4° Tappa: Pizzo Calabro - Catanzaro Lido

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    4° Tappa
    Pizzo Calabro - Catanzaro Lido



    PRESENTAZIONE DELLA TAPPA

    La prima giornata continentale del Giro 2008, si correrà sulla falsariga di quella precedente, almeno per il risultato di tappa. Dovrebbe essere un gioco da ragazzi, per le squadre dei velocisti, rintuzzare gli attacchi che stimoleranno le cinque ascese previste. In ottica volata finale, le più pericolose sembrano essere le ultime due, in particolare quella di Catanzaro, ma le facili pendenze delle quali sono dotate non toglieranno certo il sonno ai velocisti. Al massimo, saranno tagliati fuori quegli sprinter che soffrono i finali impegnativi. Difficile, ma non impossibile, la felice conclusione di un tentativo, soprattutto perché all’inizio di un grande giro le forze generali sono ancora tante. Negli ultimi anni, abbiamo visto il gruppo presentarsi compatto al termine di tappe ben più dure della Pizzo Calabro – Catanzaro Lido, disputate su percorsi un tempo considerati inaccessibili ai velocisti. Comunque, non va mai dato nulla per scontato. La storia del ciclismo riporta anche episodi di corse nelle quali il vincitore finale uscì da tappe pianeggianti (Giro 1962, tappa Lecco – Casale Monferrato; Tour 2006, tappa Béziers – Montélimar), ma non dovrebbero essere il caso di questa frazione. Sicuramente, chi sarà davanti all’attacco avrà mille stimoli per ben figurare quest’oggi, a partire dal caldo tifo del sud. E poi una vittoria di giornata in una grande corsa a tappe è sempre una perla che andrà ad arricchire il proprio palmares, soprattutto se conquistata in barba alla torma scatenata dei velocisti.
    La bandierina verrà abbassata nell’importante centro peschereccio di Pizzo, situato pittorescamente su di una rupe strapiombante verso il Tirreno. Tra i suoi monumenti, il più curioso ed interessante è la chiesetta di Piedigrotta, scavata nel tufo alla fine del ‘600 da un gruppo di naufraghi napoletani, che così vollero ringraziare Dio per aver avuto la vita salva. L’interno è popolato di statue, realizzate nel secolo scorso dagli scultori Angelo ed Alfonso Barone, raffiguranti personaggi della Bibbia ai quali sono state affiancate le effigi di Papa Giovanni XXIII, di John Kennedy e – questa è la vera curiosità del luogo – del “lider maximo” Fidel Castro.
    Il via sarà in salita, poiché nei primi 10 Km si dovrà passare dal livello del mare ai 476 metri di Vibo Valentia, capoluogo di una delle provincie più giovani d’Italia, istituita nel 1992. Il suo nome cambiò ben sei volte nel corso della sua storia, iniziata con la fondazione in data incerta del villaggio di Veip (o Veipone), centro appartenente agli indigeni pre-ellenici del quale è stata riportata alla luce la necropoli. Nel VII secolo a.C. divenne colonia greca e fu ribattezzata Hipponion (Ippona); divenuta romana nel 192 a.C., il suo nome fu mutato prima in Vibona e poi in Valentia, accorpati in Vibo Valentia nel 89 a.C., quando fu proclamata municipio. Distrutta dai saraceni, Federico II di Svevia la ricostruì nel 1235 in un luogo poco distante e la chiamo Monteleone di Calabria, nome rimasto in uso fino al 1927, quando fu ripristinata definitivamente l’antica denominazione romana. Meritano una sosta il Duomo di San Leoluca e le grandiose mura della città di Hipponion, i cui principali reperti sono esposti nel Museo Archeologico (ubicato nel castello di Federico II).
    Uscendo da Vibo, si abbandonerà la SS 18 e si scenderà nella valle del Mesima, dirigendosi verso la principale difficoltà di questa frazione, la salita al Passo di Pietra Spada (1335 m), con il quale si passerà dal versante tirrenico a quello ionico. L’ascesa, che principierà nel centro di Dasà, misura circa 26 Km e presenta una pendenza media morbida (4,1%), ma nella seconda metà è spezzata in due tronconi da un lungo tratto in discesa. Dasà a parte, l’unico abitato toccato durante la scalata è Arena, che sarà raggiunto dopo i primi 3,8 Km, quelli più impegnativi, nei quali la pendenza media si attesta al 7,1%. L’edificio più antico di questo centro è il castello normanno, realizzato nel XI secolo e distrutto da due terremoti nel ‘700: ne rimangono i resti delle torri, delle mura e dell’acquedotto medioevale, che si lambirà salendo verso il Colle d’Arena (1099 m), dove l’ascesa s’interromperà momentaneamente all’altezza di uno dei più spettacolari belvedere della Calabria (soprattutto se si volge lo sguardo in direzione di Vibo). La discesa porterà la corsa nel cuore delle Serre Calabresi, catena montuosa ricca di boschi che si estende dal Passo della Limina alla Sella di Marcellinara, il punto più basso e stretto dello stivale italico (250 m e appena 35 Km tra Tirreno e Ionio). Immediatamente a nord del percorso di gara si trova l’importante centro di Serra San Bruno, il cui nome è legato alla figura del santo fondatore dell’ordine dei certosini. Nato a Colonia verso il 1030, fu chiamato in Italia da Papa Urbano II, che era stato suo discepolo nella scuola del duomo di Reims. Quando l’imperatore tedesco Enrico IV occupò i territori pontifici, San Bruno fuggì col Santo Padre in Calabria, dove ricevette in dono dal Conte Ruggero I di Sicilia un terreno nella zona delle Serre: qui si ritirò a vita eremitica (dopo aver rifiutato la nomina ad arcivescovo di Reggio Calabria) e fondò la sua seconda certosa, dopo la celebre “Grande Chartreuse” di Grenoble. Ricostruita nel ‘900 dopo il quasi totale crollo (avvenuto nel 1783 per un terremoto) e la soppressione di Gioacchino Murat (1808), è ancora oggi abitata da una comunità di monaci.
    Si riprenderà la salita puntando verso il Monte Pecoraro (1423 metri), massima elevazione della catena delle Serre, ed il citato Passo di Pietra Spada, attraversando faggete e correndo per lunghi tratti tra stupendi paesaggi. Una volta raggiunto il valico, la vista si aprirà sullo Ionio, verso il quale ci si dirigerà con un’interminabile e non meno panoramica discesa, caratterizzata da pendenze morbide anche su questo versante. Circa 3 Km dopo il passo, la SS 110 lascia sulla sinistra una diramazione per la Ferdinandea, meritevole di un’escursione. Si tratta di una tenuta di 3600 ettari, concepita nel 1832 da Ferdinando II di Borbone come zona di caccia (con tanto di villa), in seguito trasformata in centro siderurgico (ferriera) e, nel 1878, in dimora estiva del colonnello garibaldino Achille Fazzari (l’Eroe dei Due Mondi, invece, vi aveva dormito diciotto anni prima, durante l’Impresa dei Mille). Oggi questo territorio è stato incluso nell’Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie di Calabria.
    A circa metà del suo sviluppo, la discesa è interrotta da un tratto pianeggiante di 2 Km, al termine del quale si transiterà per Stilo, il centro dove visse a lungo il filosofo Tommaso Campanella, al punto che per anni fu ritenuta la sua città natale (in realtà, l’autore de “La Città del Sole” nacque nella vicina Stigliano). Nel suo territorio un tempo ricadevano ben diciotto chiese, molte delle quali scomparse: tra quelle pervenute ai nostri giorni spicca la cosiddetta “Cattolica”, chiesetta bizantina del X secolo ottimamente conservata (in questo stato è difficile trovarne anche nei luoghi d’origine, la Grecia, l’Armenia, la Georgia e la regione turca dell’Anatolia).
    Dopo pochi chilometri si abbandonerà la SS 110 per raggiungere il mare seguendo stradine secondarie, che porteranno la corsa a Riace, la città resa celebre dal ritrovamento dei Bronzi, avvenuto nel 1972 nelle acque dello Ionio, a 8 metri di profondità e a 300 metri dalla costa. La scoperta fu casuale, poiché le statue erano quasi interamente sepolte sotto la sabbia del fondale, a parte il braccio sinistro della “statua A”. Diverse le ipotesi che gli studiosi hanno formulato riguardo alla datazione, la provenienza e gli autori: è stato, però, stabilito con certezza che si tratta di autentici esemplari di sculture greche del VI secolo a.C.
    Scesi sul litorale, la corsa imboccherà la SS 106, che segue la costa ionica da Reggio Calabria a Taranto, per uno sviluppo di poco inferiore ai 500 Km. La tappa ne percorrerà due tranches, una cinquantina di chilometri in tutto. Nella prima parte si lambiranno gli scavi dell’antica Caulonia, scoperti nel 1912 presso Monasterace Marina (fino a quella data si pensava che i resti di “Kaulonia” si trovassero nelle vicinanze dell’omonima località, diversi chilometri più a sud). Si entrerà nel territorio della provincia di Catanzaro dopo aver doppiato il “Cocynthum Promontorium” degli antichi Greci, l’odierna Punta Stilo, presso la quale il 9 luglio 1940 fu combattuta l’omonima battaglia, che vide le navi della Regia Marina italiana schierate contro quelle della gloriosa Royal Navy britannica: in quell’occasione si registrò la più elevata concentrazione di armamenti navali avvenuta durante il secondo conflitto mondiale nelle acque del Mediterraneo.
    Procedendo in direzione nord, si attraverserà una serie di località che costituiscono le frazioni marittime dei rispetti comuni di pertinenza, posti in posizione elevata nell’entroterra: una sistemazione di sicurezza, adottata prima dell’anno 1000, quando esisteva il pericolo delle incursioni saracene. Dopo la marina di Davoli, si abbandonerà la statale per attraversare il centro di Soverato, definito per la sua bellezza “perla dello Ionio”. Si seguirà poi la litoranea, che corre parallela alla SS 106, in direzione di Montepaone Lido. Incrociata la statale, inizierà la penultima difficoltà di giornata, un’ascesa non prevista originariamente nel percorso di gara, il cui inserimento s’è deciso in sede di sopralluogo: si raggiungeranno i 393 metri di Montauro, centro fondato nel VIII secolo alle pendici d’un monte ritenuto ricco d’oro (“Mons aurens”). La leggenda fu sfatata da una serie di scavi effettuati sotto Ferdinando I Borbone, che evidenziarono la presenza del prezioso metallo, ma in quantità ridotte al punto che le spese sostenute superarono di molto il valore del prodotto effettivamente estraibile. Nell’economia della corsa, invece, questa salita non dovrebbe costituire un ostacolo insormontabile, essendo del 5,7% la pendenza da superare nei quasi 7 Km d’ascesa. Al gruppo interessato ad un eventuale recupero, potrebbe dare più problemi la strada che riporterà sulla statale; la discesa, infatti, non inizierà subito ma si rimarrà in quota per circa 2 Km, per poi scendere piuttosto ripidamente (media superiore al 7%, con un tratto finale a tornanti) da Stalettì all’omonima punta, sulla quale si trovano i ruderi di una chiesa paleocristiana (unico esempio in Calabria) e una cappelletta, nella quale è sepolto Achille Fazzari, il colonnello della Ferdinandea. C’è da dire che, grazie alla presenza del circuito finale, la salita di Montauro non sarà vicinissima alle fasi finali della tappa, ma si troverà ad una cinquantina di chilometri da esse.
    Ripresa la SS 106, in vista del primo passaggio dal traguardo si lambirà l’area archeologica del Parco Scolacium, all’interno del quale si possono vedere i resti della città greca di Skylletion, sotto colonia di Crotone fondata alla fine del VI secolo a.C. (ha attribuito il nome all’odierna Squillace) e soprattutto quelli della basilica normanna di Santa Maria della Roccella, la più grande chiesa della Calabria dopo la cattedrale di Gerace.
    Il finale della quarta tappa sarà in circuito, un anello di una trentina di chilometri che proporrà l’ascesa alla città alta, il centro di Catanzaro, capoluogo della Calabria dal 1971. La salita inizierà nella periferia sud-est, precisamente nel rione Sala, dove è in progetto la costruzione della cosiddetta “cerniera”, un sistema d’infrastrutture che permetterà di raggiungere rapidamente il centro, mediante passerelle meccanizzate ed ascensori. I “girini”, invece, dovranno seguire la strada a tornanti che, in circa 4 Km, li condurrà nella centralissima Piazza Prefettura, laddove terminò la tappa Crotone – Catanzaro del Giro 1996, vinta dal francese Pascal Hervè. Percorrendo Via Turco, la carovana rosa uscirà dal centro per andare ad immettersi sulla statale che la riporterà verso il litorale: tratto spettacolare questo, perché si supererà il torrente Fiumarella percorrendo il Viadotto Bisantis, il più alto d’Europa tra quelli realizzati ad arcata unica (110 metri dal fondovalle). Progettato dall’ingegner Riccardo Morandi, è stato inaugurato nel 1962 e per anni è stato anche il ponte europeo con la maggiore ampiezza dell’arcata (231 metri, record oggi battuto dai 490 metri della campata centrale dell’Öresundsbron, gettato tra Danimarca e Svezia).
    Le strade che si percorreranno nel finale saranno larghe e filanti, tracciate in lievissima discesa: un’autentica “manna” per il gruppo che si lancerà alla caccia delle lepri fuggite durante la salita in città. Non sarà, dunque, difficile digerire quest’ultima difficoltà e per questo sarà molto probabile l’epilogo in volata, tutti assieme appassionatamente, sul lungomare di Catanzaro Lido. La storia di questa frazione, che i locali considerano come il vero centro turistico del capoluogo, iniziò nel XV secolo con l’insediamento di famiglie di pescatori. Persa l’originaria funzione peschereccia, rivestì per decenni un importante ruolo commerciale, soprattutto per la presenza della principale stazione ferroviaria della costa ionica; essendo detta stazione uno strategico punto di raccordo tra la tratte ionica e tirrenica, Catanzaro Lido subì pesanti bombardamenti durante la seconda guerra mondiale; oggi è divenuto un frequentato centro di attrazione turistica, anche grazie alla vicinanza della citata area archeologica di Scolacium.

    I VALICHI DELLA TAPPA

    Passo di Pietra Spada (1335 m). Vi transita la SS 110 tra Serra San Bruno e Stilo. Il toponimo si riferisce a grossi cumuli granitici che, nella zona delle Serre, costellano i boschi e le sommità delle alture. Ad essere precisi, il Pietra Spada non è un valico, ma semplicemente il punto più elevato della statale. Il passaggio geografico vero e proprio si trova circa 3 Km prima, sul versante tirrenico, all’altezza della Casa

    Cantoniera del Pecoraro (1270 metri). In quel punto, tra l’altro, si varca il confine tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria.

    Mauro Facoltosi - ilciclismo.it


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    La spiaggia di Pizzo Calabro

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    Catanzaro Lido



    Edited by SarriTheBest - 13/5/2008, 00:56
     
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