8° Tappa: Rivisondoli - Tivoli

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  1. Joey Ramone GN
     
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    8° Tappa
    Rivisondoli - Tivoli



    PRESENTAZIONE DELLA TAPPA

    Dai monti ai colli, con l’intermezzo della pianura: così si potrebbe definire il leitmotiv della frazione che introdurrà il Giro nella sua settimana centrale. I primi 60 Km si svolgeranno in un contesto montano, caratterizzati da tre facili salite e dall’attraversamento di una porzione del territorio di pertinenza del Parco Nazionale d’Abruzzo. Entrati in Lazio, sino a 4 Km dall’arrivo il terreno di gara sarà sostanzialmente pianeggiante, con l’inserimento di sporadiche ondulazioni. Nuovamente salita, infine, in vista del traguardo, dove però è attesa una conclusione allo sprint. L’ascesa verso Tivoli, infatti, non è di quelle in grado di impensierire i velocisti e lo dimostrano i recenti arrivi della Tirreno – Adriatico nella cittadina laziale: nella frazione d’apertura dell’edizione 2006 si impose Bettini su Zabel e Hushovd, l’anno precedente la volata premiò Freire mentre nel 1998 giunse in solitaria Gabriele Colombo, ma con appena 4 secondi vantaggio sul gruppo, regolato da Zabel.
    Il tratto iniziale della tappa sarà in discesa, dopo aver lasciato Rivisondoli, centro di sport invernali famoso per il Presepe Vivente che, dal 1951, si svolge il giorno precedente l’Epifania: lo ideò il giornalista Renato Caniglia, che così volle risvegliare l’entusiasmo e la fiducia dei suoi concittadini, appena usciti dagli anni del secondo conflitto mondiale e ritrovatisi in una situazione di stallo economico e morale.
    Si ripasserà per Roccaraso e Castel di Sangro, stavolta percorrendo la strada più diretta tra i due centri. Un tratto in piano di circa 8 Km porterà la corsa ad Alfedena, stazione di villeggiatura che ha ereditato il nome dell’antica Aufidena, centro dei Sanniti Caraceni conquistato dai romani nel 298 a.C. Non siamo lontani dai confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, che saranno varcati in cima alla prima delle quattro salite previste, il Colle della Croce. Si tratta di un ostacolo di modesto impegno, che la strada supera in poco più di 7 Km, tutti caratterizzati da pendenze tenere: la media complessiva è del 3,8%, mentre i primi 2000 metri salgono al 5% e costituiscono il tratto più duro.
    Dopo una breve e veloce discesa, si costeggerà fin quasi al suo termine il lago artificiale di Barrea, creato nel 1951 sbarrando il corso del Sangro e dal 1976 inserito nella lista delle aree umide previste dalla Convenzione di Ramsar (relativa alle zone umide d’importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici). Tagliato il tratto terminale del bacino con un viadotto, si affronterà la seconda salita di giornata, diretta con dolci pendenze al borgo medioevale di Civitella Alfedena, anch’essa famosa per un presepe, realizzato in cartapesta ed a grandezza naturale.
    Ridiscesi nel fondovalle, si transiterà ai piedi della Camosciara, gruppo montuoso di stampo alpino che costituisce uno degli angoli più caratteristici del parco, nel quale vivono orsi e camosci. All’altezza del bivio per Opi (centro che deriva il nome da quello della consorte di Saturno, venerata come dea dell’abbondanza; questa è anche l’etimologia del sinonimo opulenza), si lascerà definitivamente la valle del Sangro, iniziando la salita alla Forca d’Acero (1535 m), massima asperità della tappa sotto tutti gli aspetti, tranne quello della durezza: la pendenza media è del 4,4% appena, calcolata negli 8 Km che porteranno la corsa al Valle Fredda, un valico intermedio che s’incontrerà a 2 Km dalla cima effettiva (ancor più facile quest’ultimo troncone), nel punto nel quale si stacca una strada sterrata che scende a Pescasseroli, storica capitale del Parco Nazionale d’Abruzzo, città natale di Benedetto Croce e classico approdo della Tirreno Adriatico.
    Affrontato l’ultimo GPM di giornata, il Giro saluterà l’Abruzzo e passerà nel Lazio, che accoglierà la corsa rosa con una discesa interminabile, lunga quasi 30 Km e priva di grosse inclinazioni anche su questo versante. Quasi al termine della picchiata, si lascia sulla sinistra la strada diretta al Lago di Posta Fibreno ed alla peterpanica “isola che non c’è”, ma che in quest’angolo d’Italia esiste per davvero: citata nella “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio, si tratta di un’isola galleggiante costituita esclusivamente da vegetazione torbificata, le cui radici pescano direttamente nelle sottostanti acque. Basta la pressione di un piede per vederla magicamente spostarsi.
    Ad un centinaio di chilometri dalla meta i corridori si lasceranno alle spalle le montagne, iniziando a percorrere il tratto pianeggiante della tappa, introdotto dal passagio attraverso la conurbazione di Lirinia, sorta nel secondo dopoguerra attorno alle città di Sora ed Isola del Liri, e che le istituzioni locali vorrebbero trasformare in una municipalità unica e, in futuro, in uno dei fulcri dell’ipotizzata provincia del Lazio Meridionale, avente triplice capoluogo (Sora, Cassino e Formia-Gaeta). Sora è famosa per aver dato i natali al grande attore e regista Vittorio De Sica, mentre Isola del Liri prende il nome dalla posizione del centro storico, sorto su di un’isola costituita dal momentaneo sdoppiamento del corso del fiume Liri, che proprio in questo tratto da vita alle spettacolari cascate Grande e Valcatoio.
    Avvicindandosi al capoluogo della Ciociaria, si sfiorerà la quasi millenaria Abbazia di Casamari, uno dei principali monasteri italiani, esempio di architettura gotico-cistercense. Tuttora vi risiede una comunità di monaci, che vi gestiscono una farmacia, una liquoreria ed un complesso scolastico, l’Istituto San Bernardo, fondato nel 1898. L’attraversamento di Frosinone avverrà nei quartieri moderni, gravitanti attorno al centrale piazzale De Matthaeis. Si transiterà nei pressi del rettilineo sul quale Luca Mazzanti conquistò “a tavolino” la quarta tappa del Giro 2005, a seguito della retrocessione di Paolo Bettini, reo di aver mandato per le terre l’australiano Cooke. Il “Grillo” si era comunque già imposto a Frosinone Bassa, quella volta senza commettere scorrettezze, nella Tirreno – Adriatico del 2002.
    A questo punto s’incroceranno le rotte della scorsa edizione della corsa rosa; le strade percorse saranno quelle della tappa di Frascati, ricalcate quasi fedelmente, evitando l’ascesa al centro di Anagni, mentre ci si fermerà alle porte di Ferentino, località famosa per il “muro”, breve ma ripidissima salita che per anni fu un ingrediente irrinunciabile della “Corsa dei due mari”: sarebbe davvero auspicabile un suo rientro nel tracciato di gara, magari abbinata al non meno celebre “muro di Morolo”.
    Alle porte di Colleferro, l’anno scorso si girava verso questo centro per poi inoltrarsi attraverso i Colli Albani. Stavolta si continuerà a percorrere la statale Casilina (SS 6), puntando verso la “soglia prenestina”, sorta di enorme valico che separa gli Albani dai Monti Prenestini. Verso questi ultimi ci si dirigerà dopo aver attraversato Valmononte: ci si fermerà proprio a piedi del gruppo montuoso, laddove sorge l’interessante cittadina di Palestrina. Non va persa la visita ai resti del Santuario della Fortuna Primigenia (II secolo a.C.), esempio tra i più grandiosi di architettura ellenistica italica di tipo scenografico, situato nel cuore di un’autentica culla dell’arte: è qui nato il compositore Giovanni Pierluigi da Palestrina (considerato l’inventore della musica polifonica) e vi è stata rinvenuta la “fibula prenestina”, spilla in oro del VII secolo a.C. recante un’iscrizione che è ritenuta il più antico documento scritto in lingua latina.
    Comincerà a sentirsi “aria di traguardo” ad una quindicina di chilometri dall’epilogo, mentre il gruppo sfreccerà veloce sotto il castello di Passerano, costruzione medioevale in parte giunta ai giorni nostri, dove trovò rifugio un papa (Benedetto X) e vi fu imprigionato un antipapa (Gregorio VIII). Altri raccordi storici ai piedi di Corcolle, villaggio sorto nel luogo dove, secondo gli studiosi, si trovava l’antica Querquetula, citata da Plinio nell’elenco delle città scomparse del Lazio arcaico, esistenti antecedentemente alla progressiva conquista da parte di Roma.
    Siamo in una zona di grandi traffici: sottopassata l’”Autostrada dei Parchi” (A 24), a Ponte Lucano si confluirà sulla SS 5, corridoio tra Tirreno – Adriatico, derivata da quella che era l’antica via consolare Tiburtina, toponimo a sua volta legato all’antica Tibur. Questa altro non è che l’attuale Tivoli, la meta della fatica giornaliera, ai piedi della quale ci troviamo. A questo punto mancheranno 6 Km alla conclusione, ma per quasi 2000 metri la strada rimarrà pianeggiante. Passata la diramazione per la storica Villa Adriana (residenza imperiale eretta fuori città per rifuggire dall’affollamento, dalla promiscuità, dagli intrighi e dal caos della capitale) inizierà l’ultimo ostacolo di giornata, 4 Km nei quali dovrà essere superato un dislivello di circa 180 metri. La pendenza media complessiva è del 4,5%, praticamente costante, con l’eccezione di un troncone di 600 metri ancor più pedalabile (3,5%), che si concluderà in vista del triangolo rosso dell’ultimo chilometro, al contrario il più difficile dell’intera scalata (5,2%).
    La “Tibur Superbum” di Virgilio, che così la citò nell’Eneide, è una città di ville. Oltre all’Adriana, non vanno perse le Ville d’Este e Gregoriana, dove l’acqua è mattatrice assoluta: nella prima con gli stupendi giochi d’acqua delle sue fontante, nella seconda col fiume Aniene che ne attraversa il parco con fragorose cascate.

    I VALICHI DELLA TAPPA

    Valico di Bellaveduta (1093 m). Vi transita la SS 83, salendo da Alfedena al Colle della Croce, circa 2 Km prima di giungere in vetta a quest’ultimo.

    Valico del Colle della Croce (1168 m). Vi transitano il confine del Parco Nazionale d’Abruzzo e la SS 83, tra Alfedena e Barrea.

    Valico (1135 m). Privo di una propria denominazione, questo valico è toccato dalla SS 509, nel primo chilometro dell’ascesa dal bivio di Opi alla Forca d’Acero.

    Valico di Valle Fredda (1499 m). Vi transita la SS 509, salendo dal bivio di Opi alla Forca d’Acero, circa 2 Km prima di giungere in vetta a quest’ultimo. Raggiungibile anche da Pescasseroli, mediante una rotabile sterrata di 13 Km.

    Forca d’Acero (1535 m). Valico aperto tra i monti Tranquillo e San Nicola, costituisce il punto più elevato della SS 509, che mette in comunicazione Opi con San Donato Val di Comino. Si trova sul confine tra Abruzzo e Lazio, mentre il limite del Parco Nazionale è poco sotto il valico, sul versante laziale.

    Mauro Facoltosi - ilciclismo.it


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    Rivisondoli, Presepe vivente

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    Isola del Liri

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    Villa d'Este

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    Lago di Barrea

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    Lago di Posta Fibreno - Isola galleggiante

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    Le ville di Tivoli: Villa Adriana

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    Villa Gregoriana



    Edited by SarriTheBest - 17/5/2008, 03:57
     
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    ...e il 4 vien da se?! :asd:
    Vista la voglia delle squadre di riprendere i fuggitivi e visto il percorso nn mi stupirei di un altra fuga che va in porto...
    E per i favoriti sarebbe un po' un casino... un po' tutte le seconde e terze linee... o magari un Millar che ci riprova...

    Altrimenti, con un arrivo del genere, Bettini sarebbe il favorito numero 1... occhio però a Bennati, che ste salitelle le regge senza problemi, e a Sella, desideroso di riscatto...
     
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  3. Joey Ramone GN
     
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    Al km 72 sono in fuga 5 uomini: Spezialetti(Lpr), Nardello(Diquigiovanni), Baliani(Csf), Perget(Caisse d'Epargne) e Hansen(High Road)
     
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  4. fou
     
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    è caduto contador ma nn ha riportato nulla d grave
     
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  5. xGarzox
     
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    dai speriamo nel arrivo del gruppo voglio vedere il Betta davanti...o magari un un Rebellin che parte prima
     
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    quanto vantaggio ha la fuga?
     
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  7. Joey Ramone GN
     
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    5 minuti il vantaggio dei battistrada sul gruppo capeggiato ora dagli uomini di Bettini e della Maglia Rosa (Quickstep)
    Nel frattempo caduta che coinvolge quattro corridori, fra cui Contador, ma riprensono senza problemi, gli altri corridori caduti sono: Morabito, Hartmann e Aperribay
     
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    povero Steve... s'era già lussato la spalla nei primi giorni di Giro... :(
     
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    Ai -25km all'arrivo 2'32'' di vantaggio dei fuggitivi sul gruppo... oggi sarà dura arrivare... :sisi:
     
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    Ancora una caduta, ancora un ritiro: si ferma Morabito
    Non c'è giorno, al Giro, in cui una caduta non mieta vittime: a vedersi costretto al ritiro è stato oggi lo svizzero Steve Morabito, caduto a Sora insieme ad altri tre atleti, tra i quali il suo capitano Contador, ripartito regolarmente.

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    grande allungo di Hansen... peccato che è durissima x lui... siamo ai -5... ha solo 24'' di margine...
     
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  12. 19bimba86
     
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    NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
    NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
    Ha rivinto di nuovo Riccò kissa ora i ke un fa montato com'è
     
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    Ma mi spiegate alla Lpr che fanno?! :boh:
    In sto inizio di Giro so rimasto un po' sconcertato da qualche gestione delle corsa e da qualche tattica... oggi poi con Pietropolli e Di Luca che fanno volata... mah..

    Bravo Riccò che sta mettendo in saccoccia un po' di secondini x rendere meno amara la crono di Urbino...

    Edited by SarriTheBest - 17/5/2008, 16:46
     
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    riccò e troppo in forma per adesso... mamma mia cosa ha fatto di luca, e cosa ha fatto la lpr...
     
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  15. Joey Ramone GN
     
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    Niente da fare, Riccò in questo momento è il più forte, Di Luca sembrava a tutta e ha fatto quel rimontone da paura, ma forse ha pagato lo scatto di ieri. Comincio a credere che la maglia iridata porti un po' sfotuna
     
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51 replies since 12/3/2008, 10:52   7944 views
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