260 Km. Il sesto giorno di gara i “girini” ne percorreranno cinque di più, ma va considerato che oggi i grandi giri si trovano al di fuori dal circuito Pro Tour, per il quale sono state stabilite le regole sopra segnalate.
    Dal punto di vista tecnico, questa frazione sarà altimetricamente meno impegnativa rispetto alle due che si sono concluse a Peschici negli scorsi anni, ma avrà un certo peso proprio per il considerevole chilometraggio, che si sposerà con un finale comunque non facile, un autentico toboga tra curve e saliscendi, nella stupenda cornice della costiera garganica. Se la tappa fosse stata più corta, anche solo di una cinquantina di chilometri, qualche velocista avrebbe potuto farci un pensierino, ma non sarà facile per le squadre tenere cucita la corsa in un finale simile e dopo tutta quella mole di strada. Tra l’altro, le ultime due salite dovranno essere superate in vista del traguardo, con quest’ultimo posto proprio in vetta alla seconda, lo stesso strappo sul quale sono svettati per primi Danilo Di Luca nel 2000 e Franco Pellizotti nel 2006.
    Bisogna tenere presente, inoltre, che per conseguenza delle regole stabilite dall’UCI, oggi i corridori non sono più abituati a simili distanze, essendo i 250 Km “abbattuti” generalmente solo nelle classiche storiche del ciclismo, come la Sanremo (294 Km), la Roubaix ed il Fiandre (259 Km a testa).
    La tappa più interminabile del Giro 2008 prenderà il via dal cuore della Basilicata, il capoluogo Potenza che, nonostante la presenza di diversi monumenti, si presenta con una veste moderna, dovuta ai nuovi quartieri che avviluppano a nord ed a sud il centro storico; questo si stringe attorno alla centrale Piazza Mario Pagano, allargamento di Via Pretoria, la strada dello struscio (o meglio, “U’ Strusc’”, per dirlo alla maniera dei potentini).
    I primi 15 Km di gara, che si snoderanno inizialmente sulla SS 7 (la storica Via Appia) e poi sulla SS 93, procederanno a lievi saliscendi, culminanti agli 852 metri della località San Nicola. Partenze simili solitamente invogliano i primi attacchi di giornata ma, considerati i 265 Km da percorrere, ben pochi saranno coloro che vorranno tentare la fortuna a questo punto. Più probabile una partenza “soporifera”, caratterizzata da una media abbastanza bassa, che si alzerà vertiginosamente nel momento d’affrontare il circuito che chiuderà questa frazione. In simili conclusioni, infatti, con i tifosi che applaudono più e più volte i loro beniamini, questi sono ancor più motivati a far bella figura e scatta una particolare molla che galvanizza i corridori, anche quando si tratta di circuiti completamente pianeggianti (ma non sarà il caso odierno). Bisognerà solo fare attenzione a non disperdere per strada troppe energie, perché l’indomani è in programma la prima frazione di montagna.
    Dopo il Valico San Nicola inizierà una dolce discesa, a circa metà della quale si lambirà il borgo di Castel Lagopesole, sorto ai piedi dell’omonimo ed imponente maniero, ritenuto l’ultimo e più maestoso tra quelli fatti costruire da Federico II. Questo è parzialmente vero: in realtà, lo storico imperatore non lo creò dal nulla, ma a partire dal 1242 fece ristrutturare, con l’intenzione di trasformarlo in residenza di caccia, un precedente fortilizio d’origine saracena, in seguito modificato dai normanni.
    Attraversata Atella, la strada riprenderà a salire morbidamente (7,2 Km al 3,4%), in direzione di Rionero in Vulture, antica cittadina posta a sud est del monte Vulture, elevazione ricca d’acque: nel territorio di Rionero, città natale di Giustino Fortunato (politico e celebre studioso della “questione meridionale”), ricadono le terme di Monticchio, situate a breve distanza dai due omonimi laghi, sui quali incombe l’abbazia di San Michele. Il complesso nacque dopo l’insediamento di una comunità di monaci basiliani, che si stabilirono in una grotta consacrata all’arcangelo e ritenuta dalla popolazione locale come la sua dimora terrena. Dopo i basiliani arrivarono i benedettini, che costruirono un’abbazia dedicata a Sant’Ippolito, situata sull’istmo che separa i due laghi ed oggi diroccata. L’attuale edificio fu eretto nel 1600 dai Francescani e tuttora vi risiede una loro comunità.
    Acque termali sono sfruttate anche a Rapolla, dalla quale si transiterà nel corso della successiva discesa: in questo centro merita una sosta l’ex cattedrale normanna di Santa Lucia, mentre per ammirare il “sarcofago di Rapolla” (magnifica opera di artigianato artistico delle botteghe dell’Asia Minore, risalente al II d.C.), bisogna spostarsi nella vicina Melfi, dove il manufatto è ospitato nel castello normanno, sede del Museo Archeologico Nazionale del Melfese.
    La salita verso Lavello chiuderà i primi 80 Km di gara: attraversato questo centro, che fu terra di confine per la sua posizione lungo le vie della transumanza tra le zone interne ed il Tavoliere, la corsa si lascerà alle spalle la Basilicata e, solo per il momento, le difficoltà. Per un lasso di chilometri quasi identico a quelli appena percorso, la tappa si snoderà in un contesto ambientale opposto: seguendo un percorso “verticale” si taglierà nel mezzo il Tavoliere delle Puglie, la più grande pianura d’Italia dopo la Padana (quasi tremila chilometri quadrati), un tempo situata sotto il livello del mare ed in seguito sollevatasi. Per questo motivo, è definita dai geologi come un fondo marino preistorico. La transumanza ebbe come meta queste lande in epoca medioevale, quando fu abbandonata l’attività agricola, ripresa solo dopo il piano di bonifica attuato dal regime fascista.
    Gli abitati sorti nel Tavoliere si trovano sovente a parecchia distanza l’uno dall’altro: infatti, tra Lavello e Manfredonia, la corsa attraverserà il solo centro di Cerignola, il cui nome secondo alcuni studiosi deriverebbe da quello di Cerere, divinità materna della terra e della fertilità (non poteva essere altrimenti, in una terra ad alta vocazione agricola).
    Nei pressi del Lido di Rivoli, a nord delle saline di Margherita di Savoia (protette da una riserva naturale, sono le più grandi d’Europa), la corsa ritroverà il mare: la maggior parte dei rimanenti 160 Km si svolgerà in vista dell’Adriatico, talvolta seguendo la linea di costa, in altre occasioni addentrandosi brevemente nell’entroterra. Per ora il percorso permarrà pianeggiante, filando verso Manfredonia, città fondata dal re Manfredi nel 1256 in sostituzione dell’antica Sipontum, distrutta da due terremoti avvenuti nel giro di trent’anni: tra gli scarsi resti della città romana spicca il Santuario di Santa Maria di Siponto, sorto nel XI secolo e rimaneggiata nel XIII secolo.
    Per circa 7 Km si seguiranno le rotte del Giro del 2006, che andava a Peschici passando per l’interno della penisola, affrontando le salite di Monte Sant’Angelo e della Foresta Umbra. Giunti al bivio per la prima località, la corsa proseguirà sulla SS 89 “Garganica” fino al ridente paese di Mattinata, dove sarà abbandonata a favore della provinciale litoranea. Ad essere sinceri, è eufemistico definire questa strada litoranea perché, assecondando la frastagliata orografia della costa, se ne distacca frequentemente, puntando verso l’entroterra per poi tornare in vista del mare. Tra l’altro, il tratto che ora si accingeranno ad affrontare i corridori è il più impegnativo della tappa, introdotto da un breve e ripido strappo che precederà il passaggio dall’incantevole Baia delle Zagare, insenatura caratterizzata da due faraglioni. Alle porte della baia inizierà la salita principale di questa tappa, diretta ai 445 metri della Coppa Santa Tecla, piccola elevazione che costituisce il fiore all’occhiello del Parco Nazionale del Gargano, poiché vi si trova una delle più selvagge riserve del Mediterraneo, interessante per la fauna (censiti quasi 400 mufloni) e la flora, rappresentata da 58 tipi di orchidee e dalla distesa di pini d’Aleppo più vasta d’Europa. La scalata ciclistica a questo “eden” misura 8 Km spaccati, ma, di fatto, è limitata ai primi tremila metri (media del 6,2%), mentre nel restante tratto devono superarsi appena 99 metri di dislivello, pari ad una pendenza del 2% circa. Per ritornare al livello del mare la viabilità locale offre due opportunità: seguitare sulla vecchia provinciale che scende, a tratti piuttosto ripidamente, a Pugnochiuso, oppure – questa è la strada prescelta dalla corsa rosa – imboccare una moderna variante che, tagliando uno dei tratti più tortuosi della litoranea – punta diretta verso Vieste. Le due strade si ricongiungono 5 Km più avanti, esattamente ai piedi della Testa del Gargano, estremo orientale dello sperone italico, che si vince con una salita di 2 Km (media del 5,3%).
    Un altro dentello viene superato poco più avanti, in vista della spiaggia di Pizzomunno, dominata da un enorme faraglione alto oltre 25 metri: è il biglietto da visita di Vieste, dalla quale si transiterà subito dopo. La “capitale del Gargano”, è una rinomata stazione balneare, in più occasione insignita della “Bandiera Blu”, il riconoscimento conferito alle località costiere d’Europa che soddisfano criteri di qualità relativi a parametri delle acque di balneazione e al servizio offerto. L’edificio principale di questa città, che fu la greca Apeneste prima di diventare municipio romano, è la cattedrale, eretta nel XI secolo nel luogo dove si trovava un tempio pagano.
    A questo punto si lascerà la litoranea per tornare sulla SS 89, che s’interna in direzione di Peschici, giungendovi dopo aver superato due brevi e facile salitelle. La prima misura 4,2 Km, presenta una pendenza del 4,4% ed inizia all’altezza del bivio per una delle principali attrattive della penisola: la Foresta Umbra, riserva naturale vasta oltre 10000 ettari (pari al 10% della penisola garganica, ma in epoca medievale l’estensione raggiungeva il 90%) ed il cui nome deriva dall’abbondanza di zone ombrose. Lievemente più breve (3,5 Km), la seconda ascesa è però più impegnativa rispetto a quella che l’ha preceduta (5,5%), con i passaggi più aspri nei primi mille metri, che saranno anche gli ultimi: al termine di quel tratto al 7,9% (con un picco del 10%), sarà posizionato il traguardo.
    Il finale, come avevano detto, sarà in circuito, un anello di circa 33 Km, circa il doppio rispetto al percorso originariamente previsto. Tagliato il traguardo, si continuerà a salire per quasi un chilometro e mezzo (media del 4,3%), fino al bivio per il Colle del Fornaro. Si tornerà quindi in riva al mare, costeggiandone la baia di Manacore, spettacolare per la natura ancora intatta, nonostante gli incendi e l’opera di cementificazione; quest’ultima iniziò negli anni ’60, quando le aree del Manacore e del Gusmay furono notate dai dirigenti nazionali dell’epoca che, per valorizzarne l’unicità del territorio, idearono un progetto pilota che prevedeva le costruzioni di un albergo e di un campeggio, strutture avveniristiche per quei tempi. Il “la” lo diede il presidente dell’ENI, Enrico Mattei, innamoratosi di questi posti sorvolando la costa viestana col suo aereo personale: per rimanere in tema “aereonautico”, questo fu il decollo per il turismo garganico.
    In mezzo a tanta natura, c’è spazio anche per l’arte e la storia: a una ventina di chilometri da Peschici, la strada costiera sfiora il Santuario di Santa Maria di Merino, eretto dove si credeva sussistere l’antica città di Merinum, tratti in inganno dall’errata interpretazione di una citazione di Plinio; infatti, la campagna di scavi iniziata nel 1938 riportò alla luce solo i resti di un complesso impianto idrico e di una grande villa d’epoca augustea a carattere rurale. Certo è, invece, quanto accadde sull’antistante spiaggia nel 1295: il naufragio dell’ex papa Celestino V che, sei mesi dopo la storica rinuncia al pontificato, stava cercando di fuggire in oriente (il successore aveva deciso di farlo mettere sotto controllo, nel timore di un suo rapimento).
    Oltrepassato il santuario, inizierà il percorso di rientro verso il traguardo, riaffrontando le due difficoltà sopra segnalate.
    Al pari di Vieste, anche Peschici è stata pluripremiata per la qualità del servizio balneare che offre al turista, unitamente alla spettacolarità di un centro storico raccolto dal 970, anno della fondazione da parte di Sueripolo (capo degli Slavi chiamati da Ottone I per liberare il Gargano dai Saraceni), su di un promontorio a picco sul mare.

    I VALICHI DELLA TAPPA

    Valico (221 metri). E’ il punto più elevato della SS 89 nel tratto tra Vieste e Peschici.

    Mauro Facoltosi - ilciclismo.it


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    Edited by SarriTheBest - 14/5/2008, 20:46
     
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  2. f23zelk
     
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    spero di poterci andare....
     
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    Zomegnan: domani accorceremo la tappa, 34 km in meno
    Importante annuncio di Angelo Zomegnan, direttore del Giro d'Itaalia, subito dopo la conclusione della tappa odierna: «In considerazione dei disagi patiti dai corridori negli ultimi giorni e degli stress affrontati, dopo esserci consultati con i corridori più forti es esperti del gruppo, abbiamo deciso che la tappa di domani arriverà direttamente a Peschici, senza affrontare poi il circuito del Gargano. Saranno 34 chilometri in meno, così i corridori potranno riposare mezz'ora in più domattina e avere nmezz'ora a disposizione domani sera per raggiungere i loro alberghi».

    tuttobiciweb.it
     
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  4. absolutelybaso
     
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    bah...............
     
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  5. Carles Puyol
     
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    giusta la decurtazione della tappa...in questi giorni i corridori hanno avuto troppi problemi con i trasferimenti e hanno diritto a riposarsi un poco...


    Domani vedo sempre benissimo Bettini, con Di Luca che di sicuro vorrà prendere gli 8" di abbuono minimi per arrivare alla rosa e presentarsi a Pescocostanzo, in Abruzzo, in rosa...
     
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    credo che bettini sia il favorito numero 1... ma vedo bene pure i soliti rebellin di luca e riccò... da non escludere un altra fuga vincente...
     
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  7. Joey Ramone GN
     
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    credo che la fuga domani non la lasceranno andar via, soprattutto la quickstep, oggi hanno già perso una grande occasione, non possono permettersi di perderne un'altra anche perchè Bettini oggi ha fatto vedere che sta bene
     
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  8. TheBiker90
     
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    anch'io credo che nn ci saranno fughe ma si arriverà con un gruppettino e vedo bene rebellin e di luca
     
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  9. Joey Ramone GN
     
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    per esseci ci saranno, ma credo che non arriverrano al traguardo con una fuga
     
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    CITAZIONE (Joey Ramone GN @ 14/5/2008, 20:56)
    credo che la fuga domani non la lasceranno andar via, soprattutto la quickstep, oggi hanno già perso una grande occasione, non possono permettersi di perderne un'altra anche perchè Bettini oggi ha fatto vedere che sta bene

    :quoto:
    errare è umano, perseverare è diabolico... :asd:

    Domani Gasparotto show... :sisi:
     
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  11. xGarzox
     
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    domani vedi che va su Paolini...avanti Bettini! anche se la volata a ranghi ristretti con qualche velocista che regge ci può stare, la salita non è impossibile
     
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  12. 19bimba86
     
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    Anke un bettini Show o un di luca
     
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    Oggi in un'intervista alla De Stefano, alla domanda "ti rivedremo già domani"?, Bettini ha risposto che è troppo dura per lui. "Allora a San Vincenzo?" ed il Grillo le ha fatto notare che "prima di San Vincenzo c'è qualcos'altro".

    Quindi domani niente Bettini...
     
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  14. 19bimba86
     
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    Speriamo ceh invece abbia fatto uno skerzo
     
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    CITAZIONE (SarriTheBest @ 15/5/2008, 00:55)
    Oggi in un'intervista alla De Stefano, alla domanda "ti rivedremo già domani"?, Bettini ha risposto che è troppo dura per lui. "Allora a San Vincenzo?" ed il Grillo le ha fatto notare che "prima di San Vincenzo c'è qualcos'altro".

    Quindi domani niente Bettini...

    sicuro ? a me era parso di sentire che invece ci provava anche oggi.
     
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69 replies since 22/2/2008, 00:21   699 views
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